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E’ questa la pachira?
Paolo
Assolutamente no, questa è una Schefflera arboricola (Araliaceae).
Ciao
Pietro Puccio
Palermo
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Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
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ciao a tutti
sono un nuovo iscritto …. non so come mettere le foto per farla vedere!!!
blu57
Ciao e benvenuto,
per le foto devi prima caricarle in uno dei tanti siti gratuiti che offrono questo servizio (album on line), tipo:
http://www.photobucket.com
ed inserire nel messaggio al forum il collegamento alla foto. Se hai problemi sicuramente qualcuno del forum ti darà una mano.
Pietro Puccio
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Pietro
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Scusate,
si può sapere qulacosa di più. Ha fatto il Palmetum significa che tutto questo Eden lo ha creato lui? Alle Canarie?
😮
Ciao,
una decina di anni or sono (mi pare) l’Alcalde di Santa Cruz de Tenerife (Isole Canarie) inviò una lettera a tutti i soci della International Palm Society invitando, chi volesse, a collaborare a realizzare sulla ex discarica della città un palmeto.
Carlo, poco più che magiorenne, prese la pal..ma al balzo e si trasferì armi, bagagli e università colà, e così è nato il Palmetum.
– Giannipa, abbagliato dalle palmifiche visioni, ti è sfuggito che il luogo è specificato nei link riportati.
Pietro Puccio
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Pietro
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Complimenti Carlo per tutto il servizio che hai fatto. 😡
Lulù
Carlo Morici non ha fatto il servizio ha fatto il Palmetum!! (oltre i servizi fotografici, naturalmente).
Pietro Puccio
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Pietro
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Carletum Palmorici: 🙂 🙂
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Pietro Puccio
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Pietro
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Grazie Martina,
per i semi non ci ho fatto mai caso, ad ogni modo non sono mai nate piante sotto.
PS: in realtà sono due specie differenti (H. tettensis e H. sanguinea).
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao,
– Martina, sì è la Jatropha integerrima;
– Lulù, per la temperatura minima del wallichii, ripeto, non ho esperienza diretta ed i pareri sono discordanti.
Messi vicini, indubbiamente il paniculatum attira l’attenzione molto di più, sia per il colore che per l’aspetto piuttosto inusuale. Il colore dalla foto sembrerebbe più sull’arancio che sul rosa, arancio che si presenta spesso nel paniculatum.
Pietro Puccio
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Ciao
– Martina,
ma la Holmskioldia “Mandarin blue” ti fiorisce ora? Io ne ho una in vaso da anni (non so dove collocarla) che fiorisce in primavera-estate.
– Traudi, oltre alle varietà arancio citate da Martina ne esistono di gialle (ma mi sembra che a te interessano di più i rossi).
Pietro Puccio
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Pietro
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Grazie Lucia per la risposta e per la foto che mi permette di fare una domanda al forum.
La mia racemosa, come quella di un altro amico che ha (la racemosa) la stessa fonte, a volte fa fiori come “schiacciati”, tipo quello della foto. Si era pensato che ciò fosse dovuto ad un difetto genetico del clone (data la identica fonte è molto probabile che derivino dalla stessa pianta). L’ibrido ‘Marloes’ sembra invece avere ereditato dalla racemosa la stessa caratteristica e dato che è molto poco probabile (anche se la storia botanica ci dice che non è impossibile) che la pianta madre usata per l’ibridazione provenisse dallo stesso clone, se ne deduce che potrebbe essere una caratteristica della specie (caratteristica che non ho mai riscontrato in altre passiflore, ma io ne posseggo ben poche). Qualcuno ha informazioni in merito?
Pietro Puccio
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Scritto Da – pietropuccio on 12 Novembre 2006 18:16:03
Pietro
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Una volta qualcuno mi ha detto che era possibile utilizzare anche il substrato da orchidee, il bark, ma non so quanto sia vero… 😳
Ciao Claudia,
il “qualcuno” sono forse io? Sicuramente in passato l’ho scritto più volte e confermo che è una buona soluzione, non l’ho consigliato a Lucia perchè non ama le orchidee e quindi non ha a disposizione i relativi composti ed in ogni caso quello indicato mi sembra altrettanto adatto.
PS: il mio substrato preferito è…. l’aria.
Pietro Puccio
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Ciao Paolo,
non sono la stessa cosa e sicuramente la tua non è una maliformis, che ha le foglie ovate, mentre la tua è pentalobata (come la ‘Incense’).
