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    pietropuccio
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      3 Maggio 2007 alle 18:17 - Views: 581 #10805

      Ciao,
      sì perde le foglie, sempre la massima luce che puoi fornire, innaffire sempre con molta moderazione nel periodo vegetativo, diradare quando cominciano ad ingiallire le foglie ed in estate solo qualche fugace bagnata (col contagocce 😉 ). Appena spuntano le prime foglie in autunno (solitamente verso la fine) riprendere a bagnare.

      Pietro Puccio
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      pietropuccio
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        3 Maggio 2007 alle 18:11 - Views: 648 #10872

        quote:


        Pietro, anche lui?ma quante altre piante ancora? 😡


        Sì, ma questa per libera decisione (dava fastidio ad una palma 🙂 )

        Pietro Puccio
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        pietropuccio
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          3 Maggio 2007 alle 17:23 - Views: 764 #28040

          quote:


          Ho alcune piante che raggiungono circa i 2,8 M, di altezza, ma finora non ho ancora visto frutti


          Ciao,
          se i 2,8 m sono “tutto incluso” (fusto e foglie), ancora devono crescere, almeno altri 2 m.

          Pietro Puccio
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          pietropuccio
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            2 Maggio 2007 alle 8:57 - Views: 766 #28037

            Ciao Paolo,
            sulla dimensione raggiunta dai frutti sicuramente incide la durata del periodo vegetativo, quindi la zona climatica (che naturalmente non deve essere tale da compromettere il fusto erbaceo); a parità di zona climatica incide il momento della fioritura, se questa avviene alla ripresa vegetativa, i frutti hanno maggior tempo per svilupparsi e giungere a corretta maturazione, qui (Palermo) in questi casi raggiungono un ‘calibro’ maggiore di quelli normalmente sul mercato. Quindi in una pianta accestita si possono raggiungere diverse pezzature.

            Pietro Puccio
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              2 Maggio 2007 alle 8:48 - Views: 587 #10803

              Grazie Piera, belle foto.
              Il pelargonio mi ha smentito 🙂 , probabilmente la sigla sull’etichetta era un codice interno (fascia A di prezzo?). Il fatto che sia ancora in fioritura è normalissimo, la pianta vegeta, come detto sopra, dal tardo autunno a fine primavera e noi ancora siamo ancora nella prima metà della primavera. Anche il consiglio di rinvaso a settembre mi sembra corretto, essendo la pianta nel periodo di riposo.

              Pietro Puccio
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                1 Maggio 2007 alle 8:24 - Views: 769 #28035

                quote:


                Anche i banan davanti allo chalet si sono ripresi alla grande, dopo vento e grandine, uno o due dovrebbero fiorire, bananine da friggere


                Ciao Paolo,
                il diminuitivo (bananine) è vezzeggiativo o sono veramente piccole (si tratta del banano ‘Comune’, se ho ben capito)?

                Pietro Puccio
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                  1 Maggio 2007 alle 8:21 - Views: 657 #10870

                  Ciao Traudi,
                  grazie per la segnalazione del profumo, non me ne ero mai accorto, sia per la rinite cronica che per l’altezza dei fiori. Grazie anche per la foto dell’albero (che è destinato a scomparire).

                  Pietro Puccio
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                    1 Maggio 2007 alle 8:16 - Views: 587 #10801

                    Ciao Piera,
                    non dovrebbe essere già fiorito?
                    In ogni caso la differenza sarebbe nella sottospecie e questa potrebbe piacerti di più.

                    Pietro Puccio
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                      28 Aprile 2007 alle 18:18 - Views: 678 #10856

                      quote:


                      la livistona rigida sarebbe mariae-rigida?
                      ce troppa confusione intorno a questa specie ,sapresti dirmi qualcosa di piu?


                      In effetti ancora non sono state ben studiate, alcuni le considerano due specie differenti, altri considerano la rigida una sottospecie della mariae. Di sicuro a dividere queste due piante ci sono oltre 1000 (mille) km di assoluto deserto, quindi anche se originariamente erano la stessa specie, il lungo isolamente non può non avere avuto effetto sulla loro evoluzione. Le differenze botaniche sono piccole, ma in base alla letteratura specializzata e ad esperienze di coltivatori, ve ne è una che interessa questa discussione, la rigida è più resistente alle basse temperature della mariae e dalle notizie che ho non dovrebbe avere problemi in un clima similnapoletano.

