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Ciao Zeug,
grazie, grazie del tuo interessamento e… grazie al tuo interessamento ho ripreso la ricerca e credo di aver trovato il nome, dovrebbe trattarsi della varietà ‘Lai Nam Tok’, che pare significhi “cascata”.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
quote:
Grazie per le precisazioni, ma rimango del mio parere: non hanno previsto zone climatiche differenziate oltre i 4,5 °C, come se si fossero dimenticati di finire il lavoro…
Quindi per chi coltiva piante esotiche, tropicali ecc., come è nello spirito di questo sito, non serve a nulla o quasi.
Nemmeno condivido che la tabella copre (grossolanamente) tutti i climi della terra. Vi sono zone climatiche come anche recentemenmte visitata della Guiana francese, in cui la temperatura minima si aggira attorno ai 25 °C, e già fa freddo.
Quanto alle piante indicatrici, ricordo che le zone climatiche italiane erano definite proprio in base a questo criterio… zona dell’ulivo, zona degli agrumi, Lauretum, Fagetum ecc…
Ciao Maurizio,
scusa la brutalità 🙂 di questo intervento, ma continuiamo a fare il classico discorso tra sordi. Il punto focale del metodo dell’USDA è la temperatura presa come riferimento per la suddivisione delle zone. Ora è perfettamente noto a tutti che in climatologia esistono decine di ‘temperatura’ (massime, minime, medie, giornaliere, decadiche, stagionali, annuali, medie annuali, decennali, trentennali ecc. ecc.), non ho idea di quale temperatura hai in mente, ma non è assolutamente quella dell’USDA, perchè questo metodo, ripeto, tiene conto di tutte le situazioni climatiche di interesse, il fatto che non esistono suddivisioni oltre gli 11+ è perchè non ce ne sono e questo in base alla ben precisa temperatura presa come parametro base, non si può discutere di nulla se non si parte da questa. Se hai la bontà (e l’interesse) di leggere i fondamenti del metodo qui:
http://www.usna.usda.gov/Hardzone/index.html
mi darai sicuramente ragione. Aggiungo un esempio per indicare come il metodo non si è dimenticato delle zone tropicali, anzi! Tutti noi conosciamo direttamente o indirettamente da film e telefilm Miami (FL) e sappiamo che vi crescono palme da cocco, croton, heliconie, ravenala, in pratica quasi tutte le piante tropicali della terra eppure è classificata 10b, non 11 o 11+.
Riguardo la classificazione in lauretum ecc, questa è sicuramente più grossolana di quella che ne deriverebbe da una applicazione corretta delle zone USDA ed in più è proprio quella che serve poco a noi tropicalisti, perchè non tiene conto di ciò che ci interessa.
Pietro Puccio
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Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
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Zona (USDA) 9b
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Ciao Zeug,
solo un affettuoso benvenuto, perchè non ho la minima idea di che trattasi. 🙂
Pietro Puccio
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Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
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Zona (USDA) 9b
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quote:
Infatti mentre vi è un’attenta analisi del profondo e profondissimo sottozero, non vi è più nessuna scala del nostro da zero in su che si ferma alla zona 11 (4,5 °C e maggiori… i maggiori sono davvero tanti sul pianeta).
Perciò per me è da buttare nel cestino.
Come ho avuto modo di dire più volte la clasificazione delle zone secondo il metodo USDA è la più imprecisa, ma anche la più facile da determinare ed applicare e se tale applicazione viene fatta con criterio, anche utilissima. Questa classificazione è ampiamente utilizzata nel mondo, inclusi tutti i paesi anglofoni, dall’UK all’Australia, paesi che in fatto di giardinaggio non mi sembrano i primi arrivati. E’ ovvio che il metodo va applicato calandolo nella propria realtà, ma la prima cosa da fare è conoscerlo. Le temperature nella tabella riportata da Lucia hanno un significato ben preciso che non può essere ignorato se la si vuole applicare a situazioni diverse da quelle per cui il metodo è stato inizialmente messo a punto e quelle fasce di temperature, anche se a prima vista non sembra, coprono sia pur grossolanamente tutti i climi della terra. Un metodo semplicissimo, suggerito dalla stesso USDA, per stabilire la propria zona, quando le condizioni climatiche locali sono particolari e non si conoscono le temperature che servono a determinarla, è di utilizzare piante indicatrici di cui è universalmente accettato il tipo di zona in cui sono coltivabili.