Pietro Puccio
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Pietro
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Ma ritornano tutte su le discussioni modificate?? Mi sono dimenticato come si fa a ridimensionare le foto… 😡
Ciao Giovanni,
sì, quando si modifica un messaggio viene automaticamente aggiornato. Per ridimensionare le foto, se non hai un progarmma specifico tipo Adobe, credo si possa usare PICASA scaricabile gratuitamente da google, oppure usare Powerpoint (ma è un pò più complicato) oppure, se come credo quelle troppo grandi che vuoi ridimensionare non sono molte, mi mandi il link all’indirizzo di posta elettronica che è nel mio profilo e te le riduco e rinvio, dovrai essere poi tu a sostituire in photobucket le foto. In questo modo risparmi spazio anche lì, su photobucket (quello gratuito è limitato).
Pietro Puccio
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Scritto Da – pietropuccio on 12 Novembre 2006 11:44:25
Pietro
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Ciao Lucia,
intanto, come Garibaldi, “Obbedisco” (ma chi mi credo di essere 🙂 ) e ubbidirò.
Credo però, ma non ne sono sicuro, che forse non è necessario eliminare molte foto pregresse, essendo tutte, mi pare, conservate su siti esterni, anche se probabilmente ne rimane traccia nella memoria temporanea del computer del forum. Sicuramente molte e pesanti foto potrebbero appesantire il forum all’apertura, specie per chi non ha collegamenti molto veloci, ed a volte ‘distraggono’ dal punto focale del messaggio (una mia reazione istintiva – non so gli altri – quando vedo in altri forum messaggi con molte foto, è di scorrere velocemente ed arrivare alla fine).
Per fortuna qui fino ad ora siamo stati tutti morigerati, altrove ho visto messaggi con anche più di 40-50 foto di cui il 90% ed oltre perfettamente inutili. Hai fatto quindi bene a ricordarci la moderazione, io ad es., data l’età tendo a dimenticare 🙂 .
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Paolo,
con piante marginali, climaticamente parlando, le previsioni sono molto difficili dato che entrano in gioco diversi parametri, non soltanto le minime assolute, la risposta definitiva in questo caso la da la prova sul campo. Io proverei con una pianta in vaso, nella posizione più riparata, in modo da poterla ritirare in caso di necessità. Tra le varietà di Plumeria rubra (le altre specie, obtusa e pudica sono difficili o impossibili da mantenere fuori anche a Palermo) quella che fino ad ora è risultata insuperabile per resistenza e produzione di fiori è la ‘Aztec gold’.
Pietro Puccio
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Ciao Piera,
io non sono un fine ed attento osservatore come te, certamente tutti i nuovi segnali che hai evidenziato hanno un significato, la mia ‘previsione’ si basa su qualcosa di molto banale, in passato quando ho fatto radicare talee di Epi., hanno fiorito generalmente dopo due, ed in qualche caso tre, stagioni. Hanno avuto bisogno cioè di ben stabilizzarsi nella nuova situazione e raggiungere una certa dimensione (quindi riserve nutritive). Naturalmente sono importantissime le tue osservazioni perchè possono dare indicazioni precise (e non empiriche come i miei ricordi), utili per tutti.
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Paolo,
benvenuto (e complimenti per il blog). Le risposte alle notizie che chiedi le puoi già trovare nel sito di Lucia, e precisamente qui:
http://www.tropicamente.it/home/catalogo/cata/o-p-q/Plumeria_coltivazione.zip
naturalmente riguardo alla possibilità di coltivazione all’aperto sarebbe auspicabile l’intervento di tuoi conterranei che hanno fatto prove in tal senso. Posso dirti che in Sicilia, lungo le coste è coltivabile in piena terra, ma è pur sempre una pianta ai limiti, climaticamente parlando. Può sopportare rare puntate appena sotto lo zero per brevissimo tempo e completamente asciutta (e con possibile daneggiamento apicale). Occorrerebbe quindi conoscere meglio le condizioni climatiche ed eventualmente individuare un posto riparato, rigorosamente esposto a sud, protetto dall’alto dalla pioggia e dall’umidità in cui tentare. Ad ogni modo le plumerie si possono coltivare benissimo in vaso, riparandole in inverno in un locale asciutto dove le temperature non scendano mai (orientativamente) sotto i +10 / +12°C (ma più è certamente meglio). Tieni presente che forse la collezione più ricca di plumerie in Italia è sulle colline bolognesi, in inverno in serra riscaldata ed in estate all’aperto con fioriture spettacolari.
