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Ciao Attilio,
mi farai cosa graditissima nell’indicarmi, a suo tempo, gli estremi della pubblicazione.
Una domanda: l’ambiente di coltivazione della obtusa. Io ne ho una da anni che tengo in vaso in un balcone esposto a sud, fiorisce, ma ogni anno qualche ‘punta’ si brucia per il freddo e perde quasi tutte le foglie. Ho da poco due piante regalatemi da un amico da talee prese (credo) in Kenia, il fiore è quello classico, ma in atto il danneggiamento delle foglie è appena accennato, anche il donatore mi ha confermato la discreta rusticità di questo clone.
Infine la scorsa estate in una villa di Mondello ho visto una Plumeria per me ‘nuova’, si trattava di un albero carico di fiori molto grandi, di cui accludo una brutta foto (c’erano luci ed ombre e la foto è stata fatta piegando con una mano un ramo e scattando con l’altra..), il bianco dei petali era abbagliante ed inoltre era visibilissima anche a discreta distanza la ‘tessitura’ dei petali (in foto risulta appiattita), unico neo non profumata. Purtroppo il proprietario, non mi ha saputo dare indicazioni sulla sua provenienza.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
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Grazie Attilio e complimenti per pianta e foto; hai altre varietà e, soprattutto, notizie sulla sua introduzione a Palermo?
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Lulu,
la Plumeria della foto, anche se i colori sono un pò sbiaditi, è quella che qui è chiamata ‘tricolor’ per la banda rosata sul bordo del petalo, che risulta più o meno accentuata a seconda dello spettro solare.
Ad ogni modo ho visto dal catalogo che hai una invidiabile collezione.
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao a tutti,
– Fiorenza: non è detto, a Palermo le coltiviamo all’aperto, ovvero in una situazione limite, climaticamente parlando, per loro, coltivandole in inverno in appartamento o in serra (quindi ad una temperatura media più elevata) i tempi potrebbero accorciarsi ed inoltre dipende dalla varietà.
-Lulu: c’è molta confusione sulla nomenclatura delle varietà ‘storiche’, inizialmente è stata descritta una P. acutifolia, poi diventata P. rubra ‘acutifolia’, ma se cerchi foto di entrambe noterai differenze. Quella tipica di Palermo (non della Sicilia in genere, dove sono ancora pochissimo diffuse) è quella della foto con i petali sovrapposti e arrotondati e che come dicevo altrove, non si riscontra identica in altri luoghi.
– Martina: spiacente, mi sono accorto di non avere nessuna foto della varietà nota come ‘Lutea’, ad ogni modo il fiore è tondeggiante, anche se meno della ‘palermitana’ classica e di colore giallo che diventa pallido, quasi bianco, ai bordi.
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Martina,
quote:
Quale sostanza organica mi consiglieresti??
il classico, buon vecchio stallatico, se lo trovi.
Ciao
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao,
– Martina: sì, sono mie; per la piena terra prova (con una) in posizione molto riparata e con ottimo drenaggio, in pratica a ridosso di un muro esposto a sud e riparata dalla pioggia.
– Lulu: passata l’influenza?
– Schimatrix: sono tutte varietà della stessa specie, Plumeria rubra. La prima si chiama ‘Aztec gold’, la seconda non è registrata, io la chiamo 300.000 (chi sà poi perchè 😉 ), infine la terza è stata considerata una specie in passato (Plumeria tricolor ‘Obscura’), ma è ora considerata una varietà della P. rubra. Esistono moltissime varietà sia registrate che non, questo perchè la Plumeria rubra ha geneticamente una notevole variabilità, da seme non si è mai sicuri di ottenere una pianta simile alla madre.
– Fiorenza: se vieni a Palermo (il picco di fioritura si ha nei mesi di luglio ed agosto) troverai diffusissima questa varietà:
Altre varietà, del tipo delle tre foto, sono pressochè inesistenti, quindi per vederle dovremmo concordare.
Infine, lo saprai certamente, per le piante da seme occorre moltissima pazienza, ai tropici il tempo medio per la prima fioritura pare sia cinque anni, ma dipende molto dalla varietà. Fuori dai tropici i tempi si possono dilatare notevolmente, per la prima fioritura di questa, ho atteso ben 15 anni.
