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Ciao Antimo, grazie per le informazioni, molto interessanti.E’un vero peccato che il giardino della Villa sia stato lottizzato con le conseguenze che possiamo immaginare.Per fortuna qualche giardino privato noto per la presenza di palme particolari resiste ancora come quello di Villa Beccari a Pian di Ripoli (FI)che contiene attualmente sei o sette rarissimi Trachycarpus takil ad alto fusto.
Grazie a tutti!
Roberto, puoi inviare una foto della tua “brandegei”?
Ottimo lavoro Pietro! Mi delude un pò Roma, ma i dati sono quelli!
Grazie Pietro, troppo buono!
Ciao Roberto,si tratta, a mio parere, come ben dici di una patologia fungina. Così in genere reagiscono le Butia quando sono in presenza di un elevato tasso di umidità nell’aria.Queste palme preferiscono il clima secco. Mi è capitata la stessa cosa con una Butia capitata a Sabaudia dove l’umidità nell’aria è notevole.Il posto dove coltivi queste palme è umido? O per qualche motivo recentemente è stato più umido che negli anni passati?
Grazie Pietro e Caio.
Caio,grazie per l’informazione. Concordo con te, a Villa Torlonia c’è un “boschetto” di una decina di Sabal che a mio avviso sono bermudana, alcuni anche fruttificanti. Altri tre o quattro sono sparsi isolatamente per il parco.Nello stesso parco c’è anche una Brahea edulis molto vecchia quest’anno però non fruttificante.
Antimo, confesso di non sapere nulla del Sabal del Pincio nè di Villa Lucia.Mi hai messo un pò in curiosità su quest’ultima. Dove si trova?
Ciao Antimo, benvenuto anche da parte mia!
Le palme di Villa Ada cui fai riferimento sono quelle che compaiono nella foto e sono, come giustamente ha detto Pietro, Brahea armata.
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Tra l’altro si tratta, a mio parere,di B. armata con colore glauco piuttosto chiaro e non glauco-argento come sono la maggior parte degli esemplari che si possono vedere nei giardini degli appassionati di palme.
Sono stato a Villa Aldobrandini molti anni fa quando ancora mi occupavo poco di palme e mi sembra di ricordare(posso però sbagliare, può darsi che ricordi male)che si trattasse di una Livistona australis, in questo caso l’unico esemplare adulto presente a Roma.
Concordo ovviamente con quello che dici. Le Jubaea s. che troviamo a Roma sono solo quelle centenarie. Tralasciando l’Orto botanico, tra tutti i parchi pubblici di Roma, almeno per quello che ho visto direttamente,l’unica Jubaea piccola piantata da pochi anni si trova a Villa Doria-Pamphili.Per fortuna possiamo ancora ammirare quelle che persone illuminate hanno piantato oltre cento anni fa.
A Villa Doria-Pamphili si possono anche vedere tre vecchie Livistona chinensis, su un lato del Casino dell’Algardi,oltre a cinque Jubaea centenarie, una Butia capitata probabilmente var. odorata e quattro strane Butia capitata di un colore glauco intenso che producono frutti di un colore rosso vivo.
Enzo, grazie per la foto, si vede meglio la foglia.Direi che si tratta di un S. minor perchè non vedo sulla foglia i filamenti che, al conrario, si notano invece sulla palma più piccola nella tua seconda foto.
Saluti.
Ciao Enzo,
occupiamoci subito dei tuoi giovani Sabal.
In genere quando si cerca di stabilire la specie di un Sabal, è opportuno prima di tutto esaminare la foglia già caratterizzata e controllare se questa presenta dei filamenti tra un segmento e l’altro, se i segmenti stessi sono molto divisi o meno, se la foglia è piatta e poco costapalmata o arcuata e molto costapalmata.
Nella prima foto non si riesce a vedere bene frontalmente un’intera foglia. Da una prima occhiata sembrerebbe che non ci siano filamenti tuttavia ho qualche dubbio guardando la foglia appoggiata al tronco. Dimmi tu come stanno le cose.
Comunque sia, nel primo caso, se non ci sono filamenti potrebbe essere un minor,nel secondo, se ci sono,protenderei per un palmetto, il bermudana avrebbe già le foglie più grandi.
Quando la pianta è così giovane le foglie sono comunque poco arcuate in entrambe le specie, nel palmetto lo diventano quando la pianta e quindi la foglia raggiungono dimensioni maggiori.
Relativamente alla suddivisione dei segmenti, non vedendo un’intera foglia, non riesco ad avere un’idea precisa. Dovresti inviare una foto di una foglia presa di fronte così si può anche controllare bene la presenza di filamenti o meno.
