Forum replies created
Ciao Paolo,
non posso aiutarti perchè non la conosco, ma tu puoi aiutare noi, tenendoci al corrente, perchè sembra una pianta interessante.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
quote:
……capisco che possa essere un’argomento molto vasto….
Ciao Piera,
anche se naturalmente la tua domanda è rivolta a tutti, essendo già intervenuto mi sono sentito in dovere di dare un seguito, nella speranza di altri interventi ben più chiarificatori del mio. Ho scopiazzato notizie qua e là, cercando di fare un discorso appena più ampio, con un risultato così deludente, perchè assolutamente generico e, a mio avviso, di nessuna pratica utilità, che sono stato indeciso fino ad ora sulla opportunità di riportarle qui, ad ogni modo, se vuoi, dai una scorsa a questo “mattone”.
Dire che è un argomento molto vasto è certamente riduttivo, sulla nutrizione delle piante esistono interi trattati e migliaia di articoli scientifici e continuamente se ne scrivono (anche se, come sempre, molti non dicono nulla di nuovo) e continuamente vengono messi in luce nuovi aspetti. Tanto per fare un esempio solo di recente si è aggiunto ai noti elementi nutritivi essenziali alla vita delle piante il nichel.
E’ fondamentale tenere presente che quando si parla di potassio, fosforo ecc, sia nei suoli, nei fertilizzanti che nelle piante, lo si fa per semplificare il discorso, in realtà il potassio, il fosforo ecc contenuto nei fertilizzanti o nelle piante non lo è come elemento chimico “singolo”, ma come composto che lo contiene. Ad es. l’azoto nei concimi può essere contenuto come urea oppure nitrato o solfato ammonico, il potassio come solfato, il magnesio come ossido ecc. Gli stessi elementi che forniamo con i concimi, oltre quelli che sono naturalmente presenti nel suolo e nell’atmosfera, li ritroviamo nelle piante facenti parti di composti diversi da quelli di partenza, cioè molecole e composti organici anche complessi alcuni dei quali hanno nomi a cui siamo abituati (clorofilla, glucosio, cellulosa, amido, DNA ecc).
Altra cosa da tenere ben presente è che sia i composti naturalmente presenti nei terreni, che quelli che aggiungiamo, non sono assorbiti dalle piante tal quali (ad es. il nitrato ammonico come nitrato ammonico NH4NO3), perchè non potrebbero. Questi composti perchè possano contribuire al nutrimento devono essere solubili in acqua, perchè è l’acqua che li trasporta; quando una parte di loro si “scioglie” nell’acqua si divide in composti più semplici non più elettricamente neutri, ma carichi (ioni), ad es. il nitrato ammonico NH4NO3 si scinde in NH4+ e NO3-, sono proprio questi ioni che le radici delle piante “vedono” e singolarmente e indipendentemente assorbono. Da questo momento iniziano nella pianta tutti quei processi elettrochimici che utilizzeranno l’elemento contenuto in questi ioni, per formare composti complessi utili alla pianta, e tutto ciò avviene in massima parte grazie alla carica elettrica che posseggono. Per altri composti le radici assorbono solo uno degli ioni in cui si è diviso, lasciando l’altro nel suolo.
Da ricordare che il pH del suolo può influenzare notevolmente la disponibilità e l’assorbimento di questi ioni, come pure la presenza “anomala” di uno può influenzare l’assorbimento di altri.
Possiamo quindi immaginare una pianta come un laboratorio elettrochimico che trasforma sostanze prive di “vita”, presenti nell’ambiente, in sostanze (molto complesse) che insieme formano un organismo capace di crescere e riprodursi.
Perchè tutto ciò avvenga è necessario non solo avere a disposizione gli elementi nutritivi (nel senso dei composti che li contengono), ma anche energia (anche in natura non si fa nulla per nulla), energia che come è ben noto è data dal sole, ma anche da alcune reazioni chimiche capaci di fornirla. Oltre alla luce è indispensabile la presenza di acqua (tanta), che è l’unica sostanza assorbita dalle radici tal quale, ed una temperatura ambiente all’interno di un intervallo di vivibilità al di sotto ed al di sopra del quale il “laboratorio” pianta cessa di funzionare.
