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Un’altra infiorescenza della stessa pianta. Anch’essa mostra, a sinistra,un solo frutto vero e molti falsi frutti.
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Ciao Caio, i semi sono reniformi o diritti come un chicco di caffè con una scanalatura centrale?
Grazie e saluti,Sergio.
Moris, oltre alle palme freddo-resistenti dei generi Trachycarpus,Chamaerops,Butia,Brahea, Trithrinax,Jubaea,che coltivo in Sabina,vorrei segnalare la Livistona australis.L’ho piantata circa 10 anni fa quando stava appena caratterizzando le prime foglie, più che altro per vedere se poteva resistere almeno metà inverno.Inaspettatamente non solo ha resistito tutto l’inverno ma da allora ne sono passati ben 10 di inverni e la Livistona è cresciuta molto. I primi due o tre anni a primavera presentava qualche bruciatura sulle foglie ma poi più nulla, sembra si sia abituata. Teniamo presente che a Montopoli Sabina la temperatura minima notturna in inverno è -6°C con punte di -10°C.
Saluti, Sergio.
Ciao Roberto,la Butia capitata ama molto il clima secco, anche freddo e ventoso ma secco.A Sabaudia che, come sai sorge sulla riva di un lago ed in quelle che una volta erano chiamate “paludi pontine”, il clima è umido e non riesco a coltivarne una, si ammalano di fungosi.A Montopoli Sabina invece,dove il clima è asciutto e ventoso e d’inverno la temperatura scende anche a -10°C,le Butia capitata crescono rigogliose.Questa palma non è particolarmente esigente in fatto di terreno,tanto più se, come dici,hai anche concimato regolarmente.
Posso sbagliare,ma è mia personale opinione che il tuo problema non dipenda dal particolare tipo di terreno ma dall’umidità che incombe sulle tue Butia.Se dipende da un eccessivo innaffiamento puoi certamente fare qualcosa per correggere la situazione, ma se il problema è causato da una forte umidità presente naturalmente nell’aria come nel caso mio a Sabaudia,temo che tu debba rinunciare a coltivare questa specie.
Federico, al momento ci sono solo due spate fiorifere che stanno uscendo e che sicuramente si fermeranno per tutto l’inverno. Direi che pertanto ci aggiorniamo alla primavera del prossimo anno.
Saluti, Sergio.
Bellissima la B. clara nella foto inviata da Federico. Il colore, nella B. armata varia generalmente dal glauco verde al glauco argento con prevalenza di quest’ultimo. Nella Brahea clara a mio avviso può accadere la stessa cosa. La B. clara si distingue dalla armata soprattutto per i segmenti fogliari penduli e non rigidi.Altre caratteristiche, sempre rispetto all’armata, sono:tronco e frutti un pò più grossi, crescita più rapida.
Per ciò che riguarda la B.super silver recentemente scoperta,come M@x ha già fatto notare, si distingue per il colore glauco argento ma soprattutto per la mancanza di spine sui piccioli fogliari. Quest’ultima specie tuttavia sembra avere un comportamento un pò strano e molto simile a quello della B. decumbens. Le piantine alla nascita evidenziano un colore verde puro che dovrebbe permanere per 5 o 6 anni fino a quando la pianta inizia a produrre le prime foglie caratterizzate. A questo punto il colore dovrebbe virare al glauco argento.
Ho usato il condizionale perchè questa è solo una mia ipotesi personale suggerita dal fatto che le mie piantine di tre anni di B. super silver sono ancora verdi.D’altra parte questo è il comportamento della B. decumbens per cui non ci sarebbe nulla di particolarmente strano. A meno che i semi che mi hanno inviato con etichetta B. super silver non appartengano invece ad altra specie. Ma non credo perchè ritengo RPS piuttosto affidabile.
Saluti, Sergio.
Grazie Pietro e Salvo.
Salvo non immaginavo assolutamente che fosse un ibrido, al contrario non avevo dubbi che le due palme fossero entrambe capitata per cui la piantumazione è stata fatta a caso nei due punti che mi sembravano meglio utilizzabili.Le due palme sorelle sono per altro molto simili sia nelle dimensioni che nel colore delle foglie.L’unica cosa che non mi spiegavo era perchè la prima avesse già fiorito tre volte e la seconda ancora no, avendo entrambe la stessa età.Evidentemente la B. eriospatha inizia a fiorire più tardi rispetto alla capitata e l’ibrido potrebbe aver ereditato questa caratteristica dalla palma “padre”. Nella foto seguente puoi vedere le due palme “sorelle”, la capitata a sinistra nell’aiuola,l’ibrido a destra un pò più lontano.