Pietro Puccio
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Pietro
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un’altra delle “piccoline” di Lucia…
Ciao Martina,
il “piccoline” è in senso affettuoso, o si riferisce alle dimensioni del fiore, perchè dato i genitori non dovrebbe essere affatto piccolo.
A proposito di colori, naturalmente la P. racemosa non ti manca 😉 .
Pietro Puccio
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Ciao Lucia,
non sono assolutamente il più adatto a dare consigli in merito, ma “ad occhio” mi sembra che alcuni terricci molto porosi e grossolani – come pezzatura di inerti – che ho visto in alcune tue plumerie, possa andare bene, magari aumentando la quantità di inerte ed usando vasi piuttosto piccoli. Le Hoya infatti amano moltissimo l’aria umida circolante, molto meno il terriccio bagnato. Aggiungo che anche se non sono particolarmente schizzinose, il comopsto dovrebbe essere neutro o lievemente acido.
Pietro Puccio
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Scusami Lucia e scusate tutti, mi ero dimenticato (imperdonabile!) di questa utilissima presentazione di Lucia sul taleaggio delle plumerie.
Per il link occorre togliere il punto finale dopo zip, ad ogni modo è questo:
http://www.tropicamente.it/home/catalogo/cata/o-p-q/Moltiplicazione_Plumeria_da_talea.zip
Pietro Puccio
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Scritto Da – pietropuccio on 11 Novembre 2006 08:42:15
Pietro
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Ciao Piera,
complimenti per questa magnifica pianta, che la prossima primavera dovrebbe regalarti una abbondante fioritura.
Riguardo ai tuoi dubbi, ti riferisco il poco che so: trattandosi di piante epifite in natura è normalissimo che tendano a radicare da qualsiasi punto dei fusti appena l’umidità ambientale è favorevole e che comunque tendano a dirigersi dove l’umidità è maggiore.
Riguardo alla domanda se sia o meno un Epiphyllum, dare una risposta è (almeno per me) estremamente difficile, non solo perchè i botanici nelle loro revisioni più recenti hanno un pò rivoluzionato la nomenclatura delle cactaceae epifite (e non solo). Quelli che infatti vengono genericamente chiamati Epiphyllum, a fiori grandi, colorati e diurni, sono in realtà il risultato di una lunga serie di incroci, reincroci, ibridazioni interspecifiche e intergeneriche in cui le specie di Epiphyllum (che sono a fioritura notturna) sono poco o nulla presenti, mentre sono presenti altre specie di cactaceae epifite (Disocactus, Selenicereus ecc) tanto che a livello amatoriale è stato proposto di chiamarli epicacti. La presenza nella stessa pianta di fusti cilindrici, piatti e a costa, nonchè la colorazione (a parte quella che deriva da condizioni ambientali) è un ‘ricordo’ genetico della numerosa parentela. Quindi non è il caso di preoccuparsi del loro multiforme aspetto.
Pietro Puccio
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Io ti ho già risposto “dall’altra parte”…
In effetti Pietro ti ha ribadito quanto ti è già stato detto….
Se non è un segreto, dove? Sono sempre interessato ai ‘luoghi’ dove si parla di plumerie. 🙂
Pietro Puccio
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non so cosa sia il “callo” al punto 7
Ciao,
il callo è quel tessuto…. calloso che si forma alla base della talea lungo il taglio. E’ da questo tessuto, e solo da questo, che si formano le radici. In sintesi la radicazione di una talea di plumeria avviene in più fasi. Inizialmente (salvo marciumi) si forma questo tessuto calloso, processo che può durare anche 10-15 settimane; raggiunte le dimensioni finali da questo si sviluppano delle radici sottili, tipo capillari, sono le radici che assorbono i nutrienti dal terreno e iniziano a nutrire la talea che comincia a muovere le foglioline apicali. Susseguentemente vengono emesse radici di calibro più grosso che oltre al normale compito di nutrire stabilizzano la talea nel terreno, contemporaneamente la crescita delle foglie inizia ad assumere il ritmo della pianta adulta. Tutto ciò se la talea è stata messa a radicare intorno ad aprile e quindi (nel nostro emisfero) nelle condizioni climatiche ideali.
Ribadisco che superato il pericolo di marciumi iniziali, il periodo più delicato è quello dell’emissione delle radici capillari, il loro danneggiamento provoca un arresto del processo e se ciò avviene verso il finire dell’estate può essere in certi casi fatale.
