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Complimenti per la qualità e la gran mole di lavoro fatto!
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
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Zona (USDA) 9b
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quote:
il clerodendro paniculatum è pure deciduo?
No, ma da noi tende a perdere le foglie in inverno (quando resiste).
Pietro Puccio
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Ciao,
dimensioni e numero sono compatibili con la bicapsularis.
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Giovanni,
complimenti per la “dimenticata” e visto che sei avaro di notizie 🙂 , mi permetto di aggiungerne una che può interessare, la nutans è una delle bromeliacee più resistenti, anche alle basse temperature, è infatti ‘accreditata’ di un -7°C (e qualcuno dice anche meno).
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao,
si comporta da semidecidua ai tropici, ma perde completamente le foglie in aree subtropicali, dovrebbe essere più delicata delle javanica e fistula, se hai una sola pianta ti conviene ripararla e tentare di lasciarla fuori quando è più cresciuta.
PS: buon compleanno!
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Paolo,
le caratteristiche della pianta di Martina, da quel che si può vedere dalla foto, sono piuttosto diverse da quelle della siamea.
Pietro Puccio
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Ciao Carlo,
grazie per la foto, e questa è la pudica di cui parlavo, è ben visibile la parte del fusto cresciuta in serra ed il ciuffo terminale cresciuto in pieno sole, questa parte è molto simile per compattezza alla tua in campagna (migliore comunque della mia 🙂 ).
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Carlo,
non credo ci siano dubbi sul fatto che la pudica sia una specie sempreverde, anzi è pure praticamente sempre in fiore nei luoghi di origine. Il fatto che perda le foglie nel periodo più freddo mi sembra quindi più una scelta subita che propria.
Del resto nei luoghi di origine le temperature nello stesso periodo dovrebbero essere più alte di una decina di gradi (almeno). Naturalmente, a parte il fermo vegetativo, queste minime non sono in grado di procurare danni e inficiare la successiva fioritura.
Discorso diverso a Palermo, dove anche se i valori medi delle temperature minime giornaliere dei tre mesi invernali si collocano tra +9 e +10°C, vi sono le oscillazioni con punte, sia pur rare, di qualche grado sopra lo zero. Inoltre a questo lungo periodo di basse temperature si aggiunge il fatto che le massime non sono spesso discoste di molto dalle minime. Nelle zone più calde della città ed esposta a sud riesce a sopravvivere per anni senza fiorire, tranne qualche rara volta a fine estate. Io, dopo aver provato due volte a tenerla sempre fuori con esito infausto, per l’ultima ho adottato da due anni il sistema di ritirarla in serra ai primi di novembre e riportarla fuori ad aprile. Da allora non ha perso più le foglie ed anche se in gennaio-febbraio smette di fiorire (almeno così è stato nei due inverni precedenti), appena messa fuori riprende a fiorire “a raffica”.
Pietro Puccio
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Scritto Da – pietropuccio on 23 Dicembre 2006 17:27:17
Scritto Da – pietropuccio on 23 Dicembre 2006 17:28:40
Pietro
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quote:
Infatti come dice Pietro tende a verticalizzarsi per cercare la luce dando alla pianta un aspetto non troppo elegante, ma ha ancora tutte le foglie a differenza delle altre.
Lulù
L’aspetto “cipressino” è anche una sua naturale caratteristica che però viene accentuata dalla ‘filatura’.
Trattandosi di una specie sempreverde, come la obtusa, deve mantenere le foglie, se le perde vuol dire che la temperatura è troppo bassa.
Pietro Puccio
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ne ho scoperto ultimamente una pianta enorme nel giardino comunale con una bellissima fioritura.
Ci penserò 😉
Hai visto rosso! 😉
Già che ci sei, perchè non ci fai, a parte, un bel servizio botanfotografico della villa comunale e, se hai tempo, di qualche altra villa/parco degna di interesse della tua città?
