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Tutte, tranne le felci arboree. Le Musa e le altre erbacee vanno a zero, poi ricacciano.
Mi vengono in mente:
-Gunnera manicata
-Dahlia maxonii/imperialis
Acanthus (ce ne sono di bellissimi, anche “arborei”)
-Rheum sp. (bellissimi)
-Angelica archangelica et. al.
-Rodgersia
-Darmera peltata (ce ne sono a foglie grandi e piccole)
-Heracleum mantegazzianum (ocio che è velenosa, ma solo la linfa)
-Nelumbo nucifera
-Musa
-Ensete
-Osmunda regalis
-Felci arboree (con il problema dell’inverno, però…)
-Magnolia macrophylla et al.
poi?
Buongiorno
è una pianta non molto rustica (-7/8 C°): un inverno come quello passato l’avrebbe messa alla prova.
In posizione riparata (magari con qualche protezione e confidando nell’inverno) potrebbe essere stare in piena terra anche da te.
Una volta ne ho vista una stroncata dal freddo sino alla base, che ricacciava generosamente…
Buon lavoro
Tasha
Monza
Una delle più belle, secondo me. L’ho sempre ammirata molto, anche se non ne ho mai avuta una sola pianta: quest’anno, però, sono riuscito a trovarne una molto simile, a Singapore. Tra qualche anno fiorirà (è ancora piccola) e faremo un “confronto” 😀
Ancora complimenti, Pietro.
Ciao
è sicuramente una Aristolochia gigantea. Non è assolutamente rustica al Nord: io ne ho molte, ma con i primi freddi, neanche col gelo, vedo proprio che soffrono e, allora, le ricovero. Ne ho una con le foglie variegate, più debole di quella a foglie verdi.
E’ bellissima e alcune piante producono fiori decisamente profumati di limone, caratteristica che hanno eriditato anche alcuni suoi ibridi.
Semina pure in vasetti comunitari coprendo, come giustamente ti hanno detto nel post precedente, con poca terra.
Possono impiegare molto per germinare: dipende dalla freschezza dei semi, dalla temperatura etc.
Sono da piantare in pieno sole o, al limite, a mezzombra. Devono avere molto spazio. Fioriscono dal secondo anno dalla semina. I vasi non devono essere enormi. D’inverno bisogna stare molto attenti alle bagnature che devono essere moderate: quando sviluppano il legno (dal secondo anno in poi), il peggio è andato e, d’inverno, non c’è più pericolo di perderle.
Buon lavoro
Tasha
Monza
Buongiorno
Sì, indubbiamente molto bella e Pietro molto bravo, non c’è che dire…
Buongiorno
E’ più che normale, vista poi l’annata, almeno al Nord…
Io, tra le tante Plumeria, ne ho degli alberelli e, anche loro, stanno vegentando solo da un mesetto: prima non ho osato portarli fuori, visto il freddo e la pioggia continua. Negli anni passati anch’io ne avevo di già fiorite, in queste settimane.
Per farle fiorire: Sole, terreno ben drenante, concime e la cosa più importante in assoluto… la pazienza! Si può aspettare la fioritura anche per anni: dipende dalla dimensione/età della pianta (una talea appena radicata può impiegare qualche anno prima di “salire” a fiore, così come può fiorire anche da subito: non c’è niente da fare).
Inoltre ci sono varietà più fiorifere e altre meno…
Buona pazienza!
Tasha
Monza
Anzitutto complimenti per essere riuscito a farla radicare 😀
Sì, amano terreni tendenzilamente acidi e piuttosto freschi, umidi ma drenati. Io non ricordo quante Michelia figo ho avuto: alla fine qualche accidente alle radici alle piante in vaso me le portava sempre via (caldo + umidità tropicali estive, credo). Alla fine ho optato per l’innesto, con qualche problema di compatibilità: vi farò sapere.
Una cosa: vasi proporzionati alla chioma della pianta, poichè le Michelia sono piuttosto “radicose” 😀 . Certo ora è una talea, percui vasi piuttosto piccoli, per farle ingranare bene.
