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Nell’aspetto generale la Multifrondis è indistinguibile dalla Debaoensis
Una visione ravvicinata e l’ispezione delle pinnule documenta invece differenze evidenti
A sinistra la pinnula della Debaoensis,a destra quella della Multifrondis.
Quest’ultima a discapito del nome,ha pinnule molto meno divise,più larghe e più lunghe,di un verde più scuro e con margini ondulati.
Rusticità e velocità di crescita uguali.E’facile aspettarsi un cono a 10-12 anni dalla semina.
Saluti
Roberto Bruno
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Ciao vorrei comprare un encephalartos di questa specie,vorrei delle informazioni inerenti alla sua cultura.E’ rustico? Grazie
Provalo senza alcun timore.La mia pianta è in piena terra da poco tempo ma ha sperimentato in passato gelate consistenti senza danni.La letteratura riporta -4C° come limite per questa specie.Cresce veloce ed è discretamente pollonante.E’ proprio il Latifrons de noantri.
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Ciao Roberto
le mie sono le prime tre, quindi ancora non caratterizzate, penso abbiano due anni.Federico
Ravenna
Zona climatica 8a/8b (USDA)
Ciao Fede,non per scoraggiarti,ma a due anni le foglie della Debaoensis sono già caratterizzate,anzi per mia esperienza personale sono caratterizzate sin dalla prima foglia.Dai un’occhiata qui
http://cycadforum.co.za/index.php?topic=50.0
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Ciao,
– Pindo, era facile, Nypa e Pandanus hanno frutti molto simili;
-Sergio, non è necessario e non è consigliabile, la Nypa cresce in prossimità delle coste e negli estuari, dove c’è prevalentemente acqua dolce. Sopporta l’acqua un pò salmastra, ma senza esagerazioni.Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Azz!battuto sul tempo.Contento comunque di non aver detto fesserie.
Saluti
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Grazie Pietro e Pindo per i vostri risolutivi suggerimenti.A questo punto ho un sospetto:è opportuno immergere i semi in acqua salata?Avete qualche esperienza in proposito?
Grazie e saluti,
Sergio.
Ciao Sergio,non ho ovviamente esperienze di coltivazione di Nypa,ma a naso mi verrebbe da pensare che non sia una buona idea immergerli in acqua salata.Le colonie di Nypa che ho visto in natura popolano lagune o estuari di fiumi dove la salinità dell’acqua è estremamente diluita e si interrompono drasticamente allorchè l’acqua diventa completamente marina.Le Mangrovie hanno un comportamento analogo.In definitiva ritengo che la salinità possa tuttalpiù essere tollerata ma mai gradita.Per il resto un substrato perennemente allagato credo sia indispensabile.
Saluti
Roberto
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Quanto alla debaoensis ho letto che è più resistente di quanto si pensasse vista l’origine.
Un seedling di due foglie di cycas revoluta x debaoensis ha resistito senza problemi al
passato inverno in serra fredda (fino a -7 C con alcuni giorni completamente sotto zero)
ciaoFederico
Ravenna
Zona climatica 8a/8b (USDA)
Ho tentato l’ibridazione di una femmina di Revoluta con un maschio di Debaoensis un mese fa.Se l’operazione avesse successo e la prole ereditasse la rusticità e le dimensioni da adulta della Revoluta e le pinnule multidivise della Debaoensis il risultato sarebbe qualcosa di desiderabile.Tu la chiameresti Deboluta o Revolensis? 😀
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EsattamenteScusami, esattamente cosa, germinano in ambiente controllato o non germinano del tutto?
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Intendevo dire che germinano certamente in ambiente controllato ma molto difficilmente in situ.Io stesso da anni non raccolgo i semi fertili che cadono dalle mie Revoluta e non mi è mai capitato di vedere nascere una piantina.Però ho notato che piante coltivate nelle identiche condizioni producono coni che giungono a maturazione contemporaneamente.Questo accade puntualmente per i miei Dioon Edule e per le mie Revoluta e pertanto penso che hai buone possibilità che le tue Macrozamia abbiano prodotto semi fertili.Seminali e facci sapere.
Saluti
Roberto
quote:
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Nei vivai che hanno piante adulte di entrambi i sessi non è raro trovare coni con semi fertili.Invece non mi è mai capitato di vedere tracce della germinazione di tali semi,riferendomi ovviamente a piante coltivate in pieno campo.