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao,
mi permetto di sottoporre una proposta a Piera ed Elio, in primo luogo, ed a tutti se i suddetti sono d’accordo, di trasferire questi due messaggi nella sezione “Monografie” con lo stesso titolo, in modo da darne l’evidenza che meritano.
Pietro Puccio
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Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
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Ciao Nicola,
credo che la dizione “Zona (USDA) 9b/10a” caratterizzi bene il clima della tua zona, sicuramente molto fortunata anche da questo punto di vista.
Pietro Puccio
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Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
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Ciao,
– Nicola,
grazie per l’intervento e la foto del somalense, ma le caratteristiche del mio (che non si vedono dalla foto, e questo è un mio errore) sono quelle tipiche dell’obesum. Queste variegature hanno tutte le caratteristiche di quelle d’origine virale.
– Lucia,
prendo la tua domanda come un giusto rimprovero, anche se non era questa la tua intenzione, solitamente io metto le dimensioni, questa volta ho dimenticato per la lunga familiarità con queste piante. I fiori delle varietà di Adenium obesum hanno un diametro intorno ai 7 cm.
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Nicola,
se ho ben compreso hai visto la mia tabella, ma non hai letto il testo 🙂 .
La penultima colonna dimostra come l’applicazione acritica del metodo dell’USDA può condurre ad errori madornali. La Zona 11 è la più tropicale, ad es. nemmeno l’estremo sud della Florida è zona 11, ma zona 10b. Lampedusa, Palermo e la tua nicchia climatica dovrebbero essere 9b. Io ho “inventato” per Palermo la dizione 9b/10a per indicare che alcune specie marginali della 10a riescono a sopravvivere a Palermo per la particolare situazione orografica che mantiene le minime invernali a valori superiori di quelle di località a livello del mare, alla stessa latitudine.
Pietro Puccio
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Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Scritto Da – pietropuccio on 30 Luglio 2007 11:46:36
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
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quote:
Ora le foglie hanno 12 coppie di steli con foglioline, mi pare che l’ultima in crescita ne abbia anche di più, credo 14.
Quante ne hanno le foglie di una pianta adulta?
Altra domanda, conviene spuntare la pianta quando supererà il metro e mezzo per favorire l’emissione di rami laterali e rinforzare il tronco?
In serra, se non metterò riscaldamenti, certe notti la temperatura potrebbe scendere a 4 – 5° per poi risalire parecchio di giorno. Posso sperare che sopravviva tenendola un po’ a secco?
Ciao,
di norma ne hanno intorno a 20. Con +4°C molto sporadici la pianta dovrebbe sopravvivere, ma è altamente probabile che le estremità erbacee si brucino (anche con qualche grado in più) e questo provocherà una autonoma ramificazione, almeno questo è quello che succedeva a me, Nicola dovrebbe avere in merito esperienze più recenti.
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao,
se fai una ricerca nel forum di “zone climatiche” troverai alcune discussioni in merito.
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Nicola e benvenuto,
sono di passaggio ‘veloce’, ma non potevo esimermi dal salutarti!
Pietro Puccio
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Pietro
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quote:
La storia che ci possono mettere anche dieci anni credo che si riferisca a individui particolarmente “sfortunati”. Due-quattro anni e’ una approssimazione piú esatta.
Con tutto il massimo rispetto per chi mi ha preceduto, credo che sia più importante ciò che si sperimenta in loco di ciò che si ipotizza sulla base di esperienze in altri contesti ambientali.
Lancio quindi la proposta che chi ha esperienza diretta di semine di plumerie, anche in corso, dia i risultati (quindi anche parziali), precisando i metodi di coltivazione.
