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Se fossi più vicino verrei io a concimarti questa pianta e il mango, ho concime di capra in abbondanza 😀 😀
Grazie! Quel che conta è l’intenzione. 🙂 🙂
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
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Ciao Paolo,
aggiungo, per quel che può valere, la mia limitatissima esperienza. Fermo restando che a Milazzo, in condizioni climatiche e di suolo ottimali, vi sono piante che fruttificano regolarmente, ho da anni una pianta all’aperto in vaso, sempre lo stesso, oltremodo trascurata (in tutta sincerità, il frutto non mi dice proprio nulla) che in inverno perde gli apici vegetativi più teneri, restando praticamente sempre la stessa. Questo farebbe pensare ad una decisa vulnerabilià delle piante giovani, rispetto a quelle adulte.
Pietro Puccio
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Ciao Gabri,
se non hai una villa ai tropici dovrai tenerla sempre in vaso, dove può formare un fusto, ma per la lunghezza delle foglie occorre un ambiente molto alto. Malgrado la crescita veloce, se non le manca acqua, luce e calore, si accontenta di vasi relativamente piccoli, questa è in un vaso da 25 da quando è germinata:
Attenzione alla temperatura, è bene non scenda mai sotto i +15/16°C (anche se sopporta qualche breve occasionale grado in meno, ma è meglio non rischiare).
Pietro Puccio
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Ciao,
la minor è una delle palme più precoci in assoluto. Non ricordo esattamente dopo quanti anni dalla semina è fiorita la mia (da seme nel’93), ma dovrebbero essere 5-6, non di più, la tua potrebbe avere quindi una decina d’anni.
Pietro Puccio
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Ciao,
Daniele ha esemplificato mirabilmente la situazione, in definitiva il danno da salsedine nell’aria si riduce fondamentalmente ad un danno estetico, mentre la salinità nel suolo influenza grandemente i processi di assorbimento dei nutrienti da parte delle radici ed un loro ‘affaticamento’ in quanto devono separare i sali dall’acqua necessaria, il che provoca riduzione della crescita, con fenomeni di rachitismo; da un certo livello in poi intervengono fattori di tossicità fino alla morte della pianta. Alcune piante si sono adattate a suoli più o meno salini in pratica con un ‘aggiustamento’ dell’apparato radicale, è il caso della Cocos nucifera che comunque in profondità deve avere a disposizione acqua dolce (inoltre le forti piogge dilavano periodicamente i sali depositati sulla superficie radicale), pertanto forse non è il caso di aggiungere sale, specie in un ambiente altamente confinato come quello di un vaso (visto che solo così possiamo coltivarla).
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Caio,
avevi chiesto:
Sarà perchè i venti predominanti sono diversi, oppure questo fenomeno è dovuto da un diverso grado di salinità
personalmente ritengo che possano esservi entrambi i contributi, ma con peso nettamente diverso, è il vento il principale responsabile in quanto, complice il mare mosso, deposita sulle foglie minute goccioline di acqua salata (aerosol) che provocano le bruciature; il contenuto di sale dipende ovviamente dalla salinità al momento presente nelle acque costiere (può variare orientativamente dal 35 al 38 per mille). Ciò può avvenire quando il vento soffia dal mare verso la costa e non viceversa. Quindi le coste che si trovano esposte direttamente ai venti predominanti sono quelle dove il fenomeno è più marcato.
Pietro Puccio
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Pietro
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come si distingue il danno da freddo da quello da salinità dell’aria?
Ciao Ale,
i danni da salsedine si presentano con bruciature, più o meno estese, dei bordi delle pinnule, le zone interessate diventano biancastre e di consistenza cartacea. I danni da freddo con macchie più o meno estese sulle foglie (fino ad interessare tutta la foglia nei casi peggiori) di colore che va dal bronzo al nero a seconda della temperatura e della sensibilità della specie. Nei casi più gravi la pianta collassa in una poltiglia nerastra maleodorante.
Pietro Puccio
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ciao pietropuccio, hai maggiori informazioni sull’abbattimento della brahea armata?
sai se c’erano adulti? dov’era la palma?