Anche la quantità di elementi nutritivi nell’ambiente non può essere qualsiasi, al di sotto di un certo valore (anche di uno solo di quelli ritenuti essenziali) la crescita della pianta è più o meno compromessa, ma anche al di sopra, quando si iniziano a presentare fenomeni di fitotossicità o interferenza con l’assorbimento di altri nutrienti. Questi valori variano da pianta a pianta e di ciò bisogna tenere presente quando si concima per evitare inutili o addirittura dannosi apporti per la pianta (e per l’ambiente).
Le piante sono costituite per larga parte di acqua, che come detto non può mancare, per conoscere gli elementi nutritivi (oltre l’acqua) necessari per la crescita e la riproduzione, un metodo semplice (avendo le conoscenze e le attrezzature) è essiccare un campione e fare l’analisi dei suoi componenti. Naturalmente vi sono variazioni da pianta a pianta, da piante erbacee a legnose, ma in linea generale si può dire che oltre il 90% (in peso) è costituito da carbonio (C), idrogeno (H) ed ossigeno (O), che sono gli elementi più presenti nei composti organici; azoto (N) e potassio (K) sono dell’ordine del %, fosforo (P), calcio (Ca) e magnesio (Mg) intorno allo 0,2%. A seguire tutti gli altri con percentuali nettamente inferiori.
Di seguito l’elenco degli elementi essenziali, con in parentesi la forma con cui vengono assorbiti dalla pianta (solo per curiosità, non avendo alcuna utilità pratica per noi non addetti ai lavori) e, grossolanamente, il ruolo assolto ed i sintomi di carenza e di eccesso.
Carbonio C (CO2)
Fissato attraverso la fotosintesi dall’ossido di carbonio presente nell’atmosfera.
Ruolo: elemento base di moltissime molecole e composti organici (amidi, zuccheri, cellulosa ecc.).
Idrogeno H (H2O)
Dall’acqua nel terreno e nell’atmosfera.
Ruolo: come il carbonio.
Ossigeno O (O2)
Dall’aria.
Ruolo: elemento base di moltissime molecole e composti, riveste un ruolo fondamentale nella “respirazione” delle piante.
Azoto N (NO3-, NH4+)
Ruolo: l’azoto entra come componente in clorofilla, proteine, enzimi e vitamine. Accelera la crescita delle piante e ne intensifica la colorazione verde.
Carenza: crescita stentata, ingiallimento e necrosi dei margini delle foglie ad iniziare da quelle più vecchie*
Eccesso: ritardo e diminuzione di fioritura e fruttificazione
*Gli elementi nutritivi all’interno della pianta possono essere mobili, nel senso che sono facilmente trasportabili da una parte all’altra della pianta, o più o meno immobili. Quando la carenza riguarda un elemento “mobile”, poichè nella crescita della pianta vengono favorite le foglie più giovani e gli apici vegetativi, la carenza si manifesta inizialmente nelle foglie più vecchie, perchè è da lì che vengono sottratti quegli elementi non più disponibili nel suolo. Nel caso invece di elementi poco mobili, quindi intrasportabili dalla vecchia alla nuova vegetazione, la carenza si manifesta nelle foglie più giovani. La parte dove inizia a manifestarsi la carenza può quindi darci un primo indizio sui possibili elementi carenti.
Fosforo P (H2PO4-, HP04–)
Ruolo: interviene nella germinazione dei semi e nella fotosintesi; stimola l’emissione di radici, la ripresa vegetativa, la fioritura e fruttificazione; in quanto contenuto in una particolare sostanza (ATP*), è coinvolto in larga parte delle razioni chimiche che avvengono nella pianta che necessitano di energia, quindi in quasi tutte le fasi della sua crescita.
