Forum replies created
Ciao a tutti,
ecco la mia ochlandra, non è molto fotogenica, in mezzo a tutto quel casino intorno, ma arriva a più di tre metri, e quindi ecco il problema, finora ha trascorso gli inverni sotto i cornicioni, ma adesso è finita, non ci entra più.
Sergio, mi piacerebbe sapere se le foglie della tua si sono mai rovinate durante questi anni e a quali temperature. La mia, stando in vaso, potrei sempre buttarla per terra e coprirla
Tomas
Prova a tirare, se si tratta di marciume (per il freddo), la foglia centrale viene via.
Il manganese è come il ferro, se il pH è troppo alto, ne puoi fornire quanto vuoi, la pianta non è in grado di utilizzarlo.
Tomas
Manganese, non magnesio, fa molta differenza.
Scusa per il ritardo, ero in vacanza
Tomas
Mi vengono in mente due possibilità
L’inizio dello “frizzletop”, cioè carenza di manganese. La foglia è comunque sana?
La cocciniglia che s’annida nel centro della pianta.
Tomas
Grazie Pietro, hai cercato di capire la ragione della morte?
Angelo, non è roba tua, se lo fosse, non dubiterei!
Tomas
Per me il fungicida migliore per fermare il marciume nelle plumerie è l’ossicloruro di rame, cioè un prodotto rameico. Scavare fino a togliere tutta la parte marcia e coprire tutta la ferita con una poltiglia.
Concordo che questa plumeria se la può cavare.
Ciao
Tomas
Pietro,
usando le piante indicatrici del National Arboretum Rome è da considerarsi zona 9b-10 😀
Tomas
Giulio,
la Brassocattleya è diventata la Rhyncholaeliocattleya, la Brassolaeliocattleya è la Rhynchosophrocattleya. Prego notare che per la Bc adesso nel nuovo nome si trova anche “laelio” mentre per la Blc “laelio” è sparita! Un esercizio mentale da pazzi. E ci sono doppioni! Dato che la Laelia è stata spostata nella Sophronitis, le ex Laeliocattleya adesso non si distinguono dalla Sophrocattleya.
Tomas
Non mi sembra di esagerare, il dendrobium è fiorito che più di così non è possibile, la spigha della cattleya è bella lunga con tanti bocci.
5°C la minima di dicembre? Sul mio terrazzo ho misurato -1,5°C.
Qualcuno usa l’Orchid register della Royal Horticultural Society? Domy, la tua LC Gold Digger è diventata Guarisophleya Gold Digger, i parenti sono adesso Guarisophleya Red Gold e Cattlianthe Warpaint. Una follia!
Tomas
Per chi volesse rivivere quelle giornate a Roma
http://it.youtube.com/watch?v=OD5KZJ9EGvQ&NR=1
Comunque, anche se non ha fatto freddo come nel 1985, la neve del 1986 era molto più impressionante
http://it.youtube.com/watch?v=Dq-YDkeVp_U
Tomas
Ciao Domy,
complimenti per le abbondanti fioriture. Le tue orchidee devono essere coltivate veramente bene. Come le coltivi, fuori e dentro?
“Per convincerle a fiorire le ho lasciate fino al 18 dicembre fuori sul terrazzo (costa laziale a nord di Roma)” Hanno subito la gelata dei primi di dicembre? A quanto è scesa la temperatura?
Per quanto riguarda la tua perplessità circa i testi “sacri” che consigliano temperature ben più alte rispetto a quelle che alcune orchidee possono sopportare, la spiegazione che mi sono dato è questa:
Gli hobbisti nei paesi temperati da sempre coltivano le orchidee in serra, anche perché le esigenze delle orchidee non si limitano solo alle particolari temperature , ma includono anche l’umidità, luminosiotà ecc. controllate. Col tempo si è scoperto che per coltivare la stragrande maggioranza delle orchidee bastano tre tipi di serre con tre tipi di temperature, cioè la serra fredda, intermedia e calda e ogni manuale consiglia una di queste temperature per la coltivazione OTTIMALE. E nessuno (o quasi nessuno) sente il bisogno di sperimentare altre condizioni come quasi tutti noi invece facciamo con le altre nostre piante tropicali.
