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Roberto, se mi dici dove trovare una di quelle bellissime Cycas revoluta variegate ti presto i miei Diavulilli: faranno piazza pulita dei Rincofori, palme comprese!
Ciaooo
Ciao, Caio
non non è un Lory arcobaleno (ci sei andato abbastanza vicino!), ma un Trichoglossus haematodus rubritorquis (detto “a nuca rossa”), un endemismo del Nord dell’Australia che, per inciso, non ne pemette più l’esportazione (e la re-introduzione) dall’inizio degli anni 70: ora preferisce sparagli a vista. I genitori, quindi, sono nati in cattività e già i genitori lo erano da generazioni. Altro inciso: i miei pappagalli vivono in stato di semilibertà: non salirà sulle palme, ma sui castagni e gli abeti sì.
Ciao e grazie per la risposta! 🙂
Grazie a tutti dei consigli chiarissimi ma… un’ultima domanda: far germinare ora, inizio inverno, i semi di Dioon (nascerebbero in casa, non in serra) non esporrebbe le plantule al rischio di filare a causa di giornate brevi e, magari, poco luminose? Non sarebbe meglio aspettare Febbraio, Marzo per questo genere di operazione?
Grazie ancora a tutti!
Ecco la lista delle miei piccole cicadinee:
Bowenia spectabilis
Cycas balansae
Cycas debaoensis
Cycas diannanensis
Cycas guizhouensis
Cycas media
Cycas micholitzii
Cycas nongnoochiae
Cycas nongnoochiae
Cycas pectinata
Cycas petraea
Cycas revoluta
Cycas shanyagensis feedback
Cycas simplicipinna
Cycas SP. Loc. UTAITHANI
Cycas thouarsii
Dioon califanoi
Dioon edule
Dioon edule Var. queretaroensis
Dioon merolae (gold)
Dioon spinulosum
Encephalartos ferox
Encephalartos gratus
Encephalartos lebomboensis
Macrozamia communis
Macrozamia communis
Macrozamia miquelii
Zamia roezlii
Zamia vasqueszii
Prego, segnalatemi gli eventuali errori nella nomenclatura.
Mi consigliereste qualche buon libro sulla coltivazione (non solo sulla botanica) delle cicadinee?
Quale delle piante nella lista ha una buona rusticità (diciamo da serra fredda) e quali assolutamente no?
C’è qualche prodotto anticrittogamico assolutamente da sconsigliare nei trattamenti? I prodotti a base di alluminio vanno bene?
Grazie ancora per l’aiuto
Tasha
No, non è esattamente quello che ho detto, però ci si può provare! 😀
Stasera ci mettiamo davanti alla TV e ci spariamo un full stage di film di Clooney, ok? 🙂
Ciao, Federico
No, Monza e Lodi non sono proprio vicinissime…
Sì, ci sono Cycas molto belle, anche qui dalle mie parti, all’interno di giardini privati: certo non grandi come quelle che si vedono in altre località, ma belle. Spesso vengono protette solo con TNT.
Per spiegarmi meglio, ti dirò che un mio amico, vivaista, ne ha una siepe (circa una ventina di piante, più o meno) lungo un lato della sua proprietà, a ridosso di un muro ma rivolto a NORD e, l’anno scorso, effettivamente un inverno infame, non ha avuto il minimo danno. Tutte vive.
La mia, una Cycas con uno stipite di circa 50 cm. all’aperto, su un balcone, senza protezione, l’anno scorso ha passato indenne l’inverno (è stato proprio su consiglio del vivaista di cui sopra che mi sono azzardato a farlo).
Il mio paese di origine, sul litoraneo veneziano (che non ha lo stesso clima di quello ligure o meridionale), battuto da venti infami (ogni volta mi fanno prendere un accidente…), d’inverno, è pieno di Cycas in piena terra/vaso: tutte vive (alcune hanno qualche pinnula rovinata, ma tant’è…). Qualche mio conterraneo previdente le avvolge con il TNT.
Insomma, credo che, nel tempo, anche le Cycas si siano abituate a climi un po’ meno esotici (selezione/acclimatazione…), come è capitato a molte altre piante (vedi Strelitzia reginae, Hymenosporum flavum etc. che coltivo fuori, proteggendole a ridosso di un muro). Che poi il Nord corrisponda anche con Aosta, è vero, ma non è il caso della mia fascia climatica, no? 🙂 E, a quanto mi dici, neanche a Lodi, dove, se si raggiungono temperature così glaciali, non credo che andrò mai, d’inverno!
Un mio amico vivaista ha alcune Cycas molto belle, tra cui una cristata (di cui è gelosissimo).
Le cycadinee di cui vi parlo sono piante piccole, ma vi manderò la lista, ok? Ho bisogno di consigli!
Ciao!