Carenza: ritardo in tutte le fasi della crescita, insufficiente apparato radicale, scarsa fioritura e fruttificazione, caduta prematura di fiori e frutti.
Eccesso: può interferire sull’assorbimento di ferro e zinco.
*L’ATP (adenosina-trifosfato) è una sostanza che può benissimo essere paragonata ad una batteria ricaricabile. L’energia solare è disponibile solo sulla superficie delle piante e solo per una parte del giorno, mentre il “laboratorio pianta” lavora giorno e notte (pur assolvendo a compiti diversi) ed ha quindi bisogno costantemente di energia. Tale energia è in parte fornita da questo composto chimico instabile che, all’occorrenza, si divide in due tronconi con rilascio di energia, in parte utilizzata per favorire una reazione chimica che ne ha bisogno, in parte trasformata in calore. La luce solare(ma non solo) poi “ricarica” questa biobatteria facendo in modo di ricostituire i due tronconi. L’ATP non è solo prerogativa delle piante, ma è presente anche negli animali (uomo in testa) ed ha il ruolo di fornire energia ad es. ai muscoli, la differenza riguarda la “ricarica” che negli animali avviene tramite il cibo ingerito.
Potassio K (K+)
Ruolo: coinvolto nella produzione di carboidrati e proteine e nel patrimonio enzimatico*, interviene nella divisione cellulare e nell’equilibrio idrico della pianta (apertura e chiusura degli stomi) migliora la resistenza alla siccità, al freddo ed alle malattie; intensifica la colorazione dei fiori e le caratteristiche organolettiche dei frutti ed il loro contenuto di oli.
Carenza: crescita stentata, fusti deboli con accorciamento degli internodi, “bruciatura” dei bordi delle foglie più vecchie (elemento mobile).
*Gli enzimi sono sostanze proteiche capaci di accelerare notevolmente, con la loro presenza, alcune specifiche reazioni chimiche, quindi in ultima analisi favoriscono lo sviluppo della pianta.
Calcio Ca (Ca++)
Ruolo: fa parte della struttura delle pareti cellulari*, interviene nella crescita e divisione delle cellule.
Carenza: è un elemento immobile, quindi una eventuale carenza si manifesta nella nuova vegetazione, con crescita stentata, macchie nere su foglie e frutti ed eventuale ingiallimento dei margini delle foglie (nuove).
Eccesso: interferisce con l’assorbimento del magnesio; solitamente alti livelli innalzano il pH rendendo non disponibili all’assorbimento molti microelementi.
*La parete cellulare non assolve al semplice compito di “contentore” della singola cellula e di protezione da eventuali agenti patogeni, perchè ci sia “vita” le cellule devono potere scambiare informazioni e sostanze con le altre cellule ed il mondo circostante, la parete della cellula ha quindi questa importantissima funzione di filtro e di raccordo e comunicazione.
Magnesio Mg (Mg++)
Ruolo: componente essenziale della clorofilla, interviene negli enzimi per la produzione di grassi, zuccheri e carboidrati e nello sviluppo di frutti e semi.
Carenza: ingiallimento o arrossamento delle foglie più vecchie (elemento mobile) tra le venature e loro prematura caduta, foglie più sottili del normale e con i bordi che tendono a diventare ondulati.
Eccesso: interferenza con l’assorbimento del calcio, piccole macchie necrotiche nelle foglie (più vecchie).
Zolfo S (SO4++)
Ruolo: è presente negli aminoacidi, enzimi, proteine e vitamine ed ha un ruolo fondamentale nella formazione della clorofilla.
Carenza: colorazione verde pallido dell’intera pianta con le venature più pallide del resto della lamina fogliare ed ingiallimento delle foglie più vecchie. Rachitismo
FerroFe (Fe++)
Ruolo: essenziale per la sintesi della clorofilla, interviene nella crescita della nuova vegetazione.
Carenza: impallidimento e successivo ingiallimento delle foglie nuove, tranne le venature. In suoli alcalini non è assorbibile dalle piante anche se presente in grandi quantità e bisogna ricorrere a chelati.