Saluti
RobertoCiao,
intendi che questi semi non germinano “spontaneamente” in loco, ma in modo controllato sì? O non germinano del tutto?Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Esattamente
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Ciao a tutti, ho trovato in rete i semi di questa bella cycas.Qualcuno di voi ha esperienze di coltivazione? Resiste al freddo? grazie
Ciao Augusto,è una pianta abbastanza rustica,esattamente come la Debaoensis e la Bifida,visto che provengono dalla stessa regione.Probabilmente è un ibrido naturale.Brucia le foglie a -2 se non è riparata,ma si riprende prontamente nella stagione vegetativa.Se hai intenzione di crescerne una preparati a liberare tra qualche anno dieci metri quadrati del tuo giardino:se coltivata in semi ombra come preferisce può fare foglie di tre metri.Se mi ricordo come si fa posterò qualche foto.
Saluti
Roberto
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se fiorisco insieme, producono i semi ?Ciao,
io non sono intervenuto con l’impollinazione manuale e mancando da noi gli insetti specifici non dovrebbero produrre semi fertili, poi non è detto, vedremo.Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Ciao Pietro,per il genere Macrozamia gli insetti non sono indispensabili ai fini dell’impollinazione,o meglio anche bestioline nostrane possono benissimo fungere da vettori.Nei vivai che hanno piante adulte di entrambi i sessi non è raro trovare coni con semi fertili.Invece non mi è mai capitato di vedere tracce della germinazione di tali semi,riferendomi ovviamente a piante coltivate in pieno campo.
Saluti
Roberto
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forse a qualcuno sfugge che quelle piante vengono dall’Africa centrale 😀
Lilio non mi sfugge affatto che siano specie molto tropicali come d’altronde Sclavoi,Kisambo e Hildebrandtii che invece sono passate indenni e non è il primo freddo che le piante delle foto sperimentano.
Per me è stato il calo repentino della temperatura in un periodo di temperature veramente miti.Mi sembra comunque un banale raffreddore.
Saluti
Roberto
Enzo e Osvaldo,quella Bismarckia è in piena terra da 5 anni e ha sperimentato anche -3 sebbene solo per una notte,ma questo non vuol dire che sia una pianta per le mie latitudini.Non ha mai avuto l’aspetto che dovrebbe avere e quindi mi sembra piuttosto che tiri a campare.Risente moltissimo dell’umidità e del freddo invernale,pertanto impiega tutta l’estate successiva a rianimarsi.Inizia a vegetare in Settembre e se l’autunno è mite schiude 3-4 foglie mai veramente glauche.Ogni inverno che passa ho paura che sia l’ultimo.La Pritchardia va stranamente meglio.La tengo in un grosso vaso riparandola d’inverno ma cresce come il nostro debito pubblico e certamente andrà in piena terra la prossima estate.
Saluti
Roberto
Ciao Antonino,diversi punti delle tua tecnica mi trovano in totale disaccordo.Intanto non vedo alcuna utilità ai fini della cicatrizzazione della ferita l’appoggiarli su sabbia.La ferita si cicatrizza in pochi giorni e comunque va sempre in qualche modo protetta.Lasciare poi tanto tempo il pollone fuori da un qualsiasi substrato immancabilmente porta a disidratazione dello stesso.Se non si produce un taglio della parte basale del pollone,la superfice utile per l’emissione di nuove radici è molto ridotta,come ridotte saranno le radici emesse.Irrigare poi un pollone che non abbia prodotto sufficente apparato radicale e ancor più senza foglie è inutile e anzi comporta un alto rischio di marciume,così come è invece consigliabile tenerlo all’ombra sino a quando non abbia prodotto nuove foglie.Ovviamente io non ho inventato nulla,ho solo seguito i dettami dei guru della coltivazione di cicadacee come Tom Broome ,Roy Osborne ed altri.
questo è uno degli articoli più interessanti circa il tema che trattiamo
http://www.pacsoa.org.au/cycads/Articles/CycadOffsets.html
e quest’altro non è da meno
http://cycadjungle.8m.com/cycadjungle/Horticulture%2C%20Article%204%20Never%20throw%20away%20a%20cycad.htm
Saluti
Roberto
Dalle mie parti solo una notte con minima -1 tra due giorni com massime vicine ai 20c,il classico”cold snap”che ha fatto non pochi danni:
Encephalartos Pterogonus
E.Concinnus
E.Chimanimanensis
E.Manikensis
E.Munchii
E.Ferox in vegetazione
Migliore la situazione dellepalme,tutte ancora in attività:
Pritchardia Hillebrandti
Bismarckia
Jubaeopsis Caffra
Liv.Muelleri che credevo un po’ più performante
Insomma,viva l’estate!
