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Ciao Nicola,
non ho notizie in merito al di fuori della Sicilia.
I semi di D. elata si dovrebbero trovare in rete.Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)Scritto Da – pietropuccio on 07 Giugno 2009 14:03:22
Niente da fare, le mie ricerche mi hanno portato solo su siti indiani che ne vendono minimo un Kg. dato che da loro la pianta è utilizzata per medicina ayurvedica.
Cmq, insisterò.
Ciao e grazie
Nicola
Nicola Prisco
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40° 37′ N
14° 29′ E
Zona climatica
USDA 9b-10a
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Ciao Nicola e complimenti!
Certo che sono fiori (lo sai benissimo 🙂 ), e l’infiorescenza è abbastanza ricca, attendiamo gli sviluppi.
Ciao Pietro e grazie per la conferma.
La pianta era alta circa 40 cm. quando mi fu regalata nell’ormai lontano 1993, per cui ora avrebbe all’incirca 18 anni e non 16 come avevo precedentemente scritto. Altre ne ho seminate ma non hanno retto più di tre anni. Per circa sette anni, d’inverno la ricoveravo in una luminosissima e calda veranda dove solo la sera la temperatura scendeva al di sotto dei 20°. Poi ho cominciato a lasciarla fuori, proteggendola durante il riposo con del tessuto non tessuto.
Ora è in un vaso da 50 litri in un substrato drenante ma non troppo, la cui umidità in parte è temperata da piante di Vinca rosea e Polygonum. Dopo una settimana dalla comparsa delle prime gemme l’ho liberata dalla copertura e le ho somministrato Urea al 32% additivata di un po’ di fosforo. Ora solo fertilizzazione foliare con un bilanciato 20-20-20.
E’ una grandissima soddisfazione averla portata alla fioritura e ti sarei grato se, sulla base delle tue conoscenze, mi informassi se, nell’Italia continentale, altri esemplari hanno fiorito fuori serra.
Per quanto riguarda le altre specie, la “Elata” rimane ancora nei miei sogni, ma a parte la mancanza di semi per provare ad allevarla, come hai detto tu, l’attesa è un po’ troppo lunga ma se ti capita qualche seme, sarei felicissimo di riceverlo in modo da derogare il piacere di vederla fiorire alle mie discendenze .
Un carissimo saluto.
Nicola
Nicola Prisco
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Ciao Nicola,
auguri anche a te e per la sconosciuta potrebbe appunto trattarsi del classico Plectranthus amboinicus, che fra i tantissimi nomi comuni ha anche quello di “mexican mint”.Pietro Puccio
Palermo
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Temperato subtropicale (Koppen)
Ciao Pietro e grazie.
Sono andato a farmi un giro in rete sulla base della tua segnalazione. E’ sicuramente un Plectranthus, ma dalla forma delle foglie e della “pannocchia” (perdonami il termine ma non ricordo quello esatto) dei fiori propenderei per un Plectranthus neochilus.
Che ne pensi?
Di nuovo auguri. Qui il tempo è pessimo, ho le plumerie all’aperto, speriamo bene!!
Nicola
Nicola Prisco
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Grazie Orazio per il nome dell’Asplenium.
Per quanto riguarda la qualità delle foto, Pietro ha ragione sono pessime, ma ho scattato di fretta e furia sotto un vento gelido (la giornata più fredda da almeno 5 anni)ed in condizioni di luce pessima, tanto da trasfornare in blu il viola dell’Hardenbergia.
Prometto che la prossima volta farò di meglio .
Di nuovo grazie.
Nicola Prisco
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Di primo acchito, vedendo il fogliame, si direbbe una Hardenbergia comptoniana, ma i fiori sono diversi. Non è che devono aprirsi?lulù
Si è lei!
Grazie Lulù gentilissima e competente come sempre.
Nicola
Nicola Prisco
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Quanto pare il ” Mal di Plumeria ” dilaga…. 😉
Ciao, spero di essere annoverato tra gli “untori”
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Concordo col dire che sono piante dalle misere esigenze e molto adattabili.
Unici veri nemici: gelo, ristagno ed eccesso di cure.
L’ultima che hai citato è la più pericolosa 👿
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Però…. le Plumerie almeno profumano… le huernia, stapelia e caralluma …. 😡 puzzano di carne marcia…. ma piacciono alle mosche della carne… Sarcophaga carnaria, che provvede all’impollinazione ingannata dall’odore!