La pianta nella seconda foto è troppo giovane, sta uscendo adesso la prima foglia ben caratterizzata. Tuttavia si nota già la presenza di filamenti per cui potrebbe essere un palmetto.
Come vedi ho usato sempre il condizionale perchè l’argomento, a mio avviso,è sempre difficile, soprattutto quando la palma è giovane ed anche perchè per avere la sicurezza del 100% bisognerebbe aspettare alcuni anni ed esaminare il tronco e l’infiorescenza.
E’molto facile sbagliare su questo argomento per eccesso di sicurezza.
Ed infine un’immagine della terza infiorescenza che mi sarei aspettato di trovare completamente spoglia ed invece, con mia sorpresa,c’è qualche fiore femminile che si sta ingrossando e che probabilmente formerà il frutto.
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Questa è invece la foto della seconda infiorescenza sulla quale si può notare un numero veramente esiguo di frutti più piccoli di quelli della prima infiorescenza ma che comunque si stanno ingrossando.
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Scusate,provo ad inviare di nuovo la foto.
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Ciao Daniele e Federico,
non ho un’esperienza valida con la schizophylla perchè ho solo due piantine di due anni ma ,da quello che vedo,ho l’impressione che , in quanto a lentezza di crescita, si avvii sulla strada della biflabellata.
Quest’ultima costituisce un record di lentezza? Anche Nonnorrhops ritchieana, Ravenea xerophila,Arenga tremula, ad esempio, al clima costiero dell’Italia centrale evidenziano una crescita molto lenta (una foglia l’anno o meno), ma sinceramente penso che la biflabellata batta tutte queste specie.
Trithrinax biflabellata – Particolare della foglia.
Si può notare il colore verde ben diverso dal glauco della schizophylla nonchè la profonda suddivisione dei segmenti. Quelli della schizophylla sono suddivisi per poco più della metà del diametro della foglia.
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Moris,personalmente sono disponibile a dare tutto l’aiuto possibile come socio, ma non a candidarmi per una delle posizioni di cui parli.A mio avviso non è determinante essere profondamente acculturati nell’argomento “palme” per espletare positivamente la funzione di segretario, sono più importanti le altre caratteristiche alle quali ho in precedenza accennato e certamente in questo Forum non mancano partecipanti che le hanno.
Tico, mi sembra di notare che la tua proposta non abbia incontrato in realtà molto entusiasmo perchè comunque siamo poche persone a parlarne.Forse è il caso di soprassedere.
Pietro che ne pensi?
Ciao Gianpiero, è indubbiamente utile discutere su questa possibilità. A mio parere fra i varii problemi da risolvere tra cui la sede, lo statuto ecc.,il più importante è quello di trovare la persona che faccia il segretario dell’associazione. Questa figura è molto importante perchè soprattutto da lui dipende il successo o meno dell’associazione stessa.Quindi una persona con una certa personalità, dotata di buone qualità organizzative, di entusiasmo e di molto tempo a disposizione.
Il primo segretario di Beccariana era molto in gamba ed aveva portato l’associazione in relativamente poco tempo a circa 200 iscritti. Poi, dopo una fase di liti varie, è stato sostituito da un’altra persona la quale, non avendo evidentemente capacità simili a quelle del suo predecessore,ha fatto franare in breve tempo l’associazione.
Ho volutamente riportato questo fatto per sottolineare l’importanza della figura del segretario. Tutti gli altri (presidente, tesoriere, consiglieri, i soci stessi) certamente lo aiutano ma egli stesso rimane comunque il perno di tutto.
E’ un mio punto di vista e non è detto che sia quello giusto.C’è una discussione in atto, ognuno può dire la sua.
Ciao Tico,
ti conviene lasciarli così come sono. Se ne separi uno, quello dei due che non è più attaccato al seme, non avendo ancora le radici per mangiare e non avendo più il sostentamento dal seme, muore.
Ciao Tico,è sempre un piacere risentirti, sopratutto quando parli bene di me!
Scherzi a parte, come dici tu, veniamo a cose serie.Sarebbe certamente piacevole una riunione di palmofili con rigorosa mangiata finale ma, a mio parere, sarebbe più importante ricostituire in Italia un’associazione sul tipo della defunta “Beccariana”, con stampa di un bollettino o rivista ed alla quale potessero fare riferimento i coltivatori italiani di palme per incontri,quesiti, consigli,articoli, visite a giardini, gite, scambi ed infine,perchè no, anche mangiate.Queste associazioni esistono in quasi tutti i paesi occidentali e non. In Australia, su circa 20 milioni di abitanti, ne esistono 4 o 5, ognuna con un proprio bollettino o rivista.