Cloro Cl (Cl-)
Ruolo: interviene a mantenere l’equilibrio idrico e nella fotosintesi.
Carenza: appassimento precoce, clorosi.
Eccesso: fitotossico se supera certi livelli (differenti da specie a specie).
Manganese Mn (Mn++)
Ruolo: coinvolto nella respirazione delle piante, nella fotosintesi e nel metabolismo dell’azoto.
Carenza: stessi sintomi di carenza di ferro nelle foglie giovani, in caso di grave carenza le zone tra le venature possono diventare bianche. In prossimità delle venature possono comparire macchie brune o nere. In suoli neutri o alcalini, vale quanto detto per il ferro.
Eccesso: in suoli acidi può diventare fitotossico.
Boro B (BO3—)
Ruolo: interviene nella formazione delle pareti cellulari, delle membrane e del trasporto degli zuccheri. Influenza tra l’altro la divisione cellulare, la fioritura e fruttificazione.
Carenza: necrosi degli apici vegetativi (elemento immobile), le foglie si ispessiscono e diventano fragili, i frutti, pallidi, presentano spaccature e punteggiature brune.
Eccesso: bordi delle foglie (vecchie) con macchie necrotiche, l’eccesso presenta gravi rischi di fitotossicità.
Zinco Zn (Zn++)
Ruolo: ha un ruolo attivo nella formazione di carboidrati, proteine e della clorofilla e nell’allungamento dei fusti; componente di molti enzimi.
Carenza: maculature clorotiche sulle foglie, foglie giovani più piccole, internodi più ravvicinati, bordi fogliari distorti od ondulati; la sua carenza interferisce con l’assorbimento del ferro.
Eccesso: in suoli acidi la sua presenza può diventare fitotossica.
Rame Cu (Cu+, Cu++)
Ruolo: concentrato principalmente nelle radici, interviene nel metabolismo dell’azoto e nella formazione della vitamina A. E’ un componente di molti enzimi.
Carenza: macchie brune sulle nuove foglie e necrosi degli apici vegetativi.
Eccesso: fitotossico.
Molibdeno Mo (MoO4–)
Ruolo: componente di enzimi che favoriscono l’assorbimento dell’azoto è utilizzato anche dai batteri presenti nei noduli delle radici di alcune piante che fissano l’azoto dell’aria rendendolo disponibile per l’assorbimento.
Carenza: la sintesi delle proteine è compromessa e la crescita della pianta si blocca. Le foglie impallidiscono, come per la carenza dell’azoto ed i margini fogliari tendono ad incurvarsi.
Recentemente ai microelementi “essenziali” è stato aggiunto il nichel (Ni+) che ha un ruolo nell’assorbimento dell’azoto e del ferro e nella germinazione dei semi.
Tutto oscuro? 😉
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Scritto Da – pietropuccio on 23 Marzo 2007 20:40:43
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao,
per la verità la dizione “potatura di necessità” era una mia trovata per indicare che non si trattava di ignoranza o sadismo, ma conseguenza del fatto che la pianta è ai limiti di sopravvivenza anche nelle zone più calde, il che provoca spesso il disseccamento in inverno anche di buona parte dei fusti. Riguardo invece la potatura per indurre la fioritura, andrebbe fatta ad intervalli di qualche anno per favorire l’emissione di nuovi rami, alla cui estremità poi compaiono le infiorescenze; nei nostri climi in realtà non è quasi mai necessaria perchè ci pensa l’inverno a ridurre la chioma (a volte anche troppo).
Riguardo la crista-galli ho avuto modo di notare che è una pianta piuttosto capricciosa, a volte fiorisce quando è un piccolo cespuglio, altre inizia solo quando ha fatto una buona base lignificata. Io mi sono imbattuto nella seconda tipologia e dopo qualche anno di nulla o scarsissima fioritura, l’ho tolta.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Martina,
sempre complimenti per qualità e quantità di piante. Mi hai fatto ricordare un personaggio dei fumetti della lontanissima infanzia, Eta Beta (Topolino), non so se lo hai mai ‘conosciuto’, che tirava fuori dalla tasca tutti gli oggetti possibili e immaginabili, senza alcun limite 🙂 .