Saluti, Sergio.
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B.capitata a sinistra, ibrido a destra.
Giuseppe,penso che i semi saranno sicuramente fertili e produrranno ibridi di seconda generazione.
Saluti, Sergio.
Tanto per avere un termine di confronto, questa è la guaina dell’infiorescenza della B. capitata “sorella”.
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B. capitata
Particolare della guaina dell’infiorescenza che evidenzia un corto strato di velluto brunastro. Nel casi di una eriospatha pura il velluto sarebbe più lungo e più scuro.
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B.capitata x B.eriospatha
Ciao Raf, veramente belle le tue yatay, complimenti.Mi colpisce soprattutto la seconda, con il tronco parzialmente nudo senza piccioli fogliari:non è che abbia potuto osservare molte yatay ma non ricordo di averne osservato una con un tronco siffatto. In genere, in yatay di questa grandezza,il tronco appare quasi completamente coperto dai piccioli come accade nell’altra tua palma .Hai già potuto controllare la forma dei frutti?Sarebbe interessante vederne una foto.
Saluti, Sergio.
Ciao Raf,interessante la tua yatay, da quello che si vede del tronco è un bell’esemplare.E’ interessante anche per la forma dei semi che sono allungati ma piuttosto corti.Di seguito riporto la foto di due semi di Yatay, scattata lo scorso anno, che evidenziano una forma più comunemente allungata .
Saluti,Sergio.
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Semi di Butia yatay
Tauitko,la palma nella foto è un bellissimo esemplare di strictior.Il fatto che alcune piantine siano più piccole di altre non è detto che siano eriospatha.Quest’ultima, a livello di piantina, evidenzia un colore generalmente più verde rispetto alla capitata,ma, ripeto, in questo caso anche un occhio esperto può sbagliare facilmente.
Molto contenuta nelle dimensioni della chioma e nel diametro del tronco è la var. odorata distribuita nel sud del Brasile.
Saluti, Sergio.
Frenk, mi dispiace deluderti ma sarà molto difficile che la tua Roystonea regia arrivi viva a fine inverno. Comunque prova a coprirla ed a proteggerla al massimo.
Saluti, Sergio.
Ciao Roberto, penso che Sabal minor,Sabal etonia,Phoenix acaulis sono quelle,nell’ordine, di più facile reperimento e che meglio si adattano all’inverno pugliese.
Saluti,Sergio.
La B. capitata mostra una grande variabilità all’interno della specie stessa, forse è seconda in questo solo alla Chamaerops humilis.Ci sono capitata glauche e verdi,con tronco massiccio o più sottile, con frutti grandi o piccoli, gialli o rossicci,con foglie variamente arcuate o piuttosto diritte(strictior).Perciò non dobbiamo meravigliarci se vediamo esemplari di capitata diversi.
Aggiungo solo che per distinguere la capitata dall’eriospatha, a meno di non avere un occhio veramente molto esperto,bisogna osservare la guaina di copertura dell’infiorescenza che, nel caso dell’eriospatha, è vellutata e di colore bruno mentre nella capitata è del tutto liscia.
Anche per distinguere la yatay è necessario avere un occhio molto esperto(si sbaglia molto facilmente)altrimenti bisogna osservare la forma allungata
dei frutti.
Saluti,Sergio
Se posso, vorrei unirmi al coro di coloro che propendono per il S. minor.A mio parere è un bel S.minor, decisamente vecchio per la parte del tronco, già significativa , che fuoriesce dal terreno.Caratteristiche sono sia l’infiorescenza che si proietta verticalmente al di la delle foglie sia le ramificazioni corte della stessa che fanno sì che i frutti siano ammassati vicino allo spadice.
Saluti,Sergio.
Perchè a -2°C/-3°C, all’aperto senza nessuna protezione o copertura si brucia quasi completamente. Questo è successo ad un giovane esemplare di thouarsi a Sabaudia.Questa estate ha recuperato un poco emettendo però solo quattro foglie nuove che si bruceranno di nuovo nel prossimo inverno ed in definitiva la pianta piano piano morirà.
Saluti, Sergio
Alberto,il S. microphylla appartiene al gruppo dei Syagrus con tronco sotterraneo e sembra sconosciuto in coltivazione se escludiamo forse qualche raro giardino botanico brasiliano, quindi si sa ben poco. Perchè ti intriga questo mini-Syagrus, forse per la tonalità glauca? Se è solo per questo i semi del S. glaucescens ed anche eventuali piantine si trovano più facilmente su internet.
Saluti, Sergio.
Molti Moris,se la fai da seme secondo me una quarantina.