In Italia sembra purtroppo che siamo talmente litigiosi che, appena formata un’associazione, cominciamo molto presto a litigare ed in breve tempo la distruggiamo.
Federico,a proposito del cuore di palma, mi è capitato di leggere recentemente su internet che in Brasile è stato creato l’ibrido fertile
Euterpe edulis x Euterpe oleracea
più vigoroso delle specie genitrici, in grado di fornire un cuore di palma più grosso e sembra anche più saporito per cui questo ibrido si sta diffondendo in Brasile con grande velocità.
Addirittura qualcuno (www.rarepalmseeds.com) sta già vendendo i semi su internet.
Ciao Federico,molto bella la R. californiana. Per essere sincero devo però dire che le baueri di Pietro erano ancora più belle e più grandi.Puoi capire perchè sono rimasto così colpito quando le ho viste.
Chiamo “rostro” la protuberanza della sapida, così come quelle dei Sabal,perchè mi viene spontaneo chamarla così. Gli inglesi la chiamano “heel” che significa letteralmente “tallone”, “calcagno”, come se costituisse il punto d’appoggio principale della giovane palma. In realtà è così ma personalmente preferisco chiamarla “rostro”.
Può essere utile ricordare, per coloro che si sono avvicinati da poco a questo genere, che la R. sapida può essere agevolmente riconosciuta quando è giovane poichè produce il rostro di base, similmente a quanto fanno i Sabal giovani.Invece la R. baueri non lo produce.Di seguito una foto del bulbo di una R. sapida che ho in giardino nella quale si vede bene il rostro.
Rhopalostylis baueri – Bulbo
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Fenix, innanzi tutto desidero ringraziarti per le tue cortesi parole. Vorrei anche dire che nel Forum siamo tutti appassionati di questo hobby, cioè delle piante ed in particolare delle palme, qualcuno può avere anche approfondito un certo argomento, ma prima ancora siamo comunque stati tutti principianti, quindi fà pure le domande e gli interventi che ti va di fare .Ciao
Certo Federico, nell’orto botanico di Cienfuegos poteva anche esserci un S. pumos.
Non hai detto nulla sul seme. Ti ricordi se era grande o piccolo? Se guardi nella monografia la tabella del diametro dei semi vedi subito che il S. pumos produce il seme più grosso tra tutte le specie del genere. Per essere un Sabal produce un seme talmente grosso che , una volta visto, si ricorda di sicuro. Dal momento che non hai detto nulla sul seme ne deduco che si sia trattato di un seme “normale” e quindi torniamo ancora, come conclusione, al S. palmetto.
E’ vero il colore delle foglie del S. palmetto è verde scuro ma bisogna anche considerare che all’interno della specie c’è sempre una certa variabilità ed inoltre non è da escludere che la tua pianta, essendo coltivata in vaso, possa essere carente di qualche elemento.
E’ una mia conclusione e quindi è soggettiva.E’ tuttavia supportata da osservazioni e dati di fatto.
Tieni però presente che quando si parla di Sabal,anche le persone esperte (ed io non lo sono affatto!) possono essere indotte in errore.
Ciao Federico,
proviamo ad esaminare insieme il giovane Sabal della foto.
La foglia mostra la presenza di filamenti che partono dall’attaccatura dei segmenti fogliari.Questa caratteristica è comune a 9 delle 16 specie del genere Sabal e cioè:
etonia,causiara,domingensis,maritima,pumos uresana, mexicana,palmetto ,bermudana.
Possiamo eliminare le altre sette.
Possiamo inoltre notare che l’uresana ha il colore più blu in assoluto e questo già si vede dalla prima foglia. Non è il caso della tua pianta. Per cui escludiamo l’uresana.
Il bermudana ha le foglie molto grandi e queste sono abbastanza grandi anche quando la palma è giovane. Inoltre i segmenti non sono così profondamente divisi.Non mi sembra proprio che sia il caso della tua pianta, per cui escludiamo anche il bermudana.
Per restringere ancora il campo di ricerca relativamente alle 7 specie rimaste, esaminiamo ancora la foglia. Notiamo che i segmenti fogliari sono molto divisi, molto più della metà della foglia, ma forse anche più di 2/3 della foglia della foglia stessa. E’ vero che la palma è giovane e che crescendo emetterà delle foglie con segmenti un pò più uniti, ma certamente, essendo così divisi adesso,non arriveranno ad essere uniti fino alla metà ma, molto probabilmente si uniranno fino ad 1/3.
Quali sono le specie che presentano i segmenti fogliari divisi per circa 2/3?
Sono S. palmetto e S. pumos.