Ed a proposito di Kennedia, la rubicunda la coltivi?
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Traudi,
la Delonix regia, in vaso ed in casa (suppongo) in inverno, è meglio bagnarla, sia pure con molta parsimonia, a lunghi intervalli, lasciando ben asciugare tra le innaffiature.
Riguardo invece la Coccoloba, se come spero, hai delle foto, perchè non le inserisci in un messaggio nuovo dal titolo Coccoloba? Io ti informerò su come si comporta a Palermo (ricatto 😉 ).
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Piera,
sono certo che conosci benissimo il ruolo rivestito dai singoli elementi, ciò che forse ti chiedi è come mai, se il fosforo è noto intervenire nella formazione dei fiori (oltre a tante altre cose), per alcune specie “da fiore”, ad es. l’Hibiscus rosa-sinensis, si consiglia un contenuto nei fertilizzanti nettamente inferiore ad azoto e potassio. Per quel che so, il consiglio nasce dalla lunga esperienza sul campo dei coltivatori di questa pianta, che hanno constatato che certi livelli di fosforo nel suolo, positivi per le piante da fiore in genere, sono deleteri per i rosa-sinensis; esisterà sicuramente una spiegazione che coinvolge reazioni chimiche, anioni, cationi ed elettroni che sconosco. Ritengo che questi scostamenti dalla ‘norma’ nascano dalla storia genetica delle singole specie, come è ad esempio per la specie umana, dove esistono individui che presentano intolleranze per alcune sostanze, o che non le metabolizzano, o addirittura le producono autonomamente a livelli tali da diventare fattori di rischio (ad es. il colesterolo).
Riguardo la confusione che esiste, o può esistere, in rete, bisogna tenere sempre ben presente che internet è un grandissimo mezzo di informazione, ma anche di disinformazione. Non esiste infatti alcun filtro a monte, chiunque può scrivere ciò che vuole, siamo noi che dobbiamo filtrare l’enorme massa di informazioni, non accontentandoci mai della prima cosa che vediamo scritta ed imparando a scegliere tra le fonti quelle più attendibili, quindi per cominciare, verifica attentamente quanto ho scritto sopra 🙂 .
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Martina,
si tratta di Erythrina speciosa ed i fiori sono già ‘aperti’. E’ una pianta piuttosto delicata e probabilmente è stata piantata di recente, c’è infatti un grande vivaio della Sicilia orientale che proprio all’inizio dell’inverno l’ha distribuita in giro.
Giulio,si tratta di potatura di “necessità”, sia per indurla a fiorire, sia perchè anche in Sicilia in inverno solitamente si bruciano molto facilmente le parti ancora erbacee, sia perchè è probabile che queste piante siano state appena importate 😉 .
Esiste anche a fiori rosa che mi pare di avere inserito lo scorso anno:
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Scritto Da – pietropuccio on 18 Marzo 2007 18:04:35
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
GRAZIE!!!!
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
quote:
Sempre in argomento: in uno dei vasetti dove ho seminato le Coccoloba un mese fa’, sta uscendo uno stelo simile ad un asparagino… è lei o
Direi che si può tranquillamente escludere la Coccoloba.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
quote:
Pietro, come al solito rimango a bocca aperta ….Grazie grazie grazie!… 🙂
Gentilissimo Francesco, grazie a te; poi è vero che noi isolani siamo noti per essere particolarmente “complimentosi”, ma non è il caso di esagerare…. 🙂 🙂
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
To’, chi si rivede e con notizie interessanti (come sempre). 🙂
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
quote:
dimenticavo. cresce veloce, acqua e mangime e vola……. Se va tutto bene in 5 anni hai una gran bella pianta.