                      Pietro Puccio
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                        28 Aprile 2007 alle 18:10 - Views: 650 #10862

                        Ciao,
                        ma ha fatto solo un fiore?
                        La variegata in genere fiorisce alla terza primavera dopo la semina (in alcuni casi alla seconda), quindi credo siano passati solo tre anni (sei troppo brava per avergliene concessi quattro). 🙂

                        Pietro Puccio
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                          27 Aprile 2007 alle 8:38 - Views: 684 #10854

                          quote:


                          dove abito io il clima e uguale a quello di napoli che altre livistona potrei coltivare?


                          Nella zona costiera di Napoli dovrebbero crescere senza problemi Livistona decipiens, L. nitida, L. rigida e probabilmente L. saribus. In ogni caso avendo a disposizione più piante di una stessa specie un tentativo andrebbe fatto.

                          Pietro Puccio
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                          In risposta a Clavija domingensis
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                            26 Aprile 2007 alle 17:37 - Views: 563 #10818

                            quote:


                            Pietro complimenti per la pianta. Non so cosa dire per il freddo, ma proverei prima in un vaso grande da riparare sotto una tettoia in inverno. Pensa che ha un solo apice che pertanto andrebbe protetto… qualcosa come il guscio sulla pomelia.


                            Grazie. In effetti ciò che temo sono le basse temperature, la disposizione e persistenza delle foglie non permette l’incappucciamente dell’apice. Se tramite le tue amicizie dominicane puoi procurarti qualche seme sono disposto a rischiare la mia, per la scienza 😉
                            Ciao

                            Pietro Puccio
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                              26 Aprile 2007 alle 17:18 - Views: 598 #10799

                              Ciao Piera,
                              spero di non averti indotto ad un acquisto (poi) non gradito. Forse è la specie tipo (praemorsum subsp. praemorsum), le foglie non mi sembrano molto tomentose ed anche il “forma A” lo fa pensare, ad ogni modo non c’è molta differenza.
                              Hai fatto altri acquisti?.

                              Pietro Puccio
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                                26 Aprile 2007 alle 17:10 - Views: 692 #10852

                                quote:


                                volevo sapere se resiste in campania


                                Ciao,
                                non è una palma diffusa, quindi questo può dirlo solo chi l’ha sperimentato in un clima simile a quello dove si intende coltivare. La Campania è una regione con un clima molto vario e sicuramente non è coltivabile in gran parte del suo territorio, io ho notizie di tentativi non riusciti a Sabaudia, a poche metri dal mare, e ad Aprilia, quindi può esserci speranza solo lungo la costa ed in posizione riparata. In ogni caso, come detto prima, è meglio farla crescere inizialmente in ambiente protetto, dato che una palma adulta è generalmente più resistente di una giovane. Visto che ancora devono germinare, c’è tutto il tempo per vedere se all’Orto Botanico di Napoli l’hanno sperimentata ed eventualmente con che risultato. Circa sei anni fa il responsabile del settore palme dell’Orto volle inviato l’elenco delle specie che coltivavo in piena terra per provarle a Napoli (naturalmente quelle che non c’erano già), non so cosa ne abbia fatto, ma in ogni caso una visita dell’Orto è sicuramente molto interessante.

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                                  23 Aprile 2007 alle 23:41 - Views: 692 #10850

                                  quote:


                                  ho comprato semi di livistona jenkinsiana,vorrei sapere qualcosa


                                  Salve,
                                  qualcosa di che genere, esattamente?
                                  La jenkinsiana per me (ma anche per molti) è una delle palme più ornamentali e forse la più ‘elegante’ delle Livistona. A Palermo non ha mai avuto problemi, è sempre stata fuori dopo qualche mese dalla germinazione. Conviene comunque tenerla in ambiente protetto per i primi anni in inverno anche per accelerare la crescita, naturalmente se germinano più semi se ne può lasciare fuori una per sondarne il comportamento. Per i primi 3-4 anni vanno posizionate a mezza ombra.

                                  Pietro Puccio
                                  Palermo
                                  Zona climatica 9b/10a (USDA)
                                  Temperato subtropicale (Koppen)

                                  Pietro
                                  Palermo
                                  Zona (USDA) 9b
                                  https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/

                                  In risposta a foto giardino
                                  pietropuccio
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                                    23 Aprile 2007 alle 20:10 - Views: 677 #10845

                                    Ciao Clerod.,
                                    complimenti! Ed aspettiamo il seguito.
                                    La Phoenix è decisamente una canariensis; la Veitchia joannis non è la più rustica delle Veitchia (la più rustica è l’arecina), a me la joannis è durata alcuni anni fuori in vaso, ma è morta in un inverno più freddo del normale. Se la tua è esposta a sud, con quel muro dietro potrebbe farcela (mi pare che sei a Mondello).
                                    La Bauhinia in realtà è la variegata, non la purpurea (ma è meglio così).