Vicino a me, c’è il bellissimo Lago Maggiore, dove la Michelia figo, un po’ qui, un po’ la’, è stata piantata diffusamente: in tutte le piante noto, però, una certa sofferenza: qualche ramo disseccato, qualche area della pianta scarsamente fogliosa, fiori che abortiscono (VIlla Taranto, Isola Madre etc.)…
Insomma, in definitiva deve essere una pianta con una forte personalità, che malvolentieri si piega alla coltivazione in ambienti non propriamente consoni alla sua natura capricciosa.
Trovo sia molto più rustica la Michelia maudiae: è più forte e sopporta meglio il freddo, però non profuma di banana come la figo!
Ciao
Tasha
Monza
Scusate, ma io, nell’oggetto, avevo scritto che era la Magnolia grandiflora “Little gem” poi, però, devo averlo cancellato. Vai a capire…
In effetti la varietà è la LITTLE GEM.
Non è molto popolare: l’ho trovata, un Natale di qualche anno fa, per caso, nell’ultimo dei vivai in cui mi sarei aspettato di trovare qualcosa di interessante. Poi è sparita dal mercato, almeno qui in zona…
La consistenza dei fiori è buona: i petali sono belli grassi e cerosi. Durano, però, poco…
Ciao e buona giornata
Marco
per quanto non abbia grande conoscenza di queste piante, ti dico come le tengo:
– acqua anche tutti i giorni (anche più volte al giorno, con il bel tempo/temperature alte) NON di rubinetto (se l’acqua che usi è calcarea): i minerali disciolti nell’acqua confliggono con l’attività metabolica delle tillandsia (se presenti in quantità eccessive) e ricoprono i tricomi
– Sole: sì, ma evito quello più caldo (proprio quello dalle 10.00 in poi). Del resto, credo che alcune Tillandsia, non so se la bergeni sia tra queste, possano vivere benissimo anche al Sole, tutto il giorno
– concime: quello per le orchidee, due volte al mese
– d’inverno le bagno una volta alla settimana, più o meno
– d’estate le porto tutte fuori, all’ombra di un bell’alberello di Chorisia che ho sul terrazzo.
Tutto qui 😀
Ciao e buona giornata!
Tasha
Monza
Buongiorno
I semi del Ricino sono MOLTO velenosi, contenendo, l’endosperma, un acido, quello ricinoleico, caratterizzato da una forte azione purgativa che agisce per irritazione intestinale e provoca forte perdita di liquidi e sali (elettroliti): il famoso olio di ricino, insomma.
Nel tegumento, soprattutto, è allocato un prodotto altamente tossico, la ricina, un etere metilico dell’acido ricinico. Sintomi dell’avvelenamento da ingestione/inalazione: vomito, nausea, difficoltà nel respirare, febbre, tosse, nausea e senso di oppressione al torace, dolori allo stomaco, allucinazioni etc. Esistono casi di avvelenamento da contatto.
La ricina ha anche applicazioni mediche, proprio per la sua alta tossicità (soppressione -temporanea- della risposta immunitaria, distruzione delle manifestazioni neoplastiche).
E’ stato usato anche in alcuni omicidi, in passato: uno di questi è stato realizzato intingendo la punta metallica di un ombrello nel veleno, infitta nel corpo di una povera disgraziata alla fine dell’Ottocento, in Inghilterra. L’omicida era il marito.
I casi di avvelenamento, talvolta, vengono provocati da coloro i quali credono che i semi siano dei fagioli, tipo borlotti, con i quali hanno una certa somiglianza, dopo che sono stati raccolti.
Per il resto, è una pianta che può vivere benissimo in giardino: basta qualche attenzione… Ne sono state selezionate anche delle belle varietà da fiore.
Le piante velenose che vivono tranquillamente vicino a noi sono una moltitudine, ma ci si convive benissimo: bisogna solo stare un po’ attenti e non affidarsi, MAI E POI MAI, a indicazioni di erboristi improvvisati/pseudomedici/guaritori (vedi il caso dell’Aristolochia nelle tisane et al.).