Pietro Puccio
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Pietro
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Fermo restando quanto detto da Carlo sulla diversità di portamento e dimensioni dei fusti della pudica rispetto alle varietà della rubra, effettivamente – come osservato da Lucia – la pudica ha una maggiore tendenza a ‘filare’ in serra. Credo ciò sia dovuto sia alla tendenza della pianta a ‘verticalizzarsi’, sia alla insufficiente (per una pianta che gradisce il pieno sole dei tropici) luminosità che necessariamente si ha in una serra ed infine al fatto che finchè le temperature lo permettono, continua a vegetare in serra anche in inverno nelle condizioni di luce suddette. L’ultima mia pudica in due anni da 15 cm ha raggiunto quasi i 2 m, di cui 70 + 70 fatti in serra e 20 + 20 in pieno sole, tanto che la sto ‘margottando’ per abbassarla. Naturalmente la luminosità che si ha in inverno dentro una serra (che non mi pare fossero particolarmente ombreggiate) a Santa Cruz non è paragonabile a quella nelle nostre situazioni e quindi non c’è da aspettarsi che lì la pianta ‘fili’ sensibilmente.
Martina, non è affatto un male che le varietà di Plumeria rubra vadano a riposo.
Pietro Puccio
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Pietro
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Parrebbe una Senna (Cassia) bicapsularis. Per maggior sicurezza puoi dirci il numero di foglioline che compongono la foglia ed approssimativamente le loro dimensioni?
Ciao
Pietro Puccio
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Ciao Martina,
grazie per la segnalazione ed aspettiamo altre foto in circostanze migliori. E’ una specie molto interessante per la sua fioritura invernale e…. non finisci mai di stupirci 🙂 🙂 🙂
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Pietro,
ti vorrei chiedere che virus si usa o in che modo si fa….per avere le piante variegate???
Grazie
Martina
Ciao Martina,
sarebbe troppo facile!
La variegatura ha origini diverse, non solo virali, e resta un fenomeno essenzialmente spontaneo e piuttosto raro che può essere apprezzabile per le piante ornamentali, ma non per quelle utilizzate nel campo alimentare. Infatti si tratta in definitiva di mancanza o di ‘oscuramento’ della clorofilla, quindi in ogni caso di piante più deboli, meno fiorifere e fruttifere delle normali. L’intervento umano inizia dopo la sua manifestazione, nella selezione delle forme variegate e nella loro moltiplicazione. La scelta delle forme da conservare si basa essenzialmente su due fattori, uno estetico (la variegatura deve essere ‘gradevole’ alla vista, sia negli eventuali colori che nella distribuzione) ed uno biologico (deve essere stabile e non interessare una larga superficie, perchè in tal caso le piante sarebbero eccessivamente deboli).
Pietro Puccio
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Ciao Schimatrix,
il fenomeno coinvolge l’intera pianta quando la mutazione avviene al livello del seme e, credo, quando si instaura un virus. La maggior parte delle variegature pare invece originarsi propri da mutazioni gemmarie stabili (ve ne sono di tre tipi di cui una particolarmente stabile) che sono poi quelle ampiamente sfruttate nel vivaismo, riproducendo sia vegetativamente (talea e margotta) che in vitro, la porzione mutata. Da seme invece di norma prevale il corredo genetico originale.
Pietro Puccio
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Pietro
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Perciò questo dovrebbe essere il loro primo inverno fuori.
Infatti una “per prova” l’ho piantata in piena terra.
Speriamo.. 😉
Martina
Grazie Martina,
approfitterò della tua prova (che spero abbia successo) prima di tentare anch’io.
Pietro Puccio
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Ciao Martina,
si chiama “mutazione gemmaria” cioè in una gemma, per cause che possono essere diverse (fisiche, chimiche o biologiche), sono stati alterati i geni, con conseguente variazione dell’aspetto della vegetazione.
Una domanda: la pianta quando era in vaso ha passato uno o più inverni all’aperto? Te lo chiedo perchè in rete vi sono pareri contrastanti sulla sua resistenza alle basse temperature.
PS: complimenti per la bella fioritura!
Pietro Puccio
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P.S.: il problema di endemismi e naturalizzazione delle specie è una brutta bestia, ….
Toti75
Ciao,
naturalmente anch’io concordo e….
OT: hai la casella postale piena ed un (almeno) messaggio privato (clcca sulla icona della lettera nella barra in alto).
Pietro Puccio
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…. non riesco a prendere sonno…
Toti75
Mangiato pesante? 😉
D’accordissimo con quanto dici, ma…. se ci fai caso, delle sette specie da te proposte precedentemente, ben cinque non fanno parte della flora italiana, pur se introdotte da lunghissimo tempo, tanto da sembrare indigene.
Pietro Puccio
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Ciao Martina,
mi unisco al coro dei complimenti e ti chiedo, come farai quando arriverà al pavimento (e non ci vuole molto) 🙂 🙂 ?