👿
Beh, “non c’è rosa senza spine” mi verrebbe di citare. Si, queste neo apocynacee emettono effluvii non troppo gradevoli, ma è un bene, almeno quando viene qualcuno da me, si tiene lontano dal toccarle, specialmente dopo averne assaporato gli aromi . Con le plumerie è una lotta continua, detesto chi davanti ad un bel fiore lo tocca o lo annusa senza il permesso. Se qualcuno dei m iei ospiti vuole un fiore, me lo chiede e glielo offro, ma la pianta la devo toccare io.I fiori sono fatti per essere ammirati non toccati.
Aggiungo che non è solo l’odore ad attrarre la mosca carnaria, ma anche i colori, specialmente di alcune varietà di caralluma, la più “profumata”, che imitano con i bruni ed i gialli quelli della carne putrefatta.
In ogni caso sono convinto che il vero giardiniere non deve tenere conto dei cattivi odori, specialmente quando concima.
Ciao,
Nicola
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Nicola Prisco
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Scritto Da – Nicola_P on 11 Dicembre 2007 20:42:53
Ciao Paolo,
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Ti ringrazio per le precisazioni, mi sono molto utili perchè come ho già detto mi sono proprio innamorato di queste piante che qui da noi non sono molto conosciute e coltivate; qui in Liguria ci sono parecchie zone che godono di un clima particolare, sia nella Riviera di Levante che sopratutto qui nel Ponente.
non mi devi ringraziare, cerco solo di apprendere cose nuove e comunicare quello che so .
Come non innammorarsi delle plumerie, ma anche di tante altre apocynacee?; ti confesso che mi sono preso una cotta pe le ex asclepiadacee (ora apocinacee) come huernia, stapelia e caralluma e sto cercando di procuramene quante più sia possibile.
Sono piante che danno grande soddisfazione e che in genere sono abbastanza semplici da coltivare.
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Nelle vecchie ville inglesi vi sono piante tropicali da tutto il mondo, non solo nella più famosa che è la villa Hanbury della Mortola, però non ho notizie di plumerie.
Il mio terreno è quasi tutto terrazzato, da quando sono in pensione ho rifatto (con aiuto, ovvio) molti muri crollati e a ridosso dei muri c’è l’ambiente adatto per piante delicate come la plumeria, sopratutto riparo dal vento da nord (al momento ci coltivo piccantissimi habaneros messicani di tutti i colori, i miei alberelli di Natale).
Sai che ti dico, sfatiamo una volta per tutte la convinzione che le plumerie siano piante delicate. Sono piante molto rustiche ed oltremodo resistenti, certo non possono sopravvivere se esposte alle nevicate o alle gelate, per cui occorre qualche precauzione all’approssimarsi dell’inverno. Ma in fondo sono le stesse precauzioni che si usano per gli agrumi, a mio parere molto più delicati. Precauzioni semplici, come una rete per limonaie se c’è pericolo di grandine, un telo di plastica trasparente per le più delicate, o un angolo riparato sono sufficienti a farle svernare con tranquillità. In un certo senso sono meno vulnerabili d’inverno, quando, dopo aver perso le foglie, vanno in animazione sospesa che in primavera o in autunno quando sono in fase vegetativa. E poi hanno un grande vantaggio, quello di riprodursi molto facilmente. Muore? La si taglia e si ripianta la talea. Più vecchia è, più facilmente attecchisce e velocemente fiorisce. Iniziai a coltivarle nell’85. Avevo una talea portata dalla Somalia. Era novembre ed allora abitavo sul golfo di Napoli in una zona dove era tutt’altro che infrequente avere improvvisamente temperature anche di tre o quattro gradi sotto zero. Pensa che nell’83 per cinque giorni avemmo -5 di notte e ci fu una falcidie di olivi letteralmente esplosi per il gelo!! Che cosa feci? Piantai la talea in un vaso con semplice terra di giardino e misi il vaso in un piccolo ripostiglio senza finestre della casa. Di giorno accendevo un paio di lampade e la sera le spegnevo.
A febbraio i primi segni di ripresa, a Luglio la esposi in una mostra a Sorrento. Per i primi anni, prima di trasferirmi a Positano, d’inverno la ricoveravo in garage dove la sera a volte la temperatura raggiungeva lo 0°. Ne ho parlato spesso in questo forum, le sue vicissitudini, le sua malattia la sua morte presunta. Tutte cose che ha superato egregiamente e in questo momento uno dei suoi cloni è esposta al vento ed alla pioggia. Per cui… continua a coltivarle e ne trarrai enormi soddisfazioni. In fondo l’unica cosa che teme veramente è il ristagmo d’acqua sulle radici.
