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Ciao Pietro, bellissimo esemplare!Gli autori pur di descrivere una nuova specie tendono talvolta a rendere macroscopiche alcune caratteristiche che in realtà risultano microscopiche o addirittura trascurabili. Relativamente alla maxima posso dire che ha il seme e quindi il frutto decisamente più grosso di quello dell’A. alexandrae perchè ricordo le dimensioni del seme al momento della semina.
Ciao Pietro, la letteratura riporta anche una tonalità bluastra del capitello e le pinnule più pendenti rispetto a quelle dell’alexandrae e della cunninghamiana. Noti anche queste caratteristiche nella tua?
Ciao Enzo,purtroppo qui la purpurea si brucia abbastanza d’inverno, poi si riprende subito e,dalla primavera inoltrata,comincia ad emettere nuove foglie. Tuttavia, pur essendo una specie di montagna e quindi ci si aspetterebbe il contrario,sembra invece che sia più delicata non solo dell’A. cunninghamiana, ma anche dell’A. alexandrae.E’ probabile che il colore verde chiaro della mia A. maxima dipenda dalla coltivazione in vaso e quindi dalla carenza di qualche elemento.
Traiano, grazie per i complimenti, per me è sempre piacevole parlare di palme sia con esperti che con neofiti.Non immaginavo che l’inverno fosse così freddo da te.A Sabaudia la minima invernale è -2°C/-3°C e non c’è mai neve. Stando così le cose, suggerirei, per le Archontophoenix, di limitarti alla cunninghamiana.Sono comunque molte le specie che si possono coltivare con una minima di -3°C. Intanto tutte le specie del genere Sabal (qualche dubbio per il mauritiiformis), tutte le specie del genere Brahea (la dulcis è la più delicata), quelle del genere Rhopalostylis,alcune Caryota (ochlandra, urens, monostachya), qualche Arenga (engleri,tremula, micrantha), alcune specie del genere Syagrus (romanzoffiana, cearensis,yungasensis, xcostae,oleracea,flexuosa, cardenasii….), tutte le specie del genere Butia (quelle a tronco sotterraneo sono più delicate), tutte le Parajubaea (cocoides, torallyi,microcarpa,sunka), molte Livistona(australis,nitida,chinensis,saribus,lanuginosa,muelleri(è un pò delicata ma a -3°C sopravvive), speciosa). Tanto per dirne alcune che mi vengono in mente, ma ce ne sono ancora di più.Il problema è vedere se da te la minima scende sotto -3°C e se nevica costantmente d’inverno.
Traiano,la pianta è stata fatta da me da seme. Ho lasciato a Roma l’elenco delle date di ricezione dei semi, mi sembra di ricordare che è stata seminata tre anni fa ed è stata sempre tenuta in serra fredda.
Per ciò che riguarda la resisenza al freddo, direi che è tutta da scoprire, non avendo fatto precedenti esperienze con questa specie.Alla fine del prossimo inverno ti potrò dire qualcosa di più preciso.Comunque non c’è dubbio che tu hai molte più possibilità di me di avere successo con la myolensis.
Ho dimenticato di dire che ho una piccola Copernicia glabrescens (tre foglioline) che invece in serra fredda ha superato la temperatura di cui sopra senza problemi.
Copernicia hospita è morta il primo inverno in serra fredda, cioè circa a -1°C.
Questa è una Nannorrhops r. silver che, in quanto a lentezza di crescita, gareggia duramente con la var. verde.Devo tuttavia dire che quando era in vaso e la tenevo sempre in serra fredda,la crescita era molto più rapida. Della var. Kashmir che per alcuni dovrebbe essere una vera e propria specie a se stante,non posso ancora dire nulla perchè ho solo piantine di due anni.
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Nannorrhops r. var. silver
Traiano, l’esemplare in vaso sembra più grande perchè un pò di terra è scivolata via col tempo e con le innaffiature e quindi si vede il bulbo di base che si sta sviluppando mentre negli altri casi è sotto terra ma è similmente grande.
I frutti arancioni che si vedono per terra sono del Syagrus rom.
Claudio, in verità non mi è mai capitato di vedere in vendita esemplari adulti.Anzi, pensandoci bene, non ho mai visto in vendita nemmeno esemplari con foglie già caratterizzate.
Ed infine il terzo è in vaso.
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Nannorrhops ritchieana
Questo è a tronco singolo.
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Nannorrhops ritchieana
Tanto per avere un’idea della velocità di crescita di questa specie, allego tre foto di altrettanti esemplari che coltivo in giardino, due in terra ed uno in vaso.Tutti e tre sono stati da me ottenuti utilizzando dei semi che raccolsi all’Orto botanico di Roma nel lontano 1993.Non immaginavo allora di seminare qualcosa che sarebbe stata grande e sviluppata solo nelle prossime generazioni.
Nella foto seguente il primo esemplare con due tronchi.