                                    Pietro Puccio
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                                    In risposta a Clavija domingensis
                                    pietropuccio
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                                      22 Aprile 2007 alle 15:54 - Views: 560 #10814

                                      quote:


                                      “Qualcuno” che l’ha in vaso a Palermo 😉 potrebbe essere meno ermetico e darci qualche informazione


                                      Che Pretese!
                                      Come può uno, che chiede informazioni a qualcuno, darle a qualche altro? Per protesta non metto la foto (che non riesco a trovare) della pianta adulta fatta a Santo Domingo. 😀

                                      Pietro Puccio
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                                      In risposta a felce ignota
                                      pietropuccio
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                                        19 Aprile 2007 alle 19:48 - Views: 629 #10811

                                        Ciao,
                                        è un Cyrtomium falcatum, felce originaria del giappone, molto resistente al freddo ed a condizioni ambientali sfavorevoli in genere, gradisce comunque una posizione ombreggiata. Col tempo (molto) può formare un corto pseudofusto di qualche decina di cm.

                                        Pietro Puccio
                                        Palermo
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                                        pietropuccio
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                                          12 Aprile 2007 alle 8:39 - Views: 1029 #10757

                                          quote:


                                          Forse hai il clima piú “tropicale” d’Italia. Mi sa che ti tocca mandare qualche altra foto per sorprenderci.


                                          Ciao Carlo,
                                          sulla base dei dati meteo sicuramente la costa sud-orientale della Sicilia ha la più alta insolazione d’Italia (a parte Lampedusa e Linosa) e piovosità tra le più basse, e questo favorisce sicuramente le subtropicali con spiccata stagionalità, un pò diverso il discorso per le specie a vegetazione continua o pressochè continua. In questo caso credo incida non poco il fatto che le medie delle temperature minime di gennaio, febbraio e marzo, decade per decade, siano costantemente più basse di 1°C circa rispetto a quelle, ad es. di Palermo e Messina. Ciò probabilmente è dovuto al fatto che i venti predominanti provengono dal centro dell’isola senza una barriera significativa di monti e che le coste sono lambite dalla corrente fredda atlantica che entra dallo stretto di Gibilterra ed emerge proprio lungo quelle coste. Almeno sulla costa ionica, da Catania all’estremo sud, non sono poi tanto rari episodi di temperature minime di qualche grado sotto lo zero, nel ’99, mi pare, in un vivaio (Cuba) che sicuramente conosci, a sud di Siracusa e a poche decine di metri dal mare, si sono registrati -5°C, sia pure per poche ore, e tra le altre piante, è defunta la gemella di una ‘certa’ Bismarckia. Lo stesso titolare dei vivai mi disse una volta che non gli piacevano le Archontophoenix alexandrae perchè si bruciavano sistematicamente le foglie in inverno. Ad ogni modo, visto che tu hai l’occhio tropicale, perchè il prossimo agosto non ti fai una escursione in zona e poi ci ragguagli?

                                          Pietro Puccio
                                          Palermo
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                                          pietropuccio
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                                            12 Aprile 2007 alle 8:08 - Views: 587 #10797

                                            quote:


                                            Le temperature devono essere alte? o potrebbe andare pure bene un 10/15 gradi ma con buona luminosità?


                                            Ciao Piera,
                                            fermo restando che a parere di molti è uno dei pelargoni più ornamentali, tieni sempre presenti le dimensioni reali (che io cerco di specificare sempre) perchè le foto sul monitor possono ingannare. Le temperature che dici possono andare benissimo, per la luce l’ideale sarebbe il pieno sole, quindi la massima possibile che puoi fornire.

                                            Pietro Puccio
                                            Palermo
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                                            pietropuccio
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                                              11 Aprile 2007 alle 12:39 - Views: 915 #10727

                                              Grazie per la foto (usi vasi ellittici? 🙂 )

                                              Pietro Puccio
                                              Palermo
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                                              pietropuccio
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                                                11 Aprile 2007 alle 12:36 - Views: 548 #10792

                                                Ciao Marco,
                                                complimenti per la collezione e le foto e grazie per averle condiviso con noi.