Pietro Puccio
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Il fatto però che fiorisca solo in questa stagione non è positivo per coloro che abitano al nord e vorrebbero almeno vedere la fioritura in vaso.
Che differenza “visiva” vi è tra questo e lo x speciosum?
Lulù
Ciao,
in realtà, anche se non in maniera esplosiva, fiorisce anche in estate e messo in un ambiente luminoso, come una veranda, dovrebbe fiorire anche in vaso in inverno con temperature che non scendono mediamente sotto i +10°C. La differenza fondamentale con il x speciosum è l’uniformità del colore rosso. Il x speciosum ha il calice sul viola che persiste a lungo sulla pianta, quindi è più variamente colorato (personalmente preferisco lo splendens).
Pietro Puccio
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La mia pareva morta, invece ha tirato su due rametti, ma vivi.
Ciao Traudi, bellissima notizia, sapevo appunto che era morta, speriamo in un inverno clemente che l’aiuti a riprendersi.
Pietro Puccio
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Meglio seme o talea?
Toti75
Ciao Toti,
per l’età e l’alluce nero 😉 che mi ritrovo il miglior modo per riprodurre una pianta ormai per me è…. comprarla al vivaio. Per il resto, vista la concittadinanza, la pianta è a tua disposizione (non tutta, naturalmente!)
Pietro Puccio
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Ciao Martina,
gentilissima e chiarissima, del resto è vero che le tue piante sono speciali, ma un baccello in crescita lungo 30 cm sarebbe stato un mostro, 15 – 18 cm sono invece nella norma.
Pietro Puccio
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Ciao Martina,
ottimamente! Ma 30 cm è la lunghezza totale dei due baccelli, o no?
Pietro Puccio
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Ciao,
nel cercare un messaggio che non riuscivo a trovare con la funzione “Ricerca”, mi sono imbattuto in questo messaggio estivo che mi era sfuggito, non so se è ancora attuale, ma ad ogni modo io ho la classica N. caerulea in piena terra ed in pieno sole e sta benissimo. Credo che il pieno sole, o almeno un buon numero di ore di sole diretto al giorno, sia condizione necessaria alle nostre latitudini per una buona crescita. E’ vero infatti che sono piante originarie della foresta atlantica brasiliana, ma si tratta di una foresta estremamente luminosa, per la tipologia di piante che ospita, in cui il sole filtra a volte abbondantemente; considerata la differenza di latitudine, forse il ‘nostro’ sole, sia pur diretto, è meno efficace di quello che filtra al suolo nei luoghi di origine. Va aggiunto che le piogge generalmente sono concentrate in certi periodi e quindi le piante sono in grado di sopportare anche periodi di siccità e la N. sembra non avere problemi in tal senso, anzi.
Pietro Puccio
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Ma cosa ci fai alle piante? Anche io ho preso una vitifolia, ma, ad oggi, non c’è ombra di boccioli…
Quando uno è negato, è negato! 😀 😀 😀
Pietro Puccio
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Ciao Lulù,
probabilmente il passaggio in serra, le temperature che non mi sembra siano a Torino particolarmente alte e la ridotta luminosità, potrebbero avere bloccato la fioritura. Per il multiflorum, verissimo che ha un profumo molto meno intenso degli altri, ma un pò dovrebbe sentirsi, forse le temperature non sono così alte da far volatilizzare le sostanze responsabili. Hai poi provato ad “annusare” di notte?
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao,
– Piera, se proprio insisti, continuerò 😉 . Le “stelline” sono ciò che resta dopo la caduta del fiore, sono solo qualche mm, ma nell’insieme – hai come sempre ragione – hanno un loro valore ornamentale.
– Lulù, perchè non dovrebbero essere in fiore? Anzi, oltre a fiorire, fruttifica pure, e chi vuole intendere intenda 🙂 .
Pietro Puccio
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ho sentito parlare della pachira come di una pianta molto delicata
Paolo
Naturalmente tutto dipende dall’ambiente di coltivazione, ma è sicuramente molto meno delicata di quanto si creda, sono le “amorevoli cure” e le ansie dei possessori la prima causa di morte di questa pianta.
A Palermo si può coltivare all’aperto con danneggiamento delle foglie in inverno, ma pronta ripresa a primavera. Dove è necessario ripararla, basta… dimenticarsela, ossia poca acqua a lunghi intervalli, in un posto più luminoso possibile.
Pietro Puccio
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