Ciao e chiedo scusa a tutti per essermi dilungato, ma quando si parla di plumerie non mi so trattenere.
Nicola
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Ciao Paolo,quote:
Io non posso fare paragoni perchè è il primo hanno che coltivo queste piante, ma tutte e tre hanno ancora delle foglie, anche se una metà le due palermitane le hanno perse.
Io personalmente le coltivo da svariati anni ma solo quest’anno ho provveduto ad una concimazione più regolare anche perchè il caldo rovente di piena estate le aveva stressate. Sono piante che in habitat godono si di calore ma anche di grande umidità mentre qui da me su un grande terrazzo assolato per gran parte della giornata di umidità ce n’era ben poca.
Tra l’altro consiglio, a chi si trova nelle mie condizioni, di usare il sistema del doppio vaso in modo da evitare eccessivo riscaldamento delle radici. Il sistema è semplice ed associa ai benefici che la pianta riceve anche una collocazione esteticamente gradevole, dato che i vasi di plastica sono inseriti in vasi di due misure più grandi di terracotta o di cemento, colmando l’intercapedine con argilla espansa o pezzi di polistirolo e coprendo il tutto con pomice, lapillo o ghiaia a grana grossa.quote:
Una ha ancora qualche fiore, oltre al frutto che ha preso un colore rossastro, tutte hanno ancora foglie giovani in crescita.
Bene, sicuramente la zona in cui vivi gode di condizioni climatiche eccellenti per cui, una volta che le piante si saranno ambientate ed il tronco comincerà a lignificare, potrai tranquillamente piantarle in terra piena, a patto di proteggerle da eventuale grandine o da occasionali gelate con una tenda di plastica.quote:
L’acutifoglia invece ha ancora tutte le foglie, ma ha iniziato a vegetare più tardi delle altre. Io uso concime organico, le piante sono in serra fredda ma vicino ad un’apertura e le minime anche qua sono di 10° quasi costanti (il mare è un ottimo volano termico).
Il concime caprino è eccellente, superato solo da quello equino. Io mi trovo molto bene con il greenleaf 20-20-20 foliare. All’inizio del trattamento ho usato una soluzione che mi ha permesso di aumentare il titolo di anidride fosforica, proprio per incrementare la fioritura, ed abbassare quello dell’azoto, non era necessario data la grande massa foliare, e del potassio che però non mi ha portato decadimento nei colori.Quote:Però non credo ci sia di che preoccuparsi, sicuramente al primo calo di temperatura le foglie cadranno. Piuttosto credo che il problema sia un altro, con le concimazioni in genere si favorisce la crescita vegetativa a discapito della fioritura.
Infatti, per questo motivo la fertilizzazione deve essere finalizzata. Con la concimazione organica il trattamento è mirato a mantenere la fertilità nel terreno mentre con quella bilanciata si stimolano, variando il titolo di N-P-K, le varie funzioni vegetative e quindi massa foliare la fioritura e la fruttificazione, motivo questo che all’inizio del nuovo periodo di trattamento credo che userò un po’ più di potassio. E con il segnalare che la plumeria, data la sua velocità di crescita e la sua veloce risposta agli stimoli, è pianta che insegna molto al giardiniere, ti saluto iniziando a fare gli auguri per le festività.
Nicola
Scritto Da – Nicola_P on 10 Dicembre 2007 12:25:05
Nicola Prisco
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… per il vaso ci vuole il Dwarf Cavendish, che sto coltivando in serra e che dopo un’estate è di 50 cm di tronco, grosso ma tozzo.Paolo
Ciao Paolo,
purtroppo posso allevare piante solo sul mio terrazzo e quindi in vaso per cui la Dwarf Cavendish, sempre che produca frutti eduli, potrebbe essere adatta.
Sai se di questa varietà sono disponibili semi?
Di nuovo grazie,
Nicola
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Ciao
questa è una foto di oggi dell’annona cherimoya , vista la bella giornata di sole l’ho messa fuori, in questo periodo è dietro una parete traforata.
qui per vedere una foto ad alta risoluzione della pianta.volevo sapere da paolo per chi non ha la fortuna di poter disporre del suo “doppante” che tipo di concimazione bisogna fare.