Grazie ancora a tutti
Credo abbiate ragione tutti e tre, soprattutto quando dite che, alla fine, la differenza non la fà solo la temperatura, ma molti altri elementi, agenti sinergicamente.
Ho molte altre Cycadine (circa una trentina di specie), ma le terrò in casa: non mi fido! Mi piacerebbe mandarvi la lista, per sapere che grado di rusticità hanno e per avere qualche dritta… O vi annoio? Sono piante che mi intrigano un sacco, ma che ho da pochissimo tempo.
I libri sono sempre così vaghi o superficiali, spesso danno indicazioni lontane dalla reale esperienza di coltivazione).
Per Roberto (ma anche per tutti gli altri: siete così competenti!):
quale prodotto consigli per il trattamento anticrittogamico? Sapevo che, spesso, le Cycadaceae et al. sono sensibili ai prodotti chimici, motivo per il quale non ho mai trattato i Dioon in questione…
Per Roberto:
Quella della segnatura o signatura è una teoria antica (e superata) secondo la quale è possibile mettere in relazione le proprietà di un oggetto con la somiglianza dello stesso alla forma di alcuni organi del corpo umano. Ad es.: il gheriglio di noce ha la forma di un cervello? Allora vuol dire che consumare noci farà bene al cervello. Il bocciolo di una Aristolochia assomiglia ad un feto umano? Allora il consumo di preparati a base di Aristolochia farà bene alle partorienti (Occhio: quest’ultima cosa non si deve MAI fare! Preparati a base di Aristolochia provocano carcinomi e nefropatie!!! Era solo un esempio!).
Per estensione, e per fare una stupida battuta, dicevo che, vista la somiglianza con Cycas revoluta, forse poteva essere almeno un pochino più rustica…
Grazie ancora per le vostre risposte
Tasha
Grazie per la risposta
Io pensavo, basandomi sulla teoria della segnatura 🙂 , che fosse almeno un poco più rustico, somigliando molto alla Cycas revoluta che è assolutamente rustica qui al Nord, anche all’aperto (io la riparo per scrupolo).
Il Dioon in questione deve svernare piuttosto asciutto, vero?
La pianta più grande ha un tronco di circa 40 cm.: quanti anni avrà? Giusto per curiosità…
Secondo voi potrebbe fiorire?
Grazie
Eh, caro Pietro… Lei mi sopravvaluta! Le foto le faccio con il cellulare. Non ho ordigni tecnologici con i quali fare foto belle come quelle che postate voi che, comunque, risulterebbero sempre troppo ingombranti per essere gestite dal mio scassatissimo PC 🙂
Cercherò di farne di migliori 😀
Comunque, la risposta è sì: ho guardato il catalogo di Lucia e non sono riuscito a trovare una foto che si avvicinasse alla pianta in questione… Non credo, comunque, sia una rarità: viene da un orto botanico tedesco, portatami da un mio amico, innominata, anche se lui asseriva fosse una “kewensis”. Mah…
Grazie comunque tante!
Buon we
Tasha
Monza
Ciao
anche io ho notato, da anni, la presenza di molte vespe sulle mie Plumeria. Credo siano attratte dall’essudato zuccherino emesso da una ghiandola alla base del picciolo delle foglie: se noti, sono sempre lì a suggerne la secrezione.
Di notte, poi, molte vespe, a gruppi, vanno a risposare (accavallate le une alle altre) tra le foglie accartocciate delle Strelitzia o dei miei Bombax. Meno spesso riparano tra i piccioli di Plumeria. Insomma, sembrano avere delle preferenze sulle piante da utilizzare come dormitori.
Poichè tra me e loro c’è sempre stato grande rispetto (mi hanno punto una sola volta, per colpa mia, poi) e poichè non entrano mai in casa, non ho mai fatto nulla per scacciarle. Inoltre pare tengano pulite le piante dalle larve dei lepidotteri (Cacyreus marshalli, soprattutto).
Che portino accidenti alle nostre piante, dubito: sì, magari, meccanicamente, passando da piante infestate a sane possono portare qualche parassita, magari attaccato al loro corpo/zampette, ma nulla di peggio di quello che facciamo viaggiare noi…
Ciao!
Tasha
Monza
Buongiorno Pietro
il punto di domanda era per la mia insicurezza circa il fatto fosse una “acutifolia”, non tanto sulla nomenclatura corretta 🙂
Lei cosa ne pensa? E’ una acutifolia? Avevo proprio bisogno del suo aiuto.
Il dubbio viene dal fatto che, a casa, di “acutifolia”, credo di averne almeno una quarantina di piante: tutte fanno fiori diversi. Di certo la variabilità genetica, anche all’interno di una varietà (soprattutto con le plumeria, così variabili), soprattutto se propagata da seme, vuol dire molto, vero?
Grazie in anticipo e buon we!
