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Buongiorno
Sinocalycanthus chinensis? Se sì, assolutamente rustica.
Per confrontare:
http://www.robsplants.com/plants/CalycChine.php
Saluti
Tasha
Buongiorno
non sopravvive a tanto, anche se, chi la vende (soprattutto alcuni vivai inglesi) esagerano sulla sua effettiva rusticità. Arriva, al massimo, come toccata minima e saltuariamente, a 5 gradi sotto lo zero. Oltre un certo punto, le fronde collassano: magari il rizoma sopravvive, ma l’emissione delle fronde diventa sempre più scarsa e difficoltosa e la pianta regredisce.
Proviene da una zona molto estesa, compresa tra il Messico e il Cile. Le fronde adulte sono di dimensioni titaniche (circa 4 m.)
La formazione del tronco avviene solo in climi miti/caldi e umidi, altrimenti il “tronco” non si forma. Da noi, in condizioni anche ottimali, all’esterno, il “tronco” si forma con lentezza e difficoltà.
Deve essere coltivata all’ombra, in terreno di foglie e torba, acido, umido.
Comunque è una pianta fantastica, soprattutto per quel colore azzurrino sul retro delle fronde.
Buon lavoro
Tasha
Buongiorno
quello che sembra un ficus… secondo me è un ficus macrophylla allo stadio giovanile.
Se non mi sbaglio dovrebbero essercene due esemplari molto belli a Bordighera, oltre a chissà quanti al Sud.
Spero di averci azzeccato.
Buona giornata
Tasha
Monza
Stenocarpus sinuatus
Ciao!
Gianni
complimenti!
Notavo il terriccio dei vasi: però…
Sono curioso:
– nome della varieta della seconda foto: Mardi gras, forse? Comunque semplicemente stupenda. I fiori sono grandi?
– nome pianta leggermente variegata nella terza foto, a fianco della Pink Edge (quella grigiastra al centro della foto), sulla destra: una Maya un po’ scura?
– nome varietà terza foto
Ancora bravo anche se, lo so benissimo, il clima palermitano vuol dire molto 😀
Ciao
Tasha
Monza
Manu
se il fusto si piega perchè vizzo, il problema sta nel fatto che la pianta è disidratata.
I motivi possono essere due:
– la pianta non viene bagnata a sufficienza rispetto alla luce/temperatura. Soluzione: bagnare, progressivamente, di più.
– le radici sono marcite a causa del motivo opposto al precedente
Se, invece, il fusto è flesso perchè la talea è stata ricavata da un ramo flesso, non c’è niente daffare, se non raddrizzandolo come stai già facendo.
Nel caso di radici marce, noterai che la pianta è male ancorata, nel vaso, si muove e, smuovendo il terriccio e annusandolo, sentirai odore di fradicio. Non rimane che svasare la pianta, togliere tutte le radici marce (si riconoscono perchè inconsistenti), lavare quel che resta dell’apparato radicale sotto l’acqua corrente, immergere la stessa porzione in un bacile contenente dell’anticrittogamico tipo Sclerosan, far asciugare e rinvasare in un vaso nuovo o disinfettato. Bagnare dopo qualche giorno con parsimonia.
Quando la pianta produrrà nuove foglie, vuol dire che avrà ricreato l’apparato radicale necessario a vegetare.
Buona fortuna
Tasha
Monza
Ciao
bella domanda…
la “Vera Cruz Rose” è molto buona e forte poi ci metterei anche “Sondra B”, “Slaughter pink”, “Ryann Chelsey”, “Duke”, “Loretta”, “Lemon drop”, “Aztec gold”, “Celadine, “Courtade pink”, “Mela Matson”, “Kauka Wilder”, “Donald Angus”, “Hilo beauty”. Sono tutti profumi che ho sentito personalmente da un collezionista di Plumerie americane in India, vicino a Goa. Nella lista ci metterei anche alcune delle mie Plumerie, ancora in attesa di essere registrate.
