Forum replies created
Scusat, riprovo.
[/img]
Ciao Roberto,stupendi esemplari e foto!Il tuo più che un giardino è un orto botanico da visitare.Sono stato piacevolmente sorpreso recentemente anche dalla collezione di Cycadales all’Orto botanico di Firenze,probabilmente seconda in Italia solo a quella dell’Orto botanico di Napoli. Esemplari che potrebbero avere più di 150 anni non si vedono spesso.
Alberto, ho una A. leucocalyx ma è ancora piccola sebbene abbia già formato il rostro. E’ in vaso e d’inverno è sempre stata in serra fredda a circa 0°C. Mostra una crescita estremamente lenta così come d’altra parte anche la A. arenaria che ho in terra da oltre 10 anni.Al clima temperato e costiero dell’Italia centrale certamente queste specie sopravvivono all’esterno ma ,in quanto a crescita, non danno molta soddisfazione.Saluti,
Sergio
Traiano, ho una A. aculeata molto giovane e quindi un’esperienza molto limitata, confermo però che è una pianta che si difende molto bene perchè ha spine ovunque.
Sinceramente non mi sentirei di consigliarla (così come sconsiglierei la Phoenix theophrasti) laddove siano presenti bambini piccoli.
Saluti, Sergio.
Giovanni, hai un messaggio nella casella privata.
Sto provando ad utilizzare per le innaffiature acqua minerale a basso contenuto di calcio e basso residuo fisso. La pianta sembra reagire bene,ma ovviamente è solo qualcosa di temporaneo solo per capire se l’ipotesi è giusta o meno.
La coltivazione di questa palma costituisce in effetti a mio parere un problema e forse vale la pena che dica anche la mia sull’argomento.
Ho provato a coltivare questa specie sempre con esito negativo ed ho in corso un ulteriore tentativo. La pianta all’inizio sta bene poi, con il passare del tempo le foglie cominciano ad ingiallire e lentamente la palma muore. Il decorso è molto simile a quello dei Ceroxylon. Secondo me il problema è nel terriccio. Il D. decipiens gradisce probabilmente un terriccio acido che, in vaso, complici anche le frequenti innaffiature, lo diventa sempre meno, la pianta comincia a soffrire e ad ingiallire. Le camelie hanno un comportamento molto simile se nel vaso il terriccio vira al basico.Secondo me D. decipiens cresce senza grossi problemi in terreni acidi di origine vulcanica come ad esempio la zona intorno all’Etna,i Castelli romani e con molta probabilità anche le Canarie.Cosa fare? Innanzi tutto vorrei suggerire di utilizzare solo concimi acidificanti e poi credo che sia opportuno sostituire periodicamente il terriccio del vaso con altro a titolo decisamente acido. Fare questa operazione quando la pianta evidenzia segni di ingiallimento potrebbe essere tardi.
E’ però solo una ipotesi, un’opinione personale che può essere anche errata.
Ciao Giovanni,ma per così poco!!! Comunque felice di esserti stato utile.Fammi sapere se ti serve qualche altro seme di Brahea edulis.
Greginson, ho acquistato questa pianta in Sicilia circa 8 anni fa ed era alta già 70/80 cm.Ritengo che 6/7 anni già li aveva per cui è probabile che abbia una quindicina di anni.
Quando sono molto giovani le Rhopalostylis evidenziano una crescita piuttosto lenta poi accelerano un pò. Comunque la mia non produce più di 2/3 foglie l’anno a fronte di circa 5 dell’Archontophoenix cunninghamiana e di 6/7 della Livistona decipiens.
Un’altra caratteristica che vale la pena richiamare è questa:sono palme molto delicate al trapianto, bisogna quindi fare attenzione a non muovere le radici quando si cambia il vaso o quando si piantano direttamente in terra.
Luigi, questa R. baueri ha superato a Sabaudia più volte -3°C senza la minima bruciatura.E’ probabile pertanto che riesca a sopportare temperature più basse.
Ricordo che la baueri si riconosce facilmente dalla sapida quando la pianta è giovane: manca del rostro.Ho voluto ricordare questa caratteristica perchè in genere è poco conosciuta. Saluti.
[img][/img]
Giuseppe, cresce a Roma, in un parco pubblico.
In questa foto ravvicinata della chioma si può vedere abbastanza bene che il colore è piuttosto “verdeggiante”, tuttavia non verde puro, direi che è comunque un verde/glauco.A qualcuno è capitato di vederne una, anche in fotografia,completamente verde?
[img][/img]
Ciao Pietro,
non ricordavo che avessi ancora la P. maideniana che è diventata veramente una bella palma, complice anche il clima di Palermo. Le due che mi erano rimaste a Sabaudia non hanno resistito un inverno a -3°C con forte umidità nell’aria e sono morte. Ricordo che i semi erano grandi , circa il doppio di quelli di altre specie del genere che ho potuto vedere.Probabilmente questa tua è l’unica Pritchardia che viene coltivata all’aperto in Italia.
Ciao Federico,
anche se per qualche periodo sono assente dal Forum, leggo tuttavia sempre con molto interesse tutti gli interventi. Grazie per il “come back home”.
