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Ciao Josè,tra gli appassionati di palme ce ne sono alcuni che coltivano quasi esclusivamente ibridi, altri invece non li trovano molto interessanti. Personalmente, anche se ne coltivo alcuni dovuti a piantine o semi che mi hanno regalato, faccio parte di quest’ultimo gruppo. Mi sembra di capire che anche tu non ne coltivi molti. Saluti,
Sergio.
Salvatore, mi sembra un’ottima idea. Io uso attualmente sacchetti di plastica per alimenti.Aspetto che il seme germinato inizi ad emettere la prima fogliolina, lo metto in un vasetto, annaffio un pò, aspetto che il vasetto scoli bene, lo inserisco in un sacchetto e poi chiudo con il relativo ferretto. Concettualmente è il tuo stesso metodo.Saluti,
Sergio
Ciao Salvatore, ti rispondo purtroppo con grave e colpevole ritardo. Pietro ha ragione, ho ottenuto una piantina alcuni anni fa da un pacchetto di 10 semi acquistato da RPS. Una sola piantina che non è andata oltre la prima foglia ed è morta ai primi freddi invernali pur stando in serra fredda dove la temperatura minima invernale non va mediamente sotto 0°C. I controlli che posso fare d’inverno sono scarsi perchè vivo a Roma mentre le palme stanno a Sabaudia, avrei dovuto portarla aRoma e tenerla in casa invece di lasciarla in serra fredda. La conclusione è che queste palme soprattutto quando sono molto piccole vanno tenute in un sito caldo almeno con minime palermitane (+5°C)per intenderci.Cresciute un pò forse potranno accettare anche il clima di Ragusa.
Molti auguri per le tue piantine,
Sergio.
Ciao Kaly,devo andare a Sabaudia entro la fine del mese, approfitterò per fare una foto alla Parajubaea cocoides. Saluti,
Sergio.
Kaly,grazie per il suggerimento. Da circa 15 anni coltivo una Caryota obtusa a Sabaudia (LT) che ha superato solo con alcune bruciature -7°C del dicembre 2010. L’unico problema con questa palma è che fa delle foglie “monster” cioè enormi e pertanto non è molto adatta per giardini contenuti come il mio. Se può interessare aggiungo solo che a mio avviso la specie più resistente al freddo del genere Caryota è la C. ochlandra. Saluti,
Sergio.
Southern Sicily, non sembra proprio una Jubaea.
Saluti,
Sergio.
Giuseppe, come specifica il termine stesso “microcarpa”(piccolo seme),la differenza principale sta nelle dimensioni del frutto e nelle dimensioni e nella forma del seme.Quest’ultimo è molto più piccolo di quello della specie tipica. Per il resto le piante sono molto simili anche se la microcarpa dovrebbe avere dimensioni un pò più contenute. Microcarpa è considerata perciò sottospecie di torallyi e non specie a se stante. Saluti,
Sergio.
Daniele,P. cocoides,P.torallyi torallyi, P. torallyi microcarpa e P. sunkha crescono ormai in giardino a Sabaudia da alcuni anni senza problemi. Anche P. cocoides, che sembra essere la più sensibile al freddo, ha superato solo con alcune bruciature -7°C del dicembre 2010.
Saluti,
Sergio.
Kaly, ho alcune piantine (terzo tentativo) che stanno emettendo la prima foglia. Troppo presto per dire qualcosa sul loro comportamento. Saluti,
Sergio.
L’Attalea dubia, come si dice, è viva e vegeta.
Fuori ha rallentato però la crescita che si è attestata ad una foglia l’anno. Saluti,
Sergio.
Nel caso specifico i fiori dell’esemplare femmina di Trachycarpus, pur avendo io passato su di loro il polline di una Chamaerops maschio,non hanno mostrato alcun segno di impollinazione. Infatti i falsi frutti in una femmina di Trachycarpus derivano da fiori femminili non impollinati.
Sergio.
In verità no, è stata più che altro una curiosità. Saluti,
Sergio.
Calogero,sono molti anni che non proteggo più nessuna palma all’esterno selezionando così solo le specie che resistono.
Sergio
Bel lavoro Alberto,complimenti!
Saluti, Sergio.
Angelo, se intendi con altri generi di palme, direi di no, non mi risulta. Ho tentato due volte di impollinare i fiori di una femmina di fortunei con il polline di un maschio di Chamaerops ma non ho mai ottenuto nulla.