Non credo che ciò interessi Paolo, a meno che non si trasferisca….
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao e benvenuto!
Puoi essere più preciso riguardo alle temperature? Anche poche ore sotto lo zero possono far morire molte orchidee.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
quote:
ho gia provato con quel sistema….. i
Hai provato con la margotta?
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
quote:
I primi due semi di Delonix seminati appena gonfi non hanno germogliato e sono marciti internamente
Non è che li hai tenuto troppo in acqua, è la pellicola di rivestimento del seme che deve gonfiarsi e disfarsi, non il seme.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Martina,
magnifica pianta, ti consiglierei però di moltiplicarla e tenerne qualcuna di riserva, per rinnovarla periodicamente, sia perchè tende ad allargarsi a volte disordinatamente, sia perchè è sì perenne, ma…. non troppo.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao,
non ho mai avuto questa pianta (Magnolia x soulangeana) e, dalla assenza di risposte, anche altri frequentatori del forum sono nelle stesse condizioni. Ho fatto per curiosità una breve ricerca in rete ed in effetti i pareri sul periodo migliore sono diversi, sembrerebbe comunque che luglio e talee legnose di 40-50 cm di lunghezza, in substrato sabbioso o ricco di agriperlite, diano le maggiori possibilità di successo.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Scritto Da – pietropuccio on 06 Marzo 2007 17:29:01
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Paolo,
purtroppo non sono particolarmente interessato a questo genere (ed il genere a me 😉 ), ma qualche notizia in più potrebbe forse farlo nascere 🙂 .
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
quote:
e un bel pò felci epifite cresciute da spore.
Ciao Paolo,
ci parli un pò di queste felci?
Grazie
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
quote:
Concimi chimici?? 👿 👿 👿
qui si usa solo pellets di caprette e cenere di legno, in abbondanza…
La cenere di legna è un concime chimico minerale….
– Carlo, il platano de seda l’avevo proprio dimenticato, grazie per avermelo ricordato e mi piacerebbe pure aver ricordato (l’età…) il nme di una certa bromeliacea color verde germoglio di provenienza canaria….
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
quote:
Sopratutto, visto che lo coltiverei per i frutti, mi piacerebbe sapere se può fiorire al secondo anno (ho letto di fioritura dopo 35 foglie ?!?).
Ciao,
molto dipende dalle condizioni di coltivazione (e dallo stato dei polloni che ti arrivano), se non lesini acqua e fertilizzante (attenzione, i concimi chimici vanno distribuiti lontano dalla base del fusto) può essere, altrimenti i tempi si allungano, e non di poco.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Piera,
ora è chiaro! Worm casting = humus di lombrico 🙂 !
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Piera,
Fiesta, non Siesta 🙂 !
Si fa prima a mettere la traduzione completa:
Prima o poi verrà il giorno in cui guardando il vostro Hibiscus direte: “posso ottenere più piante di questo particolare ibrido io stesso?„ ed a volte potete. Ecco come faccio io:
1. Faccio radicare talee verdi in acqua. Questo significa che la corteccia è ancora liscia e verde (o rossastra per le varietà con la corteccia rossa). Le talee semilegnose vanno bene lo stesso, ma è meglio farle radicare direttamente nel terriccio. Sembra infatti che in acqua la parte legnosa tenda a marcire danneggiando le nuove radici.
2. Si taglia in parti di 10-15 centimetri, non meno di 7,5 centimetri e non più di 25.
3. Si rimuove la maggior parte delle foglie lasciandone 2-3, se sono grandi si tagliano a metà.
4. Versare dell’acqua calda a temperatura corporea in un contenitore per un’altezza di circa 5 cm. Aggiungere alcune gocce di perossido di idrogeno per scoraggiare la proliferazione di microbi.
5. Disporre le talee nell’acqua.
6. Se si vuole, mettere nell’acqua un rametto di salice, libera un ormone radicante naturale che aiuterà lo sviluppo delle radici.