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Nannorrhoips ritchieana
Per pura curiosità allego un elenco delle varietà di Chamaerops humilis segnalate. L’elenco è stato preso da un numero del bollettino della vecchia associazione Beccariana.L’ho implementato con la “vulcano” e la “pendula” (scoperta recentemente a Roma e dintorni).Certamente alcune saranno sinonimi, comunque la specie sembra avere il primato della variabilità. CHAMAEROPS HUMILIS
– Apiculata – Vulcano
– Arborescens
– Argentea
– Bilaminata
– Callosa
– Cilindrica
– Cerifera
– Compressa
– Conduplicata
– Dactylocarpa
– Dealbata
– Duplicifolia
– Elata
– Elatior
– Elegans
– Erecta
– Farinosa
– Flexuosa
– Glaucescens
– Gracilis
– Humboldti
– Hystrix
– Inermis
– Lanceolata
– Littoralis
– Longifolia
– Lusitanica
– Macrocarpa
– Major
– Melanacantha
– Melanantha
– Microcarpa
– Mitis
– Nivea
– Pendula
– Oblongata
– Rigidifolia
– Robusta
– Sardoa
– Serrulata
– Sicula
– Sphaerocarpa
– Tectorum
– Tenuifrons
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Normalmente i frutti del T. fortunei maturano a fine anno. Si possono raccogliere fino a marzo.
Tomas, il concime contiene tutti gli elementi necessari alla pianta(soprattutto cycas e palme, così è scritto sull’etichetta) compresa una miscela di microelementi.A mio avviso, la presenza di questi ultimi costituisce, con le palme, l’elemento fondamentale per una buona coltivazione.
Ragazzi,spero mi scuserete ma non mi sembra corretto nei confronti di chi ci ospita che, oltre a piante, probabilmente vende anche concimi, nominare e quindi fare pubblicità a un prodoto di questo tipo.Vi posso dire che il concime che uso è formato da una miscela di microelementi e può essere somministrato sia sulle foglie che radicalmente.
Tomas, oltre ai motivi elencati da Danilo, tutti validi e sacrosanti,il fatto che le piante sono rigogliose anche in vasi relativamente piccoli, probabilmente dipende dal concime fogliare che uso.
Daniele, quello che riferisci è positivo e molto incoraggiante per la coltivazione di questa specie nelle zone costiere dell’Italia centrale.Auguri per le tue piantine, ciao,Sergio.
Tomas,il motivo è che non ho più spazio in giardino per cui tengo le palme in vaso fino a che posso o, meglio, fino a che possono loro.
Daniele,ho anch’io piantine piccole per cui nessuna esperienza significativa.Tuttavia poichè nel genere Syagrus è una delle tre specie andine insieme al S. cardenasii ed al S. yungasensis, teoricamente dovrebbe mostrare una buona resistenza al freddo.
Ad Ischia ho visto un esemplare in un grande vaso già con un tronco sviluppato che tuttavia in inverno veniva riparato in serra per prudenza. Saluti, Sergio
Ciao Pietro,ero quasi sicuro che non soravvivesse all’inverno perchè, in passato una pianta più piccola acquistata in Tailandia (certamente ricordi il Chatuschak market)) era morta d’inverno in serra fredda a Roma.La tua è una ulteriore conferma. D’altra parte avevo quest’altra pianta da alcuni anni che aveva raggiunto già una certa dimensione per cui ho deciso di metterla fuori, come va va.Ciao,
Sergio
Traiano, non ho mai fatto questo conteggio,diciamo,ad occhio,intorno a 120 specie.
Traiano, in Calabria potresti certamente coltivarlo con successo.L’esemplare che ho è stato da me fatto da seme nel lontano 1993 o 1994, non ricordo bene, ha superato più volte -3°C qui a Sabaudia con qualche bruciatura.Credo che questa sia la sua temperatura limite.
Federico, ho anche l’obreojos ma è ancora piccolo in vaso.A mio parere è soltanto una delle varianti del S. romanzoffiana.
Ciao Caio, ti rispondo aprendo un nuovo argomento sul Syagrus pseudococos.
Alberto, due sono le principali caratteristiche che fanno riconoscere immediatamente la decumbens:
– è una specie a tronco sotterraneo e quindi cresce inclinata(vedi foto) e questa inclinazione viene acquisita dalla palma quando è ancora molto giovane, prima ancora che acquisti il colore glauco/argento.
Come ben sai la B. armata è una specie a tronco aereo non pollonante e quindi cresce verticalmente.
– I piccioli fogliari, come puoi vedere nella foto, hanno delle piccolissime spine solo nella prima parte del picciolo stesso, quella più vicina al bulbo.Ben diversa la situazione nella B. armata che ha delle spine ad uncino per tutto il picciolo.
Saluti, Sergio
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Brahea decumbens
Moris, sono d’accordo che è una bellissima palma. Se guardi la foto del Syagrus coronata che ho da poco inviato in un altro argomento, puoi vedere un Trachycarpus martianus che cresce accanto al coronata. Questa pianta è stata da me ottenuta da seme e, se non ricordo male, ha 14 anni.Tanto per avere un’idea della lentezza di crescita del martianus, considera che un T. fortunei di 14 anni ha normalmente un tronco alto 1,2/1,5 m.
Si tratta di un Syagrus pseudococos.
E questa è la Livistona mariae ssp. rigida acquistata quando aveva appena due foglie circa 12 anni fa. In primo piano una piccola Livistona lanuginosa.
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Livistona mariae ssp. rigida
Traiano,questo è il Syagrus coronata, fatto da seme circa 11 anni fa.
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Syagrus coronata.
Alberto, ti ho risposto aprendo un nuovo argomento sulla B.decumbens.