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“le appendici essucche nel centro dei germogli sono brevi triangolari”.
“Appendici essucche”??? Che sono?cose che si mangiano?Comunque nessun problema,ho io la soluzione del mistero Takil.Un mio amico dice che lui con le piante ci parla,specie dopo aver bevuto un pò.Se capita dalle parti di Roma o di Firenze gli farò chiedere direttamente alle piante in questione che specie sono
😀
Saluti
Roberto
Scambiatoci un segno di pace,volevo tornare sull’argomento per una piccola considerazione.A qualcuno di voi risulta esistere una banca del DNA anche per le palme,così come esiste per le cicadee?L’analisi comparativa della sequenza genomica del DNA di una delle piante Takil-non Takil di Villa Beccari potrebbe essere paragonata a quella di una pianta appartenente con certezza a tale specie e dissolvere i dubbi.La tecnica della reazione polimerasica a catena per l’estrazione del DNA di un organismo ha oggi un costo veramente accessibile e diversi orti botanici,tra cui quello di Napoli,la utilizzano ormai da tempo per i loro studi di genetica vegetale.Certamente non è una questione di vitale importanza ma dato che la comunità scientifica è stata interessata alla vicenda,potrebbe essere una possibilità. Ne ho parlato con Luzzi il quale tra l’avvilito e il rassegnato mi ha confessato che di questi tempi il dipartimento a stento paga gli stipendi.Eppure sembra che il nostro presidente del consiglio sia molto appassionato di piante 👿 👿 👿
Roberto
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e tu lascialo cuocere, anzi digli che è una malattia grave e che se non provvede a dsifarsi di quella Cycas, tutte le altre saranno colpite 😀
Comunque a parte la curiosità del fenomeno, non è che abbia tutto sto pregio estetico. Ho un Dioon edule ed Encephalartos longifolius a due teste, ma davvero avrei preferito che rimanessero normali
Se devi buttarli via,dalli a me.Ehi Lilio,ma il Longifolius a 2 teste si chiama “Longicapus”? 😀 😀 😀
Scritto Da – roberto bruno on 17 Gennaio 2009 18:51:07
Appunto dicevo ecco le foto
Saluti
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è la cosiddetta Vulcano, ma non è una forma perfettamnete omogenea come il Trachycarpus wagnerianum. Ne ho viste divertse di provenienza Faro che ora le vende anche in Italia e comnuque qualche differenza c’è. QUanto a quella Chamareops nana è una delle solite bufale inglesi, ce ne sono a decine in giro, come ha detto Roberto basta tenerlo a stecchetto e diventa nano….. forse gli inglesi non si ricordano che il nome comune sarebbe palma nana 😀 C’è uno identico qui davanti all’ospedale civile. Belle foto Sergio, la Jubaea sembra molto diffusa a Roma.
Ciao Lilio,anchi’io pensavo si trattasse di un”Vulcano”ma quest’ultima ha caratteristiche un pò diverse da quelle della pianta di cui parliamo.In primis la Vulcano ha foglie più grandi i cui segmenti conservano una certa divisione,sebbene appena accennata.Poi il picciolo non ha alcuna spina,è molto slargato alla base,è ricoperto da abbondante indumento biancastro ed è brunastro.E infine l’aspetto generale è molto più compatto.Come me la cavo come tassonomo? 😎 Comunque ecco qualche foto:
Scritto Da – roberto bruno on 17 Gennaio 2009 17:29:45
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Ciao Tutti
Prima di tutto un complimento a Carlo per il suo grande coraggio nell’ammettere i suoi errori.
Carlo!!!mi sei proprio piaciuto.