Ciao e benvenuto,
no, non ho altre informazioni oltre quelle date, la palma si trovava nella zona al momento a più alta densità “rincofora”, cioè tra la Zisa e via Basile. Visto che sei di Palermo ed interessato al problema ti consiglio un sopralluogo domani stesso in Via Mediatrice, la parallela di Corso Calatafimi, dove vi è una situazione, da giorni e giorni, che definire indecorosa è un classico eufemismo. Non mi riferisco al filare di palme rapate a zero ancora in piedi, so benissimo quanti interventi ormai dovrebbe fare il servizio incaricato, ma a ciò che si vede a livello di marciapiede. Ho delle foto, ma non le inserisco per – come si diceva una volta – carità di patria.
Pietro Puccio
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Ciao,
intanto una precisazione, ho citato Sabaudia, ma la cosa è confermata da altri due amici laziali in altre località più o meno prossime alla costa. Poi i danni da freddo si presentano in maniera ben diversa da quelli prodotti dalla salinità dell’aria, e non ho il minimo dubbio sul fatto che le persone cui mi riferisco li sappiano distinguere benissimo.
Per quel che so, la salinità del mare varia sia localmente che stagionalmente, l’Adriatico, oltre al contributo all’abbassamento della salinità dovuto all’apporto delle acque dolci che vi si riversano, essendo un mare piuttosto freddo, specie quello centro-settentrionale, ha una salinità più bassa, in particolare lungo le coste italiane, al contrario di quelle dalmate che sono lambite da una corrente calda proveniente dal mediterraneo orientale (da qui il clima particolarmente mite di quelle coste). Anche le coste centro settentrionali della Spagna dovrebbero essere lambite da una corrente fredda. In ogni caso, come è già stato detto, i danni da salsedine dovrebbero essere imputati più ai venti predominanti (ed alla posizione della costa rispetto alla loro direzione), venti che in inverno spirano generalmente dai quadranti nord occidentali, che alle differenze di salinità.
Pietro Puccio
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mi sembra strano che a sabaudia si bruciano le foglie perche nell’orto botanico di napoli c’è ne sono un gruppo di una decina di piante senza protezione e da circa 3 anni le foglie non si sono mai bruciate
Ciao,
la costa partenopea ha già un clima più mite di quella laziale, ho visto perfino qualche foglia più esterna ‘al bronzo’ in due diverse località sulla costa della Sicilia ionica a sud di Taormina, dopo due ondate di freddo dai Balcani particolarmente intense.
Pietro Puccio
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il mio super amico luigi santagata ha un bermudana maturo che fa regolarmente dei semi,
Deve essere un esemplare abbastanza vecchio, anche se la bermudana è relativamente più precoce rispetto alle altre specie (dopo minor e mexicana), almeno una trentina d’anni.
Pietro Puccio
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Notizie da Sabaudia: a pochi metri dal mare, senza protezione non muore, ma si ‘bruciano’ pressochè totalmente le foglie.
Pietro Puccio
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Ciao Giovanni,
naturalmente è un fatto soggettivo, io preferisco multipartitum, multiflorum, molle, nitidum e le varietà di sambac a fiore semplice o semidoppio (non il ‘Grand Duke Of Tuscany’) o tipo ‘Belle Of India’.
PS, OT: ho visto solo ora il tuo MP, purtroppo non guardo mai la “letterina” inoltre per l’antivirus che blocca l’apertura di “finestre” non posso rispondere (e la tua mail è privata), quindi scusami.
Pietro Puccio
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Ha delle foglie di un blu spettacolare.
Ciao,
la patina bluastra non è in tutte le piante, spesso è verde con live riflesso glauco, quindi devi sceglierla di persona. Quello che colpisce di più è l’imponenza della foglia, specie nelle varietà fortemente costapalmate, imponenza che si nota di più negli esemplari giovani, il che è un gran vantaggio vista la lentezza stratosferica con cui cresce. Nel 1977 ne trovai una in mastello in un vivaio ‘storico’ – che stava per chiudere – che aveva già una base bulbosa ben pronunciata (mi accinsi ad aiutare il propretario, più che ottantenne, a sollevare la pianta, ma lui non volle e chiamò il ‘ragazzo’ che giunse dopo tempo con una storica carriola di legno, e mi toccò di aiutare il ragazzo, visto che se non aveva già compiuto i 90 anni, ci mancava poco…), in 30 anni è cresciuta orientativamente di 1,5 m, quindi mediamente 5 cm per anno, il che è un gran successo dato che in natura pare cresca di meno di 2 cm per anno.