😛
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Mi dispiace Andrea, in effetti non è cosa facile, soprattutto in questo periodo.
Se chi mi ha dato i polloni, mi avesse comunicato l’intenzione di toglierli, sarei andato io personalmente a prenderli, togliendoli con le radici e soprattutto durante il preiodo giusto, ma non ho voluto “rimproverare” chi me li ha dati, dato che gentilmente me ne ha ceduto due.Effettuando delle ricerche ho trovato questo interessante sito sulle Cycas, dove c’è una pagina dedicata alla loro moltiplicazione agamica:
http://www.rhapisgardens.com/sagos/sagopups.htm
Claudio
Goni (CA)
USDA 8b/9a
Tra tutte le cicadee la Revoluta e forse quella che pone meno problemi nella riproduzione per divisione.Non è indispensabile separare il bulbo dalla pianta madre con le radici proprie perchè comunque difficilmente riusciresti a estrarle senza danneggiarle.Intanto più è grande il pollone e più alte sono le probabilità che attecchisca.Diciamo che 10 cm di diametro è una buona misura.Una volta staccato dalla pianta madre taglia con un coltello ben affilato la parte basale del bulbo,a 2-3 cm dalla base,esponendo così gli anelli del cambio vascolare,che è il tessuto meristematico modificato da cui originano le radici.mettilo ammollo in una souzione di antifungino e ormone radicante liquido per una mezz’ora.Dopo che la superfice del taglio è ben asciugata passaci sopra dello smalto acrilico come quello che si usa comunemente per verniciare:impedirà ai patogeni del terreno di penetrare nella pianta e allo stesso modo permetterà che le nuove radici fuoriescano senza difficoltà.Mettilo a dimora in un vaso di terracotta poco più grande del bulbo interrandolo per un terzo utilizzando come substrato solo pomice a piccola granulometria.Alcuni utilizzano perlite o sabbia grossolana ma quest’ultimi due conservano maggiore umidità.Per i primi mesi annaffia con molta parsimonia e solo quando il substrato è completamente asciutto.Saltuarie nebulizzazioni della cauda con antifungini e stimolanti della crescita tipo citochine o auxine sono di sicuro giovamento.In circa un anno dovresti avere un discreto apparato radicale e nuova vegetazione.
Spero di esserti stato utile.
Saluti
Roberto
Grazie delle foto,Scantini.Ogni tanto si apre qualche cassetto segreto.La Jubea ricurva è forse la più bella che abbia mai visto.
Saluti
Roberto
Sergio è esattamente quello che è successo a me con un seme germinato regalatomi qualche tempo fa da Max:l’unica grossa radice prodotta arrotolata sul fondo del vaso e emissione di una foglia molto contorta.Il tentativo di portarmi dietro un souvenir è fallito in quanto anche piantine senza ancora fusto sono pressocchè impossibili da sradicare.La pianta che avevo morì assiderata l’inverno successivo,ma quel poco che è campata è bastato per mostrare quanto è straordinariamente tenace:non ha avuto acqua se non quella poca piovana per tutta l’estate e non mostrava alcun segno di sofferenza.
Carlo io sono certo che nelle zone più calde della Sicilia possa vivere benissimo,anche perchè questa specie è diffusissima anche nel Natal in Sudafrica,che sperimenta inverni piuttosto rigidi.Provarla in pieno sole dalle mie parti significa non proteggerla da altra vegetazione e quindi esporla alla mattanza della prima gelata.Però è un peccato perchè data la lentezza della crescita potrebbe fare in modo che un giardino nel tempo non diventi una collezione di tronchi,come hai giustamente detto tu in un vecchio post.
Infine Giovanni la valigia in più era già abbastanza piena 😎 🙂
quote:
Ciaoin realtà gli ormoni radicanti sulle orchidee simpodiali (su parti differenziate di piante sviluppate, intendo, altro discorso è per i meristemi in vitro) non sono utilizzati, perchè hanno effetti necrotizzanti sul velamen radicum. Inoltre, l’NAA non è il miglior ormone radicante. Potresti provare abbassando il ppm con talco micronizzato ma, come ti ripeto, non si usa.