                                                Se posso permettermi un consiglio, visto che molti (credo) dei frequentanti il forum non hanno dimestichezza con questa tipologia di piante, sarebbe forse più utile mostrare poche foto per volta, ma con qualche commento sulla specie.
                                                Grazie,

                                                Pietro Puccio
                                                Palermo
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                                                pietropuccio
                                                Partecipante
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                                                  9 Aprile 2007 alle 21:02 - Views: 682 #10790

                                                  Ciao,
                                                  per quel che si riesce a vedere, la prima è una Wigandia urens var. caracasana, la seconda Erythrina corallodendrum.

                                                  Pietro Puccio
                                                  Palermo
                                                  Zona climatica 9b/10a (USDA)
                                                  Temperato subtropicale (Koppen)

                                                  Pietro
                                                  Palermo
                                                  Zona (USDA) 9b
                                                  https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/

                                                  pietropuccio
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                                                    5 Aprile 2007 alle 7:19 - Views: 911 #10725

                                                    quote:


                                                    bel post Pietro ! io ne ho fatti diversi da seme, di haemanthoides e di disticha e alcuni sembrano in forza da fiore, dopo 6 anni. L’haemanthoides è a crescita invernale… Dovrei avere delle foto da qualche parte, provo a cercarle


                                                    Grazie. E’ stata proprio la perfetta compatibilità climatica a farmela ‘adottare’, come dicevo prima, preferisco, finchè possibile, lasciar fare alla natura (sono pigro….). Sicuramente gradite le foto, se le trovi.

                                                    – Giannipa, certamente li avrai visti, ma può interessare altri, all’Orto Botanico (PA) vi sono alcuni interessanti esemplari di Welwitschia.

                                                    Pietro Puccio
                                                    Palermo
                                                    Zona climatica 9b/10a (USDA)
                                                    Temperato subtropicale (Koppen)

                                                    Pietro
                                                    Palermo
                                                    Zona (USDA) 9b
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                                                    pietropuccio
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                                                      3 Aprile 2007 alle 13:16 - Views: 918 #10720

                                                      quote:


                                                      Solamente per poter conoscere dove si possono acquistare i bulbi e quale è il loro costo.


                                                      Quando l’ho acquistata tempo fa era “figlia unica” e credo sia ancora di non facile reperimento (mi riferisco a questa specie e con dimensioni analoghe), l’unica è farsi un giro in rete e vedere chi l’ha in catalogo.

                                                      Pietro Puccio
                                                      Palermo
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                                                      Pietro
                                                      Palermo
                                                      Zona (USDA) 9b
                                                      https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/

                                                      pietropuccio
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                                                        28 Marzo 2007 alle 18:58 - Views: 654 #10706

                                                        quote:


                                                        Si, aggiugo che sebbene in Hawaiano si dica Pau Melia,


                                                        Pua melia.

                                                        Pietro Puccio
                                                        Palermo
                                                        Zona climatica 9b/10a (USDA)
                                                        Temperato subtropicale (Koppen)

                                                        Pietro
                                                        Palermo
                                                        Zona (USDA) 9b
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                                                        pietropuccio
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                                                          27 Marzo 2007 alle 21:35 - Views: 656 #10704

                                                          Ciao,
                                                          riguardo al nome hawaiano, nessun dubbio che sia “pua melia”, pua significa fiore e melia ha diversi significati, tutti ‘gratificanti’ (gradevole, dolce ecc.).
                                                          La storia che sia stata introdotta dalle Hawai, benchè ripetuta spesso per dare un tocco esotico, è piuttosto una favola. Benchè al momento non è nota da documenti la data della sua introduzione a Palermo, esiste un documento ufficiale che ne testimonia la presenza nel 1821, e che si sia presto diffusa lo prova il fatto che nella seconda metà dell’800, vi erano già molti collezionisti che selezionavano e incrociavano e che avevano numerose varietà già in fiore. E’ ben nota invece la data esatta della introduzione della prima plumeria alle Hawaii, 1860, è quindi impossibile una provenienza da quelle isole. Da considerare poi che solo verso la metà del ‘900 alle Hawaii si iniziò a selezionare e incrociare le plumerie. Riguardo al nome ‘pomelia’ purtroppo non esistono documenti che mostrino come e perchè si sia passato da ‘plumeria’ a ‘pomelia’, quindi tutte le ipotesi sono possibili, la mia, che vale quanto le altre (ossia nulla), è che da plumeria si sia passati a pumelia, quindi pomelia.

                                                          Riguardo al nome botanico Plumeria, purtroppo in rete è diffuso un doppio errore, viene cioè attribuito ad Aiton (William), invece il nome Plumeria è stato dato ufficialmente da Linneo (Species Plantarum, 1753), W.T. Aiton (William Townsed), figlio del precedente, invece descrisse nel 1811 una specie, la Plumeria acutifolia, peraltro ora considerata sinonimo della Plumeria rubra, già descritta da Linneo.

