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Kaly temo che l’anno scorso la tua minima sia stata minore di -0,3°C, con cosa la misuri? con un termometro dentro una capannina ventilata ti accorgeresti meglio delle temperature che raggiungi. La mia decary infatti è abbastanza rustica e non la riparo d’inverno. I 500m slm non vogliono dire nulla, io sto a quasi 400m slm e ho manghi e lychees in piena terra da ormai 3 inverni seppur ci sono stati anni in cui i manghi sono stati danneggiati perdendo le foglie.
Ci sono zone sul mare dove si verificano gelate pazzesche da inversione (vedi Lentini, Noto) e altre a 600-700 slm dove le gelate sono molto rare.
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Comunque secondo quello che ho potuto vedere la L.Rotundifolia ingiallisce le foglie già appena qualche giorno con minime sotto i 5°C, il problema di questa pianta secondo me è che non resiste per nulla agli agenti atmosferici. E con molta probabilità non riuscirebbe a sopravvivere nemmeno a temperature positive prossime allo zero, sono sicuro che se l’avrei lasciata fuori tra grandine e i 0,7 gradi dell’altra notte sarebbe morta, potrebbe avere una resistenza al freddo simile a quella della papaya per rendere l’idea.
Ps: ho riletto adesso tutta la discussione visto che ho il brutto vizio di rispondere leggendo solo gli ultimi messaggi. Quando si è parlato di recinzioni con i fichid’india volevo fare presente che esiste una varietà di fichi d’india, che qua vengono chiamati “di fiume”, che hanno spine eccezionalmente lunghe (3 – 4 cm) e fitte ed un portamento basso, e quelli si che sono adatti a fare recinzioni che sono meglio della rete con il filo spinato.
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La mia Livistonia Rotundifolia è stata fuori ammucchiata con tanti altri vasi fino a metà gennaio, poi un paio di giorni prima di un ondata di freddo l’ho tirata fuori dal mucchio insieme ad altre piante delicate per ricoverarle a casa in veranda, avevo sistemato i vasi vicino l’auto per caricarle nel portabagagli, destino ha voluto che fosse quasi buio al momento di caricare le piante in macchina.. e l’ho dimenticata in mezzo all’erba in aperta campagna!
Un paio di settimane dopo m’è ritornata in mente, sono andato a cercarla ed era tutta bucherellata, reduce da una grandinata con chicchi grossi quasi come noci.., ma viva.
La minima invernale fino a quel momento era stata di 1,5°C.
Kaly la nottata di ieri è stata eccezionalmente fredda in sicilia, io ho registrato una minima di 0,7°C, stanotte dovrebbe andare un pò meglio e poi se tutto va bene non ci resta che aspettare la primavera.
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Grazie per l’identificazione.
A dire la verità speravo fossero delle radicalis perchè avevo intenzione di piantarle in pieno sole.
La elegans se abituata può sopportare il pieno sole? Dovrei piantarle sotto delle ravenea che essendo di piccola taglia per un pò di anni non faranno nessuna ombra.
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Ho acquistato da un venditore ambulante a Catania all’ottimo prezzo di 5€ a vaso questi due cespi di chamaedorea, mi sembra che si tratti di elegans ma non ne sono sicuro, voi cosa dite?
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quote:
Nino, le zone costiere della Sicilia sudorientale sono adatte alla coltivazioni di piante tropicali?
Io direi proprio di si Rafa! Tutte le zone costiere della sicilia sono adatte, ad esclusione di piccole fasce come quella tra siracusa e catania e altre che non conosco.
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Beh mi sa che il DNA i fichidindia lo stanno modificando a noi.. Io personalmente avendo tutto il terreno infestato dai fichidindia la sera faccio i conti con le spine, non è raro averne 20-30 conficcate addosso quando si potano, ma oramai è diventata una cosa normale che non da fastidio..