Ora toccherebbe anche a qualche altro riportare i toni del forum a livelli piu’ amichevoli.Sopratutto perche sarebbe veramente un peccato perdere qualche membro autorevole solo per colpa di qualche scaramuccia che poteva essere evitata.
daniele
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Daniele,io non ho visto nulla di poco amichevole nei toni della discussione tra Carlo e M@x .Suppongo che entrambi abbiano abbandonato la scuola materna da un pezzo e succede spesso così quando i protagonisti di uno scontro dialettico siano profondamente addentro al tema di cui si discute.Io personalmente mi auguro altre discussioni così tecniche su argomenti così interessanti come quello in questione 😉
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Bellissime le palme a Roma, soprattutto le Jubaea. Se fossi romano pianterei Jubaea e B.armata dovunque… verde/blu, verde/blu, verde/blu,… 🙂E’ anche molto ornamentale la Chamaerops dalle foglie atipiche… mi ricorda il Sabal palmetto ‘Lisa’
Carlo
Concordo pienamente.Se solo avessimo l’aspettativa di vita di Matusalemme…!
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Qualcuno di voi sa dove acquistare una simile Chamaerops qui in Italia??
Questa nella foto e’ in vendita in Inghilterra
E’ una forma nana . Non ne avevo mai viste prima
M@x
Ciao M@x,non c’è bisogno che l’acquisti.Fai così:compra un comune piccolo Chamaerops,mettilo in un vaso come quello della foto,usa un substrato tipo creta,tienilo sempre al sole,non innaffiarlo nè concimarlo mai.Vedrai che tra 20 anni avrai una pianta identica a quella della foto 😀 😀
Ti ha mai fruttificato ?
Saluti, Caio.
certamente le forme variegate o “pictate” sono sempre il risultato di una virosi che però mi sembra non accada di frequente nel genere palme.E’un maschio.
Caro M@x,il buon Luzzi gli occhiali ce li ha già e comunque non so in base a quale criterio abbia concluso che quei Trachi non sono Takil.Ma io dico:come si fà a riconoscere che specie di Trachicarpus è quando si parla di piante di 15-20 metri?Per me i Trachi sono tutti uguali,cioè brutti.
Salutoni
Scritto Da – roberto bruno on 15 Gennaio 2009 16:03:41
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Ciao Federico,purtroppo sembra che quelle poche persone che circa 100 anni fa hanno piantato queste palme siano rimaste uniche.
Devo però dire che tra tutte le palme delle foto quella che mi incuriosisce di più è la strana Chamaerops humilis. Penso sia una delle oltre 40 varietà riconosciute.
Anche questa credo che sia tra le 40
Ha foglie molto coriacee praticamente indivise e bellissime spine di circa 3 cm.Accestisce molto ma tutti i tentativi che ho fatto di divisione sono falliti.Se qualcuno mi suggerisce un metodo di divisione efficace avrà in premio…la mia gratitudine 😀 e una piantina 😉 .
Saluti
Solo un’appendice sull’argomento.A detta di Luzzi,Lorek identificò come Takil alcune piante anche sulla base della posizione dell’embrione all’interno del seme,che pare assuma una posizione peculiare in questa specie,sebbene all’epoca dello studio ormai molte piante erano talmente vetuste che non producevano più semi.E inoltre,a differenza di quanto ho detto nel mio precedente post,il Beccari non raccolse personalmente i semi dall’habitat ma gli furono portati,assieme a semi di altre specie di palme asiatiche(verosimilmente Nannorrhops e P.Silvestris) da suoi colleghi botanici.Per cui potrebbe anche essere che in quel giardino Takil non ce ne siano mai stati!Infine,visto che parliamo di Trachicarpus,vi posto una foto di una mia pianta regalatami alcuni anni fa da un vivaista che riteneva fosse irrimediabilmente malata,visto che cresceva pochissimo ed era sempre”gialla”.Invece è una variegatura che sta conservando nel tempo.Non ha mai avuto un bell’aspetto generale ma mi sembra comunque una pianta interessante.
