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Mi ha sorpreso la resistenza della Livinstona muelleri,del Syagrus xcostae e del Syagrus xmatafome(la possibile maggiore rusticità degli ibridi forse ha un qualche fondamento),dell’Acrocomia aculeata,della Caryota ochlandra,della Ravenea xerophila,dell’Attalea dubia per citare i più interessanti.Saluti,
Sergio.
E’ presto detto.La temperatura di -7°C di dicembre è stata fatale per:
– Rhopalostylis baueri(già alta più di 2,5 m.)
– Kentiopsis oliviformis
– Archontophoenix alexandrae
– ” ” maxima
– ” ” tuckeri
– ” ” myolensis
– ” ” purpurea
– ” ” cunninghamiana(3 esemplari ad alto fusto su 9).
– Syagrus coronata
– ” ” oleracea
– ” ” cearensis
– ” ” glaucescens
– ” ” macrocarpa
– ” ” pseudococos
– ” ” yungasensis
– Caryota maxima Hymalaya
Saluti,
Sergio
E’ piuttosto ristretta perchè si tratta dell’isola di Juan Fernandez o,per dirla in inglese,l’isola di Robinson Crusoe,nell’Oceano Pacifico molto al largo del Cile,dove la specie è quasi estinta per la presenza delle capre ivi introdotte.Queste ultime mangiano le giovani piantine impedendo la regolare riproduzione di questa specie.Circa 30 anni fa erono rimasti solo pochissimi esemplari adulti che oggi potrebbero anche essere scomparsi. Saluti,
Sergio.
Si,è ancora viva.Come ho già detto,è completamente coperta da un albero di mandarino.Nonostante ciò si è bruciata tutta e soltanto ad agosto ha cominciato a produrre una foglia nuova con mia sincera sorpresa perchè pensavo che fosse ormai morta.La palma avrà approssimativamente una ventina d’anni ed ha formato un tronco,ovviamente schiacciato,alto 20/30 cm.
Saluti,
Sergio
Sembra che il clima irlandese vada bene per questa specie.Gli unici esemplari che,per quanto mi risulta,crescono in Europa,sono coltivati in Irlanda.
I semi sono molto ricercati ed assai raramente disponibili su internet.Tra l’altro la specie è dioica per cui serve un esemplare maschile ed uno femminile per produrre semi validi.
Con Pietro tentammo in passato di far germinare pochissimi semi portati dal Cile da una comune amica.Le piantine morirono purtroppo molto presto. Saluti,
Sergio
Sulla base della mia personale esperienza con entrambe le specie,direi che la resistenza al freddo è molto simile per entrambe.Se,come si dice, vogliamo proprio considerare il capello,forse la disticha è appena più resistente dell’altra.Saluti,
Sergio
A Palermo la Wallichia d. non avrebbe certamente nessun problema.Più in generale direi che può essere coltivata laddove la temperatura invernale non scenda sotto -1/-2°C.
L’esemplare che coltivo a Sabaudia sopravvive ancora solo perchè è completamente coperto da un albero di mandarino ma è regolarmente bruciato ogni inverno.Saluti,
Sergio.
Il colore della Brahea armata varia dall’argento al glauco-verde ma gli esemplari di quest’ultimo colore sono pochi in confronto a quelli argento.Direi che in genere la B. armata è color argento con poche eccezioni di glauco-verde.Non ho mai visto comunque una B. armata totalmente verde.A Roma esiste solo un esemplare adulto glauco-verde molto simile in altezza e colore a quello della foto.Aggiungo infine che i semi dell’armata glauco-verde sono molto ricercati dai collezionisti proprio perchè questo colore
è più raro.
Una ipotesi è che il colore verdastro derivi da un incrocio con l’edulis avvenuto in qualche parco od orto botanico perchè,come sappiamo, le due zone di distribuzione non hanno nulla a che vedere l’una con l’altra.Se pensiamo ad un ibrido naturale forse è più probabile che l’ibridazione sia avvenuta con la brandegeei con cui l’armata condivide una parte della zona di distribuzione.
Comunque è il caso di tenere presente che è praticamente impossibile affermare con sicurezza che si è verificata l’ibridazione tra due specie se queste hanno fiori ermafroditi, come accade per le specie del genere Brahea.Saluti,
Sergio
Juglans,belle e interessanti foto,complimenti!I frutti in crescita sembrano regolari per cui avrai molti semi ibridi a disposizione.Saluti,
Sergio.
Juglans,mi sembra che il tuo Riverside stia crescendo molto bene.Hai anche Birmingham e Brazoria?Mi interesserebbero soprattutto le tue eventuali esperienze con il Birmingham.
Saluti,
Sergio.
Moris,non avendo più spazio per piantare palme,ho dato la mia loureiroi ad un amico palmofilo di Nettuno il quale l’ha messa subito in terra.Mi ha detto recentemente che ha superato l’inverno senza danni sensibili.Ciao,
Sergio.