Pietro Puccio
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Pietro
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Mi sembra batta la fiacca, la pianta del mese… 😉
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Martina,
complimenti, la posizione e l’esposizione sono invidiabili, anche il terreno in parte sabbioso è favorevole perchè dovrebbe assicurare un ottimo drenaggio e non penso ci sia bisogno di aggiungere pomice. Può invece essere vantaggioso aggiungere, naturalmente nel tempo, sostanza organica, dato che il tipo di suolo, se ho ben capito, è ricco di minerali, ma povero di sostanza organica.
Pietro Puccio
Palermo, zona (USDA) 9b/10a
Pietro
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quote:
Vivo a Palermo, e faccio parte della ampia schiera di appassionati palermitani di plumerie (noi le chiamiamo “pomelie”). Attilio
Benvenuto nella schiera dei plumeriofili del Forum! Personalmente sarei interessato alla storia della introduzione ed espansione di questa pianta a Palermo, di cui non ho notizie pur avendole, almeno superficialmente cercate, ma forse ciò può essere di scarso interesse per i non palermitani o magari se ne può parlare nella sezione Off Topic.
Una curiosità forse poco nota, la varietà più diffusa a Palermo, quella molto profumata e dalla forma perfetta, non si ritrova identica in altre parti del mondo, ne avevo avuto un vago sospetto girando in lungo ed in largo in rete, poi la cosa mi è stata confermata da appassionati che hanno viaggiato molto ed infine dal Direttore del Dipartimento dell’Università di Honolulu che si occupa della genetica delle plumerie. Evidentemente questa pianta o è stata inizialmente ottenuta da seme fuori dai tropici e si è subito diffusa per via agamica date le caratteristiche, oppure la pianta madre da cui è stata portata via una talea per qualche motivo è andata persa.
Pietro Puccio
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Scritto Da – pietropuccio on 27 Gennaio 2005 18:16:22
Pietro
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Ciao Martina,
perchè non facili? Per molte piante, specie se si parte da seme, possono passare anni prima della fioritura. Se poi riesci a trovare un vivaio che li ha in vaso già accestiti (in genere solo coronarium e gardnerianum) potresti averli fioriti lo stesso anno.
Per i complimenti grazie, ma il merito è della digitale, mentre per il giardino dubito fortemente che lo si possa trovare di generale gradimento. Fermo restando che un giardino è un artificio, a me piace che lo sembri il meno possibile, pertanto a parte l’impianto e l’acqua, lascio fare quanto più possibile alla natura, il che ovviamente comporta ‘inconvenienti’ dal punto di vista estetico.
Intanto perchè non ci fai qualche anticipazione del tuo ‘nuovo’ giardino?
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Fiorenza,
scusami, sono stato troppo sintetico, intendevo dire che da seme le plumerie inizialmente hanno questo aspetto, poi col tempo la base ingrossa. Per quel che riguarda quelle che vedi coltivate ai tropici, tieni presente che la maggior parte è da talea, quindi partono subito col piede… giusto.
Per la collezione bolognese è vero che è privata e che è stata donata quasi tutta, bisogna però vedere quant’era questo ‘tutta’. Credo che almeno dal punto di vista qualitativo sia rimasta la più importante.
Pietro Puccio
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Pietro
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Ciao Riverviolet,
a parte che non è esattamente il momento per fare talee, come già detto da Blasco, personalmente ti sconsiglio di cominciare così. Infatti la prima fioritura ‘normale’ di una talea può avvenire, a seconda della varietà, anche dopo alcuni anni e nel mentre avresti tutto il tempo per dire “chi me lo ha fatto fare” e pentirtene. Il mio consiglio è di acquistare una pianta già ben radicata, con almeno due ramificazioni di cui uno fiorito, questo ti darebbe la certezza che la pianta è fiorifera, specie se la ramificazione è corta (più è lunga, più è meno fiorifera) ed avresti buone probabilità di vederla fiorita anche l’anno seguente dall’altro ramo e così i successivi.
Attenzione, devi essere certa che la pianta è ben radicata, perchè una talea dopo il taglio può fiorire anche anche senza radici (l’infiorescenza si ‘prepara’ in inverno), ma poi dovrai aspettare lo stesso qualche anno.
Pietro Puccio
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Pietro
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Salve a tutti, avrei un quesito:le mie nate da seme sono sane, attualmente circa 16cm con foglie di 8/10 cm, ma si stanno ingrandendo nella parte alta del tronco, mentre la parte più bassa rimane sottile,è circa la metà della parte alta, tanto che a volte mi viene la paura che si possano piegare.
