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Riprovo
Peccato!
Comunque penso che da noi l’impollinazione non avviene facilmente mancando quelle specie di insetti che entrano di solito nella “pipa” e vanno a toccare antere e pistillo.
Auguri per il prossimo anno!
Un’altra immagine dell’A. gigantea che ha colonizzato quest’estate una vecchia bicicletta.
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Una caratteristica di questa specie, oltre alle foglie molto coriacee, è data dalla presenza di piccolissime spine sulla prima metà del picciolo, quella vicina al bulbo di base.
Essendo una specie a tronco sotterraneo,cresce piegata un pò su un lato, sembra quasi che si sposti sul terreno.
Ciao Caio,
in merito alla Brahea decumbens posso dirti che, sulla base della mia esperienza, è una specie rustica e resistente al freddo. A -3°C non ha mai evidenziato alcuna bruciatura sulle foglie.
Di seguito due foto della decumbens che coltivo in giardino.
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Il colore glauco viene assunto dopo un certo numero di anni, quando la pianta produce le foglie caratterizzate, prima è verde.
Secondo me i semi di Butia non dovrebbero essere messi su un bancone riscaldato. Per germinare hanno anche bisogno di una certa quantità di freddo oltre che di caldo.
Quando mi capita di seminarli, lascio il vaso sempre fuori al caldo, al freddo ed alla pioggia. Dopo almeno otto mesi una certa percentuale germina.
Quando ho cercato di ripararli in serra e di fornire maggior calore, forse è un caso, non è mai nato nulla.
Ciao Pietro,
il tuo xcostae viene sicuramente da un seme raccolto nella seconda visita.Sembra comunque che stia crescendo molto bene.
Syagrus xcostae – Segmenti fogliari
Syagrus xcostae – Bulbo
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Grazie di avere risposto ed essere stati al gioco!
Devo fare i complimenti a M@x ed Emanuela perchè hanno fatto Bingo!
Sono infatti semi della Butia yatay lunghi circa 4/5 cm.
A settembre ho passato una settimana a Gallipoli, in Puglia,(un mare meraviglioso, lo consiglio a tutti) per alcuni tornei di Bridge. Quando sono ripartito mi sono fermato un pò prima di Lecce in una stazione di servizio per fare rifornimento di benzina. Era aperta campagna, il posto era brullo e l’unico albero che c’era in una piccola aiuola era costituito da un splendida Butia yatay con un tronco di circa 2,5 m. e ben 4 grappoli pieni di semi molto grandi quasi maturi. Avevo riposto la macchina fotografica in valigia ed avevo il portabagagli pieno per cui non ho potuto fotografarla, ho staccato solo i due semi.
Era la prima volta che mi capitava di vedere una Butia yatay carica di tanti semi e lo spettacolo mi ha colpito.
Siete stati veramente spiritosi a rispondere, grazie ancora.
Coraggio, qualche risposta!Buttatevi, anche con le risposte più assurde, non abbiate paura di sbagliare!
Aggiungo che ho raccolto i semi io stesso in Italia e quindi si tratta di una specie che cresce anche nel clima mediterraneo.
Ciao Tomas,
come ho già accennato, ritengo la C. ochlandra la più resistente al freddo tra le C. che coltivo. A Sabaudia con punte di -2°C/-3°C non ha mai evidenziato alcuna bruciatura sulle pinnule,cosa che invece accade per la C. maxima Hymalaia ben più reclamizzata in quanto a resistenza al freddo.
Terza foto
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Seconda foto
Ciao Caio,
allego tre foto nelle quali si vedono i fiori maschili, più appuntiti e più chiari,parzialmente già aperti. Alcuni sono già caduti. Quelli femminili, più arrotondati e più scuri, sono chiusi.
Sono stato ieri a Sabaudia ed ho visto che, sulla prima infiorescenza, i frutti sono già grandi come un piccolo cappero, sulla seconda sono stati impollinati pochi fiori e comunque i frutti sono un pò cresciuti, mentre sulla terza sono ancora presenti i fiori femminili così come erano un mese fà.
Purtroppo ho lasciato a Roma la macchina fotografica. Farò delle foto la prossima volta che vado.
Ciao Ale,
Se nascono spontaneamente le piantine non taglierò più il prato!!
Grazie Daniele!
Ti confesso che ho piantato il S. flexuosa in quel punto per mancanza di spazio, ormai ho il giardino pieno. Ha resistito molto bene durante tutto l’inverno (-2°C / -3°C)
senza riportare bruciature sui segmenti fogliari.
Direi quindi che è una specie abbastanza resistente al freddo.