Alberto,penso che non siano vuoti,molto probabilmente sono validi.Il Rhapidophyllum h.si comporta come le palme del genere Chamaerops e Trachycarpus,è cioè poligamo-dioico.Questo significa che normalmente è dioico ma ogni tanto può capitare che sia esemplari maschi che femmine producano nell’infiorescenza dei fiori ermafroditi.Questi fiori come tali sono autopollinanti e producono quindi frutti veri e semi validi.Saluti,
Sergio.
Sta ancora allargando il bulbo di base e non ha mai fiorito.Ciao,
Sergio.
Ne coltivo uno che ha 6/7 anni ancora in vaso.Ha passato gli inverni in serra fredda dove,nel dicembre scorso, ha sopportato -2°C senza danni.Purtroppo non ho ancora sperimentato la sua resistenza al freddo all’esterno.Saluti,
Sergio.
Ciao Alberto,
ho provato a coltivare questo Syagrus due volte a Sabaudia ma,come ha già osservato Pietro,a -2°/-3°C muore.E’ uno dei Syagrus meno resistenti al freddo.Saluti,
Sergio.
Giovanni,purtroppo non so dirti quanto è durata la temperature di -7°C.Posso dire che per quasi un giorno intero la pianta ha sopportato un pò di neve pertanto è probable che sia stata sotto zero la notte e buona parte del giorno successivo.La palma è stata fuori,completamente allo scoperto,in un vaso di plastica,pertanto le radici erano meno protette di quanto avrebbero potuto esserlo con la palma in terra.La resistenza al freddo di questa specie è stata sorprendente così come lo è stata anche quella della Ravenea glauca,anch’essa minimamente danneggiata..Saluti,
Sergio.
La xerophila che coltivo ha sopportato con pochi danni -7°C (anche con un pò di neve) del 17 dicembre 2010.Saluti,
Sergio.
Stefano,come ha notato Federico,è pittosto problematico identificare un Sabal giovane.Nel tuo caso specifico noto alcuni filamenti anche molto lunghi tra i segmenti fogliari il che mi porta ad escludere il minor.Inoltre mi sembra che i segmenti stessi siano divisi per oltre la metà (circa 2/3) della loro lunghezza e questo mi porta a ritenere,insieme ad Alberto,che si tratti di un palmetto.Saluti,
Sergio.
Sulla base della mia personale esperienza,direi che il flexuosa ha mostrato la stessa resistenza al freddo del romanzoffiana.L’ibrido xmatafome si avvicina molto a questo livello in quanto a -7°C non ha mostrato alcuna bruciatura. Il xcostae è invece un pò più delicato perchè ha subito alcune bruciature che non gli impediscono però di riprendersi molto bene.
A -7°C definitivamente andati nel paradiso delle palme:oleracea,pseudococos,cearensis,yungasensis,vermicularis,coronata,glaucescens.
Saluti,
Sergio.
Faccio riferimento alla foto della piccola Butia inviata da Augusto.Per ciò che riguarda le specie del genere Butia a tronco sotterraneo,non c’è purtroppo molta esperienza di coltivazione in Europa e probabilmente neanche in Brasile.Con l’eccezione della paraguayensis,si tratta di specie di difficile coltivazione,quasi introvabili.In tempi recenti sono state offerte su internet piantine di archeri,ma non lo erano affatto.Ho in coltivazione una piccola archeri vera ancora con foglie non caratterizzate.La sto coltivando da ben sei anni e sebbene cerchi di mettere in atto tutti gli accorgimenti possibili per farla prosperare, ha una crescita lentissima,meno di una foglia l’anno e non prospera affatto.L’inglese che a suo tempo me l’ha venduta mi ha detto recentemente che sono fortunato ad averla ancora viva.
Ciò premesso,vorrei dire sinceramente che la palma nella foto di Augusto non mi sembra una archeri.A parte la sembianza generale,la archeri ha il picciolo fogliare generalmente corto con presenza di fibre,le spine fibrose sono appena accennate ed il colore delle foglie è verde,non glauco.Spero comunque di sbagliarmi ed in tal caso dovrei fare le mie personali congratulazioni ad Augusto per essere probabilmente uno dei pochissimi in Europa ad avere una archeri così grande.
Saluti,Sergio.
Alberto,non è impossibile incrociare bermudana con uresana.Se hai le due specie in fiore puoi passare manualmente l’infiorescenza di una palma su quella dell’altra.Ma poichè i fiori di queste specie sono ermafroditi,non puoi distinguere,quando i frutti sono maturi,quelli che contengono semi ibridi da quelli che contengono semi puri.Devi quindi seminarli tutti ed aspettare che le piante diventino adulte per stabilire se qualcuna di esse può essere un ibrido.Mi risulta che nessuno ha avuto mai tanta pazienza da mettere in pratica un tale tentativo.I tre casi di Sabal ibridi(Birmingham,Brazoria,Riverside),almeno così ritenuti,sono tutti possibili ibridi naturali.Ho detto possibili perchè teoricamente potrebbe anche trattarsi di mutazioni genetiche di singole specie.Nessuno lo sa con certezza.Recenti tentativi tramite analisi del DNA di questi esemplari supposti ibridi non hanno purtroppo portato a conclusioni certe ed univoche.