                                                          Pietro Puccio
                                                          Palermo
                                                          Zona climatica 9b/10a (USDA)
                                                          Temperato subtropicale (Koppen)

                                                          Pietro
                                                          Palermo
                                                          Zona (USDA) 9b
                                                          https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/

                                                          pietropuccio
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                                                            27 Marzo 2007 alle 20:57 - Views: 758 #10707

                                                            Ciao Paolo,
                                                            non posso aiutarti perchè non la conosco, ma tu puoi aiutare noi, tenendoci al corrente, perchè sembra una pianta interessante.

                                                            Pietro Puccio
                                                            Palermo
                                                            Zona climatica 9b/10a (USDA)
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                                                            Pietro
                                                            Palermo
                                                            Zona (USDA) 9b
                                                            https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/

                                                            In risposta a Fosforo e Potassio
                                                            pietropuccio
                                                            Partecipante
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                                                              23 Marzo 2007 alle 20:18 - Views: 719 #10656

                                                              quote:


                                                              ……capisco che possa essere un’argomento molto vasto….


                                                              Ciao Piera,
                                                              anche se naturalmente la tua domanda è rivolta a tutti, essendo già intervenuto mi sono sentito in dovere di dare un seguito, nella speranza di altri interventi ben più chiarificatori del mio. Ho scopiazzato notizie qua e là, cercando di fare un discorso appena più ampio, con un risultato così deludente, perchè assolutamente generico e, a mio avviso, di nessuna pratica utilità, che sono stato indeciso fino ad ora sulla opportunità di riportarle qui, ad ogni modo, se vuoi, dai una scorsa a questo “mattone”.

                                                              Dire che è un argomento molto vasto è certamente riduttivo, sulla nutrizione delle piante esistono interi trattati e migliaia di articoli scientifici e continuamente se ne scrivono (anche se, come sempre, molti non dicono nulla di nuovo) e continuamente vengono messi in luce nuovi aspetti. Tanto per fare un esempio solo di recente si è aggiunto ai noti elementi nutritivi essenziali alla vita delle piante il nichel.
                                                              E’ fondamentale tenere presente che quando si parla di potassio, fosforo ecc, sia nei suoli, nei fertilizzanti che nelle piante, lo si fa per semplificare il discorso, in realtà il potassio, il fosforo ecc contenuto nei fertilizzanti o nelle piante non lo è come elemento chimico “singolo”, ma come composto che lo contiene. Ad es. l’azoto nei concimi può essere contenuto come urea oppure nitrato o solfato ammonico, il potassio come solfato, il magnesio come ossido ecc. Gli stessi elementi che forniamo con i concimi, oltre quelli che sono naturalmente presenti nel suolo e nell’atmosfera, li ritroviamo nelle piante facenti parti di composti diversi da quelli di partenza, cioè molecole e composti organici anche complessi alcuni dei quali hanno nomi a cui siamo abituati (clorofilla, glucosio, cellulosa, amido, DNA ecc).
                                                              Altra cosa da tenere ben presente è che sia i composti naturalmente presenti nei terreni, che quelli che aggiungiamo, non sono assorbiti dalle piante tal quali (ad es. il nitrato ammonico come nitrato ammonico NH4NO3), perchè non potrebbero. Questi composti perchè possano contribuire al nutrimento devono essere solubili in acqua, perchè è l’acqua che li trasporta; quando una parte di loro si “scioglie” nell’acqua si divide in composti più semplici non più elettricamente neutri, ma carichi (ioni), ad es. il nitrato ammonico NH4NO3 si scinde in NH4+ e NO3-, sono proprio questi ioni che le radici delle piante “vedono” e singolarmente e indipendentemente assorbono. Da questo momento iniziano nella pianta tutti quei processi elettrochimici che utilizzeranno l’elemento contenuto in questi ioni, per formare composti complessi utili alla pianta, e tutto ciò avviene in massima parte grazie alla carica elettrica che posseggono. Per altri composti le radici assorbono solo uno degli ioni in cui si è diviso, lasciando l’altro nel suolo.
                                                              Da ricordare che il pH del suolo può influenzare notevolmente la disponibilità e l’assorbimento di questi ioni, come pure la presenza “anomala” di uno può influenzare l’assorbimento di altri.
                                                              Possiamo quindi immaginare una pianta come un laboratorio elettrochimico che trasforma sostanze prive di “vita”, presenti nell’ambiente, in sostanze (molto complesse) che insieme formano un organismo capace di crescere e riprodursi.