Ma la Plumeria più profumata l’ho annusata al Peradeniya Botanical Garden: erano alcuni fiori caduti da un alberello defilato, piantato vicino ad una stradina interna, senza nome. Erano bianchi con il cuore giallo oro, molto esteso. Semplicemente un profumo irraggiungibile, tranne che dai fiori delle Neofinetia…
Ciao!
Tasha
Monza
Gianni
credo proprio sia virale, ma non ne conosco l’agente e la trasmissibilità… Probabilmente (ripeto: probabilmente)l’agente è affine al virus CMV che, comunque, non può essere l’agente infettante in questa varietà, vista l’assenza di effetti che pregiudichino lo sviluppo dell’internodo, delle gemme o dei fiori (ad es. totale assenza di screziature pure presenti in esemplari dell’affine Nerium oleander, infetti)…
Del resto non credo dipenda neanche dall’agente SLRV, i cui effetti, studiati sin dagli anni Settanta su alcune Apocynaceae, non propongono mai risultati del genere… Chissà…
Ho, del resto, esemplari di Plumeria variegati la cui variegatura non è di natura virale, anche perchè, innestati, non hanno mai trasmesso la variegatura al nesto, anche se, come saprai, su questo ci si potrebbe discutere anni…
Ciao e un saluto alla bella Sicilia!
Tasha
Monza
Scritto Da – nelumbo on 13 Agosto 2010 21:26:08
Buongiorno Gianni!
Le piante mosaicate o marezzate le tengo al Sole mentre quelle profondamente variegate (dove, per intenderci, la variegatura è superiore al 50% della foglia) le tengo al Sole fino alle 11.00 poi di nuovo al Sole dalle 16.00 in poi. Non bagnare mai le foglie: l’acqua le macchia indelebilmente, provocandone la caduta, vista la debolezza delle pareti cellulari delle zone bianco/crema. Ovvio che una spruzzata di acqua che asciuga rapidamente non produce danno alcuno.
Che invidia, per voi che state a Palermo, con quel clima, per le Plumeria… mannaggia…
Ciao e buona giornata!
Tasha
Monza
Franco
quando le ho avute, le ho sempre tenute fuori senza tante storie, e hanno sempre resistito, insieme ad altre proteaceae, che hanno dimostrato altrettanta, inattesa, resistenza.
Alcune facevano più storie d’estate, che d’inverno.
Mi spiace per i capelli di Luca 🙂 , ma le indicazioni sull’utilizzo preventivo di alcuni anticrittogamici per i primi periodi vita dei semenzali mi sono arrivate dal Kirstenbosch National Botanical Garden e, insieme, da un “noto” (più o meno) vivaio/sito australiano, ma trovo sicuramente più interessanti le micorrize 😀 .
Buon lavoro a Franco e a Luca!
Tasha
Monza
Scritto Da – nelumbo on 12 Agosto 2010 21:50:29
Franco
sai, di “terricci per piante grasse” ce ne sono tanti, alcuni buoni, altri pessimi. Io, comunque, non lo userei.
Quando ho avuto qualche Telopea, le invasavo nel terriccio “Pomicino” (non ridere, si chiama così) della Vigorplant, ma credo lo vendano solo a livello industriale, ai coltivatori e non ai privati (però, se hai qualche amico vivaista, puoi chiederlo a lui: è in sacchi gialli, grossi).
Prova a vedere se in commercio, nei garden, della Vigorplant, c’è qualcosa composto da torba e pomice a pezzatura piuttosto grossa, senno’ fattela tu seguendo le mie scarse indicazioni. 😀
Ciao e buon lavoro
PS
Certo che le Telopea sono proprio belle, peccato che soffrano il caldo umido delle mie zone…
Buongiorno
vi che nessuno ti risponde in maniera più professionale di quanto farò io, cerca di fartene una ragione:
Le Telopea sono piante piuttosto rustiche che non possono essere riparate in casa o in serre ristrette, perchè hanno bisogno di molta aria. Sono acidofile e, a livello industriale, spesso si usa una miscela di torba e cippato di cocco. Non è proprio il momento di rinvasarla, questo, inoltre il rinvaso di piante con un apparato radicale come le proteaceae pone sempre qualche problema. Meglio aspettare la fine del prossimo inverno.