In sintesi, per quel che è la mia esperienza, le cause di insuccesso sono dovute, a pari merito, a marciume per ristagno d’acqua o comunque per terriccio poco areato, ad eccesso di profondità nel terriccio della talea, il che ci riporta alla situazione precedente, e al danneggiamento dei capillari, da ciò l’importanza, spesso sottovalutata, di tenere ben ferma la talea.
Quindi regola d’oro, trattare le talee con studiata noncuranza e tenere le mani quanto più lontano possibile (almeno finchè non si è fatta esperienza).
Per l’immediato futuro, puoi fare delle foto delle talee superstiti? Il fatto che la talea non è dura di per sé non è brutto indice, l’importante è che la base non sia marcia ed accertarsene non è difficile (se è marcia, il colore del fusto sotto la ‘pellicola’ esterna è nero). Infine attualmente come sono sistemate (vasi singoli o altro, loro dimensione, composizione del terreno…).
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao e benvenuto,
dovresti specificare la località in cui vivi, per avere una idea del clima. Per quanto riguarda il tuo problema, ti indico genericamente alcuni punti che ritengo importanti, per poi approfondire, con l’aiuto degli altri plumeriofili del forum 🙂 . Con riferimento alle varietà di plumeria rubra:
1) il periodo migliore per prelevare talee è verso la fine del periodo di riposo, quando ancora non hanno emesso le foglie;
2) la talea va fatta asciugare per qualche giorno (6-10);
3) usare substrati estremamente porosi, qundi con una consistente porzione di inerti, quali agriperlite;
4) la talea va inserita nel substrato per due-tre cm e quindi va tenuta ben ferma con un tutore;
5) mantenere il substrato appena umido;
6) le talee a radicare vanno esposte alla massima luce solare;
7) evitare di tirarle fuori, e comunque strattonarle, le prime radici dopo il “callo” sono estremamente delicate, disturbandole si ferma il processo di radicazione.
Questo per cominciare, in attesa di altri pareri.
PS: il lombrico è innocente, ha semplicemente occupato un posto libero 😉
Pietro Puccio
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Ho sbagliato, eppure ero convinta lo avessi fatto………..
Pardon!!! 😡
Lulù
Non hai sbagliato, lo ha fatto, lo ha fatto!! Proprio con me (Passiflora ‘Piresea’)! Sicuramente gli rimorde la coscienza e ne ha rimosso il ricordo 😀 .
Pietro Puccio
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Ciao Lulù,
non sei del tutto lontana dalla verità, la Musa acuminata è una specie molto variabile, insieme a sottospecie e varietà, quindi non è detto che la pianta da seme abbia caratteristiche identiche alla madre, la certezza si ha solo con la divisione o eventuale moltiplicazione meristematica. Lo stesso discorso vale per la ‘Sumatrana’, anche questa considerata come la ‘Zebrina’ prima specie, poi sottospecie ed ora, forse dopo studi sul DNA, qualcuno comincia a considerarle semplici varietà della acuminata. Producono comunque semi fertili, ma come detto, non c’è certezza.
Pietro Puccio
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desidero esprimere il mio apprezzamento per la composizione fotografica…. Sempre il Betto dice che il fluminense fruttifica regolarmente .. Pietro, sai cosa devi fare?
Carina la sviolinata, ma non mi sembra del tutto disinteressata….
Pietro Puccio
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Che mi dite?
Cosa vuoi che ti dica uno che non è mai riuscito a tenerne uno decentemente per più di un anno? 🙂 🙂
Pietro Puccio
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Ciao Piera,
mi permetto di ricordarti di non essere troppo apprensiva 🙂 🙂 .
Pietro Puccio
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Ma il gusto????
Lulù
Ciao Lulù,
il gusto… è questione di gusti, io l’ho mangiato due volte, al punto giusto di maturazione, ed in ambiente ventilato 😉 (non riferisco dove e come perchè andremmo troppo fuori tema) e l’ho trovato più che buono, non da fare pazzie, come i thailandesi, ma sicuramente molto gradevole.
Pietro Puccio
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il nome “Dimocarpus Longan” ed “Euphoria Longana”, sono sinonimi della stessa specie? Il longan lo conoscevo solo con quest’ultimo nome….
Ciao Franco,
sì sono sinonimi, altri sinonimi (più noti) sono Euphoria longan e Nephelium longan.
Pietro Puccio
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