Io sono fra gli “sfortunati”, a parte una unica fioritura a tre anni (non più ripetuta da sei o sette) su un centinaio di piante da seme, gli 8-10 anni sono stati il risultato migliore (e la maggior parte non ha ancora fiorito). Preciso che le piante sono coltivate sempre in piena aria a ridosso di un muro esposto a sud e senza alcuna ‘spinta’. Aggiungo che in un recente incontro tenuto a Palermo tra appassionati, chi aveva sperimentato le semine, nelle mie stesse condizioni di coltivazione, non ha avuto risultati migliori. Sarebbe interessante l’esperienza di chi invece le tiene in serra, o ambiente simile, con un periodo di vegetazione più lungo di quello che hanno in piena aria e magari con l’aiuto della chimica….
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Paolo,
i miei non hanno mai provato il tuo regime alimentare, anzi sono piuttosto a dieta. In genere il primo anno di impianto fioriscono solo se il rizoma ha buone riserve (quindi sufficientemente sviluppato e non disidratato per lunga conservazione fuori terra). Il gardnerianum, che potrebbe essere in ritardo proprio perchè conservato per lungo tempo, poi più degli altri non gradisce essere sotterrato, va solo parzialmente interrato e vedrai che col tempo tenderà a svilupparsi quasi interamente in superficie.
Attendiamo le fioriture
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Orazio,
complimenti per la fioritura del Crinum. Riguardo la prima domanda, dovrebbe trattarsi della Ismene x deflexa, più nota come Ismene x festalis, per le altre passo.
Pietro Puccio
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Pietro
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No, questa pianta (come tantissime altre) ha diversi sinonimi accettati: ellisia, plumieri e repens. Il nome botanico ufficiale è comunque Duranta erecta, che è poi il nome più antico dovuto a Linneo.
Pietro Puccio
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Ciao Lulù,
questo ti farà felice, visto che ho atteso otto anni per vederla fiorita, mentre a te è arrivata bella e pronta!
Pietro Puccio
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Ciao Lucia,
la Duranta erecta si riproduce abbastanza facilmente in questo periodo per talea semilegnosa, oppure naturalmente da seme.
Pietro Puccio
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quote:
Noni (Morinda citrifolia)
Lo conoscete?
Qualcuno del forum lo coltiva?
Avete dei semi?
in Salento si può coltivare?
1: Sì
2: Sì
3: Al momento no
4: No (ma si può coltivare come annuale o in vaso per ripararla in inverno).
PS: il “frutto” puzza maledettamente!
Pietro Puccio
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quote:
per la cronaca la plumeria è ancora piccola, sarà alto circa 40 cm e il vivaista che ce l’ha venduto (è un appassionato qui di lucca, tipo la creatrice di questo sito) ha detto che ci vorranno un altro paio di anni prima che fiorisca..
Ciao,
Davide (esatto? 😉 ) è stato correttamente prudente, ad ogni modo la fioritura dipende molto dalla varietà (ne esistono di fiorifere e di ‘pigre’) e moltissimo dalla quantità di luce solare diretta che ricevono durante il periodo vegetativo, quindi va messa in un posto dove è esposta in pieno sole per il maggior tempo possibile e comunque non meno di 6-8 ore al giorno, al di sotto fioriscono poco o nulla.
Pietro Puccio
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Ciao Piera,
la pianta cresce abbastanza velocemente e dato che fiorisce alla biforcazione della nuova vegetazione, va potata spesso (anche per contenerne le dimensioni).
Riguardo quanto detto sulla crisi idrica, sono certo che ne sai benissimo il motivo, anche non approfondendo il motivo fisiologico, è evidente che più larga è la superfice fogliare, maggiore l’evaporazione e traspirazione dell’acqua e quindi maggiore il fabbisogno.
Il diametro della corolla è praticamente uguale a quello della tahitensis, mentre il “tubo” è almeno il triplo di lunghezza; le foglie hanno la stessa forma, ma lunghezza e larghezza della carinata sono il doppio.
Pietro Puccio
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Ciao Matteo,
è un albero tropicale e come tale vuole essere trattato, credo proprio che a Lucca dovrai tenerlo in vaso (dove può vivere abbastanza a lungo) per ripararlo in ambiente protetto in inverno, in estate in pieno sole. L’operazione è resa abbastanza facile dal fatto che in inverno perde le foglie; non ha poi altre particolari esigenze di coltivazione.
