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Per caso era sulla strada Donnalucata-marina di Ragusa? Perché adesso non è più sul ciglio della strada 😀Comunque non è la prima volta che la vedo spontanea, almeno nelle zone di Donnalucata…
Salvatore
Giardino in Ragusa, Playa Grande, Marina di Modica
Qui a Pozzallo, nella zona portuale 🙂
Pozzallo
Non lo ricordo neanch’io, ma tu ci credi che l’ho vista, spontanea, sul ciglio di una strada??
Incredibile.
Pozzallo
Sono contento per te, ma c’era bisogno di aprire un thread apposito? ce ne sono già diversi sulla papaya.
Pozzallo
Mi associo alla domanda di vitovito e aggiungo:
eventualmente com’è possibile “estrarle” dalle piante madri?
Pozzallo
Non è trascorso neanche 1 anno da quando mio zio l’ha acquistata.
Era circa 40 cm, molto esile, invece adesso…
Del resto: esposizione a sud, riparata dai venti, acqua in abbondanza e inverno praticamente inesistente quest’anno, hanno giocato un ruolo chiave.
Pozzallo
Grazie hans, ti farò sapere. Io per ora spero che vada tutto a buon fine.
Pozzallo
^^
Se mi nascono, sarò ben lieto a dartene qualcuna. 😉
Pozzallo
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e’ un post di 5 anni fa ……http://picasaweb.google.it/AANGELO.MILAN
E ciò implica che non ne abbia più?
Pozzallo
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Regalo alcuni semi di quest’albero dalla bellissima fioritura.
Io sono interessato! Ne hai ancora a disposizione?
Pozzallo
Bene, vediamo quando possiamo incontrarci.
Nei prossimi giorni passerò da Donnalucata. Ti farò sapere con esattezza.
Pozzallo
Novità per quanto riguarda semi di Ravanea rivularis?
Pozzallo
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Il terreno necessita delle specifiche qualità in termini di ph? Quali trattamenti eventuali vanno fatti per ottimizzarne la produzione?
Ciao e benvenuto sul forum.
Non sono rispondere alle tue domande, ma se vuoi posso indirizzarti a chi coltiva e commercializza questa pianta a Giarre.
Magari in questo sito trovi risposta alle tue domande. 🙂
http://www.siciliaavocado.it/?p=555
In bocca al lupo!
Pozzallo
Perfetto!
Pozzallo
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C’è una Chorisia dietro Palazzo Mormina a Donnalucata, non ricordo esattamente ma dovrebbe essere a fiori bianchi.
Un’altra molto grande la trovi dopo Playa Grande andando verso Marina di Ragusa sulla sinistra, questa è a fiori rosa; ho visto qualche baccello in entrambe ieri ma col vento di questi giorni non mi stupirei fossero vuoti.
Mi sono ricordato di un’altra stamane a Marina di Modica, la strada sotto il primo ingresso, è impossibile non notarla perché il passaggio è obbligato per uscire; forse è a fiori rossi ma non ci giurerei così come, essendo molto sbattuta dal vento, non giurerei sui baccelli.
Altrimenti c’è una grande Chorisia a fiori rossi sulla litoranea, altezza Villaggio Trippatore, proprio dietro la statua della Madonna presso un incrocio, ma l’anno scorso è stata tutta bruciata dal vento non saprei esattamente se ha persino rigettato, figurati fiorito.
Lì vicino qualche anno fa mi sono rubato una Pitaya da accoppiare alla mia per avere i frutti 😎Salvatore
Giardino in Ragusa, Playa Grande, Marina di Modica
Sono passato da Donnalucata prima e da Marina di Modica dopo ma non sono riuscito a trovarle. Assurdo!
Pozzallo
Grazie ancora.
Vedo cosa posso fare.
Pozzallo
Grazie hans.
Quelle di Modica di fronte Idea Moda li conoscevo, però onestamente, a partire venirmi fuori mano, mi imbarazza un po’ raccoglierle dinanzi a tutti.
A Donnalucata, invece, c’è più discrezione e ci passo periodicamente. Dove si trovano di preciso?
Pozzallo
Vorrei anch’io a riprodurre questa bellissima pianta.
Qualcuno dispone di semi da darmi?
Pozzallo
E’ con gioia che vi comunico che, dopo esattamente 3 mesi, sono spuntate le prime piantine.
Pozzallo
Ad occhio anch’io direi Chambeyronia.
Pozzallo
A proposito di “banane” e “Sicilia” ( 😀 ), vi riporto questa notizia di cui hanno anche ampiamente parlato i telegiornali.
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Sicilia, luogo perfetto per la coltivazione delle banane: più piccole e più dolci di quelle classiche
12 NOV 2014
Nella zona tra Catania e Messina ci sono le banane. Il gustoso e nutriente frutto, fa spesso capolino in orti a conduzione famigliare; ma c’è una donna che a Palermo ne ha fatto un business.
Si chiama Letizia Marcenò e a soli 23 anni ha avviato una sua coltivazione di banane su scala aziendale. Era il 2012 quando la tutor di Coldiretti Giovani Impresa, decise di aggiungere al podere famigliare nella Valle del Loreto, una coltivazione di banane per battere la concorrenza straniera. Accanto alle nespole e ai ben più conosciuti agrumi di Sicilia, la giovane imprenditrice ha dunque deciso di avviare una produzione industriale del tutto particolare.
