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Ciao, Fede
ecco, come dire… se vuoi una pianta “sprint”, di crescita veloce, insomma, come di solito piacciono a me, il Bol. speciosus non fà certo per te 😀 E’ leeeeeeenta, ma leeeeeeenta…
La mia è alta circa 45 cm., presa quest’anno da Lucia.
Un mio amico vivaista di Lucca mi ha detto che non è rustica neanche in quel clima e anche se addossata alla serra e protetta con TNT (quando scrivo TNT mi viene sempre in mente la scritta sugli esplosivi -tritolo- del cartone animato “ACME” Road Runner… 🙂 ). L’anno scorso ne ha perso un esemplare già grande, mentre la Sophora secundiflora al suo fianco l’ha scampata.
Comunque, in fiore è semplicemente mozzafiato e sono contento di avertela fatta conoscere. A proposito: è decidua.
Ciao
Tasha
Monza
Annarella
io aspetterei ancora un pochino (ma io vado sempre con i piedi di piombo, anche quando magari non ce ne è motivo) eppoi non ho ben chiara la situazione climatica in cui ti trovi: se ti trovi in una posizione mite e asciutta (come credo), non ci saranno problemi, altrimenti è meglio tenerla in vaso e riparata, magari addossandola ad un muro caldo, d’inverno. Ho sentito dire che è assolutamente rustica ma, in base alla mia esperienza e a quella di un mio amico, lo è solo fino ad un certo punto (a definire quale sia questo punto intervengono: umidità, calore, durata di temperature particolarmente fredde, durata dell’inverno, venti gelidi, acqua + gelo etc.).
Per Angelo:
ho trovato i semi di Sophora japonica: li ho raccolti ieri sera. Se mi mandi il tuo indirizzo, privatamente, la mia e-mail dovresti averla già, te li spedisco nel giro di qualche giorno.
Ciao a tutti
Tasha
Monza
Annarella
mi spiace distruggere i tuoi sogni, ma una Sophora secundiflora alta un metro potrebbe anche avere già fiorito, dato che cominciano a farlo, spesso, intorno ai 35/40 cm. di altezza. 😀 Per cui ci sono molte speranze di verderla presto in fiore. Il profumo è molto buono!
Comunque, la secundiflora comincia a produrre le spighettine l’anno prima per quello successivo: impiegano molti mesi per maturare i fiori, almeno qui.
Questa’anno ho acquistato un Bolusanthus speciosus: qualche esperienza?
Tasha
Monza
Uella
è una pianta bellissima: qui vicino ce ne sono degli esemplari veramente colossali al Parco di Monza, i più grandi che abbia mai visto, che si incontrano intraprendendo la Porta di Vedano, sempre dritto, oltre la discesa che porta al Lambro.
Ne esistono poche varietà: la più nota è la pendula, la Sophora che, crescendo, sviluppa quelle strutture a “gazebo” (cupole di fogliame, praticamente vuote all’interno), tanto apprezzate tra il secolo XIX e inizio XX.
E’ una pianta di non difficle reperimento nei garden, già grandicelle, mentre i semi non li ho visti in vendita.
Più tardi faccio un giro sotto le Sophora vicino a casa mia e guardo se c’è ancora qualche legume con dei semi, poi te li spedisco.
La Sophora davidii l’ho vista solo in foto: mi dicono essere tanto rustica quanto spinosa. Certo il fiore è molto bello. Sulla lentezza: che dire… è una caratteristica comune a molte Sophora (e non solo): vogliamo parlare della secundiflora? Eppoi, diciamolo: saranno lente ai nostri occhi ma per piante destinate, magari, a superare i secoli, cosa saranno alcuni anni di crescita per raggiungere la forza fiore? 😀
Ciao
Tasha
Monza
Buongiorno
Sophora japonica?
Tasha
Monza
Salve, Giuliana!
potrebbe dagli una “passatina” di anticrittogamico (Aliette, Sclerosan, King, Promag…): se stanno morendo dei germogli, significa che sono stati colpiti da Pythium, Erwinia et al che, con umidità e freddo, vanno a nozze. Se vuole, posso mandarLe un pochino di anticrittogamico io e non si preoccupi: niente di pericoloso!