Altro discorso sulle orchidee monopodiali, in cui sono in corso sperimentazioni utilizzando NAA, TIBA e IBA per attivare la produzione di radici ai nodi, spesso mescolandoli con pasta di lanolina (per non far dispedere l’ormone in seguito alla pioggia et al.)
Devi riattivare dei vecchi pseudobulbi di Cymbidium? 😉
Ciao e buona giornata
ammazza Tasha!ma che mangi pane e orchidee? 😮
quote:
Hai preso qualche seme?
Federico
Ravenna
Zona climatica 8a/8b (USDA)
Ma che dici,è vietato 😉
Magnesio nelle prime due foto,potassio nella terza e nella sesta,nelle restanti due mi sembra normale senescenza fogliare.La carenza di questi due macroelementi può spesso essere indotta dalla potatura eccessiva delle palme che utilizzano questi nutrienti sfruttando i loro depositi,le foglie vecchie appunto,quando il terreno ne sia carente.Il deficit di questi due macroelementi può inoltre essere il risultato di una eccessiva somministrazione di azoto o uno squilibrio acido-basico del substrato.In terreno con un pH ideale,tra 6 e 6,8,macro e microelementi sono solubili e quindi facilmente utilizzabili allorquando siano presenti in forma bilanciata.Una concimazioni biannuale con solfato potassio-magnesiaco con un rapporto K:Mg pari a 3:1 o 2:1 è sufficente a prevenire questi disordini nutrizionali associata a una correzione del pH del terreno quando necessaria.
Bibliografia 😀
Timothy K Broschat:Hornamental Palm Horticulture
Saluti
Roberto
quote:
la prima dovrebbe essere una cycas pachipoda o elephantipes la seconda potrebbe essere una sexseminifera, volevo chiederti le piante le hai prese per caso da Scarascia?
Riconoscere una specie di Cycas è tutt’altro che agevole,dalle foto di Tasha poi è impossibile.Se si escludono 15-20 specie immediatamente distinguibili per caratteristiche peculiari,le restanti si somigliano davvero tutte.Conosco il vivaio di cui parli da cui ho preso anch’io delle grosse cycas come quelle delle foto,ma posso assicurarti che la denominazione è alquanto ipotetica.Negli ultimi tempi sono state importate diverse specie dalla Cina o dal Sud Est Asiatico,e questo è l’unico elemento che può fare immaginare a che specie appartengano.Per restare nello specifico,la base slargata del tronco è una caratteristica di almeno 10 specie di quelle parti,che diventano 20 o 30 se la pianta è stata coltivata in vaso con poco substrato.Manca una visione dell’aspetto generale del fogliame come una visione ravvicinata dei catafilli.Ma visto che sono piante belle cresciutelle e probabilmente in odore di fioritura,basterà avere un pò di pazienza e forse ci potremo fare un’idea più precisa.
Saluti
Roberto
Ciao Raf e Traiano,la Brandegeei è una delle specie più generose che coltivo.Raddoppia le dimensioni ogni anno,al ritmo di quasi una foglia a settimana nella stagione vegetativa,una delle prime a risvegliarsi e a tutt’oggi ancora in vegetazione.Sembra gradire molto le annaffiature e il sole pieno.Non so per certo quali minime possa tollerare ma dai report letti su altri forum pare che sia pianta da zona 8 e quindi probabilmente buona per la tua zona.La mia compagna Elisabetta(Canalis)la adora 😀 😀
Ciao Tasha,le tre specie che cerchi condividono in linea di massima le stesse caratteristiche in tema di rusticità e velocità di crescita.Nessuna delle tre avrà mai lo”slancio” che vorresti,specie se si parla di piante piccole.Delle tre sicuramente il Lehmanni è la specie più prodiga.Quello che ho potuto constatare io è che sono pazzescamente lenti nella fase giovanile,diciamo fino a che non abbiano raggiunto circa 15 cm di diametro di cauda(diciamo 15 anni dalla semina in condizioni ideali),dopo accelerano notevolmente e a questo stadio non sarà raro vederli vegetare anche due volte nella stessa stagione.Un’altra differenza che ho potuto notare è che le piante riprodotte da seme hanno una velocità di crescita anche doppia rispetto alle piante riprodotte da pollone in quanto le prime sviluppano un apparato radicale molto esteso e molto più efficace,con i caratteristici carotoni che un pollone non svilupperà mai e che nelle specie xeriche come quelle di cui stiamo discutendo sono particolarmente evidenti.Se la pianta che pensi di acquistare è riprodotta da seme compratela e goditela,il costo mi sembra accettabile.Se è un pollone radicato fagli una foto e mettila in un vaso:non crescerà molto ma ti risparmierai acqua,fertilizzante e un sacco di bile 😉 😉
Saluti
Roberto
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p.s.Anche il princeps è bello e glauco come quelli che hai citato, poi c’è il lanatus, l’hirsutus ..