Ma anche le orchidee provengono da climi molto più estremi di quelli riprodotti nei tre tipi di serre consigliate.
Tomas
Molte piante tropicali fioriscono semplicemente quando raggiungono una certa dimensione o quando arrivano alla luce, quest’ultima vale soprattutto per i rampicanti.
Tomas
Pino,
dalla forma più a palla di tutto il cespo direi che si tratta di T. bergeri, una tillandsia altrettanto rustica, ma che non fiorisce molto volentieri.
Per la divisione, la tua intuizione è giusta, direi la parte del fusto più disseccata che trovi.
Pietro,
incredibile, ho già visto il tuo albero delle tillandsie, ma non ho mai realizzato che è fatto tutto di aeranthos.
Tomas
Domy,
“Detto questo il punto fondamentale è stabilire il quando, e quindi disporre di un efficace calendario biologico, come diceva orchidea fantasma, che sia perfettamente sincronizzato, in modo da ottimizzare le varie funzioni (fioritura, cadutafoglie, etc.), rischiando il meno possibile (non troppo presto), ma nel contempo ricercando la massima efficienza (non troppo tardi).”
il clima mediterraneo è molto raro in tutto il mondo ed è anche l’esatto contrario di quello di cui le piante avrebbero bisogno, cioè dell’acqua quando fa caldo, loro crescono e l’evaporazione è alta. D’inverno quando le temperature sono basse e le piante rallentano o riposano , da noi l’acqua invece è troppa.
Quindi, ammeno che tu non possegga tre o quattro serre con climi diversi e un sacco di soldi per riscaldarle, non si può offrire alle piante tropicali e subtropicali quello di cui geneticamente avrebbero bisogno.
Tomas
E’ poi sicuro che è una aeranthos? Senza fiori molte tillandsie si confondo facilmente. Io ne ho una che cresce moltissimo, ma niente fiori ugualmente.
Prova ad aggiungere all’acqua con cui spruzzi la tua pianta un po’ (anche meno di quanto raccomandato per orchidee) di concime, qualcosa come 20-20-20, dalla primavera all’autunno.
Tomas
Vorrei solo aggiungere che i “messaggeri” dei geni sono gli ormoni,nelle piante ce ne sono tantissimi e la loro interazione è molto complicata e relativamente poco conosciuta.
Un altro meccanismo che induce la fioritura è lo stress, la pianta “sente” che sta per morire, e si concentra sulla sopravvivenza tramite la discendenza.
Tomas
Ciao Emanuela,
potrebbe benissimo essere la aeranthos, ma alcune tillandsie si assomigliano moltissimo, un’altra simile e comune in Italia è la T. bergeri, ha fiori più chiari, celesti.
Carlo,
permettimi di presentarti Mr Hyde, questa è la a.-c. che ho messo in disparte (in un posto ombroso) nella speranza che i due figli radicassero sulla pianta madre. Il bicchiere è quello comune da 250 ml.
Tomas
Beh, Pietro, non dimenticare che le esperienze sulle piante tropicali arrivano anche dall’Italia, soprattutto dal laureto caldo 😀
Tomas
Forse hanno ragione quegli Inglesi che dicono “considero una pianta rustica fino a quando non l’ho ammazzata personalmente almeno due volte”?
Seriamente, penso che a voler essere troppo universali, si diventa troppo astratti e quindi le informazioni diventano inutilizzabili.
Gli appassionati di piante tropicali che devono fare i conti con il freddo vivono principalmente in Florida, California, Australia meridionale, Sudafrica, Nuova Zelanda, Europa meridionale e Inghilterra. Io ho un po’ imparato a conoscere i loro climi e quindi posso apportare le correzioni alle informazioni che vengono da quelle zone, più di così credo non si possa fare. Tra questi solo la Gran Bretagna e una parte della Nuova Zelanda hanno le temperature medie invernali più basse delle nostre. Anche quando consulto un libro, cerco sempre di tenere presente da dove viene l’autore. Alla fine poi tocca provare noi stessi, e per fortuna ci sono molte piante anche tropicali che reggeranno non solo la temperatura minima assoluta ma anche il freddo prolungato.