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Mettila fuori la pianta.. al sole, magari falla abituare un pò prima, vedrai che crescerà, a meno che non abiti in alta collina la puoi lasciare fuori senza problemi fino a dicembre.
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Io eseguo l’operazione a partire dal 1° giugno fino alla fine di giugno, avendo centinaia di piante di fico d’india sparse per tutto il terreno, li passo tutti quando ho tempo in quel mese, i più grossi li poto (più che una potatura gli dichiaro guerra..), quelli nelle zone più secche li scozzolo eliminando frutti e pale appena germogliate, quelli nelle zone più umide o in zone irrigate li lascio a produrre i fichi d’india agostani.
Così facendo ho i fichi d’india da agosto a dicembre, poi a dicembre tagliando i fichi d’india rimasti con tutta la pala li mangio per un altro mese.
Però difficilmente si arriva all’anno nuovo, quest’anno ad esempio la vedo dura, il caldo quasi estivo senza sosta che ancora perdura sta praticamente facendo maturare tutti i frutti, ne resteranno pochi anche per novembre secondo me.
I più buoni sono quelli maturati in ottobre-novembre (in annate normali).
Si dice che i fichi d’india hanno bisogno di essere scozzolati per qualche anno di fila prima di “imparare” a produrre i bastardoni, questa cosa non so se è vera.
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quote:
se tutti gli italiani del meridone userebbe al massimo le loro terre poca frutta simporterebbe. non faranno piu businissi in italia e se andrebbero via
Al meridione, almeno in Sicilia, di frutta se ne importa ben poca, anzi è proprio difficile trovare qualcosa che non venga dalla Sicilia stessa, certo escludendo le pesche di gennaio e via dicendo..
Le tropicali sono un mondo a parte, ma specialmente in sicilia è un mercato talmente piccolo che può essere tranquillamente non considerato.
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Datteri, banane possono anche essere prodotte, ma il problema è il prezzo finale che è di gran lunga maggiore delle banane e dei datteri d’importazione.
Per l’autoconsumo è un altro discorso.
Il piacere della frutta autoprodotta non è certo il prezzo (anche se nella maggior parte dei casi risulta molto ma molto più basso di quella acquistata), personalmente preferisco la mia frutta per una questione di qualità.
Inoltre si conosce cosa si mangia, io ad esempio non uso per nulla pesticidi e pochissime volte perdo il raccolto.
Poi la frutta che resta sull’albero non è uno spreco, cadrà a terra e andrà a fertilizzare la frutta dell’anno successivo.
Quella invenduta che finisce in una discarica è invece un affronto alla natura.
Per le tropicali il discorso vale moltiplicato per 10, la frutta acquistata è costosa (ad esclusione delle banane!), raccolta acerba quindi di scarsa qualità e carica di pesticidi, quindi l’autoproduzione se il clima lo permette è un enorme guadagno.
Non è il caso di banana e dattero, ma avocadi e manghi siciliani stanno lentamente conquistando fette di mercato, per tutte le altre (chirimoya, litchi, casimiroa, guava per citare le più famose) il mercato semplicemente non esiste perchè gli italiani sono per natura scettici verso le novità ed esportare all’estero non è facile.
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In Sicilia, a Taormina per l’esattezza, i datteri riescono a maturare e sono di ottima pezzatura (lunghi quanto un pollice) e dolci, come quelli comprati, li ho assaggiati di persona.
Anche nella mia zona qualche dactylifera ha dei datteri di notevoli dimensioni ma non li ho mai assaggiati e non so se riescono a maturare.
Sono in giardini privati per questo è difficile verificare se sono maturi o no.
Non tutte le palme da quel che ho visto riescono a portare avanti i frutti, non so da che dipenda, forse dalla cultivar.
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Scritto Da – peppesicilia on 15 Ottobre 2012 16:33:25
Nino la carambola è più rustica del mango, si rovina più facilmente, anche in autunno con le piogge e il vento forte, ma non dovresti avere problemi con la carambola.