C’è qualcosa che si può o si deve fare?
Ciao,
è così che deve essere, se hai paura e/o se vuoi mantenerle dritte, metti un tutore accanto ad ogni pianta e legale a metà altezza.
Pietro Puccio
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Pietro
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Acci, mi sà che dovrò sorvolare, non ho l’ambiente adatto 😡
E perchè mai? Le coltivano (in vaso) anche in Canada e la più importante collezione italiana è nel bolognese (in serra riscaldata in inverno, fuori d’estate). A te potrebbe bastare una serretta in film plastico con una stufetta per gli eventi eccezionali. In vaso, specie in inverno quando sono senza foglie, occupano poco spazio, io ne ho solo una decina in piena terra, tutte le altre per mancanza di spazio le tengo in vaso, di cui almeno una settantina in un balcone di 10×1,5m (insieme a tanti altri vasi).
Pietro Puccio
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Pietro
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Ma ho letto che la coccinea sopporta benissimo lo 0° e qui, a genova ora ce fà moolto freddo ci sono 3 gradi.
Grazie per le informazioni, come vedete la Careula alla fine sarà anche comune, ma ra una scelta quasi obbligata.
Ciao,
la coccinea è una delle Passiflora più tropicali, ma tra questa e la caerulea ve ne sono decine che potresti coltivare con successo.
Pietro Puccio
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Pietro
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Le plumerie possono essere coltivate con successo in vaso – anzi fuori dai tropici o da microclimi particolari è l’unico modo – se si ha a disposizione un locale adatto (possibilmente luminoso) dove farle svernare a temperature preferibilmente non inferiori a + 10°C; possono anche sopportare temperature prossime allo zero per brevissimi periodi, se mantenute con il substrato completamente asciutto (in ogni caso in inverno le innaffiature vanno quasi del tutto sospese). Nella tarda primavera, quando la temperatura esterna lo permette, vanno poste gradatamente in pieno sole.
Si tratta di un albero di medie dimensioni (in piena terra). Se si ha l’accortezza di non eccedere in concimazioni, in particolare azotate, e di tenere le piante durante il periodo vegetativo in pieno sole, si riesce ad avere piante compatte e comunque si possono contenere anche mediante potature oculate.
Ciao
Pietro Puccio
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Ma ho deciso per la coccinea….
Ciao,
la P. coccinea devi ripararla in inverno (quindi in vaso), potresti tentare con la vitifolia che è praticamente identica, ma un pò meno delicata, ma da mettere, se in piena terra, in posizione molto riparata, specie il piede della pianta, dato che temperature di poco sotto lo zero, anche per brevi periodi, distruggono la parte aerea e a volte tutta la pianta.
Pietro Puccio
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Pietro
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Grazie Blasco,
mi interessano sempre le situazioni a rischio (climatico) per le mie ‘mappature’ ed a proposito, occhio ai prossimi giorni, anche se le ultime previsioni a più breve termine sono meno pessimistiche.
Pietro Puccio
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Ciao Martina,
la seconda Etlingera elatior (sin. Nicolaia elatior), la terza sembrerebbe una Eugenia, ma lascio la parola agli appassionati di fruttiferi.
Pietro Puccio
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Grazie e complimenti a Francesco per le notizie sull’Artocarpus. Posso solo dare un piccolo contributo con due foto prese esattamente lo scorso gennaio nella Rep. Dominicana.
Ciao
Pietro Puccio
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Pietro
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Prova a piantarla in piena terra, pare resista ad alcuni gradi sotto lo zero perdendo eventualmente la parte aerea, ma ricacciando dalla base. Se le minime sono di qualche grado al più sotto lo zero e sporadiche dovrebbe rimanere indenne, nel qual caso dovrai usare il macete tra qualche anno per tenerla a bada 🙂 .
Ciao
Pietro Puccio
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Ciao Blasco,
nessun consiglio, ma una informazione: hai idea delle temperature minime nel tuo terrazzo in questo periodo?
Pietro
Pietro Puccio
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Il mio nome è Elio Gulino, abito a Palermo (come il mio stimato concittadino Pietro Puccio, che colgo l’occasione di salutare e con il quale spero, un giorno di incontrarmi);
Ne sarei felicissimo, possiamo concordare via e-mail.