Se potete dirmi inoltre quando devo innestarla, (ho letto su internet dopo i due anni) perchè so che da piante nate da seme i frutti vengono piccolini. 😡Michelagelo
Ciao Michelangelo,
ho fatto delle ricerche ed ho trovato questo link
http://www.icuc-iwmi.org/files/Publications/Annona_Manual.pdf
Sono sicuro che in esso troverai tutte le risposte che cerchi riguardo alle Annone.
Buona coltivazione,
Nicola
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Se non hai modo di tenerli al caldo ti conviene aspettare, germinano facilmente ma ci vogliono temperature oltre i 20°.Potresti tenerli vicino ad un termosifone, poi quando si sviluppano le piantine spostarle vicino ad una finestra finchè non puoi tenerle all’esterno.
In vaso grosso e ben concimate in un anno arrivano al metro.
Paolo
un blog di caprette, ulivi e curiosità vegetali:
http://caprettetibetane.splinder.com
Grazie mille Paolo,
poichè ne ho parecchi, provo a piantarne qualcuno in casa conservando gli altri per la primavera.
Per facilitare la germinazione occorre tenerli a mollo per 24 ore?
Nicola
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Ciao,
il frutto di Chorisia per maturare ed aprirsi, come ti hanno risposto, deve rimanere sulla pianta dove ad inizio estate si spacca e lascia fuoriuscire la bambagia (Kapok).
Questa è utile sia per trasportare i semi lontano dalla pianta, sia perchè essendo fortemente igroscopico assorbendo l’umidità dell’ambiente (in habitat) garantisce una riserva d’acqua al seme protetto all’interno.
Per la semina consiglierei di lasciare il seme avvolto nella bambagia naturale. In questa maniera, una volta imbevuta d’acqua, si pone il seme e la sua riserva di umidita poggiato sul terreno, possibilmente un substrato ricco di humus. Ricoprendolo in parte ma non del tutto per evitare che esso ammuffisca e curando che l’involuco protettivo sia costantemente umido.
In questa maniera si simula il naturale processo di semina e germinazione, con ottimi risultati.
Nel caso di semi nudi, si può sostituire il Kapok con dell’ovatta.
Nicola
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Tra le due piantine noto alcune differenze :
Oltre la diversa adattabilità nei confronti della rigidità di clima, noto anche che nel soggetto numero 1 i fiori, oltre a sbocciare con un ritardo di circa 10 giorni, essi sono più radi e di colore più intenso rispetto alla pianta numero 2, e questo il segno di due verietà diverse ?
Ciao,
che io sappia esistono solo due varietà di Chorisia, quella a fiori rosa (Ch. speciosa) e quella a fiore bianco (Ch. insifgnis) per cui ritengo che la differenza di colore che hai notato dipendano dalle condizioni climatiche e di insolazione in cui le piante si trovano a vivere. Cmq, sia sono bellissime fioriture.
Complimenti
Nicola
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Ciao,chiedo scusa se mi intrometto,
ma vorrei chiedere, per favore
@ Nicola P se può spiegarmi il perchè di questo suo dire,
quote:
Se poi vuoi seminare adenium, usa lo stesso sistema, ma invece di chiudere la vaschetta in un sacchetto trasparente coprila con una lastra di vetro, c’è minor pericolo che si crei una flora funginagrazie! 🙂
ciaociao…… piera.
Ciao Piera,
la cosa bella di un Forum è che speri sempre che una discussione possa diventare corale
Il motivo perchè consiglio una lastra di vetro o di qualsiasi materiale trasparente rigido per coprire i semenzai di adenium, quando li si vuol allevare in colonia, è, sulla base della mia esperienza fatta a spese delle plantule , perchè si può più facilmente variare il tasso di umidità dell’ambiente. Queste bellissime piante hanno bisogno di grande umidità per far aprire i semi ma, una volta che le plantule si sono messe in piedi, questa umidità va gradualmente ridotta per evitare che il caudex marcisca.
Con un sacchetto di plastica, questa operazione sarebbe scomoda ma per le cactacee va bene, data la lunghezza del periodo in cui devono stare all’umido (anche parecchi mesi).
Ora però chiedo a te un favore, salutami Bergamo e le sue campane.
Ciao
Nicola
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Confermo quello che ha scritto Paolo.