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Questo è il mio che ha già passato due inverni fuori.
Non fiorisce ancora purtroppo, sarà piccolo. ma cresce molto bene, non mi sembra lento, e soprattutto è innestato a spacco se non ricordo male.
Ne avevo preso un altro che ha allungato il punto di innesto fino a rigettare il nesto, adesso ha rivegetato dalla base.
Si può innestare ma è difficile.
Nino in sicilia si trovano piante di litchi innestate, e pure diverse varietà.
Il longan sarà il prossimo mio acquisto.
Era così due anni fa, inizialmente l’avevo piantato in serra, ma non tollerava per nulla gli sbalzi termici, allora l’ho piantato fuori pensando “se passa l’inverno bene, se no pazienza”, ed è già al secondo inverno fuori senza protezioni.
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Io parlavo dello psidium cattleianum a frutto giallo (Guava Fragola), che è molto diverso dal Guava (psidium guajava), sia nelle foglie, sia nei frutti, sia nella dimensione dell’albero.
Io ho entrambi con la sola differenza che ancora il Guava non ha fruttificato, mentre lo ha fatto il cattleianum.
Il Guava (psidium guajava) da quello che ho potuto vedere nel comportamento d’inverno ha una resistenza leggermente superiore del mango, penso che il punto limite sia -2, il C. invece mi sembra aver letto che possa arrivare fino a -8.
Il Guava ha frutti grossi, che possono addirittura arrivare a pesare un kg in certe varietà, in genere si mantengono sui 300-400gr, il guava fragola invece ha frutti di poche decine di grammi, grossi quanto una piccola nespola.
Il sapore è soggettivo, è normale, a me il guava fragola non piace perchè è piccolo e pieno di semi e il sapore non è soltanto dolce ma anche acido, a qualcun’altro può piacere, non dico che non sia buono per tutti.
Per il Guava invece è un altro discorso, ne esistono centinaia e centinaia di varietà, piccole, grandi, dolci, amare, succose, a polpa gialla o rossa, a buccia gialla o verde, insomma ce n’è per tutti i palati!
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Da me si stanno maturando gli ultimi. volevo conservare i semi per fare altre piante.. ma.. sono quasi immangiabili… non trovate? Non sono un granchè..
Stanno marcendo a terra, tra kaki, ficodindia, uva e melograni chi è che va a mangiarsi questi frutti???
Poi di guava hanno solo il nome, il vero guava è tutt’altra cosa.
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Scritto Da – peppesicilia on 11 Ottobre 2012 20:52:02
Nella mia zona solo p.canariensis (sterminate), le dactylifere stanno bene, anche quelle nelle vicinanze.
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la mia tre, ma era un seedling, quindi credo sia normale un numero così enormemente spropositato di foglie (sono ironico naturalmente) durante una stagione…
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Bene allora è confermato anche con buona precisione che le tue archontophoenix hanno superato quelle temperature. E’ una buona notizia.
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Sergio come registri la temperatura? possiedi una strumentazione meteo o ti rifai ai dati che trovi su internet?
Questo perchè avendo una stazione meteo schermata a dovere ho notato che i valori che registro sono sempre diversi da quelli che si trovano su internet, inoltre un termometro classico da esterno segna sempre 1-2 gradi in più di uno posto in una capannina schermata e ventilata (che segna minime e massime esatte al decimo di grado).
Se le tue archontophoenix hanno davvero resistito a quelle temperature è davvero una gran cosa.
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i miei sono fermi da luglio…
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In rete si trova qualche informazione scritta da Pietro, come sempre preciso e competente.
http://www.photomazza.com/?Lytocaryum-weddellianum&lang=it
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E se fosse una questione di ph del suolo? Le mie si trovano in un suolo che tende ad essere leggermente acido, ricco di materia organica.