Buona giornata
Tasha
Monza
Scritto Da – nelumbo on 08 Giugno 2010 12:08:56
Magari, caro Angelo, magari… 😀
Lo spazio è poco, le piante tante, sempre di più…
Certo che questo Phragmipedium è proprio bello, vero?
Ciao!
E certo che è vivo! E’ anche piuttosto pimpante. Solo che la testa è così pesante quando hanno pochi giorni di vita (circa 9) che, allora, fuori dal nido, stanno con il collo lungo disteso. Nel nido, invece, appoggiano la testa sulle uova non schiuse o sui fratelli. Sopra tutto questo sovrapporsi di testoline, zampette, pancioni sproporzionati si mette la madre (bravissima, al contrario di un’altra femmina che possiedo, dalla bellezza eccezionale, una campionessa, ma che è una vera disgraziata), per tenere tutto al caldo.
E’ un Carpodacus mexicanus nella mutazione feomelanica (sono una sorta di “passero” del Messico): dovrebbero essere nati, a vedere dalle piumette, tutti ancestrali ma portatori del carattere pheo, dato che il papà è mutato pheo ma la mamma ancestrale ma portatrice del carattere pheo. Si mettono insieme ancestrali portatori e mutati per non ridurre la taglia e mantenerli in salute, cosa che viene meno, talvolta, quando si mettono due mutati insieme.
Che caos, vero?
Buona giornata!
Tasha
Monza
Buongiorno
Credo sia una forma giovanile di Br. populneus.
Buon lavoro!
Tasha
Ciao
ovviamente sono d’accordo per la realizzazione di una sezione “distaccata”, anche se non vorrei che si frammentasse troppo il forum….
Per Federico: quando ho letto il tuo intervento, prima che mi accorgessi della faccina dopo la lista delle piante che proponevi di coltivare “per cominciare”, mi è venuto un attacco cardiaco 😀 Piante di ardua coltivazione: la Dracula, poi, presuppone ambienti umidissimi e freschi, soprattutto d’estate, quindi presuppone l’utilizzo di dispositivi che abbassino la temperatura estiva e aumentino l’umidità, se necessario.
Certo il fiore è fantastico:
http://www.orchidsinourtropics.com/uploads/R24Z5B7kvgkcQDPYwVSbkA/Drac_vampira_6839.jpg
Eppoi mi sono detto: ma il Mexipedium? Ne vogliamo parlare?
Buona Dracula, Federico, e attento a chiuderla bene, di notte, in un gabbia: chissà mai che cominci a svolazzare in cerca di linfa vitale…
Ciao!
Tasha
Monza
Scritto Da – nelumbo on 21 Maggio 2010 09:15:54
Marco
sei veramente carino a darmi del “tesoro”! Sappi, però, che sono alto 1,85 m., peso poco più di 90 kg., ho la barba e sono pure stato un graduato dell’esercito italiano. Sono un uomo, insomma: vai a vedere un po’ il mio profilo 😀 😉
Comunque, tornando a bomba sulle Dickya, certamente puoi lasciare asciugare il substrato tra una bagnatura e l’altra ma, d’estate, l’aridità del terreno, se in vaso, ovviamente, non può essere tollerata che per pochi giorni, se la pianta è coltivata al Sole. Sembra incredibile che piante xerofite, a volte, tollerino così poco l’asciutto durante la crescita, ma ricorda che si tratta di piante in vaso: quelle in piena terra hanno radici che vanno sotto, a volte, per decimentri (o metri) in cerca di umidità…
Stai attento, però, all’umidità del substrato durante il periodo invernale, deleteria per questo genere di piante.
In definitiva: acqua abbondante e concime in primavera/estate, acqua misurata (le bagnature se necessarie, devono essere molto distanziate e l’entità la devi decidere tu, in base a temperatura, luce…) d’autunno e d’inverno. Se abiti in situazioni particolarmente felici, puoi anche coltivarla all’esterno tutto l’anno (al riparo, d’inverno, dalla pioggia).
Buon lavoro!
Scritto Da – nelumbo on 19 Maggio 2010 09:09:47
Ciao
che io sappia, non dovrebbe esistere nessuna Dyckia marneriana, ma Dyckia Dyckia marnier-lapostollei sì 😀
Ne ho avuto molte, anche abbastanza grosse, poi le ho cedute ad un vivaista. Sono piante molto belle, soprattutto coltivate al Sole.