Se proprio vuoi seminare qualche succulenta, fallo in casa. Puoi utilizzare le vaschette di plastica che si usano nei supermercati per confezionare le insalate. Occhio che per permettere la germinazione di molte varietà di succulente è necessaria molta umidità quindi conviene sigillare la vaschetta in una busta trasparente. Per la luce… un davanzale protetto da una vetrata va più che bene.
Se poi vuoi seminare adenium, usa lo stesso sistema, ma invece di chiudere la vaschetta in un sacchetto trasparente coprila con una lastra di vetro, c’è minor pericolo che si crei una flora fungina.
Ciao,
Nicola
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nicola,
grazie per i consigli sulla prossima semina della chorisia….
Ciao,
anche io uso per le semine i contenitori riciclati delle insalate, sono ottime serrette e utilizzandole si evita di spargere plastica in giro:-)
Per la Delonix, beh tentar non nuoce mai ma è pianta molto delicata e, a meno di non avere una serra dove ricoverarla prima che le temperature raggiungano livelli dannosi, non credo che a Viterbo possa sopravvivere. Io ne ho una che ormai si avvia verso il 15mo anno di età e la tengo all’aperto in vaso, ora protetta con del tessuto non tessuto, ma le mie condizioni climatiche (Positano) sono eccezionali, anche per la Campania.
Purtroppo ho esaurito i semi di plumeria e quest’anno le mie piante non ne hanno prodotto.
Questa pianta, d’inverno la potresti ricoverare all’interno della casa in una posizione non riscaldata. Va in totale letargo e evitando di darle acqua puoi mantenerla tranquillamente fino alla ripresa primaverile e, una volta che le temperature si sono stabilizzate, portarla all’aperto.
Sempre parlando di plumerie ti consiglierei di cominciare da qualche pianta adulta proveniente da talea, in modo da godere della fioritura ed eventualmente della fruttificazione in breve tempo. Io ho piante nate da seme che vanno per il quarto anno e fino ad ora nessun accenno di fioritura mentre quelle provenienti da talea sono piante adulte e pluriramificate, impossibili da spedire per posta.
Cmq, sono sicuro che qui, seguendo il forum, troverai qualcuno che potrebbe accontentarti.
Nicola
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ciao, buongiono a tutti
sono una nuova iscritta e abito da poco a Viterbo 😡 😡
Provengo da Caserta dove avevo una bella collezioncina di piante grasse 🙂 🙂 che è stata quasi decimata il primo anno di permanenza a Viterbo.
Ho intenzione di comprare una piccola serra e dedicarmi alle mie semine.
Ho prenotato dei semi di chorisia….vedrò mai le piantine? Qualche consiglio di tropicale rustica che può andar bene nella mia zona …. ? ho un terreno di circa 6000 metri quadri, una rosa del deserto di cinque anni che ancora non fiorisce oltre a tante rose e fiori comuni.Per il momento non dispongo di semi particolari, potrei riceverne un po’…. in seguito cercherò di ricambiare….devo ancora sistemarmi e organizzarmi….
a presto …un saluto 😳 😀
ciao
Ciao e benvenuta
Per quanto riguarda la Chorisia, non credo che avrai problemi se le temperature non scendano sotto lo zero per lunghi periodi, ovviamente questo riguarda una pianta tenuta all’esterno e senza protezioni.
Per la semina, a meno che tu non possa effettuarla in casa o ad una temperatura non inferiore ai 18/20°, ti posso garantire il successo. I semi che riceverai probabilmente non saranno insieme alla bambagia che li avvolge e che permette loro, una volta staccatasi la capsula dalla pianta di proteggerli dal freddo ed assicurare loro la giusta umidità, per cui interrali ad una profondità pari alla loro grandezza e possibilmente in posizione orizzontale, in un substrato drenante ma capace anche di trattenere umidità (50% di pomice+50% di terriccio universale). Per favorire la germinazione in assenza di semenzaio o serra, puoi coprire il vasetto con una mezza bottiglia di plastica trasparente (se prendi la parte che conmprende la base, crea un paio di aperture su di essa per favorire la circolazione d’aria.
Per le essenze tropicali rustiche che possono attecchire nella tua zona, bisognerebbe conoscere il microclima di dove vivi o almeno le temperature minime più ricorrenti. Potresti provare con uno psidium guava o una thevetia nigra (peruviana), piante rustiche e facilmente adattabili.