Pietro
Pietro Puccio
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Dovrebbe trattarsi della caracasana.
Ciao
Pietro Puccio
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Ciao Franco,
la Passiflora alata, salvo rarissime eccezioni (di cui non vi è certezza) è autosterile, occorre quindi il polline di un’altra pianta (ovviamente non ottenuta da talea dallo stesso ceppo). Tieni inoltre presente che per molte P. il successo dell’impollinazione dipende anche dalle condizioni ambientali (in particolare l’umidità).
Pietro Puccio
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Pietro, hai trovato i baccelli della pianta di cui mi avevi scritto? 😀
Sì ne ho intravisto alcuni, ma sono tutti al di sopra del tetto e non ho purtroppo modo di recuperarli, comunque li tengo d’occhio.
Ciao e auguri,
Pietro
Pietro Puccio
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Certamente è un buon segno, anche se non c’è ovviamente certezza, l’importante è che il fusto non raggrinzisca troppo e non si instaurino marciumi. La mezza bottiglia va benissimo, ma evitare di farsi prendere la mano e bagnare troppo il substrato che deve essere umido, ma non saturo d’acqua. Rami spezzati di plumeria hanno una grande capacità di sopravvivenza in ambiente umido, tanto da rimanere vitali e fiorire dopo mesi senza essere interrati.
Ciao
Pietro Puccio
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Sì, il gardnerianum può occupare col tempo molto spazio, ma al mio gli amici non lasciano il tempo 😉 . Per quel che riguarda l’inclinazione, è accentuata se riceve luce in modo marcatamente disuniforme, altrimenti è solo poco discosta dalla verticale.
Il coronarium ha tutte le dimensioni ridotte rispetto al gardnerianum, se non sovralimentato i fusti non superano il metro di altezza. Per la luce è il più esigente tra quelli che ho, in ombra fiorisce poco o niente, quindi pieno sole anche se nei nostri climi assolati ed aridi si avvantaggierebbe di una leggera velatura nelle ore centrali della giornata. Per gli altri ombra parziale, ma senza esagerare per non compromettere la fioritura.
A mio personale modo di vedere il coronarim merita tutta la fame e diffusione che ha.
Pietro Puccio
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Ciao Cesare,
occorre pazientare uno ed a volte due anni prima della fioritura. Il rizoma è l’organo di riserva e quando viene diviso per la moltiplicazione il primo anno non ha in genere le riserve necessarie sia per assestarsi nella nuova posizione (ed infatti la vegetazione inizia in ritardo perchè prima deve radicare) che per fiorire.
Pietro Puccio
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In ordine cronologico…
Ciao Massimo (se posso permettermi), ecco qualche notizia sul thyrsiforme. Come altri del genere proviene dalle pendici meridionali dell’Himalaya, in aree climaticamente definibili come temperato-calde. I fusti sono alti fino a 2 m, le foglie grandi, verde lucido ed elegantemente ondulate sui bordi e si mantengono pressochè integre per oltre un anno. E’ appunto il fogliame la parte più apprezzata di questa specie, l’infiorescenza, pur interessante per la sua ‘scapigliatura’, dal punto di vista ornamentale non regge il paragone con altri Hedychium. La fioritura quest’anno è iniziata ora, mentre lo scorso anno a febbraio; teoricamente dovrebbe essere in autunno, sospetto che da me lo spostamento verso i mesi invernali sia dovuto al rallentamento estivo per insufficiente umidità, è infatti dopo le prime piogge ottobrine che i fusti accelerano la crescita.
Io lo coltivo in maniera molto spartana, come le altre piante, e non se ne…. lamenta troppo, questo serve anche a contenerne lo sviluppo.
Ciao Maurizio,
ho ben poco, oltre appunto gardnerianum e coronarium (la cui fama è ben giustificata) ellipticum, gracile, greenei e naturalmente thyrsiforme. Personalmente sono più interessato alle specie botaniche, ma non ho preclusioni preconcette sugli ibridi ed infatti mi pare di ricordarne qualcuno da te citato in siti inglesi, che sarebbe più conveniente per l’acquisto, ad ogni modo se puoi appoggiarti ad amici vivaisti che posseggono i canali giusti per importare da fuori Comunità è meglio.
Pietro Puccio
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