Pietro Puccio
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Ciao Piera,
è una erbacea perenne, ma a Bergamo dovresti coltivarla come annuale (da seme cresce velocemente) o riparare in casa in inverno. Benchè pare sopporti qualche grado sotto lo zero per brevissimi periodi, lunghi periodi a temperature già intorno a +6/+8°C con elevata umidità possono favorire marciumi.
Approfitto della tua proverbiale gentilezza per pregarti di dire a Traudi che l’unica attinenza sta nell’essere lo stesso genere, poi uno è africano e l’altro australiano 😉 .
Pietro Puccio
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Ciao Franco,
scusa la curiosità, ma in che condizioni ambientali l’hai tenuta in inverno?
Pietro Puccio
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le tue piante sono OGM!!
Sì, Organismi Geneticamente Martina_ti.
Pietro Puccio
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Ciao Traudi,
se ben ricordo ti piace il rosso,
questa ne ha non poco (i riflessi violacei sono effetto della fotocamera). Purtroppo non conosco la varietà e forse nemmeno ha un nome, ho acquistato due talee (sopravvissuta una) al Chatuchak Market di Bangkok sei anni fa, il mercato è ufficialmente aperto il fine settimana (sabato e domenica), ma in realtà è aperto tutta la settimana, in particolare il mercoledì e giovedì esclusivamente per le piante. E’ il più grande mercato dell’Asia e forse del mondo e puoi trovare di tutto. Se ti trovi a passare di là, non mancare di visitarlo. 🙂 🙂
Pietro Puccio
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Anch’io ho questa varietà e non vedo l’ora che fiorisca 😛 😛 😛
(ma dei fiori neache l’ombra 😡 😡 😡 )
Ciao,
ma da quanto tempo l’hai?
Pietro Puccio
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Ciao Francesca,
anche se non dovrei dirlo, uso, sia come vasi che come terriccio, ciò che mi capita sottomano, ma è consigliabile – specie in condizioni climatiche non ottimali – usare i vasi di coccio. In quelli di plastica è più facile il ristagno di umidità, se le innaffiature non sono ben dosate, e quindi maggiori i rischi di marciume. Naturalmente in vasi molto piccoli, come quelli in foto, non c’è molta differenza tra coccio e plastica.
Pietro Puccio
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*Devo* far morire la mia insignificante e ormai come il prezzemolo Gardenia Augusta, per far posto a questa!
Scordavo, per favore, se hai voglia e tempo, mi mostreresti la tua pianta nell’insieme? grazie!
Calma! Nessuna precipitazione, la Gardenia augusta è una pianta magnifica e solo perchè siamo assuefatti alla sua vista non l’apprezziamo forse come merita. Si tratta di piante con portamento nettamente diverso, la carinata fa pochi fiori (in vaso), anche se molto particolari di forma e colore, e tende ad espandersi. Per curiosità, il fiore fotografato non è il primo della stagione, ma l’ultimo dell’autunno scorso; il bocciolo, di non più di 2 cm di lunghezza, è rimasto infatti ‘congelato’ fino ad una quindicina di giorni fa, per poi allungarsi ed aprirsi nel giro di pochissimi giorni; le nuove fioriture si stanno preparando agli apici vegetativi. Aggiungo che per la dimensione delle foglie è una pianta che in piccoli vasi va in crisi idrica con molta facilità; malgrado la serra umidissima e l’innaffiatura domenicale ho dovuto ‘rianimarla’ d’urgenza.
Non so se si riesce a distinguere bene nella foto; per le dimensioni, l’altezza della pianta, vaso escluso, è di 70 cm.
Pietro Puccio
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Ciao Piera,
ottimamente e naturalmente tienici informati, specie su quelle in acqua.
PS: i due messaggi sono perfettamente in sequenza e non vedo nulla di cui debba dispiacerti o addirittura scusarti.
Pietro Puccio
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Profumaaaaaa….. 😛 😛
Me l’ha confermato anche Gio…mio figlio….
E un Quisqualis..vero??
Certamente lo è e profuma, è il mio naso che che non funziona.
Pietro Puccio
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