Saluti
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20m ….. non ti dice niente 20 m ????
stupisce si, certo che stupisce …. se sai che il fortunei a 20 m non ci arriva mai ….neanche in Calabria
Ma esistono palme alte 20 m?Voi ne avete mai viste?Io ho le vertigini solo a leggerli 20 m.
Sergio,quello che posso dire io sulla vicenda non chiarirà il motivo del contendere ma ho da raccontare qualcosa in merito,visto che in minima parte la questione mi ha sfiorato.Circa 10 anni fa fu affidato a Paolo Luzzi,ricercatore e responsabile della collezione di arecacee dell’Orto di Firenze(e mio amico) l’incarico del restauro del giardino di Villa Beccari.Dopo una prima ispezione notò che non c’era alcuna traccia dei Takil che lo stesso Beccari descriveva essere presenti nel giardino,cresciuti da semi che lui stesso aveva raccolto in habitat.In particolare dovevano essere dei Takil i due grandi trachicarpus posti davanti al prospetto della villa.Luzzi,sebbene molto appassionato,non è un vero esperto di palme,ma ebbe pochi dubbi sul fatto che in quel giardino non c’era ombra di Takil,contrariamente a quanto affermava il Lorek,con cui ebbe una discussione in merito.Anzi,convinto della sua opinione,mi chiese di aiutarlo a trovare dei Takil di grosse dimensioni per impiantarli.Riuscii a trovarne uno piccolino e no so se mai ha messo radici in quel giardino:in tal caso mi perdonereste una punta di orgoglio.Proverò a sentire da Luzzi se ci sono stati sviluppi ma certamente la testimonianza di Carlo sarà dirimente.
Saluti
Roberto
Scritto Da – roberto bruno on 14 Gennaio 2009 19:55:36
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Vedo che , come il mio prato inglese (festuca ed altro) anche il tuo è infestato da “quadrifoglio”, hai in mente un buon diserbante selettivo?
Complimenti per il tuo Orto Botanico, e per le Lepidozamie auguri e figlie…rigorosamente femmine.😀
Calabria – Golfo di Sant’Eufemia – 445 s.l.m.
Latitudine 38°50′
Zona climatica 9a/9b (USDA)
Clima temperato subtropicale (Koppen)
Caro Traiano,il diserbante che ho in mente di usare sarà totale.La mia esperienza con il prato è stata fallimentare.Sempre pieno di infestanti,mai uniforme,impegno costante(anche economico).Probabilmente è il risultato del fai da te,sebbene non ho mai visto un bel prato come me lo immaginavo io da Roma in giù.Sicuramente qualche esperto in materia del forum potrà consigliarti meglio.
Saluti
Roberto
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roberto,molto belle!,in pratica da te superano gli inverni con temperature minime che scendono a -4?giuseppe
Ciao Gius,ho avuto più volte -3C° lo scorso inverno e non hanno riportato alcun danno serio,eccetto quella senza alcun riparo naturale che ha solo imbrunito un pò le foglie.Comunque come già ribadito ampiamente,più una pianta è in salute e più è efficace la risposta agli stimoli ambientali.Penso che potenzialmente questa specie possa resistere anche a temperature inferiori.
Saluti
Roberto
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Bella ,elegante e rustica.Ne coltivo 2 da diversi anni,crescono abbastanza rapidamente,resistono sino a -3 senza scomporsi e mi sembra che non gradiscono il sole pieno.Ho provato a impollinare la femmina lo scorso anno ma nisba.Se ne trovano in giro di esemplari veramente notevoli a prezzi accessibili.Si mormora che in Sicilia ci sia una coltivazione in pieno campo di migliaia di esemplari ormai ventennali.Chissà che spettacolo.
Saluti
RobertoRoberto se puoi posta le tue in foto.
Calabria – Golfo di Sant’Eufemia – 445 s.l.m.