Solite cure: acqua abbondante in estate, posizioni soleggiate (abituandole, progressivamente, al Sole), d’inverno ridurre drasticamente le bagnature. Da Ottobre in poi evitare di bagnare le piante alla sera (se necessario farlo al mattino), e non far mai ristagnare l’acqua nella rosetta delle foglie.
Riproduzione: da pollone (facile) e da seme (molto meno: le plantule muoiono molto facilmente di marciume).
I fiori, piccoli, sono molto belli e hanno un odore strano, non molto forte.
Per tutti i “bromelisti”:
Buona giornata
Tasha
Monza
E no, Fede, ti sbagli: è molto bello! 😀
Ed è anche un fiorellone bello grosso: prossimamente fiorirà, spero, incrociamo le dita, anche l’ibrido Phragmipedium Grande, ibrido tra longifolium x caudatum. I baffi (ovvero i petali) sono lunghissimi, molto più che nel longifolium. Ho anche la varietà rosea, che di roseo non ha niente: è solo molto più scuro.
Spero fiorisca anche il Phragmi. caudatum puro, i cui petali sono arrivati, in passato, anche a 45 cm. di lunghezza. Pensa che i petali continuano ad allungarsi finchè non toccano terra.
Il pregio di queste piante è la fioritura lunghissima: ogni racemo porta diversi fiori che si aprono in lenta successione, permettendo di avere piante fiorite per molte settimane, a volte mesi.
Nota: TUTTE le mie piante di Phragmi. sono regolarmente/legalmente detenute.
Essì, in effetti non è praticamente conosciuta, da noi: in Oriente, dove hanno una passione profondissima per le forme “strane”, è invece più nota, seppur poco coltivata, per via di alcuni problemi.
E’ stata acquistata già crestata: è una fortuna piuttosto remota quella di vedere crestare una Plumeria.
Mi fa’ piacere che vi abbia interessato.
Ciao e buon lavoro con le vostra piante.
Tasha
Moza
Ma, guarda, “ridursi”, dai, non è proprio come la vedo io
E’ una forma apprezzatissima in oriente: forma delle piante a forma di corallo, come capita nelle piante succulente.
Vincono premi fantastici ai più alti livelli delle mostre floricole.
De gustibus…
Buongiorno, Angelo
l’ho comprata che era già altina… tipo un 15 cm.: non ho abbastanza pazienza per seminare palme. Vi invidio
Immagino che questo tempo/temperature non aiuti la germinazione.
Quello che posso dire è che, fino ad ora, la variegatura continua: non so se, col tempo, la piantina si sviluppera in un albero vero e proprio completamente variegato. Che esperienza/nozioni avete?
Buon lavoro!
Tasha
Monza
Buongiorno Giuliana!
Neofinetia è un’orchidea da serra fredda: in climi non particolarmente infami vivrebbe fuori tutto l’anno: non ho mai fatto prove con il clima padano con le mie piante per ovvi motivi (ho una sola pianta per varietà e il prezzo, insomma, è piuttosto elevato, quindi…).
Comunque, hanno dimostrato di essere molto resistenti, senza dare mai segni di sofferenza per il clima secco delle case d’inverno o la scarsa illuminazione del ricovero invernale (soprattutto durante questo inverno che, ve ne siete accorti?, tarda a lasciarci).
Sì, fioriscono, e anche a lungo e più volte. C’è la varietà più fiorifera, quella meno…
Il profumo è molto buono e forte, in barba alla dimensione dei fiori: la nota di coda è vagamente medicinale. La varietà base è bianca, ma ne ho varietà a fiore giallo-crema e rosa e violetto.
Per chi volesse piante della dimensione della Neofinetia ma fiori dai colori più accesi (viola, fuchsia etc.), sono stati creati ibridi con l’Ascocentrum: molto belli ma, con l’ibridazione, il profumo… quasi sempre si è volatilizzato…
Seguiranno foto delle fioriture che, semmai l’inverno, la pioggia, il freddo, il buio, decideranno di lasciare lo spazio alla primavera, non mancheranno. 🙂
Buona giornata!