                                                              Perchè tutto ciò avvenga è necessario non solo avere a disposizione gli elementi nutritivi (nel senso dei composti che li contengono), ma anche energia (anche in natura non si fa nulla per nulla), energia che come è ben noto è data dal sole, ma anche da alcune reazioni chimiche capaci di fornirla. Oltre alla luce è indispensabile la presenza di acqua (tanta), che è l’unica sostanza assorbita dalle radici tal quale, ed una temperatura ambiente all’interno di un intervallo di vivibilità al di sotto ed al di sopra del quale il “laboratorio” pianta cessa di funzionare.
                                                              Anche la quantità di elementi nutritivi nell’ambiente non può essere qualsiasi, al di sotto di un certo valore (anche di uno solo di quelli ritenuti essenziali) la crescita della pianta è più o meno compromessa, ma anche al di sopra, quando si iniziano a presentare fenomeni di fitotossicità o interferenza con l’assorbimento di altri nutrienti. Questi valori variano da pianta a pianta e di ciò bisogna tenere presente quando si concima per evitare inutili o addirittura dannosi apporti per la pianta (e per l’ambiente).

                                                              Le piante sono costituite per larga parte di acqua, che come detto non può mancare, per conoscere gli elementi nutritivi (oltre l’acqua) necessari per la crescita e la riproduzione, un metodo semplice (avendo le conoscenze e le attrezzature) è essiccare un campione e fare l’analisi dei suoi componenti. Naturalmente vi sono variazioni da pianta a pianta, da piante erbacee a legnose, ma in linea generale si può dire che oltre il 90% (in peso) è costituito da carbonio (C), idrogeno (H) ed ossigeno (O), che sono gli elementi più presenti nei composti organici; azoto (N) e potassio (K) sono dell’ordine del %, fosforo (P), calcio (Ca) e magnesio (Mg) intorno allo 0,2%. A seguire tutti gli altri con percentuali nettamente inferiori.

                                                              Di seguito l’elenco degli elementi essenziali, con in parentesi la forma con cui vengono assorbiti dalla pianta (solo per curiosità, non avendo alcuna utilità pratica per noi non addetti ai lavori) e, grossolanamente, il ruolo assolto ed i sintomi di carenza e di eccesso.

                                                              Carbonio C (CO2)
                                                              Fissato attraverso la fotosintesi dall’ossido di carbonio presente nell’atmosfera.
                                                              Ruolo: elemento base di moltissime molecole e composti organici (amidi, zuccheri, cellulosa ecc.).

                                                              Idrogeno H (H2O)
                                                              Dall’acqua nel terreno e nell’atmosfera.
                                                              Ruolo: come il carbonio.

                                                              Ossigeno O (O2)
                                                              Dall’aria.
                                                              Ruolo: elemento base di moltissime molecole e composti, riveste un ruolo fondamentale nella “respirazione” delle piante.

                                                              Azoto N (NO3-, NH4+)
                                                              Ruolo: l’azoto entra come componente in clorofilla, proteine, enzimi e vitamine. Accelera la crescita delle piante e ne intensifica la colorazione verde.
                                                              Carenza: crescita stentata, ingiallimento e necrosi dei margini delle foglie ad iniziare da quelle più vecchie*
                                                              Eccesso: ritardo e diminuzione di fioritura e fruttificazione
                                                              *Gli elementi nutritivi all’interno della pianta possono essere mobili, nel senso che sono facilmente trasportabili da una parte all’altra della pianta, o più o meno immobili. Quando la carenza riguarda un elemento “mobile”, poichè nella crescita della pianta vengono favorite le foglie più giovani e gli apici vegetativi, la carenza si manifesta inizialmente nelle foglie più vecchie, perchè è da lì che vengono sottratti quegli elementi non più disponibili nel suolo. Nel caso invece di elementi poco mobili, quindi intrasportabili dalla vecchia alla nuova vegetazione, la carenza si manifesta nelle foglie più giovani. La parte dove inizia a manifestarsi la carenza può quindi darci un primo indizio sui possibili elementi carenti.