Siamo quindi arrivati a restringere la ricerca su due specie.
A questo punto per individuare a quale delle due specie appartenga bisognerbbe aspettare una quindicina di anni ed esaminare l’infiorescenza: nel palmetto è lunga quanto le foglie o poco più,nel pumos è lunga circa quanto il picciolo.Inoltre il pumos produce dei frutti che sono almeno il triplo di quelli del palmetto.
Subentrano a questo punto anche altre considerazioni: hai detto di avere raccolto il seme a Cuba dove il palmetto è ampiamente distribuito mentre il pumos è distribuito in alcune zone montane del Messico ed è anche molto inusuale in coltivazione.
A mio parere è pertanto molto probabile che la tua pianta sia un S. palmetto.
Questo è un esempio di percorso che , in mancanza, ripeto, di un occhio molto esperto, a mio avviso bisognerebbe fare per tentare di individuare la specie. Qualche volta si riesce a individuarla, qualche volta ci si avvicina e qualche volta no.
Può anche capitare di prendere delle cantonate (a me capita spesso!)però questo è il tipo di ragionamento che seguo.
Ciao Ale,per qualche anno, poichè avevo delle specie delicate,ho inserito nella serra una stufetta ad aria calda con un termostato. Quando la temperature andava sotto i 5°C si accendeva la stufetta che riportava la temperatura sopra questo valore , poi si spegneva e così via. Da quando ho rinunciato a coltivare le specie delicate, non riscaldo più la serra .Ho anche verificato che all’interno di questa la temperatura non scende quasi mai sotto lo zero.
Quando pianto fuori una nuova specie, non la copro mai d’inverno. Sono dell’idea che se ce la fa bene, altrimenti pazienza.Tendo in genere ad evitare di forzare le situazioni.
Pietro, la prima era abbastanza piccola, avrà avuto un bulbo basale di 1,5/2 cm di diametro.
Ho riprovato poi con una pianta più grande che avrà avuto un bulbo di almeno 3 cm.di diametro ma è subito morta anche questa.
Federico, mi verrebbe da dire, scherzando, hai studiato male, studia di più!
A parte gli scherzi, l’argomento, come ho già accennato, non è dei più facili. Per tentare l’identificazione di un Sabal, la pianta deve avere almeno le foglie già caratterizzate. La foglia ci può dare già delle indicazioni importanti per restringere il campo di ricerca. Ma spesso ci troviamo davanti una foglia che non ci consente una identificazione univoca come può avvenire ad esempio per il S. palmetto, per il S. bermudana e per il S. yapa.In questo caso è necessario osservare il tipo di infiorescenza prodotta dalla pianta o la forma e dimensione dei frutti, il che significa, se la palma è giovane, aspettare una quindicina di anni.
Stando così le cose, la monografia non è uno strumento che ti consente di identificare immediatamente un Sabal (anche se in qualche caso è possibile), ma è un qualcosa che ti permette da subito di restringere il campo di ricerca.
Faccio un esempio venendo al caso tuo del Sabal fatto da seme raccolto a Cienfuegos, Cuba,del quale dici che la foglia presenta dei filamenti. Se leggi bene la monografia, questo elemento ti consente già di scartare sette specie su sedici.Se poi avessi osservato quanto sono divisi i segmenti centrali della foglia, se fino a metà o più di metà, forse avresti avuto la fortuna di identificare la tua pianta con un S. palmetto (secondo caso).
Ho fatto solo un esempio ma, se non si ha un occhio più che esperto per cui si è in grado di riconoscere la specie alla prima occhiata,bisogna procedere per esclusione, restringendo il campo. A questo scopo può essere utile, a mio avviso, la monografia.
Con riferimento al caso del S. con la foglia marcita,non è detto che muoia. Mi è capitato in passato un caso di questo tipo e la pianta col tempo ha prodotto una nuova foglia che è uscita più lateralmente. Ti suggerirei quindi di avere pazienza ed aspettere.
Si Ale,d’inverno ricovero in serra tutte le specie poco adatte al clima temperato. In estate le tengo tutte fuori perchè in questa stagione la serra è il covo del ragnetto rosso, della cocciniglia ed anche di qualche malattia fungina.
Ciao Pietro, sul litorale laziale purtroppo la coltivazione di questa specie rimane solo un pio desiderio.Due volte ho provato e due volte la pianta è morta nel primo inverno.A -2°C/-3°C marcisce e muore subito.
Belle foto e belle piante Federico!
Sono decisamente più vecchie della mia e forse per questo mostrano un colore più grigio argento. La mia ha “solo” una quindicina di anni, non ha ancora pollonato e non ha mai fiorito.