Latitudine 38°50′
Zona climatica 9a/9b (USDA)
Clima temperato subtropicale (Koppen)
Questa è la mia famigliola ahimè ancora senza prole
Papà
Mamma
Se son rose…
Saluti
Roberto
A proposito di foglie che si schiudono,un evento lieto per me di questi giorni gelidi è l’apertura di una foglia di una Livistona Mariae(si chiama ancora così?)Certo non è bella come quella di una Chambeyronia ma è ugualmente eccitante.E’questa una testimonianza di rusticità di questa specie?Avete dati in merito?Sergio,mi ha detto l’uccellino che la tua prossima monografia riguarda proprio il genere Livistona:non vedo l’ora di vederla sul forum.
Saluti
Roberto
Concordo con Pietro sul fatto che le eccessive temperature possano non essere il principale fattore limitante nella coltivazione di questa specie.Io ne ho messa a dimora una circa tre anni fa in posizione completamente ombreggiata e scarsamente irrigata.Ha sperimentato sia i 40 che i -4C° senza apparente sofferenza.Mi è sembrato però che la sua stagione vegetativa duri da settembre,in concomitanza del discreto gradiente termico giorno-notte,sino a dicembre.All’Orto di Palermo ce ne sono diverse esposte a sole pieno che non sembrano bellissime ma respirano ancora.Non posso dire nulla invece circa il ph che gradisce:non ho mai testato quello del terreno del mio giardino e credo che mai lo farò.
Saluti
Roberto
Bella pianta.Avrà certamente gradito la mitezza di questa prima parte dell’inverno,specie da te,unitamente all’abbondanza delle precipitazioni.Oppure magari è diventata”grande”.Comunque anche il mio giardino è pieno di foglie rosse:ma ahimè sono il risultato delle ormai quotidiane gelate! 😡
Roberto
Bella ,elegante e rustica.Ne coltivo 2 da diversi anni,crescono abbastanza rapidamente,resistono sino a -3 senza scomporsi e mi sembra che non gradiscono il sole pieno.Ho provato a impollinare la femmina lo scorso anno ma nisba.Se ne trovano in giro di esemplari veramente notevoli a prezzi accessibili.Si mormora che in Sicilia ci sia una coltivazione in pieno campo di migliaia di esemplari ormai ventennali.Chissà che spettacolo.
Saluti
Roberto
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Il nubimontanus blu è quello più costoso..In effetti uno dei lati negativi di queste piante è il listino da gioielleria…
Il sito australiano che ho citato propone dlle offerte 6 al prezzo di 5, magari si potrebbe organizzare un gruppo d’acquisto in modo da ammortizzare il costo del cities..Federico
Ravenna
Zona climatica 8a/8b (USDA)Scritto Da – ffeeddee on 31 Dicembre 2008 14:12:59
Scritto Da – ffeeddee on 31 Dicembre 2008 14:14:14
La mia idea è che acquistare cicadee per corrispondenza equivale a buttare soldi al vento.Per mia esperienza personale piantine che non abbiano almeno 6/7 cm di cauda e adeguato apparato radicale hanno veramente poche chances di sopravvivere a espianto e nuove condizioni di coltivazione.Forse alcune specie di comprovata rusticità,come quelle blu più comuni,possono cavarsela meglio,ma,qualora non defungono,necessitano di anni per riprendere il ritmo di crescita naturale.A questo punto molto meglio acquistare dei semi,che,sebbene ormai carissimi,possono dare nel giro di pochi anni risultati uguali se non migliori.Il discorso è un pò diverso per le piante più grandi,ma tu spenderesti 1.500 euri e più per una cauda di Nubimontanus di 15 cm di cui nessuno potrà garantirti il futuro?C’è inoltre un altra questione che ho potuto sperimentale personalmente.Gli esportatori sudafricani sono dei veri furbacchioni perchè i prezzi delle piante per l’export sono circa 10 volte più alti di quelli per il mercato locale,come si vede dalle continue aste di piante bandite dalla compagnia Omniland che possono tranquillamente essere visionate sul loro sito.E in più il governo sudafricano,con la nuova e molto restrittiva regolamentazione del commercio di queste piante,ha ulteriormente foraggiato la corsa al rialzo del valore delle stesse.I più attenti di voi si saranno accorti che nelle liste dei principali vivai che vendono Encephali,ci sono ormai solo specie centroafricane,alcune sino a poco fa veramente introvabili,perchè in quei paesi,mollando alla dogana qualche dollaro,ti puoi portare dietro anche un rinoceronte e relativo corno.