                                                              Fosforo P (H2PO4-, HP04–)
                                                              Ruolo: interviene nella germinazione dei semi e nella fotosintesi; stimola l’emissione di radici, la ripresa vegetativa, la fioritura e fruttificazione; in quanto contenuto in una particolare sostanza (ATP*), è coinvolto in larga parte delle razioni chimiche che avvengono nella pianta che necessitano di energia, quindi in quasi tutte le fasi della sua crescita.
                                                              Carenza: ritardo in tutte le fasi della crescita, insufficiente apparato radicale, scarsa fioritura e fruttificazione, caduta prematura di fiori e frutti.
                                                              Eccesso: può interferire sull’assorbimento di ferro e zinco.
                                                              *L’ATP (adenosina-trifosfato) è una sostanza che può benissimo essere paragonata ad una batteria ricaricabile. L’energia solare è disponibile solo sulla superficie delle piante e solo per una parte del giorno, mentre il “laboratorio pianta” lavora giorno e notte (pur assolvendo a compiti diversi) ed ha quindi bisogno costantemente di energia. Tale energia è in parte fornita da questo composto chimico instabile che, all’occorrenza, si divide in due tronconi con rilascio di energia, in parte utilizzata per favorire una reazione chimica che ne ha bisogno, in parte trasformata in calore. La luce solare(ma non solo) poi “ricarica” questa biobatteria facendo in modo di ricostituire i due tronconi. L’ATP non è solo prerogativa delle piante, ma è presente anche negli animali (uomo in testa) ed ha il ruolo di fornire energia ad es. ai muscoli, la differenza riguarda la “ricarica” che negli animali avviene tramite il cibo ingerito.

                                                              Potassio K (K+)
                                                              Ruolo: coinvolto nella produzione di carboidrati e proteine e nel patrimonio enzimatico*, interviene nella divisione cellulare e nell’equilibrio idrico della pianta (apertura e chiusura degli stomi) migliora la resistenza alla siccità, al freddo ed alle malattie; intensifica la colorazione dei fiori e le caratteristiche organolettiche dei frutti ed il loro contenuto di oli.
                                                              Carenza: crescita stentata, fusti deboli con accorciamento degli internodi, “bruciatura” dei bordi delle foglie più vecchie (elemento mobile).
                                                              *Gli enzimi sono sostanze proteiche capaci di accelerare notevolmente, con la loro presenza, alcune specifiche reazioni chimiche, quindi in ultima analisi favoriscono lo sviluppo della pianta.

                                                              Calcio Ca (Ca++)
                                                              Ruolo: fa parte della struttura delle pareti cellulari*, interviene nella crescita e divisione delle cellule.
                                                              Carenza: è un elemento immobile, quindi una eventuale carenza si manifesta nella nuova vegetazione, con crescita stentata, macchie nere su foglie e frutti ed eventuale ingiallimento dei margini delle foglie (nuove).
                                                              Eccesso: interferisce con l’assorbimento del magnesio; solitamente alti livelli innalzano il pH rendendo non disponibili all’assorbimento molti microelementi.
                                                              *La parete cellulare non assolve al semplice compito di “contentore” della singola cellula e di protezione da eventuali agenti patogeni, perchè ci sia “vita” le cellule devono potere scambiare informazioni e sostanze con le altre cellule ed il mondo circostante, la parete della cellula ha quindi questa importantissima funzione di filtro e di raccordo e comunicazione.

                                                              Magnesio Mg (Mg++)
                                                              Ruolo: componente essenziale della clorofilla, interviene negli enzimi per la produzione di grassi, zuccheri e carboidrati e nello sviluppo di frutti e semi.
                                                              Carenza: ingiallimento o arrossamento delle foglie più vecchie (elemento mobile) tra le venature e loro prematura caduta, foglie più sottili del normale e con i bordi che tendono a diventare ondulati.
                                                              Eccesso: interferenza con l’assorbimento del calcio, piccole macchie necrotiche nelle foglie (più vecchie).

                                                              Zolfo S (SO4++)
                                                              Ruolo: è presente negli aminoacidi, enzimi, proteine e vitamine ed ha un ruolo fondamentale nella formazione della clorofilla.
                                                              Carenza: colorazione verde pallido dell’intera pianta con le venature più pallide del resto della lamina fogliare ed ingiallimento delle foglie più vecchie. Rachitismo

                                                              FerroFe (Fe++)
                                                              Ruolo: essenziale per la sintesi della clorofilla, interviene nella crescita della nuova vegetazione.
                                                              Carenza: impallidimento e successivo ingiallimento delle foglie nuove, tranne le venature. In suoli alcalini non è assorbibile dalle piante anche se presente in grandi quantità e bisogna ricorrere a chelati.

                                                              Cloro Cl (Cl-)
                                                              Ruolo: interviene a mantenere l’equilibrio idrico e nella fotosintesi.
                                                              Carenza: appassimento precoce, clorosi.
                                                              Eccesso: fitotossico se supera certi livelli (differenti da specie a specie).