Il fatto che sia clorotica non mi piace: scommetto che è una pianta della Toscoflora, una cooperativa toscana che ne produce a milioni tutti gli anni.
Comunque, occhio alle concimazioni: sai benissimo che il fosforo fulmina quasi tutte le proteaceae. Puoi usare la cornunghia, da spolverare sul terriccio del vaso, a primavera. Un vivaista che le coltiva a livello commerciale mi diceva di usare l’Osmocote “bilanciato” (?), in primavera, ma io non lo farei. Niente altro.
Un consiglio: se decidi di tenerla in vaso, non appoggiarla mai direttamente sul terreno: frapponi sempre tra il vaso e il terreno qualcosa che non permetta mai il contatto diretto.
Buona giornata
Tasha
Monza
Buongiorno a tutti
la più resistente in assoluto è la Bougainvillea glabra cv. Cypherii, dalle brattee lilla-argento, veramente molto bella: il colore è molto luminoso.
Un mio amico di Monza la ripara col TNT e sopravvive tutti gli inverni, quello passato compreso (non so se ci intendiamo…).
Dovrebbe essere la stessa varietà che cresce anche all’Isola Madre sul Lago Maggiore, davanti al Palazzo, almeno credo.
Buon lavoro!
Tasha
Monza
Buongiorno
quella bellissima Plumeria non credo proprio sia la “Maui sunrise”, nome che, tra le varie cose, non credo sia mai stato registrato (poi provo a dare un’occhiata alle liste della Plumeria society of America).
Credo, al contrario, esista una “Maui beauty”.
Chi vende Plumerie, vista la moda che stanno conoscendo ora queste piante, spesso, pur di vendere, inventa i nomi delle piante che vende o attribuisce loro nomi esotici, magari anche registrati, a piante comuni.
Tra le prime Plumerie che ho acquistato, anni fa, molte avevano (ed anno tutt’ora) i fiori identici a quelli della foto.
Deve essere, insomma, una delle tante Plumeria senza nome (non per questo meno belle, anzi…), di provenienza italiana (Sud).
Le mie le avevo riservate all’innesto, per varietà più difficili, ma sono cresciute molto, hanno ramificato e l’idea di capitozzarle mi fa piangere il cuore, e allora me le tengo così.
Buona giornata
Tasha
Monza
Salvo
mi spiace essermi accorto solo ora di questo post: la Plumeria in questione è semplicemente “divina”, molto più bella di tante altre Plumeria che ho io… Che sogno!
E’ un’ibrido americano/hawaiano? Oppure indiano? Qualche notizia?
Tienici informati sulle reali dimensioni della pianta, anche se molto si dovrebbe già capire dall’internodo e dalla dimensione delle foglie.
Ancora tanti “bravo”!
Tasha
Monza
Pietro
il mio intervento a commento è a basso peso specifico, però lo devo dire: che bella!
Non credevo profumasse così tanto: io avevo la T. divaricata, in un paio di forme, le solite: il profumo, leggero, ma molto buono, cominciava a diffondersi ancor prima che il fiore si aprisse e durava un paio di giorni, dopo i quali il fiore viveva ancora un po’ senza profumare più. Notavo che la pianta cresceva molto meglio in posizione ombreggiata e che era un’idrovora: beveva tantissimo.
Chissà che fine hanno fatto… Forse le ho date via, non ricordo. Però ora mi viene voglia di questa nuova, per me, Tabernaemontana…
Grazie per questa piacevole scoperta!
Tasha
Monza
Ciao!
Spiacente, ma non le ho acquistate tutte: molte sono regali di una carissima persona che vive in Thailandia, che non le vende, ma le ha in giardino…
L’anno scorso, Lucia ne aveva di bellissime, innestate, di diverse varietà: chiedi a lei!
Ciao e buone Plumerie a tutti!
Tasha
Monza
Ciao!
Spiacente, ma non le ho acquistate tutte: molte sono regali di una carissima persona che vive in Thailandia, che non le vende, ma le ha in giardino…
L’anno scorso, Lucia ne aveva di bellissime, innestate, di diverse varietà: chiedi a lei!