Sempre considerando il fatto che una carta delle zone climatiche è solo un punto di partenza (per il fatto di microclimi, lunghezza della stagione fredda, la quantità degli estremi …), trovo abbastanza buona quella basata sulla classificazione del Lauretum freddo-caldo, Castanetum ecc., forse con una piccola correzione per la Liguria.
Tomas
Carlo, hai ragione, si chiama correia-araujoi, anche se dall’articolo di Uncle Derek non ho capito se è la stessa cosa che johannis x marmorata. Se è da considerarsi un ibrido, è un ibrido naturale, il mio amico Danilo l’ha raccolta in natura in Brasile, nello stato di San Paolo, tanti anni fa. La pianta fotografata cresce in pieno sole, all’ombra diventerebbe verde quasi senza le macchie, per me è una pianta facile, ma non ci ho fatto caso se l’estate e l’inverno hanno qualche influenza sulle macchie anche perché se esposta al gelo e al sole contemporaneamente si brucia.
La grandine a Roma è una questione primaverile più che invernale e forse perché le vriesee hanno sempre qualche pianta sopra, per ora non è successo niente. O forse perché una “bella” grandinata non capita da tanto.
Quale è la differenza tra la tua terrazza e la campagna?
Tomas
Ho dimenticato, la Vriesea carinata è riparata da un cornicione, la hieroglyphica no, ma ce l’ho solo da due anni ed è sotto stretta sorveglianza, per il momento non sembra avere problemi, addirittura continua a crescere anche d’inverno ed è molto più veloce della gigantea o fosteriana.
Tomas
Cara Lucia, le tillandsie in vendita sono tutte importate da paesi come Honduras o Costarica a bassissimo prezzo e poi vendute come curiosità (quelle piante che vivono solo d’aria e mangiano fumo!), in casa poi muoiono, ma costando poco … La mia aeranthos avrà forse 15 anni, immagini la cifra a cui dovrebbe esere venduta? Le bromelie spaziano dall’Argentina al sud degli Stati Uniti, ce ne sono delle rustiche e ache molto delicate.
Carlo,
complimenti anche a te per le tue piante, soprattutto la N. Martha McCallister es muy hermosa! Mi fa molto piacere conoscere un’altra persona appassionata delle bromelie. Anche perché essendoci poco interesse in generale, è una fatica trovare piante nuove, lo saprai anche tu.
Delle Aechmea ho due varietà della recurvata, la distichantha, la calyculata, la triangularis e altre. C’è in giro anche la ornata, ma quella per il mio terrazzo è veramente pericolosa. Di Neoregelie ne ho pochissime, l’unica degna di nota è questo ibrido naturale di johannis e marmorata.
Tomas
Comincia una discussione sulle orchidee e avrò da dire qualcosa anche io.
Sono perfettamente d’accordo che la Cyathea cooperi si secca col vento.
Tomas
Buon giorno a tutti
Anche io sono contento che l’argomento sia stato ripreso, ma secondo me è talmente complesso che solo a pensare di scrivere qualche cosa di organizzato, mi viene mal di testa. Butto giù qualche idea così, se c’è interesse, possiamo approfondire.
1.La classificazione delle zone dell’USDA ha molti difetti, è un sistema di riferimento e assolutamente non una garanzia. Un miglioramento è stato tentato con le Sunset zones, basate sul calore medio annuo, ma mi pare che non abbia mai preso piede.