Non ho mai avuto occasione di coltivare il S. sancona. So che è una delle tre specie andine insieme al S. yungasensis ed al S. cardenasii. Ho visto recentemente ad Ischia un bell’esemplare in vaso già con un bulbo di base piuttosto sviluppato. Il proprietario lo riparava però in serra d’inverno. In California lo danno resistente al freddo quasi come il S. romanzoffiana (B. Osborne,T. Reynoso,G. Stein :”Palms for Southern California”, 2000).
I segmenti fogliari di questa specie sono piuttosto strani, diversi da quelli delle altre specie del genere Syagrus che coltivo.
Sono infatti quasi piatti come si può vedere nella foto seguente, non mostrano, in sezione, la solita “V” rovesciata .
Pietro, come va il tuo flexuosa? Ha cominciato a pollonare?
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Nella foto si vede chiaramente il pollone. Nel dubbio che fosse una Phoenix da seme, ho scavato un pò per controllare, ma si tratta proprio di un pollone attaccato alla pianta madre subito sotto il terreno.
Ripeto l’invio
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Scusate, la foto è questa:
Lulù, bellissimi i fiori delle tue Aristolochia!
Luigi, i fiori dell’A. gigantea non hanno nessun odore e quindi non attirano insetti. Solo due volte in alcuni anni c’è stata l’impollinazione e quindi la formazione di semi. Devo dire che questi ultimi sono un pò strani nel senso che da molti semi nascono pochissime piantine. Nel tuo caso è molto probabile che l’impollinazione sia già avvenuta.
Molto bella Federico, veramente da complimenti! Ti devo confessare una cosa:sono rimasto molto sorpreso nel vedere un olivo a Ravenna.
Grazie a Voi tutti per le cortesi parole!
Proprio perchè l’argomento non è dei più facili rimango sempre disponibile per ogni eventuale approfondimento o discussione.
Ale,non ricordo esattamente quanti anni aveva quando l’ho piantata fuori.In genere pianto le palme in giardino quando il bulbo basale ha un diametro di 3-5 cm.
Pietro, hai un occhio formidabile, in effetti è intorno ai 4 m.
Federico, la pianta ha circa 15 anni. Ho anche la C. maxima Hymalaia ed a mio parere la C. ochlandra è più rustica e resistente al freddo. Essendo tale ha anche una crescita più rapida.
Sulla C. maxima Hymalaia mi piacerebbe aprire una discussione. Ad esempio, una domanda molto semplice:
– Come si riconosce esteriormente la C. urens dalla C. maxima Hymalaia?
Ale,ti consiglio di provare soprattutto la C. ochlandra.Puoi piantarla in giardino quando il bulbo ha raggiunto 4 o 5 cm. di diametro. In quanto alla mitis ti confesso che non l’ho mai avuta.
Caio, la palma si trova nel lato ovest della casa e quindi non è molto protetta dalla tramontana.
Caryota ochlandra: bulbo
Ciao Federico,
l’Agathis australis della nuova Zelanda è simile all’A. robusta, ha le foglie più strette e più lunghe e, probabilmente, è ancora più resistente al freddo.Penso che tu sia uno dei pochissimi ad averla in Italia. Non mi sono mai deciso ad acquistare i semi di australis su Internet perchè so che hanno un periodo di germinabilità molto limitato, sembra addirittura poco più di un mese. Un amico che li ha ordinati non ha ottenuto nessuna germinazione.Quindi complimenti per le tre piantine!
La classica “pipa” dell’Aristolochia.Purtroppo raramente si formano i semi,evidentemente qui non esiste l’insetto che in Brasile provvede all’impollinazione.
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Fiore di Aristolochia gigantea (the Brazilian Dutchman’s pipe)della scorsa estate.
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Ciao Giuliana,
grazie per la tua risposta, sei stata molto gentile!
Si tratta di una Agathis robusta ed è una conifera dell’Australia. Non so se in Australia sia molto diffusa, ma in Italia risulta molto rara.L’Orto botanico di Roma possiede un esemplare adulto, molto vecchio e la mia pianta deriva da quest’ultimo.
E’una specie piuttosto resistente al freddo, forse potrebbe essere coltivata anche nel nord Italia. La pianta di Roma è sopravvissuta al terribile inverno del 1985 (a Roma punte di -12°C per una settimana). Sarebbe interessante sapere se esiste in qualche altra regione italiana.
Ciao Pietro,
per l’esattezza, almeno fino ad oggi, ne produce una ed una parte della successiva. Direi che qui ogni tre anni ne produce una in più. Da te è sicuramente più veloce.