Ciao e buone Plumerie a tutti!
Tasha
Monza
Magari, Angelo, magari…
non ho mica i vostri bellissimi giardini e le vostre spaziosissime serre, anche se credo che non mi basterebbero neanche quelli…
Cerco di fare quello che posso con quel poco spazio che ho a disposizione…
Eppoi voi avete cose molto più belle delle mie, che a volte celate segretamente nell’intimo delle vostre proprietà, le cui fantastiche forme sono lambite esclusivamente dal vostro sguardo… 😀
Ciaooooooo!
Tasha
Monza
Ecco le foto che ti avevo promesso: riprendono alcune delle mie Plumerie variegate o mutate. Ne ho delle altre, ma dovrei cercarle con più tempo tra le altre 200 plumerie.
Le foto sono state fatte di sera, motivo per il quale non sono molto chiare… Già le mie foto fanno orrore quando ho anche la luce a favore, figurati adesso… Ma voi siete buoni e mi perdonerete… tranne Giuliana, che mi riprende per le mie qualità di fotografo
Vi risparmio i nomi, assolutamente inventati.
Foglie verde glauco, chiare, variegate di bianco, crema e, con temperature basse, di rosa.
Bellissima, la mia preferita: le foglie sono molto chiare, quasi bianche.
Foglie verde glauco, variegate di crema e verde scuro. Bordo rosa.
Plumeria rubra “Maya”
Foglie asimmetriche, verde glauco, sfumate di rosa
Foglie verde militare, variegate di crema-giallo
Foglie giallastre, variegate di giallo-crema
Foglie mosaicate su sfondo verde scuro
Foglie giallastre, sfumate di rosso, sotto. Quando vengono emesse sono completamente rosse.
Foglie giallastre, variegate di crema
Foglie argentee, variegate di crema
Plumeria obtusa, foglie rigide, quasi di plastica, nana, con i bordi più chiari
Plumeria supernana, cresce di pochi centimetri all’anno, ha foglie piccole e rigidissime
Plumeria obtusa, supernana, che ramifica tantissimo
Ciao
sono delle Aranda (Arachnis x Vanda): la prima è molto probabilmente una Aranda “Christine”, ma non so esattamente quale numero: di questo ibrido ne sono stati estratti oltre mille cloni, molti dei quali ancora nell’industria del reciso, nonostante l’età dell’ibrido.
Crescono molto bene nei mattoni spezzati o senza substrato, nei cestelli, meno nel bark, secondo me.
Ne ho avute un paio di piante, in passato, ma crescono troppo in altezza.
Fioriscono più volte all’anno e i fiori durano un mese e 1/2 circa.
Serra calda, non sopportano ristagni nel terreno.
Ciao!
Tasha
Monza
Buongiorno
finalmente si parla anche di Plumeria variegate, una delle mie grandi passioni…
Quella nella foto dovrebbe essere una Plumeria rubra variegata “Maya” e non “Ploy Chompu”, nome inventato, perchè i Thai si fanno concorrenza tra di loro cambiando i nomi alle varietà, per dire di non avere lo stesso assortimento, ma le piante sono sempre quelle, specialmente le variegate…
Altre volte usano un nome per un altro: l’importante è vendere…
Di “Maya”, poi, ce ne sono alcuni cloni diversi (un mio amico orientale dice sei, se non ricordo male)…
Fiorisce, e anche regolarmente: io ho più di una una dozzina di piante di questa varietà e fioriscono senza problemi: sì, magari i fiori sono un po’ scarsini, rispetto alle altre varietà, però…
Quest’anno ho raccolto poco più di una ventina di varietà diverse di Plumeria variegate: alcune, acquistate per varietà diverse, si sono rivelate la stessa cosa 😡 (vedi sopra).
Inoltre, quest’anno si è manifestata una variegatura molto particolare, ma tutt’altro che rara, a carico di una delle mie piante di Plumeria che emette solo foglie bianche, vivendo sintetizzando dal tronco: purtroppo dovrò abbassarla per farle emettere foglie variegate e non solo bianche.