Se deve bagnare le piante, lo faccia la mattina: avranno tempo, ora di sera, di asciugare. Eviti, inoltre, di far cadere acqua al centro delle foglie: favorisce le marcescenze.
PS
Ich warte auf Samen, Pflanzen u.s.w. aus Amerika 😀 !
Vielen Dank im Voraus! 😀
Tschues!
Tasha
Monza
Scritto Da – nelumbo on 05 Novembre 2010 21:48:45
Giuliana
in realtà i fiori sono abbastanza grandi (6 cm. X 7 cm.), speronati e dotati di un colore molto originale.
Per le Neofinetia: forse è il caso di intervenire con una disinfettatina e ridurre le bagnature, lasciando asciugare bene lo sfagno.
Buona giornata!
Tasha
Monza
Mi rimangio quello che ho detto: ha cominciato a profumare in maniera forte, la mattina presto e, quindi, presumo, anche di notte (come le Neofinetia).
Ciao
Tasha
Monza
Azzardo e scusa se mi sbaglio…
Trapa natans?
Ciao
Tasha
Monza
Certo che sei andato proprio lì a scrutare tra i rametti, per vederla… 😀
La pianta è proprio bella: chissà che carica di frutti, tra qualche anno…
Aspetta di vedere come sono i frutti, prima di innestare.
Certo che il clima vuol dire molto (oltre all’abilità del giardiniere): si vede che la pianta è contenta.
Saluti
Tasha
Monza
Ma che bravo! E’ proprio lei…
Come la coltivo? Non saprei: ce l’ho da poche settimane. Ad una mostra un mio amico vivaista mi guarda in faccia e mi dice, indicando la pianta in questione: “La vuoi? Non ne conosco neanche il nome e mi ha rotto…”. Va bene, rispondo, e me la porto a casa. Pagando. Perchè la pianta lo aveva rotto, ma non abbastanza per non farsi pagare.
Ho capito una cosa, di questa pianta: più la concimi, quando è opportuno, e meglio è. Ha bisogno di nutrimento.
La terrò in casa, al calduccio, anche quando e se perderà la fronda (in questo caso all’asciutto assoluto): tanto vaso in più, vaso in meno…
Grazie ancora e buona coltivazione!
Tasha
Monza
Salve
credo che la prima sia una Eucharis amazonica, la seconda un Caladium (una delle tantissime varietà).
Tasha
Monza
Diventano più giallini e cedevoli. Inoltre si staccano facilmente dal ramo cosa che, altrimenti, non avviene.
Buon raccolto
Tasha
Monza
Buongiorno
visto che con il Lago Maggiore e Villa Taranto gioco in casa, mi permetto di intervenire: tutte le felci arboree di Villa Taranto e di tutte le altre ville della zona vengono coltivate in mastelli di plastica che, in primavera, vengono calati in terra, nascosti e sulla terra appena smossa seminano il prato per occultarne la vista. All’arrivo dell’inverno, i vasi vengono portati nuovamente in serra.
Al limite, se le felci crescono contro i muri di un palazzetto o villa, d’inverno si costruiscono dei ricoveri mobili.
Sono molto bravi, vero? L’effetto è molto convincente 😀
Altro discorso è per le felci arboree coltivate in alcune zone della Gran Bretagna, interessate dalla corrente del Golfo (dico, ma avete mai visto cosa cresce a Tresco?): lì sì che vivono fuori senza protezioni.
Per Gaetano: ma quanto è bella l’Isola Madre? Trovo sia uno dei luoghi più belli che abbia mai visitato. L’hai vista prima o dopo la tromba d’aria?
Ciao e buon fine settimana.
Tasha
Monza
Giuseppe e Augusto
certo che fruttificheranno, ma col tempo…
Non vorrei impicciarmi ma io, fossi in voi, prenderei in considerazione l’ipotesi dell’innesto a scudetto, come per gli agrumi: avreste la sicurezza della qualità dei frutti (da seme può uscire qualcosa di sublime ma, più spesso, purtroppo, che non regge il confronto con le varietà di lista) e accorcereste i tempi di attesa che, almeno per Augusto, non dovrebbero essere ancora lunghi, vista l’età della pianta.