Pietro Puccio
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a viterbo vento forte ….
ma un bellisimo sole……
Direi che ce ne erano due 🙂 🙂
Pietro Puccio
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Se si tratta di conoscere la minima assoluta, allora un banalissimo termometro a massima e minima è più che sufficiente.
Attenzione in ogni caso a dove si posiziona l’elemento sensibile, una errata collocazione può dare valori di temperatura diversi da quelli ambiente di diversi gradi.
Pietro Puccio
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Ciao Caio,
da molte fonti, palme che hanno resistito a temperature inferiori a -15°C, oltre il Rhapidophyllum, sono le Sabal minor (-18), palmetto (-15), bermudana (-18) e varietà di incerta identificazione, Serenoa (-18) e i Trachycarpus.
La Zamia furfuracae è considerata quasi unanimemente da zona USDA 9b in su, quindi il suo sacrificio è servito ad indicare che la tua zona è al più 9a.
Pietro Puccio
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Ciao Paolo,
normale per la Delonix e normale che ci siano diversità nell’andata in riposo a seconda delle varietà di plumeria, dirada le innaffiature in sintonia, in certo qual modo, con la perdita delle foglie, nel dubbio astenersi, a meno che che non ci siano raggrinzimenti nel fusto.
Pietro Puccio
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Ciao Stefano e benvenuto,
da “letteratura” pare resista senza alcun danno a temperature dell’ordine di – 10°C e con qualche lieve annerimento delle foglie 2 – 3 gradi ancora più sotto, quindi, salvo situazioni climatiche veramente eccezionali per la zona, dovrebbe andar bene.
Pietro Puccio
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Ciao Piera,
non credo che attualmente si trovi nei vivai, ma non è detto che improvvisamente i soliti nordeuropei non ne invadano i garden, come hanno fatto per altre specie prima introvabili. Al momento sono solo poche ditte (estere) specializzate in palme ad averle, ma non credo sia il caso di ritirare una sola pianta.
Pietro Puccio
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Si dice che il punteruolo attacca solo esemplari dai 50 anni in su (meglio se malati)…qualcuno me lo conferma?
Fresche di giornata:
In pratica vi è (era) un viale di canariensis su due file affiancate, una fila con piante di una quarantina d’anni ed una di una decina, si sono fraternamente divise i rincofori (notare la “messa in sicurezza…”):
Pietro Puccio
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Caio,
molto interessante quanto riportato sulla Paysandia, perchè non inizi un messaggio specifico, mettendo tutto qui perde di importanza e si perde il filo del discorso.
Pietro Puccio
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Ciao,
sicuramente è un giardino da visitare, specie se si è in zona, però attenzione, le foto di palme della “Galleria” non sono necessariamente di piante presenti nel giardino.
Pietro Puccio
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Sulla Chorisia allora si trovano contemporaneamente fiori e frutti, uno spettacolo interessante.
Non proprio, i frutti compaiono alla fine della fioritura nel periodo invernale, naturalmente può essercene già qualcuno quando la pianta è alla fine della fioritura. Al momento infatti ci sono pochissimi frutti visibili sugli alberi, quello fotografato molto probabilmente ha iniziato precocemente a fiorire e quindi anche a fruttificare.
Pietro Puccio
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Ho letto che nelle zone di origine del Punteruolo rosso esiste il suo nemico naturale, chiedo non è possibile importare pure lui? Diventerebbe una più grande tragedia?
Ciao Piera,
a parte tutte le altre considerazioni, al momento il rincoforo sta creando grossi problemi anche nei suoi luoghi di origine, dove peraltro le palma (in particolare quelle da datteri, da cocco e da olio) non sono (solo) un ornamento, ma sono di grande importanza per la vita di molte popolazioni. Potrebbe trattarsi di una diminuita ‘efficinza’ dei suoi predatori naturali, o il risultato di una mutazione spontanea che gli ha coferito una maggiore resistenza, sta di fatto che non è la prima volta che succede, ai primi del ‘900 una anomala proliferazione di questo rincoforo creò gravissimi problemi alle popolazioni che allora erano molto più dipendenti dalle palme.