Ho anche varietà a foglie mosaicate (le più belle in assoluto), tassellate, rossastre, gialle, crema, gialle e verde/grigio, grigie, col tronco marezzato giallo e verde o bianco e verde o striato verde scuro e verde chiaro. Ne ho una che ha le foglie asimmetriche (a forma di “D”, più o meno), grigie e con il bordo rosa.
Tutte fioriscono, chi più, chi meno. Ne ho altre, mutate, che invece non fioriscono mai.
La variegatura di queste piante si mantiene più bella con temperature non troppo elevate, luminosità brillante (ma che la luce non le bruci, dato che la lamina è più debole delle foglie completamente verdi) e in scarsità di azoto (l’azoto aumenta l’attività meristematica e la variegatura non riesce “a stare dietro” alla produzione di foglie).
Sono un po’ impegnato, in questi giorni, ma vedrò di postare qualche orribile foto delle mie piante.
Buon lavoro
Tasha
Monza
Buongiorno
c’è un interessante articolo sull’impollinazione a mano delle cicadaceae reperibile a questo link:
http://www.plantapalm.com/vce/horticulture/pollination.htm
In base allo stesso articolo, c’è la possibilità che il polline sia dotato di una certa tossicità, se inalato massicciamente durante la raccolta.
Buon lavoro
Tasha
Monza
Ciao
i sudafricani suggeriscono di immergerli in un loro prodotto chiamato Smoke primer: contiene idrocarburi ed altro che, impregnando i semi, dovrebbero simulare un avvenuto incendio, favorendo la germinazione di semi il cui sviluppo è legato, appunto, al superamento della stagione degli incendi.
In assenza dell’ Smoke primer, l’immersione in acqua, per qualche ora, non può fare che bene.
Nel caso di semi di proteaceae duri (Leucadendron etc.) giova l’immersione, per 12 ore, in perossido di idrogeno a 10 volumi diluito in 10 parti di acqua. Dopo, lavare i semi…
Per esperienza, nascono comunque, magari ci mettono un po’ di più…
Seminare in terreno acido, sterilizzato, con dell’agriperlite, in vasi stretti e profondi, MAI SOTTOVETRO, mai in germinatoio!
Il terreno, se semini all’aperto, all’ombra, cosa che consiglio di fare, devi bagnare anche più volte al giorno, nebulizzando: non avere paura di bagnare. Nate le piantine, dopo pochi giorni/qualche settimana, curare molto l’umidità del terreno, che non deve mai essere fradicio, ma umido. Cominciare subito con i trattamenti anticrittogamici, contro Pythium e Phytophthora, a distanza di una settimana/15 giorni.
Seminare subito in vasetti singoli, non in comunità: le radici di queste piante non consentono trapianti facili…
I vasi non dovrebbero mai toccare il terreno del giardino: meglio tenerli sempre sollevati su mattoni, assi di legno. Attraverso il terreno del giardino, aiuole etc. viaggiano un sacco di malattie cui loro, sudafricane, non sono abituate e che le stroncano.
Il problema non è fare nascere i semi, è farli sopravvivere alle malattie di cui ti parlavo: arrivate a qualche centimetro di altezza, spesso la parte ipogea viene infettata e la pianta muore.
Nel 2006 ne seminai un paio di centinaia (forse anche di più…) per un mio amico sardo: sono nate, tutte, senza eccezione, poi è cominciata la strage… Ne ho salvate circa 2/3, che ora vivono lì, vicino al mare.
Buona giornata!
Tasha
Monza
Giuliana
ich brauche Ihre Hilfe: zu viele Pflanzen, der Raum ist (immer) ungenügend…
Eppoi va bene che non sono un fotografo (di solito decapito, nelle foto, tutte le persone, di cui riprendo solo il busto, è più forte di me…) ma ammetterà che non è mica facile riprendere uno stelo di oltre un metro attaccato ad una pianta alta, già di suo, mezzo metro…
Vorrà dire che diventerà la mia fotografa ufficiale, ecco. 😀
Per il sovraffollamento… mettiamola così: cerco di riprodurre la concentrazione di piante per metro quadro che ricorre nella foresta da cui provengono 🙂 , anche se, a volte, credo di superarla…
L’esterno di casa mia, inoltre, proprio per le piante, è diventata una specie di luogo protetto per uccellini, farfalle, tortore, ragnetti, bacarozzi vari, vespe (non le Polistes, ma quelle solitarie, tipo Sphecidae etc…), api etc. con cui cerco di convivere.