7. Situare il contenitore in un posto luminoso, ma non al sole diretto che potrebbe disidratare le talee.
8. Cambiare l’acqua circa una volta a settimana e continuare ad aggiungere il perossido di idrogeno ogni volta. Rimuovere dall’acqua le foglie cadute o altri residui che potrebbero iniziare a marcire rendendo l’acqua inadatta. Se l’acqua diventa torbida, sostituirla e risciacquare bene le talee.
9. Il callo (piccoli grumi bianchi sui gambi) comincerà ad apparire in una settimana o giù di lì. La quantità di callo che si forma non è indicativo della quantità di radici. A volte le radici si formano con pochissimo callo, a volte si può avere molto callo e poche o nessuna radice.
10. Le radici iniziano a distinguersi da quattro settimane in poi, secondo la stagione e la varietà. Queste hanno origine dal callo e dal margine inferiore del taglio
11. Lasciare le talee in acqua fino a che le radici non abbiano cominciato a cambiare colore dal bianco ad un bronzo chiaro. Ciò avviene circa 2 mesi dopo l’inizio della radicazione, ma possano passare anche 3-4 mesi, secondo varietà e stagione. Le radici ora sono abbastanza resistenti da poter trasferire le talee nel terriccio senza che si rompano.
12. Utilizzate il vostro solito terriccio per gli Hibiscus, se vivete negli Stati Uniti suggerisco la miscela HVH che è realmente ottima. Contiene fibra di cocco, che non ha la tendenza della torba a restringersi una volta asciutta. Poiché vivo in Europa il mio terriccio è quello normale in vendita che contiene torba, sabbia, corteccia e argilla espansa di piccolo diametro, a cui aggiungo un pò di composto per orchidee costituito da frammenti di corteccia più grandi, sfagno e argilla espansa di maggior diametro, nella misura di 3 parti di terriccio normale ed 1 parte di composto per orchidee. Se disponibile, solitamente aggiungo un po’ di perlite e/o vermiculite alla miscela. Le mie piante sembrano gradire questo terriccio. Non uso racchiudere in un sacchetto di plastica le talee appena interrate, non ne ho notato la necessità, tuttavia, non vanno poste al sole diretto fino a che non si siano ben stabilizzate, il che avviene solitamente in 2-4 settimane. La percentuale di successo dipende dalla varietà, per ‘Double Red’, ‘Pride of Hankins’ e ‘Brillant’ è vicina al 100%. Per altre varietà molto meno. Da notare che alcune varietà esotiche non radicheranno del tutto, possono solo essere innestate.
NOTA: per il terriccio potresti usare il famoso “Gulino’s Miracle Compost”, composizione da richiedere direttamente all’inventore quando si degnerà di passare da queste parti 😀
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Martina,
grazie sempre per le foto delle tue meraviglie, ma qualche notizia….?
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Paolo,
purtroppo in Costa Rica crescono oltre 80 specie di Anthurium, occorrerebbero maggiori particolari (dimensioni delle varie parti ecc) e soprattutto infiorescenza e infruttescenza. A parte ciò potrebbe trattarsi dell’A. gracile.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
quote:
ma dai Pietro… ha messo ecc.
Ciao Piera,
hai ragione, le mie parole erano facilmente equivocabili, ma in realtà il “tutto qui” era riferito al fatto che l’elenco era privo delle relative immagini (un pò come invitarci a pranzo e farci sentire solo l’odore delle pietanze 🙂 )
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
quote:
…. fiorite vi sono Passiflore, Calotropis gigantea, Ruttya, ecc
😉
Lulù
Tutto qui? Lo sai che anche l’occhio vuole la sua parte 🙂 .
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao,
i semi freschi germinano in pochi giorni e con altissima percentuale, le germinabilità poi declina ma, sia pure con percentuali basse, dura almeno un anno senza particolari artifizi. Non è che mantieni il substrato troppo umido (come per la Delonix) ed i semi marciscono prima di germogliare?
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/