Una nota:la certificazione cites per l’importazione costa una bazzecola,lo sbattimento per averla costa molto di più.
Infine un’altra nota:il Nubimontanus(quello della tua foto dubito fortemente lo sia)è solo blu.
Saluti
Roberto
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Ecco una foto di un E. che potrebbe essere provato poiché ressite al sole ed al gelo:
l’eugene-maraisii (maschio)
Endemico dei monti dei distretti di Waterberg, Pietersburg, Witbank, e Middelburg nel Transvaal centrale (Sudafrica). Con gli anni può arrivare a 2.5m di altezza.
Dello stesso gruppo sono l’ E. middelburgensis , E. dyerianus , E. dolomiticus , e l’ E. hirsutus.http://www.flickr.com/photos/sftrajan/1431450842/sizes/l/
ho chiesto all’autore della foto di poterla postare
Federico
Ravenna
Zona climatica 8a/8b (USDA)
Eccome se può essere provato e altrettanto le altre specie che hai elencato.Prima però bisogna provare a ottenere un finanziamento bello sostanzioso perchè le specie che nomini sono,oltre che rare,anche costosissime.Per intenderci uno dei pochi vivai sudafricani che esporta legalmente queste specie chiede da circa 150 euri/cm per un Eugene sino a 250/cm per un Dolomiticus.Un pò troppo secondo me per vedere se sopravvivono.Io comunque un biglietto della lotteria l’ho comprato.
Saluti
Roberto
Che la salute sia con noi e con le nostre amate anche per il prossimo anno.
Auguri dal Salento
Roberto
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Ho due Macrozamia in giardino a Sabaudia di cui non conosco la specie.Confesso di essere purtroppo notevolmente ignorante sull’argomento “Cycadales” per cui sarei molto grato a chi mi potesse suggerire di che specie si tratti. Con riferimento a quella delle prime due foto ho pensato che potesse essere una M. serpentina ma ho notato che il callo alla base delle pinnule è color crema e non rosa/rosso.
Caro Sergio,mai impresa potrebbe apparire più ardua di riconoscere una specie di Macrozamia da una foto e per di più se si tratta di una pianta giovanile.Ho avuto modo di vedere diverse specie di Macrozamia in coltivazione e all’interno delle due grandi sezioni in cui vengono catalogate le circa 38 specie conosciute(Macrozamia e Parazamia)sembrano veramente quasi tutte uguali.Ma io non sono un tassonomo…Tra le cicadee che coltivo sono le più ingrate:Esasperatamente lente,al sole ingialliscono,all’ombra sono perennemente infestate da cocciniglia,se subiscono un trauma di qualsiasi natura ci mettono un lustro per recuperare e poi guai a farle assaggiare il Fosforo che c’è comunemente in tutti i fertilizzanti.Sembra che nel terreno dove crescono in Australia questo macroelemento sia praticamente assente.Però ho visto bellissime piante in giro e quindi forse dovrei provare a dipingere il mio pollice di verde.Per venire alle tue piante,l’aspetto arruffato delle foglie della prima pianta non credo sia una caratteristica della specie,quanto un verosimile trauma del meristema.Mi sembra infatti che le nuove foglie abbiano un aspetto più regolare.Secondo me è una Communis ma non ci giuro.Forse Lilio potrà essere più preciso.