Wow, finalmente sono riuscito ad attirare l’attenzione di qualcuno… 😉
Quelle fotografate sono alcune delle Plumeria mutate, variegate e “chimeriche” (come le chiamano impropriamente gli inglesi) delle oltre 150 piante di Plumeria che possiedo (circa 120 varietà), in gran parte regalatemi da una persona a me carissima (anche se ci litigo in continuazione). 🙂
A me piacciono molto quelle a foglia variegata: sono piutosto complesse da coltivare, ma trovo siano belle tanto per le foglie quanto per i fiori (anche se alcune impiegano molto più tempo delle consorelle a foglia completamente verde per fiorire ma, come per la Silver leaf e la Yellow Marble, ne vale veramente la pena). Alcune producono foglie completamente bianche (prive di clorofilla) che, però, si rovinano immediatamente se si bagnano e se vengono esposte al sole.
Ne ho anche di piccolissime, a foglia verde: delle vere “nanette” (come la White Cotton, una selezione della obtusa, pare), la Harmony, la Sun Star…
Ho anche qualche varietà a fiore screziato (in verità la screziatura è molto capricciosa…), con la vegetazione cristata (a ventaglio) etc.
Per Mediterraneo: se ti interessano Plumeria a fiore giallo, credo che Lucia (la proprietaria del sito) ne abbia in quantità. Personalmente ti consiglio la “Aztec Gold” oppure, in seconda battuta, la “Celadine”.
Ciaoe e grazie dell’interessamento!
Tasha
Grazie, Moris
Ecco ancora qualche immagine:
Plumeria rubra “Leopard”
Plumeria rubra “Pink edge”
Plumeria rubra “Gold Unyamanee”
Plumeria pudica “variegata”
Plumeria rubra “Benjarong”, particolare del fusto, anch’esso variegato
Plumeria rubra “Benjarong”
Plumeria rubra “Yellow marble”
Plumeria rubra “?”
E’ una Plumeria molto compatta, direi piuttosto nana, dai fiori color giallo oro che sfumano in bianco. Il retro dei petali è decisamente rosato. I fiori sono abbastanza profumati di frutta e buccia d’arancio. Al momento è alta 20 cm.
Le foto mostrano le prime foglie che hanno fatto all’inizio della stagione, non ancora molto “caratterizzate”.
Spiacente per la qualità delle immagini, ma le foto le faccio con il cellulare…
Ciao e buona giornata!
Ciao
indubbiamente tutte le Strelitzia prediligono posizioni piuttosto soleggiate (a cui vanno avvezzate progressivamente, se provengono da condizioni ombrose): quelle a lamine ampie come la nicolai e la augusta crescono decisamente bene anche in condizioni di ombra parziale (garantendo, comunque, diverse ore di Sole). Io ne coltivo svariate specie e varietà, tutte al Sole. Il problema, con le mie nicolai e le mie augusta (ne ho piante enormi), è il vento. Di fatti, quando le piante crescono in posizioni molto ventilate (o dove possono venire strapazzate dagli acquazzoni) le lamine vengono sbrindellate (le venature, nelle strelitziaceae, giungono fino al margine della lamina, ecco perchè si lacerano così facilmente): le piante ne risultano deprezzate, esteticamente, e le foglie sintetizzano meno. Io ho trovato uno stratagemma per risolvere il problema, ma è veramente una schifezza da vedere, per una pianta in giardino: a me serve solo per portare in serra, d’inverno, piante esteticamente valide. Ti consiglio, verificata la possibilità di piantarla all’esterno nella tua zona (cosa su cui ho dei grossi dubbi, però…), di piantare la tua strelitzia in una posizione riparata dai venti.
I germogli che hai fotografato sono, di certo lo sai, troppo piccoli per essere asportati: meglio aspettare che siano alti almeno 1 metro (ma anche di più) e che, quindi, abbiano sviluppato un apparato radicale sufficiente. Per la divisione usa un grosso coltello (che abbia una lama solida) con cui separare i germogli dalla pianta madre. Facendolo, cerca di salvare più radici possibile, evitando di torcerle, spezzarle, escoriarle. Rinvasa i germogli asportati nel solito substrato evitando di mettere il colletto più sotto (rispetto al livello del substrato) di quanto non fossero nel loro vaso originale. La pianta, da questo momento, deve essere tenuta, per un paio di settimane, un po’ più asciutta del solito (per permettere alle radici, grosse e carnose, di cicatrizzare). Piuttosto che dividere i germogli piccoli, potresti dividere i due getti principali, facendone due piante.
Una cosa ancora: se non sbaglio c’è qualche cocciniglia attaccata allo stesso delle foglie, in basso.
Ciao e buon lavoro
Ok, grazie!
Non mancherò di ricordartelo… Non ti nego che spero funzioni: credo risolverebbe almeno alcuni problemi, almeno quelli derivanti dal “piede” che, nelle rubra, è più forte che nella obtusa.
Ciao