Roberto, il tuo intervento è stato chiarissimo anche per uno ignorante dell’argomento come me.Complimenti!
Federico,
ho alcune piantine di princeps nei varii tipi di cui una già caratterizzata e quest’ultima dovrebbe essere il vero princeps con la patina bianca molto marcata sotto le foglie. Purtroppo non ho disponibile al momento una foto.
Si possono trovare in commercio varii tipi di princeps. I luoghi di distribuzione di questa specie sono difficilmente accessibili ed i raccoglitori cinesi ricevono un compenso X per i semi di fortunei e X elevato alla n per i semi di princeps. E’ facile pensare che sono stati etichettati come princeps semi che non lo erano affatto.
Comunque, per quello che dici,i tuoi dovrebbero essere veri princeps perchè mi sembra di capire che evidenziano già il bianco sotto le foglie la qual cosa si nota subito già sotto la seconda fogliolina prodotta.
Per ciò che riguarda l’oreophilus,ho alcune piante piccole ed una avuta recentemente da Max che sta cominciando a caratterizzarsi.
[img][/img]
E’ un esemplare molto giovane ma, sinceramente,i più vecchi che ho potuto vedere in coltivazione non mi sembrano molto più grandi di questo.
Dettaglio del bulbo:
[img][/img]
Ciao Giuseppe,
nella foto compare il T. latisectus che coltivo in Sabina.L’ho seminato, se non ricordo male, nel 1995 quando ancora si chiamava T. sikkimensis.E’ alto circa 1,30 m. Non ha una crescita lenta come il takil ma ci si avvicina molto.
[img]” border=0>
Trachycarpus latisectus.
Dettaglio del bulbo.
[
E’ così Caio,il ramo si è a sua volta ramificato. La palma è stata acquistata in un vivaio locale, era molto piccola con le foglie appena caratterizzate.Una ipotesi di stress potrebbe essere riferita al freddissimo inverno del 1985. Tuttavia se il DNA è impazzito in quella data, ha poi continuato ad essere tale perchè, come vedi,il ramo ha successivamente prodotto una ulteriore ramificazione.
Dettaglio della chioma.
[/img]
Chamaerops h. arborescens.
Stupenda anche questa Luigi!
Luigi,un comune amico mi ha detto che hai il Sabal miamensis adulto. Puoi farci vedere una foto?
Complimenti per le stupende Caryota!
Caio, concordo con Luigi sull’Astrocaryum standleyanum.Ho chiesto se era vicino ad un centro abitato perchè il Bactris gasipaes può essere anche a tronco singolo è una specie che non esiste in natura ma solo in coltivazione. Bactris gasipaes a tronco singolo e Astrocaryum standleyanum sono molto simili, si distinguono per il fatto che l’Astrocaryum presenta una patina biancastra sotto le pinnule, cosa che non è molto chiara nella foto.Tuttavia qualcosa di biancastro si può vedere forse nelle pinnule della foglia che pende dietro il tronco. Questo, aggiunto al fatto che le palme stavano nella jungla e non vicino ad un centro abitato, porta a concludere che si tratta di A. standleyanum. Saluti.
Ciao Caio,
non ho mai avuto la possibilità di osservare direttamente questa specie,tuttavia se ci dai qualche ulteriore informazione possiamo avvicinarci alla meta.
Ti ricordi quanto poteva essere il diametro dei tronchi, più di 10 cm. o meno?
Le palme erano vicino ad un centro abitato?
Andrea, grazie per aver condiviso queste immagini!
Ciao Luigi, benvenuto nel Forum!
Spero che ci farai vedere anche qualche foto delle tue palme.
Belle foto e belle palme Andrea, complimenti!
Roberto,sembra che Mentone sia il punto a clima più mite di tutta la Costa Azzurra (che ha già un clima mite).
Per ciò che riguarda i semi dell’Orto di Roma, devo dire che è sempre stato vietato raccoglierli, così come capita con tutti gli Orti botanici che ho potuto visitare.I semi sono normalmente scambiati tra gli Orti stessi.Tuttavia, con esclusione degli Orti botanici nei paesi anglosassoni,se raccogli qualche seme il personale è disposto generalmente a chiudere un occhio.La cosa migliore comunque è chiedere di poter raccogliere i semi, il permesso viene di solito accordato.
Ciao Raffaele,
hai un giardino stupendo con esemplari altrettanto stupendi!Mi colpisce particolarmente il Sabal palmetto (così almeno mi sembra dalla foto). Non è facile trovarne di così alti neanche in zone più vocate. Certamente il tuo giardino, se escludiamo la Liguria, è un punto di riferimento per tutto il nord.Bravissimo!
Un sincero grazie a Giuliana che, con il suo intervento,ci ha consentito di vedere questo bel giardino.
Raffael, complimenti per la tua collezione di palme.Sono sorpreso di leggere che riesci a coltivare i Sabal a Ostiglia. Immagino che li ricoveri all’interno durante l’inverno.
Ciao Raffael, benvenuto nel Forum!
Puoi dirci quali sono le specie che coltivi e, se possibile, anche farci vedere qualche foto?