Una curiosità, la rosa del deserto che presumo sia un adenium dove lo ricoveri d’inverno?
Ciao,
Nicola
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Ciao,
ciao Nicola!!! complimenti per il “medio”
e poi che piccccccccooooooolo che sei ai piedi di quella pianta magnifica.
Ciao Piera,
E già, ero piccolo… ed ora sono “medio” !
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Che dirti? grazie! 🙂
Grazie a te per l’apprezzamento.
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ooohhh!!! 😮 ma che spine..aiah!..aiah!… aiha!… 😀
Ebbè, vorresti bearti di quei tre capolavori della Natura senza un po’ di sacrificio????
Nicola
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Complimenti per la tua foto è tenerissima.
Penso che in Africa ti è rimasto un pezzo di cuore.
Saluti, caio. 🙂
Grazie Caio,
se per “un pezzo” intendi il 90%, la risposta è si!!!
Ciao
Nicola Prisco
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Nicola, non ti sapevo guerrafondaio 😀 😀
Ciao Pietro, begli alberelli eh??
Sono pacifista ad oltranza ma da ragazzo e in africa, appassionato e buon cacciatore al seguito del genitore, poi la venuta in Italia e la crescita mi hanno fatto abbandonare le armi da fuoco e propendere per la pesca o la caccia fotografica e botanica, conservando però ancora una buona mira.
Ciao
Nicola
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Ciao,
eccovi qualcosa che spero vi possa interessare scusandomi per la qualità, ma ho dovuto rifotografarle in digitale, non avendo più i negativi.
Per Paolo44:
La Chorisia speciosa produce fiori bianchi con pennellature rosa mentre la insignis, fiori bianchi con pennellature gialle.
Per Lulu:
La Ceiba spesso si presenta con il tronco inerme, non so se per cultivar destinati alla produzione del Kapok e quindi selezionati in modo da ridurre il pericolo di ferite ai raccoglitori.
Eccola, in una foto scattata in Somalia poco più di mezzo secolo fa. I contrafforti erano alti circa tre metri, l’albero circa 40 m.
E, scrivendo di piante particolarmente voluminose, un’Adansonia. Perdonate l’amarcord (sotto l’Adansonia è chi scrive 53 anni fa … ma solo per rendere le proporzioni ).
Nicola Prisco
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Dalla descrizione sembrano proprio le due enormi piante che ho visto sull’Alahambra di Granada, ed io che le avevo scambiate per le chorise più randi che avevo mai visto 🙂 .
Per le foto, devo attendere la diva, cmq non mancherò, saluti caio. 🙂 🙂
E’ possibile, specialmente se il tronco non era panciuto (Borracho) come quello delle Chorisie, ma simile a quello del teak, colonnare dalla ampia base con contrafforti.
E con questo post sono diventato Membro medio. Brindate con me alla promozione
Ciao
Nicola
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A che bello Nicola, mi piace quando si riesce ad intavolare un discorso costrutivo.
Sono daccordo con te, in fondo questa è la ragione principale per frequentare un forum.
quote:
Vedi la normalità per me è che le due Chorisie da me citate, fioriscono in anni alterni (cioè quando vogliono, ma comunque insieme anche se i due esemplari sono a circa 4Km di distanza l’uno dall’altro)e sempre in autunno.
Dalle tue zone, quando fioriscono ??
Evidentemente da te sono locate in una zona particolarmente protetta e con caratteristiche particolari. Qui da me fioriscono da metà luglio e portano i fiori fino a novembre, vento permettendo.
quote:
Io abito a circa 25 Km a sud di roma, quindi sono al di sopra della tua latitudine esattamente di 1° N.
Complimenti per l’esemplare fotografato, la mia non riesce a fargli nenache ombra, comunque a giorni postero la foto in fioritura.
Saluti a tutti, caio. 🙂
A Positano ce ne sono parecchie, la più grossa, aveva un tronco di circa 1m. di diametro l’hanno abbattutta qualche anno fa, perchè le radici davano fastidio a chi doveva creare un ambiente sottostante .
Sono alberi molto invasivi ma non belli, come portamento, come le loro cugine (Ceiba); queste, che ho avuto la gioia di ammirare in Somalia, erano alberi di quasi 40 m. con dei contrafforti di circa tre metri che la pianta sviluppava alla base per sostenersi.
Ricordo spine coniche di cirac 10 cm. di diametro. Uno spettacolo, solo che era impossibile ammirare i fiori data la loro altezza.