Saluti
Roberto
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Protesto formalmente contro l’uso delle xXW la liberta’ di parola e di encephalartos 👿 👿
Federico
Ravenna
Zona climatica 8a/8b (USDA)Le x però sanno di censura, si potrebbe scrivere “un famoso sito inglese che vende palme e cycas” (che tra parentesi ha proprio una svendita al 30% con anche encephalartos.. è quello?)
Federico
Ravenna
Zona climatica 8a/8b (USDA)
Yes
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Protesto formalmente contro l’uso delle xXW la liberta’ di parola e di encephalartos 👿 👿
Federico
Ravenna
Zona climatica 8a/8b (USDA)
Sono d’accordo con te e con Carlo su tutto,ma non ci ricasco:ho ancora le orecchie arrossate dall’ultima tiratina.Abbiamo ormai chiarito che questo tipo di informazioni possiamo scambiarcele solo in via privata e quindi,caro Caio,finchè la tua mail non sarà ad uso degli altri forumisti,difficilmente le potrai avere.
Saluti
Roberto
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A I U T O o o o …..
Ora che ci siamo ben chiariti su diritti, concessioni, liberi utilizzi ecc, non c’è nessun’altro che ha da riferire esperienze dirette in fatto di coltivazione e reperimento della specie E N C E P H A L A R T O S ?? 😎 😎
Nel ringraziare, saluto, ciao 🙂
Hai dato un occhiata ai saldi di xxxxxxxx?
x
Scritto Da – roberto bruno on 21 Dicembre 2008 21:02:36
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Suggeriscimi quale bella palma piuttosto, (ho letto su questo forum per la mia zona climatica simile alla tua potrei provare circa un centianio di palme differenti)!!
Ho abbandonato quasi definitivamente l’idea delle Dypsis (trovo la Decaryi eccitante), Bismarchia, Rhopalostylis bauerii e sapida,
e molte altre 😡
😡Calabria – Golfo di Sant’Eufemia – 445 s.l.m.
Latitudine 38°50′
Zona climatica 9a/9b (USDA)
Clima temperato subtropicale (Koppen)Scritto Da – Traiano on 19 Dicembre 2008 00:36:07
Alle specie che ti ha già suggerito Federico aggiungerei la Copernicia Alba e la Jubaeopsis Caffra.Da me hanno sopravvissuto intatte agli ultimi inverni di cui l’ultimo non poco freddo.
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Caio, ho visto, non direttamente ma solo in fotografia, un solo Ceroxylon adulto in coltivazione e precisamente un Ceroxylon hexandrum con un tronco di circa 6 m. coltivato nel giardino della californiana Pauleen Sullivan. Nella stessa foto si vede, accanto al Ceroxylon, uno stupendo Dypsis decipiens con un tronco di almeno 3 m. Faccio presente che ho provato più volte a coltivare anche quest’ultima specie con risultati sempre uguali a quelli dei Ceroxylon.
Pertanto, poichè ritengo che il D. decipiens muoia per la mancanza del desiderato livello di acidità nel terreno, penso che la stessa cosa accada per i Ceroxylon.Possiamo fare molte ipotesi, anche quelle sull’aria rarefatta e sulle brusche differenze di temperatura tra giorno e notte nelle zone di distribuzione, tuttavia resto convinto che i Ceroxylon muoiano per problemi legati alla mancanza di acidità nel terreno. Questa è, a mio avviso,la causa principale. Non escludo però che ci possano essere anche delle concause.
Insisto nel dire che tu, tra tutti noi, hai le maggiori possibilità di riuscire a coltivarli dato il particolare livello di acidità del terreno sul quale vivi.
Eppure Sergio io ho visto delle foto di una coltivazione in pieno campo di Ceroxylon Alpinum in un vivaio di Alicante in Spagna.Non so delle caratteristiche del terreno e climatiche di quel posto.L’Orto Botanico di Catania ne ha acquisita una la primavera scorsa.Chissà se è ancora viva.