Altrimenti armatevi di pazienza e aspettate: in barba a quello che ho affermato prima, i frutti saranno superbi e allora mi prenoto già ora per qualche marza 🙂
Buon lavoro!
Tasha
Discussioni a parte, se questo singolo dato fosse significativo per aiutare a spiegare il fenomeno dell'”effetto blu” in questo genere di piante, posso affermare che il mio piccolo rospetto (Microsorum thailandicum, per i botanici) è vergognosamente verde ma, visto quando la luce arriva con una certa angolazione, la parte della pianta osservata e illuminata diventa di un fantastico colore blu/azzurro/bottiglia opalescente (ma non avete minimamente idea di quanto sia bello! La Natura…) come, scusate il paragone, il colore del petrolio quando spande sull’acqua.
L’effetto riflettente, invece, è un po’ più “presente” e un po’ meno esigente dal punto di vista dell’illuminazione, pur necessaria per evidenziarlo.
Ciao
Tasha
Ecco qui…
Insomma, cerchiamo di immaginare a come sarebbe se fossi capace di fare fotografie… 😀
Ho guardato un pochino in giro le Aloe di Paolo: belle, già.
Ciao
Tasha
Ciao
Confermo: in base a quanto dicono le pubblicazioni, -2/-3C, come toccata minima, non come media per periodi prolungati. Credo, come dice Betto nel suo libro sui fruttiferi, sia assimilabile ai limoni.
La mia pianta è innestata, alta circa un metro, molto disordinata, fruttificante sulla parte più bassa, su rami corti.
Comunque, ora arriva il bello: farle passare l’inverno…
Ora ho un po’ di semi da seminare e che, se tutto procederà bene, in futuro, innesterò: li semino subito? Li metto nell’agriperlite e, germinati, in vaso? Attendo lumi.
Tasha
Monza
Salve a tutti
comunicazione di servizio: oggi 20 Ottobre 2010 ho raccolto il primo frutto di Casimiroa della mia pianta, in vaso, da poco comprata da Lucia. Il frutto è della varietà tonda.
Il sapore è proprio buono: ha qualcosa della pesca, della banana e del caco (?), ma leggero. La consistenza è quella dell’avocado, ma più “sfatto”. Il frutto conteneva molti semi, in parte abortiti, che sembrano la gigantografia dei semi di arancio. La buccia era sottilissima e il frutto molto delicato da maneggiare: alla minima pressione si ammaccava.
Un’altro frutto penzola, bello grasso, dal ramo…
In definitiva, da provare.
Ciao
Tasha
Monza
No, la comprai da un vivaista tedesco. Non mi sembra da meristema, a vedere la base, però…
Già così “piccola” ha riempito il vaso di radici belle spesse.
Buona giornata
Tasha
Monza
Ci ho riprovato ma…
1) sono un pessimo fotografo
2) la macchinetta che uso è peggiore del fotografo
3) credo che, effettivamente, il ritratto di un soggetto del genere richieda tecnica e strumenti adatti
Proviamoci
No, orribile. Guardate al link che segue, che è meglio…
Bella, vero? E neanche questa foto le rende giustizia.
Ciao
Tasha
Monza
E no, ragazzi, parliamone… Mai vista nulla di simile… Ma come l’avete scoperta? Ma è una cosa impossibile da trovare? Magari Lucia la reperisce…
Per il Mic. thailandicum proverò a fare qualche foto in più.
Ciao
Tasha
Monza
Scritto Da – nelumbo on 17 Ottobre 2010 23:32:30
Probabilmente è un limone, vista la resistenza che ha manifestato: da seme crescono, crescono ma niente fiori e, quindi, niente frutti. Si potrebbe innestare, volendo, ma rimarrebbe il proble del freddo…
Tasha
Monza
Scritto Da – nelumbo on 14 Ottobre 2010 21:46:01
Uella
il passato inverno, per noi, è stato piuttosto anomalo: siamo andati fino a -12C: non capitava dal 2001, credo (quell’anno, se non mi sbaglio, siamo stati oltre due settimane senza andare sopra lo zero: moria di Camelie ed altro, a raffica, per il gelo e il secco).