Dovreste vedere quanti tipi di vespe frequentano le Plumerie! Non le avevo mai notate, prima: grandi o piccolissime, sempre impegnate a suggere il secreto delle ghiandole delle foglie, in cerca di insettini da predare. Sono buonissime (di carattere 🙂 ) e non mi attaccano mai (una paio di volte mi hanno punto, ma per mia distrazione: le ho afferrate e loro, insomma, va bene tutto, però…).
E così qualche fioritura si esaurisce senza che neanche me ne accorga: l’importante è che la pianta stia bene…
Buona giornata!
Tasha
Monza
Scritto Da – nelumbo on 16 Luglio 2010 11:37:36
Bravissima, Giuliana!
Siamo arrivati insieme, con le fioriture delle nostre Neofinetia 😀
Buona giornata!
Tasha
Monza
Credo anch’io siano…
Nephrolepis cordifolia
Ceterach officinarum
Curiosità: forse per la teoria della segnatura, la cedracca (Cetrach officinarum)veniva consigliata nei casi di calcoli renali.
Buona giornata
Tasha
Monza
Grazie a Pietro e a Lucia per i loro interventi.
Lucia, che bella quella a fiore rosa: che tentazione!!!!!!!
In questi giorni tenterò di impollinare qualche fiore della mia Chonemorpha.
Buona giornata!
Tasha
Monza
Allora, Pietro, mettiamo le carte in tavola… 🙂
Io ho acquistato questa bellissima pianta per il “fantastico profumo di frutta” che avrebbe dovuto emanare e che, io stesso, ho avvertito benissimo nelle piante madri coltivate da Lucia, quando la vidi esposta ad una fiera, anni or sono… Il profumo era a dir poco superbo, sensualissimo, il fiore aveva dei bei petali larghi, non stretti come quelli della foto. Anche un mio amico di Treviso ne coltiva una pianta dalle caratteristiche simili, comprata per “fragrans”.
La pianta di Chonemorpha ritratta in foto non l’ho presa da Lucia (cosa che invece ho fatto recentemente acquistandone un altro paio, sperando nella fortuna), ma da un altro vivaista.
Un bel giorno i fiori si aprono e… che delusione! Il profumo era appena accennato, come ho già detto nel post precedente. Buono, è vero, ma appena percettibile: e sì che ho un naso niente male, in tutti i sensi! Oltre ad avere una canappia di proporzioni titaniche, ho un olfatto finissimo 😀
Le Chonemorpha più profumate credo siano la splendens e la penangensis, che ho visto in Oriente, ma difficili da reperire da noi. I fiori hanno anche i petali più larghi, e sono molto più colorate (invecchiando i petali acquistano colori molto belli -color melone/albicocca-, caldi) mentre la forma che coltivo io sembra la gigantografia di un Trachelospermum: nasce bianco e muore color nocciola/ossidato.
Posso dire una bestialità? La dico: secondo me, chi coltiva Chonemorpha dai petali larghi e molto profumate, non sta coltivando una fragrans… Oppure siamo noi che stiamo coltivando una pianta per un’altra o una forma non particolarmente fragrante? Se cerco su Google immagini con il nome della pianta, le immagini propongono fiori dai petali molto più larghi e fiori molto più belli…
Che ne dice?
Scritto Da – nelumbo on 06 Luglio 2010 13:05:38
Ciao
Ci vive benissimo, hai voglia, ma ha bisogno di molta umidità del terreno.
E’ una pianta molto rognosa: o si trova benissimo e trionfa, o stenta per anni, poi muore: chissà…
Sull’Isola Madre ne cresce un gruppo magnifico, da vedere: le foglie sono grandi come delle utilitarie.
Buona giornata!