Lilio,può darsi che si tratti proprio di quell’ibrido,entrambe le specie sono di buona “stazza”.
Saluti,Sergio.
Alberto,il Riverside, così come il Birmingham ed il Brazoria(xtexensis),è avvolto in un alone di mistero.Tutte le piante di Riverside che esistono in coltivazione derivano da un unico esemplare coltivato nella località di Riverside,California.Le caratteristiche di questo esemplare non corrispondono a quelle di nessuna delle specie di Sabal ufficialmente descritte.Si ritiene pertanto che si tratti di uno dei rarissimi casi di ibridazione tra specie appartenenti al genere Sabal.Come sappiamo tutte queste specie hanno fiori ermafroditi e l’ibridazione tra specie con fiori siffatti è sempre alquanto problematica ed improbabile,anche se teoricamente possibile.
Può darsi che il Riverside rappresenti uno di questi casi.Personalmente in questa palma vedo alcune caratteristiche del bermudana.Ma anche se fosse così non avrei proprio idea di quale possa essere l’altro genitore.
Saluti,Sergio.
Aggiornamento del dopo inverno: le due A.wrighti che coltivo hanno sopportato il 17 dicembre la minima di -7°C senza alcuna bruciatura.Saluti,
Sergio.
Alberto,grazie per le informazioni.Penso che in definitiva si tratti di una aculeata anche perchè i segmenti fogliari sono mediamente divisi per 2/3 della lunghezza della lamina e non per 1/2 come di solito accade nella edulis.La strana forma della foglia potrebbe essere causata da una mutazione genetica.Concordo sulla notevole resistenza al freddo.Grazie ancora e saluti,
Sergio.
Alberto,sarei interessato a vedere una foto della tua Brahea aculeata.Coltivo una Brahea che ritenevo aculeata fino a qualche tempo fa ma una discussione su un Forum inglese mi ha fatto venire dei dubbi.Anche un tentativo di esatta identificazione su un Forum americano sta dando scarsi risultati.Riporto di seguito la foto di una foglia la cui forma è piuttosto insolita.
Saluti,Sergio.
Brahea aculeata?
Belle e spontanee,grazie Giuliana.
Scommetto che saresti pronta a ripartire per i Fairchild Tropical Gardens anche subito.
Saluti,Sergio.
Giuseppe,concordo con Augusto per la temperatura minima del 17 dicembre e ti confermo la minima di -7°C a Sabaudia in quella notte.Questa minima ha portato nel cosiddetto paradiso delle palme alcune specie che coltivavo:Syagrus pseudococos,Archontophoenix tuckeri,maxima e purpurea,Cryosophila warscewiczii,Syagrus coronata,Kentiopsis oliviformis,Thrinax morrisi.Bruciati all’80% Phoenix pusilla,Syagrus xcostae ed una Rhopalostylis baueri di circa 3 m.,per non parlare poi delle bruciature di alcune specie di Caryota.Non male come botta di freddo.
Saluti,Sergio.
Stefano,coltivo a Sabaudia un esemplare verde da alcuni anni,ormai è fornito di parecchi polloni.Sono d’accordo con Alberto Feruglio,la resistenza al freddo è stata una sorpresa positiva.Tra l’altro lo scorso dicembre ha sopportato -7°C ed un pò di neve senza il minimo danno per cui possiamo ipotizzare che il limite di sopravvivenza è decisamente più basso.Ritengo che valga la pena provare questa palma nel nord Italia,utilizzando magari una semplice copertura invernale.Probabilmente Federico è stato sfortunato ed è incappato in un esemplare tenuto in precedenza in serra calda durante ogni inverno.Può capitare.
Saluti,Sergio.
Mammolino,per ciò che riguarda la resistenza al freddo dell’alfredi,direi che fino a a -2°C la pianta non subusce danni o comunque questi sono molto lievi. A -3°C evidenzia notevoli bruciature.Ho coltivato all’aperto per tre anni un giovane esemplare di alfredi a Sabaudia dove la minima invernale di solito non scende sotto i -2°C/-3°C. Lo scorso 17 dicembre la minima è stata eccezionalmente -7°C ed ovviamente la palma è defunta.
Saluti,Sergio.
Sono d’accordo con Lilio,si tratta di fortunei “ben alimentati”.Nel nord Italia oltre al comune wagnerianus ed al takil,purtroppo di difficile rinvenimento,si potrebbe coltivare il princeps.Giovani piante hanno dato prova di una eccezionale resistenza al freddo,non inferiore a quella del fortunei.
Saluti,Sergio.