                                                              Manganese Mn (Mn++)
                                                              Ruolo: coinvolto nella respirazione delle piante, nella fotosintesi e nel metabolismo dell’azoto.
                                                              Carenza: stessi sintomi di carenza di ferro nelle foglie giovani, in caso di grave carenza le zone tra le venature possono diventare bianche. In prossimità delle venature possono comparire macchie brune o nere. In suoli neutri o alcalini, vale quanto detto per il ferro.
                                                              Eccesso: in suoli acidi può diventare fitotossico.

                                                              Boro B (BO3—)
                                                              Ruolo: interviene nella formazione delle pareti cellulari, delle membrane e del trasporto degli zuccheri. Influenza tra l’altro la divisione cellulare, la fioritura e fruttificazione.
                                                              Carenza: necrosi degli apici vegetativi (elemento immobile), le foglie si ispessiscono e diventano fragili, i frutti, pallidi, presentano spaccature e punteggiature brune.
                                                              Eccesso: bordi delle foglie (vecchie) con macchie necrotiche, l’eccesso presenta gravi rischi di fitotossicità.

                                                              Zinco Zn (Zn++)
                                                              Ruolo: ha un ruolo attivo nella formazione di carboidrati, proteine e della clorofilla e nell’allungamento dei fusti; componente di molti enzimi.
                                                              Carenza: maculature clorotiche sulle foglie, foglie giovani più piccole, internodi più ravvicinati, bordi fogliari distorti od ondulati; la sua carenza interferisce con l’assorbimento del ferro.
                                                              Eccesso: in suoli acidi la sua presenza può diventare fitotossica.

                                                              Rame Cu (Cu+, Cu++)
                                                              Ruolo: concentrato principalmente nelle radici, interviene nel metabolismo dell’azoto e nella formazione della vitamina A. E’ un componente di molti enzimi.
                                                              Carenza: macchie brune sulle nuove foglie e necrosi degli apici vegetativi.
                                                              Eccesso: fitotossico.

                                                              Molibdeno Mo (MoO4–)
                                                              Ruolo: componente di enzimi che favoriscono l’assorbimento dell’azoto è utilizzato anche dai batteri presenti nei noduli delle radici di alcune piante che fissano l’azoto dell’aria rendendolo disponibile per l’assorbimento.
                                                              Carenza: la sintesi delle proteine è compromessa e la crescita della pianta si blocca. Le foglie impallidiscono, come per la carenza dell’azoto ed i margini fogliari tendono ad incurvarsi.

                                                              Recentemente ai microelementi “essenziali” è stato aggiunto il nichel (Ni+) che ha un ruolo nell’assorbimento dell’azoto e del ferro e nella germinazione dei semi.

                                                              Tutto oscuro? 😉

                                                              Pietro Puccio
                                                              Palermo
                                                              Zona climatica 9b/10a (USDA)
                                                              Temperato subtropicale (Koppen)

                                                              Scritto Da – pietropuccio on 23 Marzo 2007 20:40:43

                                                              Pietro
                                                              Palermo
                                                              Zona (USDA) 9b
                                                              https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/

                                                              In risposta a Erythrina…???
                                                              pietropuccio
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                                                                19 Marzo 2007 alle 14:33 - Views: 714 #10696

                                                                Ciao,
                                                                per la verità la dizione “potatura di necessità” era una mia trovata per indicare che non si trattava di ignoranza o sadismo, ma conseguenza del fatto che la pianta è ai limiti di sopravvivenza anche nelle zone più calde, il che provoca spesso il disseccamento in inverno anche di buona parte dei fusti. Riguardo invece la potatura per indurre la fioritura, andrebbe fatta ad intervalli di qualche anno per favorire l’emissione di nuovi rami, alla cui estremità poi compaiono le infiorescenze; nei nostri climi in realtà non è quasi mai necessaria perchè ci pensa l’inverno a ridurre la chioma (a volte anche troppo).
                                                                Riguardo la crista-galli ho avuto modo di notare che è una pianta piuttosto capricciosa, a volte fiorisce quando è un piccolo cespuglio, altre inizia solo quando ha fatto una buona base lignificata. Io mi sono imbattuto nella seconda tipologia e dopo qualche anno di nulla o scarsissima fioritura, l’ho tolta.

                                                                Pietro Puccio
                                                                Palermo
                                                                Zona climatica 9b/10a (USDA)
                                                                Temperato subtropicale (Koppen)

                                                                Pietro
                                                                Palermo
                                                                Zona (USDA) 9b
                                                                https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/