Sono invece stati ottenuti ibridi tra specie del genere Trachycarpus a semi reniformi, escludendo per intenderci le due specie con semi a forma di chicco di caffè, cioè latisectus e martianus. Quest’ultime due, incrociate con specie a semi reniformi, non producono invece semi validi, anche se in Nuova Zelanda c’è un tizio che dice di coltivare un ibrido martianus x fortunei, la qual cosa secondo me sarebbe tutta da verificare. Saluti,
Sergio
Giuseppe, l’altra Jubaeopsis è molto più piccola pur avendo la stessa età. La vedi subito a sinistra nella seconda foto. Ciao,
Sergio
Da 15 o 16 anni. Ciao,
Sergio
Calogero, purtroppo non ho foto recenti, le due che riporto sono del luglio 2012.
Nella prima il bermudana è tra due palmetto. Da notare il diverso comportamento sul tronco delle basi dei vecchi piccioli. Nel palmetto sono spaccate a metà e questo costituisce un intreccio caratteristico sia del palmetto che del mexicana.
Nella seconda compare l’altro bermudana che coltivo, con infiorescenze recenti e vecchie.
Sergio.
Sabal bermudana e Sabal palmetto
Sabal bermudana
Andrea,bermudana non è la specie più imponente nel genere Sabal anche se le foglie sono ampie.Immagino che ti riferisca all’intera pianta.Alcune specie,ad esempio causiara,domingensis,maritima, lo sono di più.
La resistenza al freddo del bermudana è inferiore a quella del minor.
Sergio.
La minima invernale è stata fino ad ora -2°C quindi nessun problema per le Livistona. L. muelleri sempre estremamente lenta, quasi immobile, molto meglio L. saribus e L. rigida.
Sergio.
Pietro,la tua cocoides è diventata una palma stupenda.La mia pur avendo lo stesso numero di anni,come puoi vedere è enormemente più piccola.E’ sopravvissuta miracolosamente a -7°C del dicembre 2010 ma completamente bruciata. Si sta riprendendo molto lentamente. Non c’è dubbio che sia la più delicata nel genere. Torallyi e sunkha hanno resistito molto meglio, quasi senza bruciature mentre microcarpa è stata un pò danneggiata.
La cocoides è una palma molto bella ma forse non molto adatta al clima di Sabaudia dove ogni tanto la temperatura invernale raggiunge purtroppo picchi di freddo intenso.
Ciao,Sergio.
Parajubaea cocoides
Infiorescenze di Sabal palmetto nel mio giardino.
Sergio
Sabal palmetto
Calogero, ti ringrazio per la gentilezza.Sicuramente con minime intorno a 0°C non hai problemi a coltivare la Caryota gigas,oggi ribattezzata “obtusa”. Tieni presente che emette delle foglie lunghissime-
Sergio
Federico, sono sicuro al 100% perchè ho raccolto io stesso i semi a Palermo nel 1995 e li ho seminati di persona. La Dracaena quindi non ha ancora 18 anni, è alta circa 5 m., non ha ancora fiorito e quindi ramificato.
Sergio.
Caio,c’è stato qualche problema a Sabaudia per la Dracaena draco quando, nel dicembre 2010, la temperatura è scesa a -7°C. Delle due che coltivavo, una è morta mentre l’altra ha resistito e si sta riprendendo lentamente. Allego una foto fatta in questi giorni.Questa Dracaena è stata seminata nel 1995.
Calogero, a sinistra della foto ed in primo piano Brahea nitida, dietro a questa 3 Rhapidophyllum hystrix ed all’angolo subito prima della succulenta Rhopalostylis sapida.
A destra Chamaerops humils cerifera e dietro Caryota gigas.
Sergio
Dracaena draco
Ciao Roberto,Lilio ha ragione,l’australis si comporta esattamente come la decora. In genere vale la regola che quasi tutte le specie australiane di Livistona si comportano come funzionalmente dioiche mentre le specie distribuite al di fuori dell’Australia sono quasi tutte ermafrodite. Pertanto è molto probabile che i semi prodotti dall’australis fossero ibridi.Ho detto “molto probabile” e non “certo” perchè non si può escludere che una palma funzionalmente dioica possa produrre pochi o pochissimi frutti o per partenocarpia(senza impollinazione)o per impollinazione vera.
Di recente un palmofilo greco ha comunicato sul Forum EPS di avere raccolto pochissimi semi dalla sua decora, unica Livistona fiorita, e di averli distribuiti ad alcuni soci.Questi semi hanno prodotto piantine.Ciao,
Sergio
Concordo con Giuseppe.
Sergio
Questa è l’altra decora
La decora nella foto è cresciuta rapidamente, ha 16/17 anni. La scorsa estate ha emesso per la prima volta 5 spadici fioriferi, i fiori si sono regolarmente aperti ma i frutti sono caduti molto presto. Pur avendo fiori ermafroditi, la specie è infatti funzionalmente dioica, ha bisogno cioè dell’impollinazione incrociata per produrre frutti e semi validi.Purtroppo un’altra decora che ho in giardino, anche più alta di questa, non ha ancora fiorito.
Sergio