Tasha
Buongiorno
la pianta che avete definito come una Bletilla dalle foglie di Curculigo è una Spathoglottis plicata, una generosissima orchidea terrestre.
Da alcuni anni i singaporegni e i tailandesi ne stanno ottenendo varietà dai colori fantastici e dai fiori più grossi: un paio di anni or sono, una ditta olandese cominciò a commercializzarli, senza grossi risultati, quindi ha smesso.
Ciao
Buongiorno
è una pianta spontanea della flora italiana: Stellaria media, detta centocchio bianco. In definitiva è una simpatica erbaccia, una di quelle che si danno ai canarini come verdura.
Ciao e buon lavoro!
Tasha
Monza
Ciumbia, che bella…
Le Grevillea mi sono sempre piaciute, ma non io a loro… Sto mangiando un po’ di invidia! Certo anche il clima vuol dire molto (oltre alla bravura del coltivatore, si intende!). Che grado di rusticità possiede?
E’ molto bella tanto la pianta (tipo Callistemon) quanto i fiori (tipo Leucospermum).
Bravo!
Ciao e buona primavera!
Tasha
Monza
Ripeto:
Polygala myrtifolia
Ma infatti era una battuta: è piuttosto generosa, direi…
Anche io, prima, avevo molte orchidee, poi ho rivisto un po’ la consistenza della “collezione” per far posto alle Plumerie.
A proposito di orchidee, una curiosità di archeologia agronomica: le serre di Villa Litta Visconti Borromeo Arese, quelle nel Parco (ce ne sono diverse), bellissime, inizio Novecento (oggi cadenti ma, pare, destinate al restauro) destinate alla produzione su scala commerciale delle orchidee, sono visibili, dall’esterno, entrando nel parco retrostante la Villa. Centinaia di metri quadri, su due piani, destinati esclusivamente alla coltivazione di orchidee in vaso e per la produzione del reciso, da parte della famiglia Toselli (l’ultima occupante privata della Villa, a partire dagli anni Trenta del Novecento fino al 1970): da molti decenni sono state abbandonate e cadono a pezzi. Sussistono ancora gli impianti di riscaldamento (stufe e condotte): il nome delle stufe di ghisa era “Privileggiata” (con due “g”). Ha corridoi sotterranei che permettevano al personale di muoversi da un ambiente ad una altro, da un piano ad un altro senza mai uscire all’aperto oltre a vasche per la raccolta dell’acqua, troppopieni et al.
Ciao
Buongiorno
io trovo bellissimo (per me è il top) il seguente libro:
The New Royal Horticultural Society Dictionary of Gardening (4 volumi) di Griffiths, Levy, Huxley et al.
Non tratta solo le piante tropicali, ma in generale tutte le piante impiegate in orticoltura. E’ un mare di informazioni, scritto in maniera impeccabile.
Ovviamente, per questioni di spazio, trattando oltre 50.000 piante, non ci sono fotografie (al più illustrazioni in bianco e nero). E’ pieno di articoli sui diversi aspetti dell’orticoltura, con approfondimenti sulla sua storia, anche nei diversi paesi, e bellissimi articoli biografici.
Non viene ristampato da alcuni anni ed è solo in inglese. E’ un libro costoso, ma ne vale la pena.
Buona giornata!
Tasha
Scritto Da – nelumbo on 07 Aprile 2010 09:09:51
Buongiorno!
Non esiste una pianta carnivora che aggredisca gli insetti con i suoi fiori: una pianta che uccide chi gli consente di riprodursi… 😀 Ah, la fantasia dei commercianti (bada: commercianti, non vivaisti…)
Ci sono piante che hanno parti del fiore mobili, che reagiscono al contatto con movimenti più o meno veloci, ma tali movimenti sono volti a favorire la fecondazione, propria o di altri fiori (Catasetum, Kalmia, Sparmannia et al.).
Sono molto curioso: potresti descriverla?
Grazie tante e buona giornata!
Polygala myrtifolia?
Buona giornata!
Tasha
Monza