Il clima secco, ventilato e un terreno fertile, ricco di minerali, ha infatti favorito l’innesto di diversi alberi della specie Musa x paradisiaca subspecie sapientum, in grado di dare appunto vita al frutto della banana; 6 ettari per una 40ina di caschi l’anno, una produzione ancora limitata ovviamente, ma che si spera nei prossimi anni possa superare e surclassare, almeno la vendita locale del prezioso frutto ricco di potassio, proveniente dalle Americhe.
Un prodotto italiano totalmente a chilometro zero, che la famiglia di Letizia ha iniziato a immettere sul mercato già 10 anni fa per combattere la crisi. E a coloro che le contestano se proprio un prodotto come la banana possa diventare tipico, la giovane agricoltrice risponde: «Io credo che occorra anche un discorso di educazione alimentare, perché spesso il consumatore non sa quello che c’è dietro un prodotto, e allora acquista basandosi solo su questioni di convenienza economica.»
La banana è arrivata in Occidente tramite gli Arabi, che la portarono in Africa dall’Asia. Ed è in realtà l’India il più importante produttore di banane dolci al mondo, con 21,7 milioni di tonnellate; a seguire altre nazioni del mondo Occidentale come Ecuador e Brasile, da cui arriva la maggior parte delle banane che si trovano sui nostri mercati.
Polpa gialla e profumata, sapore zuccherino e una cartella nutrizionale tra le più complete, questo frutto tropicale viene indicato sia per combattere la fame che per contrastare i problemi cardiocircolatori; ed è anche molto conosciuta per il suo effetto calmante. Insomma un vero toccasana, che se abbinato ad altri alimenti come latte, yogurt e cereali, sia in forma fresca che disidratata, può costituire un pasto completo, e sano.
Molti pregiudizi seguono ancora il frutto giallo di forma ricurva della famiglia delle Musacee, che ormai anche i dietologi più affermati non consigliano di eliminare dalla dieta, anzi. La banana è sì un frutto dolce ma ha un basso indice glicemico, il che significa che è una manna per il cuore, perché contiene un nugolo di sostanze anticolesterolo, le pectine, ovvero zuccheri complessi che si comportano come le fibre.
La banana dunque non solo contribuisce a farci sentire più sazi più a lungo, ma ci aiuta anche a digerire risparmiandoci dalla costipazione, ed è anche in grado di abbassare, di fatto, i livelli di colesterolo cosiddetto ‘cattivo’ e di glucosio nel sangue.
È inoltre un’ottima risorsa di vitamine, dalla A alla PP, passando per alcune vitamine del gruppo B e dall’acido ascorbico (vitamina C), il nostro alleato contro malanni di stagione e dimagrimento; contiene inoltre ferro, potassio, e fosforo, ed è anche in grado di stimolare la produzione di serotonina, l’ormone del buonumore, nello stesso quantitativo calorico di una bella mela o di una grossa fetta di cocomero.E speriamo che questa recente scoperta non subisca, proprio ora, lo stesso addio alle banane annunciato diversi mesi fa sui mercati internazionali. È infatti dell’aprile scorso la notizia di un malattia mortale che affligge i banani; l’allarme è stato messo in circolazione dalla FAO, l’organo mondiale per la lotta alla fame.
Il noto frutto dolce che fino ad ora si era rivelato resistente ai parassiti, è stato infatti colpito da un fungo, così come accadde già tra gli anni Cinquanta e Sessanta, e anche allora non ci fu nulla da fare.La malattia, denominata “Tropical Race 4” non prevede infatti una cura; e dopo aver devastato le piantagioni di Australia e Asia, si pensa sia già passata in America Latina e Africa, dove potrebbe provocare un drastico calo nella produzione, con grosse conseguenze economiche per i Paesi che ne ricavano il sostentamento, proprio dalla sua coltivazione.
Autore | Enrica Bartalotta
Pozzallo
quote:
non ho capito bene l’acqua nel bicchiere deve essere a contatto con la base del ciuffo da dove usciranno le radici, o serve solo per reare umidita?
Si, con la base del ciuffo.
Una mia zia anni mise il ciuffo a mollo per scherzo – come se fosse una talea qualsiasi – e dopo un po’ di tempo apparvero le prime radici.
Pozzallo
Quoto hans e aggiungo: meglio se, quando sono giovani, le tieni al riparo dal forte vento – caldo o freddo che sia – perchè potrebbe essere fatale per loro.
Pozzallo
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Ciao,se usi un altro sito come postimage.org così possiamo vedere. Strelitzia si cresce dal semi.
..ed anche per divisione dei polloni 😉
Pozzallo
Oggi ho strappato un pezzo di ramo semi-legnoso da un vecchio esemplare qui nella mia città. Voglio provare a riprodurre questo affascinante Ficus.
Dopo aver fatto ‘essiccare’ la talea dalla resinosa linfa bianca tipica dei ficus, l’ho lasciato per qualche ora sul ciglio della finestra della mia veranda (molto luminosa e calda).
Stasera penso di metterlo a mollo.
Pozzallo
A quanto ne so io, le Archontophoenix sviluppano un apparato radicale molto fitto, per cui tienine sempre conto.
Io la mia ho intenzione di travasarla quest’estate (dopo 1 anno e mezzo all’interno dello stesso vaso dell’acquisto).
Pozzallo
Grazie per la risposta hans, grazie per il reportage.
Pozzallo
Giusto per la cronaca, la roystonea in alcune zone della Sicilia ha già un discreto successo.
(lo stesso pietropuccio ne ha un bell’esemplare nel proprio giardino).
Pozzallo