Per le zone USDA, prima di tutto vorrei definire in modo inequivocabile su che cosa si basa la classificazione, perché come ho potuto vedere, gli stessi Americani spesso la fraintendono. Scusate se ripeto quello che è già stato detto. Per ogni anno si prende la temperatura minima ASSOLUTA misurata in quel anno, si mettono insieme queste temperature per più anni e poi se ne fa la media. Secondo il valore di questa temperatura media minima assoluta (!) poi il posto viene classificato nelle zone. Il primo problema è che una gelata eccezionale durante un anno viene “assorbita” dalla media degli altri anni. Per esempio, la mia media può inserirmi nella zona 9b, cioè tra –4°C e –1°C, ma questo non vuol dire che nella mia zona non possono capitare temperature più basse. Questo può andare benissimo per chi coltiva per esempio i gerani, se ogni dieci anni le mie piante vengono distrutte, le ricompro e per 9 anni me le godo di nuovo. Ma se coltivo per esempio palme, è probabile che proprio nel momento quando la mia pianta sta diventando interessante, la gelata me la può uccidere.
2. Il 99% dei giardinieri che usano le zone USDA coltivano piante normali e non cercano di spingersi ai limiti per quanto riguarda le temperature.
3. Gli stessi appassionati negli USA riconoscono che c’è una differenza insanabile tra le stesse zone della Florida, della California, del Texas ecc.
4. All’interno della stessa zona ci sono tante variazioni come già detto, e ogni giardino è un microclima a sé stante e anche all’interno di un giardino ci sono tanti microclimi. Sul mio terrazzo durante una mattinata serena, fredda e senza vento posso misurare al centro 0°C e vicino ai muri sotto il cornicione +4°C. Tutto questo rende l’uso di classificazioni climatiche molto approssimativo. Oooops, vedo che ho scritto esattamente la stessa cosa che ha già ribadito Pietro. Conviene munirsi di un buon termometro e girare un po’ nel posto dove si coltiva. Nelle zone dove gela, si possono mettere dei contenitori con una piccola quantità d’acqua, così si scopre che in qualche angolo l’acqua è gelata, in un altro posto no.
5. Spesso il freddo non è la causa diretta della perdita di una pianta, ma questa trovandosi già in condizioni sfavorevoli, è meno resistente alle malattie, alla siccità, al vento. Anche il sole può causare danni.
Direi che ora basta J
Tomas
Pietro, per me è un compito troppo arduo. La “Fulgo-fasciata” è la più somigliante anche per me. Se ti interessa, posso far vedere le tue foto nel forum delle Bromeliacee.
Sarebbe anche importante sapere da dove viene la tue pianta.
Tomas
Ciao Pietro,
anche l’acqua di Roma è piena di calcare, ma la combinazione torba e solfato di ferro sembra funzionare bene.
Tomas
La località è nel mio profilo, se non l’ho inserita prima di scrivere quel messaggio, ce l’ho messa sicuramente subito dopo.
La temperatura minima in assoluto in tutti questi anni sarà stata -4°C, ma quello che è più dannoso soprattutto per le tillandsie è la pioggia invernale. Le altre bromelie sono più protette, vicino ai muri, sotto i cornicioni.
Per l’acqua, finché si può, raccolgo l’acqua piovana, d’estate uso l’acqua di rubinetto e cerco di togliere il calcare con l’acido ossalico.
Tomas
Pietro,
io peferisco il solfato di ferro, devo dire che ho risultati molto migliori, ma il mio problema, coltivando le gardenie in vaso, è solo l’acqua piena di calcare. Con i sequestrati si fornisce il ferro, ma il pH resta alto, se invece il solfato è abbondante, riesce probabilmente a tamponare il calcare e il ferro avvanza anche per le piante. Hai mai provato ad acidificare il terreno con lo zolfo?
E per le gardenie una bella buca nel terreno piena di torba? Queste piante hanno le radici abbastanza compatte.
Tomas
Grazie. Tutte le bromelie stanno fuori durante tutto l’anno, la aeranthos poi proprio esposta in pieno, la pianta avrà una quindicina d’anni.
Sì, lo sfagno serve un po’ per avvolgere le radici
Tomas
Pietro,
perché la jasminoides si coltiva a Messina e muore a Palermo?
La thunbergia si usa come portainnesto soprattutto in Florida perché è resistente ai nematodi. Però la pianta innestata è molto meno rustica della semplice jasminoides
Tomas