Ciao, aspetto di vedere le foto
Nicola
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Volevo condividere con i Forummisti l’evento che si stà preparando …
Ciao Caio,
Una curiosità: a quale latitudine abiti? Te lo chiedo perché il fatto che la tua Chorisia stia fiorendo in tardo autunno mi rende perplesso.
Ecco qualche immagine delle Chorisie ( V. speciosa) che prosperano dalle mie parti. Purtroppo non ho foto di un’altra varietà (Chorisia insignis) presente solo in due esemplari e dai fiori bianchi, ma appena possibile (l’anno prossimo) non mancheò di mostrarle.
Io ne ho seminate parecchie con ottimi risultati, negli anni passati. L’anno scorso, ho ricevuto dei semi di Chorisia insignis insieme ad altri di Speciosa. Purtroppo sono andati mischiati e ora ho quattro piante che, per identificarle, dovrò aspettare almeno 13 anni .
Tra l’altro la Chorisia è anche detto (erroneamente) albero del Kapok . Erroneamente perché il Kapok utilizzato industrialmente è ricavato dalla Ceiba pentandra – Malvacee. La differenza morfologica tra le due piante credo che sia minima, Pietro potrà dirci qualcosa di più; probabilmente è il tipo di fibra che favorisce questa piuttosto che la Chorisia.
Nicola
Nicola Prisco
m. 70 s.l.m.
40° 37′ N
14° 29′ E
Zona climatica
USDA 9b-10a
http://www.myspace.com/nicolaprisco
Ciao Paolo,
l’inverno è arrivato
Temperature ripidamente calate 7/8° la notte e pioggia abbondante e fredda. Credo che stamattina vedrò la prima neve sulle cime delle montagne, alle mie spalle. Fortunatamente prima di questo freddo ho provveduto a ricoverare le piante più delicate e le giovani plumerie mentre ho ben coperto con del TNT la Delonix.
Cmq, ben venga anche il freddo in modo da purificare il terreno da larve di parassiti dannosi.
quote:
Effettivamente ho notato anche io che la crescita dei germogli si è fermata, crescono solo le foglie già formate mentre quelle molto piccole sono annerite.Però fiori se ne aprono ancora e ci sono ancora dei germogli.
Si, è un po’ una caratteristica di queste piante. Gli ultimi a cadere sono proprio i fiori che potrebbero durare fino quasi a dicembte (almeno alle mie latitudini) sempre che le temperature non si abbassino ulteriormente.
quote:
….
Per l’impollinazione, non sarebbe fattibile con una siringa iniettare qualche goccia d’acqua, poi aspirarla assieme a del polline.Poi iniettarla su altro fiore, magari di altra varietà??
Paolo
mmm… teoricamente potrebbe funzionare ma il polline è molto appiccicoso e sarebbe meglio estrarlo con una setola per poi depositarlo dopo averlo miscelato con un po’ di acqua. Ma la natura ci insegna che è meglio un contatto fisico per sfregamento, per cui tentar non nuoce ma non so con quali risultati.
Nicola
Nicola Prisco
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Cioè basterebbe solo smuovere un po’ il fiore con un filo di nailon per far cadere il
Ciao Paolo,
no, non credo che sia così. Francesca inserisce la setola in un fiore in modo da prelevare il polline che è attaccaticcio, poi lo deposita, inserendo la setola, nel fiore ricevente.
Le mie plumerie, da tre o quattro giorni hanno cominciato a manifestare i primi segni del riposo invernale.
La diminuzione del fotoperiodo ed un abbassamento delle temperature con una minima notturna sui 15°, portano le foglie ad ingiallire rapidamente, mentre la crescita degli apici rallenta fino a fermarsi (un indizio chiaramente visibile è nella perdita di lucentezza dei germogli. Ritorneranno lucidi alla ripresa).
Ciao,
Nicola
Nicola Prisco
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quote:
Ma, non è che abbia scoperto l’acqua calda, solo che dopo l’intervento esplicativo di Pietro ho tagliato una setola di plastica di una scopa: è sottile, non troppo dura, ma nemmeno troppo molle, e al fondo leggermente più spessa perchè tende a dividersi. E ho provato.
Questa mattina il fiore è caduto. E’ vero che sono passati solo 3 giorni da quando ho fatto l’operazione. La situazione è questa: so che è presto per dire qualcosa, ma vi documento ugualmente, non si sa mai.