😀
Federico
Ravenna
Zona climatica 8a/8b (USDA)
…Cerinus,Cupidus,Dyerianus,Eugene-Maraisi,Dolomiticus,Middelburgensis,Nubimontanus e perchè no anche Relictus…oddio,è suonata la sveglia!
😡
Scritto Da – roberto bruno on 19 Novembre 2009 21:08:12
riprova qui
http://www.polarpalm.net/bg/winterpalms.html
quote:
Ciao,
ricordo che esiste un altro fattore limitante, di pari importanza, oltre la temperatura delle radici, ed è la temperatura al meristema, cioè all’apice vegetativo della pianta. Quando la temperatura al meristema scende intorno a 10-12°C la proliferazione cellulare si arresta, e questo è il principio della fine della Cocos.
Naturalmente gli esperimenti vanno comunque fatti, se si vuole.Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
ciao Pietro,io ho sempre ritenuto proprio questo il principale fattore limitante la coltivazione di specie al limite per una data latitudine,piuttosto che il raffreddamento delle radici cui si può più facilmente ovviare con vari espedienti.Comunque per i tanti fan del Cocos questo è un link molto interessante:
http://www.polarpalm.net/prot.html.
Mi sembra il sistema più economico ed efficace per mantenere caldo il meristema e tutta la palma in generale.Io resto però del parere che è giusto garantire a una pianta giusto il minimo per non farla defungere in quanto tutto il resto non permette progetti a lungo termine.Fatevi un Butiagrus!
quote:
Una domanda: quali sono gli adempimenti che il possessore di piante che rientrano in Appendice 1 deve assolvere, quando trattasi di piante evidentemente piccole (quindi, si presume, non cavate in natura)?
Basta tenere copia della fattura o altro documento che attesti che quella specifica pianta è stato oggetto di commercio legale o sia il prodotto di una semina? Devo denunciare la detenzione di quelle piante al Servizio Forestale di competenze?Invio la foto di uno dei miei ultimi Diavulilli nati (come li chiamo io)
Grazie
Se chiedi alla Forestale ti diranno di tutto di più ma niente di esatto.Non è attualmente sufficente possedere fattura o ricevuta d’acquisto di pianta in app.I del CITES,quandanche l’importatore che te la abbia venduta abbia agito nel pieno rispetto delle normative.Attualmente i vivaisti che commerciano piante protette dal cites sono censiti dal servizio forestale con un codice che permette loro di rilasciare una dichiarazione su appositi stampati recanti i dati sulla pianta commercializzata.Fino a qualche tempo fa se un importatore di un paese membro della comunità europea introduceva piante in app I era egli solo obbligato ad avere regolare documentazione.oggi la stessa deve essere posseduta anche dall’acquirente,rilasciatagli ovviamente dal venditore nel modo che ho descritto sopra.Se non ce l’hai possono confiscarti il bene.
Complimenti per i diavulilli.Perchè non provi ad addestrarli a catturare Rincophori?
Saluti
Roberto
Pietro e Carlo,avete ragione entrambi:l’uno per averla correttamente identificata e l’altro per aver smentito le mie ipotesi.Come ho già detto il mio dubbio proveniva dalla mancanza di quella specie nell’indice che mi aveva fornito Manlio Speciale e non perchè io l’avessi identificata.Lo stesso Manlio sarà ben felice di avere il suo indice arricchito di una nuova specie.
Saluti
Roberto
quote:
La palma dal tronco sottile nella quinta foto mi sembra Syagrus botryophora.Carlo
Ciao Carlo,se tu dici che si tratta di un Sysgrus Botryophora,ci sono altissime possibilità che la sia,ma ho appena sentito Manlio Speciale che mi ha elencato le specie di Syagrus rappresentate nell’orto e che sono:
Cearensis
Macrocarpa
Oleracea
Romanzoffiana
Schizophylla
Yungasensis
Magari posseggono anche il Botryophora e non lo sanno
Saluti
Roberto