Ciao Pietro,come si sa e quindi certamente sai anche tu, il genere ha fiori ermafroditi il che non spiega il comportamento della tua palma.D’altra parte è certamente l’unica C. crinita che fiorisce in Italia per cui forse è difficile trovare qualche altro coccothrinologo che abbia fatto esperienza sulle infiorescenze di questa specie.Possiamo solo speculare e ipotizzare nonchè, avendo un microscopio, esaminare in dettaglio i fiori.
Ciao, Sergio.
Ciao Daniele,per le palme in terra spargo, solo nei mesi estivi e circa una volta al mese, un pò di concime “Oliveto” che oltre ai tre elementi di base contiene alcuni microelementi molto utili alle palme.Come dice il nome,viene usato normalmente per concimare gli olivi. Aggiungo la foto che ho preso più da lontano che purtroppo però non mostra il bulbo di base.
Saluti, Sergio.
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Sabal bermudana.
Complimenti ad Orazio per la stupenda pianta adulta e complimenti anche a Giuseppe per la pianta ottenuta da seme che appare promettente e ben in salute.
Saluti, Sergio.
Grazie a tutti per le gentili parole.
Moris,i semi offerti su internet sono certamente di bermudana.Sono semi piuttosto comuni e gli approvvigionamente abbondanti.Non c’è pertanto motivo di sostituirli. Princeps è sinonimo di bermudana. Blackburniana è un termine introdotto da Glazebrook nel 1829 e non è mai stato chiaro se intendesse riferirsi al bermudana od al palmetto.Scott Zona comunque riferisce che la quasi totalità dei Sabal etichettati blackburniana nei giardini europei è risultata bermudana.
Squalomediterraneo1, purtroppo talvolta capita che dopo qualche anno dalla semina ci accorgiamo che la specie non è quella ordinata.Questo dipende molto dalla serietà del rivenditore. Tuttavia in qualche caso può anche sbagliare in buona fede.
Federico, cresce a mezza ombra.
Caio, quest’anno la pianta si è riposata dopo avere fruttificato due anni. L’altra bermudana che coltivo invece, come la tua, ha prodotto tre spadici ed ha i frutti già molto sviluppati.
Saluti a tutti, Sergio.
Andrea,la palma,ovviamente,circa 14.
Costiero, non mi sembra che sia lentissima e poi fiorisce molto presto.Con queste foglie enormi ha bisogno di molto spazio purtroppo e dovrebbe essere piantata da sola.
Saluti a tutti, Sergio.
Ciao Giuseppe, belle palmette ed anche in salute!La caratteristica di questa specie consiste nel fatto che, nella foglia caratterizzata,alcuni segmenti rimangono uniti (latisectus)due a due.
Saluti, Sergio
Giuseppe,è ancora troppo presto, da due foglioline non si può dedurre nulla.Posso solo dire per ora che noto un vigore indubbiamente superiore a quello della vera paludosa.Ciao,
Sergio
Ciao Giuseppe,spero che tu non abbia acquistato i semi da un rivenditore belga perchè, in tal caso come ho già sperimentato io stesso, tutto possono essere meno che semi di P. paludosa. Ho alcune piantine grandi come le tue. Probabilmene sono ibridi, ma non credo nemmeno di P. paludosa.Tra l’altro i veri semi di P. paludosa sono più piccoli di quelli di cui sto parlando.Li ho già acquistati da altro fornitore in passato ma le piantine dopo poco più di un anno sono sempre morte.
Saluti, Sergio.
Andrea,mi sentirei di sconsigliarti di avvolgere una giovane palma con fogli protettivi di qualsiasi natura durante l’inverno.All’interno di questo tipo di protezione si forma molta umidità che provoca marciume. Si rischia di perdere la pianta. Sono d’accordo quindi con Ice.
Se devi assolutamente proteggere una giovane palma, è meglio allora costruire sopra di questa un tettino o qualcosa di simile in modo però che i lati rimangano aperti.Ciao,
Sergio.
Questa è invece una giovane figlia di 15 anni.
Saluti, Sergio.
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Giovane Nannorrhops ritchiana.
Ciao Andrea, il tuo user-name mi ricorda la tua ricerca dei semi della W. filifera.
Nannorrhops ritchiana è una specie molto resistente al freddo(come vedi ha resistito a -22°C) ma è piuttosto strana. Come specie desertica gradisce caldo di giorno e freddo di notte, quindi notevoli escursioni termiche giorno/notte ed anche estate/inverno. La crescita è molto lenta, forse perchè qui non trova le condizioni desertiche. Se hai un pò di pazienza puoi sperare di ottenere un esemplare simile al seguente:
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Esemplare ultracentenario dell’Orto botanico di Roma.