Chiedo perdono con la foto un po’ mossa: ho dei problemi con le macroTorino-USDA8
Ciao Francesca, non vorrei pronunciarmi ma mi semmbra che ci sia una promessa . Quello che hai fotografato (la macro va benissimo) se aumenta di volume, è il frutto della Plumeria. Aspettiamo qualche giorno come dice Pietro e vedremo.
La tecnica di impollinazione che hai adoperato mi sembra ottima.
L’anno prossimo cercherò di cimentarmi in questa impresa. Vorrei però utilizzare un altro sistema, temendo di danneggiare i delicati organi riproduttivi, vorrei prelevare del polline da un fiore sezionato e soffiarlo, con una peretta di gomma all’interno del fiore ricevente. Teoricamente potrebbe funzionare senza traumatizzare il ricevente.
Ciao, intanto incrocio le dita, sperando in un lieto evento.
Nicola
Nicola Prisco
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quote:
Grazie infinite Pietro per la spiegazione e per la sezione del fiore: ora acpisco perchè l’impollinazione manuale risulta difficile… ma non impossibile: me stanno venendo alcune idee 😉
Francesca
Torino-USDA8
Mi raccomando di parteciparle .
L’impresa sarà ardua però, se provi con la tua. Io ho tentato questa estate ma senza successo. L’anno prossimo tenterò di nuovo ma vorrei provare a prelevare dei fiori per poterli sezionare in modo da prelevare il polline agevolmente per poi trasferirlo sui fiori da fecondare. Il problema è cosa utilizzare per il trasferimento, in modo da non danneggiare gli organi riproduttivi dell’ospite, ma ho già qualche idea.
Nicola
Nicola Prisco
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Bellissima.
Io ne ebbi regalati alcuni semi, qualche anno fa. Erano diverse varietà di Moringa (hildebrandi, olifera (che mi pare sia quella di Francesca). Purtroppo non sono germinati, probabilmente non erano vitali.
I cotiledoni così grandi più che a proteggere dal sole servono ad assicurare alla plantula la necessaria umidità ed il nutrimento durante i lunghi periodi di siccità.
Nicola
Nicola Prisco
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Ciao a tutti,
chiedo scusa se non ho risposto per tempo, ma per qualche giorno mi sono tnut lontano dal pc.
Caro Paolo, niente da aggiungere a quanto detto da Pietro, di cui apprezzo anche la dotta citazione dantesca , completo ed esauriente come sempre, e da Francesca se non avere pazienza. La plumeria, per quel che la mia limitata esperienza mi ha insegnato, è pianta dal comportamento imprevedibile, specialmente se è un clone. Per quanto riguarda la fioritura alcune mie talee hanno fiorito dopo 5/6 anni. Altre pochi mesi dopo l’impianto. La ragione, credo che dipenda dalla maturità della talea. Più legnosa, tormentata dall’età è, più probabilità ci sono di una fioitura rapida.
Per quelle nate da seme, beh sto aspettando da quasi tre anni, ma niente ancora nonostante le piante siano grandi e rigogliose.
Ne volete un’altra??? Stamattina ho visto che dalla pianta adulta di Pl. Lei raimbow, da cui nel passato ho ricavato semi molto vitali, stava spuntando uno scapo florale. A metà ottobre???!!! dopo che per tutta l’estate non ha fatto un fiore.
Probabilmente questo è dipeso da un vigoroso trattamento di sostentamento, dopo l’ardente calura di agosto. Irrorazioni quindicinali di fertilizzante foliare 16-36-16 alternato ad innaffiature settimanali con 20-20-20. Questo trattamento iniziato a metà agosto è durato fino ai primi di ottobre.
Ora il problema sarà proteggere lo scapo nascente durante la pausa invernale, ma credo che incappucciandolo con del tessuto non tessuto, sia la cosa migliore da fare.
Per quanto riguarda il ricovero invernale, non conoscendo la zona climatica di Paolo, consiglio di tenerla in serra fredda. Se mantenuta all’asciutto, la plumeria resiste tranquillamente anche a temperature basse (5/8°) e se ha prodotto il follicolo, esso pure andrà in riposo riprendendo a crescere per maturare intorno alla fine di luglio.
Un caro saluto
Nicola
Nicola Prisco
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40° 37′ N
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USDA 9b-10a
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Scritto Da – Nicola_P on 15 Ottobre 2007 13:07:52