Pietro Puccio
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Grazie a tutti.
– Francesca, se ti riferisci alla prima foto, quelli non sono frutti ma boccioli, i frutti sono grosse capsule legnose:
Riguardo ai viali, nel caso non mi fossi espresso chiaramente (come al solito), non si tratta di un viale di 200 metri, ma di 200 metri di un viale di chorisie lungo poco più di 3 km. Uno dei tanti, purtroppo, che si trovano a Palermo. Purtroppo, perchè malgrado l’indubbia bellezza, la Chorisia non è adatta ai normali marciapiede per l’apparato radicale superficiale e ‘dirompente’, andrebbero quindi utilizzate in modo diverso.
Pietro Puccio
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Chiedo a tutti e sopratutto a Pietropuccio (poichè mi fa rimanere con i piedi in terra)
se secondo voi sono attendibili…a me convincono….Finalmente qualcuno ci dice come vengono fatti!
Ciao Ale,
conosco il sito e l’avevo indirettamente citato nel messaggio “Caryota”. Con tutti i dovuti distinguo, trovo i valori più attendibile di molti altri che circolano in rete. Da tenere presente che i valori col ? sono stimati perchè al di fuori delle temperature riscontrate durante il periodo degli esperimenti. Sono da ammirare perchè mentre i dati forniti da siti che le palme le vendono sono quasi sempre ottimistici (a volte molto), i loro (mi riferisco a quelli col ?)sono generalmente prudenti.
Pietro Puccio
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Ciao Sole,
purtroppo credo nessuno dei due, il thomsoniae in particolare è al limite anche a Palermo, si adatta però bene alla coltivazione in vaso, quindi può essere riparato in inverno. Fra i classici C. resistenti alle basse temperature vi è il trichotomum.
Pietro Puccio
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qui da noi a Palermo, con il caldo che c’è, stanno rifiorendo diverse piante che dovrebbero essere in riposo vegetativo (pepino, fejoia, chorisia).
volevo sapere se in altre località sta succedendo la stessa cosa?
Ciao Michelangelo,
per la verità a Palermo la Chorisia inizia a fiorire ad agosto (+/- qualche settimana) e finisce ad inizio gennaio (+/- qualche settimana) attualmente la maggior parte è in piena fioritura come ad agosto, alcune con solo fiori, altre ancora con le foglie, solo qualcuna (in genere piante molto giovani) da segni di ‘stanchezza’ (pochi boccioli in crescita agli apici).
Per la Feijoa ricordo (l’ho estirpata nel 1986) che dopo il classico temporale di fine agosto (che quest’anno è stato praticamente ad ottobre) spuntava sempre qualche fiore.
Noto invece nel giardino che c’è stata una stasi estiva più lunga del normale in molte palme e piante tropicali, tipo Hibiscus rosa-sinensis, ed una sensibile ripresa dopo le piogge abbondanti dei primi di ottobre.
Pietro Puccio
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Rispondo a Pietro che suggeriva Thritrinax….non penso, vado a memoria, ma le Tritrinax hanno le folgie più dure e di un verde smeraldo, mentre la mia è verde scuro intenso, poi il tronco della Thritrinax è nettamente più chiaro ???
Ciao,
una identificazione attraverso foto in teoria non andrebbe nemmeno tentata, salvo casi particolari, nella pratica non ci si può esimere, ma va sempre prese come ipotesi di partenza e da verificare. Premesso ciò, la brasiliensis è una specie molto variabile, il colore delle foglie va dal verde scuro al grigio argenteo, anche la rigidezza delle foglie può variare in dipendenza dell’esposizione e delle modalità di coltivazione (a posizioni assolate e terreni aridi corrispondono foglie più rigide) e comunque nelle piante coltivate i segmenti delle foglie più vecchie tendono a diventare pendenti.
Ripremesso ciò, io continuo a intravedere nella foto qualcosa di molto vicino ad una Trithrinax brasiliensis.
Pietro Puccio
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