Comunque, anche se mi lamento del freddo, devo dire che mi trovo in una posizione abbastanza fortunata, salvo qualche inverno: il vero gelo è altrove…
Moris, il problema, qui, è soprattutto il caldo estivo: non hai idea! Uscivo dal lavoro, alle 19,15 di un sabato di luglio, e c’erano 41C per strada con una umidità da foresta del Borneo! Temperatura e umidità adatte alle talee
Tasha
Monza
Buongiorno
l’albero che fotografai e rappresentato ha passato degnamente l’inverno scorso, molto pesante, almeno rispetto le nostre medie. Certo si è preso una bella strinata, ma ha recuperato completamente e si è pure caricato di frutti.
Sulla scorta di questa esperienza, ho da poco acquistato una pianta di arancio amaro, innestata, con un bel tronchetto: intendo provarla fuori, sul terrazzo, esposta a Sud. Golosi frutti già caricano i rami (sì, golosi: anche se sono amari, in marmellata…).
Leggevo che anche Fortunella margarita (Kumquat) è molto resistente al freddo, forse più di altri, e che anche Citrus reticulata (mandarino, alcune varietà più di altre) potrebbe coltivarsi, al Nord, in posizione riparata e con qualche giro di TNT o altro.
Chi passa per Gardone o Salò, invece, dovrebbe fermarsi a vedere le famose coltivazioni, protette, d’inverno, di agrumi, soprattutto di cedri: e sì che siamo alla stessa latitudine, più o meno, ma vedi che influsso hanno i laghi sulle zone circostanti…
Vorrei spostare la discussione, in blocco, nella sezione fruttiferi, ma non saprei proprio come fare…
Tasha
Monza
Dunque…
Cyathea medullaris
Cyathea cooperi
Cyathea dregei (ma era veramente lei? Chissà…)
Dicksonia antarctica
Dicksonia squarrosa
Merito l’inferno, vero?
Tasha
Monza
Scritto Da – nelumbo on 10 Ottobre 2010 22:54:42
Salve, Pietro
molto bella, come tutte le felci arboree ma… deve sapere che c’è un angolo, nel cimitero delle felci arboree, con il mio nome…
Ne ho avute tante, ma sono sempre morte a causa del vento caldo e secco, estivo, che tira dalle mie parti (ci metta, poi, la posizione assolutamente/eccessivamente aperta dove coltivo le piante): a volte dura settimane (l’anno scorso durò ininterrottamente 1 mese e una settimana, da Giugno a Luglio: ci metta, poi, che più che le felci lo soffro io, il vento: divento elettrico!). In queste condizioni perdono in continuazione le foglie, arse e sbatacchiate, cercano di ricostituire il palco e torna il vento di nuovo, infame: dopo un po’ mollano la presa. Ero arrivato al punto di costruire delle “flebo”, pendenti, con cui tenevo costantemente umidi i tronchi, ma il problema erano le foglie!
Niente da fare… Non si può avere tutto…
Saluti
Tasha
Monza
Buongiorno
Melianthus major
Bye
Tasha
Monza
Buongiorno
il substrato viene venduto correntemente già pronto in forma di polvere: basta aggiungere l’acqua. Lo si trova in vendita on-line.
C’è anche la possibilità di farselo in casa, ma non è facile (quantificazione esatta delle dosi etc.).
Attenzione che c’è substrato e substrato: alcune formulazioni sono più idonee per alcune piante specifiche ma non molto per le altre. Talvolta, per facilitare l’accrescimento delle piantine in fiasca, si aggiunge polpa di banana oppure succo di pomodoro o latte di cocco senza, per questo, allungare la “carica chimica” del substrato.
Buona fortuna!
Tasha
Monza
Buongiorno
è assolutamente rustico ma soffre, spesso, del “brusone” (le foglie si macchiano a causa del vento secco e caldo) e di alcuni malattie fungine che macchiano pesantemente di nero le foglie, ma mi sembra che la pianta in questione goda di ottima salute.
Piantata in piena terra, ben drenata, in posizione soleggiata ma, potendo, lontano dal riverbero di muri e pavimentazioni, diventa una bellissima pianta dai fiori altrettanto belli.
Questa pianta è stata utilizzata per ottenere un’altra pianta molto bella, il Sinocalycanthus “Venus”, dai fiori profumati.
Buon lavoro
Tasha