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Da quello che ho potuto notare hanno una crescita abbastanza veloce e una buona rusticità.
Se va a buon fine l’affare “inverno” conto di metterne in piena terra almeno una 30ina da qua ai prossimi 5-6 anni! Salvo poi dover scavare una fossa comune quando arriverà l’inverno del secolo…
Anche se ho spulciato i dati della stazione meteo di Linguaglossa (CT), posta a 500m slm, la più vicina a casa mia con un archivio storico, notoriamente molto più fredda che da me in inverno, la minima assoluta dal 1950 fino ad oggi è di -3,7°C, che da me non dovrebbero essere stati raggiunti trovandomi più in giù e in una posizione più riparata.
Purtroppo i dati climatici anche se danno un’idea di cosa si può coltivare e cosa no lasciano il tempo che trovano, bisogna piantare per vedere cosa resiste o cosa no. Ne è un esempio il mango, che non dovrebbe crescere da me, ma ha già passato tre inverni.
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Ciao,
forse pensando fosse morta non l’hai più guardata per mesi, ma una cosa è certa, le foglie della seconda foto non possono essere quelle della prima foto, da quella situazione non si torna indietro.
PS: non è prudente lasciare fuori a 370 m di altitudine una B. così giovane.Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Per quanto riguarda il fattore climatico, ho una stazione meteo professionale, questi sono i dati dell’inverno 2011:
http://cdamanulimeteo.altervista.org/storico/Dicembre%202010.htm
http://cdamanulimeteo.altervista.org/storico/Gennaio%202011.htm
http://cdamanulimeteo.altervista.org/storico/Febbraio%202011.htm
http://cdamanulimeteo.altervista.org/storico/Marzo%202011.htm
Non so se potrebbe farcela.
Al massimo posso piantarla in un altro posto a 200m slm, dove sono sicuro che ce la farebbe senza nessun problema.
Credo che la lascerò fuori quest’inverno, non è cresciuta abbastanza per dire “è un peccato perderla”, la lascerò nel vaso esposta alle intemperie.
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Ciao Pietro, non ho motivo di scrivere una cosa non veritiera, ti assicuro che si tratta della stessa pianta e delle stesse foglie, acquistata ad aprile 2012 da un sito tedesco, trapiantata nei primi 5 giorni di maggio in quel vaso che vedi, la prima foto porta come data 10/06/2012, la seconda foto riporta come data 05/09/2012.
Ho trovato una foto di un periodo intermedio, la foto che segue ha come data 24/07/2012:
Non so cosa sia successo, dopo che era diventata gialla l’ho messa sotto un tavolo, la innaffiavo raramente quando me ne ricordavo, poi ha ripreso colore ed ha messo su quella foglia che vedi.
Evidentemente era un giallo dovuto alla sua colorazione e non all’appassimento.
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Scritto Da – peppesicilia on 08 Settembre 2012 13:15:15
Credevo di dover buttare via la bismarckia con tutto il vaso.. in realtà il piccolo semenzale dopo aver ingiallito le foglie, miracolosamente, le ha rinverdite ed è partito finalmente a crescere.
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La mia sta accavallando le foglie in crescita, lo devo prendere come un segnale positivo o come un segnale di stress? L’ho innaffiata tutti i giorni durante l’estate, per i mesi più caldi è stata coperta da una rete ombreggiante che adesso ho tolto gradualmente per abituarla al sole.
E’ stata la prima palma che ho messo a dimora nel mio terreno, spero la prima di una lunga serie, non avendo problemi di spazio (2 ettari) spero di piantarne tante!
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A Milazzo ho visto una bismarkia grossa in piena terra, davvero una bella palma. Ho un semenzale che è da maggio che lentamente sta aprendo una foglia. Evidentemente il trapianto è stato molto stressante, ancora non ha le foglie differenziate. O forse è proprio lenta di natura?
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Grazie, allora c’è anche se non si vede dalle foto!
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