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si resiste al sole della Puglia, basta che non sia troppo forte. Ovvio che il sole filtrato è la situazione ottimale per avere piante robuste, troppa ombra produce piante filate, troppo sole le fa ingiallire.
No Giuseppe non pollona, quelle che vedi uscire dalla base sono infiorescenze
very nice ! ma sono quelle basse?
Moris, non mi ricordo, avranno 6 o 7 anni
con la mia solita velocità 😀 aggiungo due foto di Chamaedorea radicalis forma eretta, giusto per rendersi conto della differenza.
non credo proprio, è Ficus repens che fruttifica da adulto ma in Italia manca l’impollinatore specifico
io qui non ne ho mai raccolti maturi e ci sono piante che fanno dei datteri molto grandi, ma sono sempre tanninici. Una sola pianta fa dei datteri dolci ma è un ibrido dactylifera x canariensis
forse a qualcuno sfugge che quelle piante vengono dall’Africa centrale 😀
beh con tutti i boccaloni che ci sono in giro …. 😀
in effetti i testi riportano 12-15 anni per fiorire da seme, ma le piante d’importazione non fioriscono lo stesso, anche se di taglia fiorifera. A volte lo fanno l’anno dopo perchè il fiore lo avevano già formato dentro in habitat ma poi si bloccano e fanno solo foglie e neanche belle
a volte ritornano 😀
ecco l’aggiornamento 2009, quest’anno la pianta più grande è decisamente maestosa ! le foglie raggiungono i 50cm di lunghezza e 6cm di larghezza … spero in un lieto aggiornamento in estate. Non dovesse mai fiorire, val la pena coltivarla solo per quelle foglie, mi ricorda la coda di un pavone, anche se a vederla dal vivo sembra una pianta aliena 🙂
Scritto Da – lilio apulo on 16 Dicembre 2009 12:29:54
non ci vuole sto coraggio, prima o poi lo devi tagliare ! cmq non esce sangue non preoccuparti 😀
molti anni fa ne presi una silver adulta come quella di Federico, era silver davvero ma qui ha poi prodotto solo foglie verde glauco sbiadito. E’ una questione di clima, l’azzurro viene dilavato in inverno. La crescita è di una lentezza esasperante e tutto sommato non ha un valore ornamentale praticolare, di gran lunga meglio il Nannorrhops silver che cresce bene ed è glauco, per non parlare del Chamaerops cerifera
Scritto Da – lilio apulo on 07 Dicembre 2009 10:14:15
perchè non lo tagli appena esce? tanto non serve a niente, i semi li fa se fioriscono maschio e femmina vicino e se gli permtetti di svilupparsi la pianta sta ferma un anno come hai notato. Dal punto di vista ornamentale per me la fioritura del Dasylirion è una iattura, ti rovina la forma della pianta
la reclinata pura è utopico trovarla nei vivai, ma non vale proprio la pena affannarsi. Le piante ibride sono molto simili alla specie pura e sono molto vigorose e resistenti. Ho avuto una reclinata pura da semi delle isole Comore e si danneggiava parecchio ogni inverno con gelate di -2°C, mentre non ho mai visto danni su quelle ibride anche a temperature inferiori
e tu lascialo cuocere, anzi digli che è una malattia grave e che se non provvede a dsifarsi di quella Cycas, tutte le altre saranno colpite 😀
Comunque a parte la curiosità del fenomeno, non è che abbia tutto sto pregio estetico. Ho un Dioon edule ed Encephalartos longifolius a due teste, ma davvero avrei preferito che rimanessero normali
è la cosiddetta Vulcano, ma non è una forma perfettamnete omogenea come il Trachycarpus wagnerianum. Ne ho viste divertse di provenienza Faro che ora le vende anche in Italia e comnuque qualche differenza c’è. QUanto a quella Chamareops nana è una delle solite bufale inglesi, ce ne sono a decine in giro, come ha detto Roberto basta tenerlo a stecchetto e diventa nano….. forse gli inglesi non si ricordano che il nome comune sarebbe palma nana 😀 C’è uno identico qui davanti all’ospedale civile. Belle foto Sergio, la Jubaea sembra molto diffusa a Roma.
esatto Rob, è l’altezza di un palazzo di 7 piani, in unità di misura più usate 😀
20m ….. non ti dice niente 20 m ????
stupisce si, certo che stupisce …. se sai che il fortunei a 20 m non ci arriva mai ….neanche in Calabria
Sergio, la differenza più evidente tra moorei e communis è la foglia in sezione, carenata nella moorei, piatta e quasi deflessa nella communis, chiaramente in piante ben sviluppate e in condizioni ottimali. Le altre specie sono rare in coltivazione, anche se il nome spiralis è presente da sempre sul catalogo dei vivai TSL, in realtà sembra che non l’abbiano mai avuta (così come Cycas media e kennediana). Il genere Macrozamia non ha mai avuto un grande appeal orticolturale perchè le specie sono tutte spudoratamente simili, tranne pochissime eccezioni un pò come il genere Butia, vista una viste tutte) e la relativa abbondanza della communis in natura, come indica appunto il nome specifico, ha fatto si che fosse l’unica specie coltivata. Da un pò di anni hanno cominciato lo sfruttamento commerciale delle cycadacee australiane, solitamente poco considerate e ritenute di rango inferiore rispetto agli Encephalartos, anche per il meccanismo perverso che porta i collezionisti a valutare queste piante in base al livello CITES piuttosto che ad altre caratteristiche (adattabilità, facilità di coltivazione, valore ornamentale) e quindi si son cominciate a vedere le M. moorei a tronco, la Cycas media, varie altre Macrozamia sp. affini alla communis (mountperriensis, miquelii etc), sempre esemplari d’importazione (spesso di difficile ripresa). Poi anche la disponibilità di semi negli ultimi anni si è ampliata notevolmente
Sergio, con un discreto margine di sicurezza (deformazione professionale !) direi che si tratta di M. moorei, la prima ha solo i ‘capelli ricci’ nella fase giovanile 😉
non è da eslcudere qualche danno meccanico al meristema (i cui effetti si protraggono per parecchio tempo) o qualche simpatica colonia di cocciniglie ben annidate
quote:
….nessun’altro che ha da riferire esperienze dirette in fatto di coltivazione e reperimento della specie E N C E P H A L A R T O S ??
ti sembrano la stessa cosa ???
la coltivazione è un conto, il reperimento è un’altro e qui ritorniamo al punto di prima.
La coltivazione è al limite del banale, hanno le stesse esigenze delle altre piante, un substrato drenante e un’esposizione adeguata, in base al clima e alla specie.
Il reperimento è sempre la solita storia, non li troverai al fioraio sotto casa e non c’è nessun vivaio leggendario che ha piante a poco prezzo, cioè i tempi dell’ledorado sono finiti da un pezzo. Indi se li vuoi reperire, venditi la mercedes e ti compri una punto e un paio di encephalartos 😀
quote:
…si ho visto alcuni esemplari ad Ischia con il tronco alto più o meno come me, ma non è giustificabile per un privato sborsare un importo equivalente ad una classe A della Mercedes …
😀 ma chi ha detto che devi comprarlo ? si può vivere benissimo senza, la loro mancanza dai giardini non sembra provocare gravi danni alla salute
l’uresana è blu dalla nascita … a meno di non tenerlo davvero al buio
non funziona per vari motivi. Uno è l’esiguo numero degli appassionati in Italia, un altro è la forte limitazione climatica della gran parte della penisola. In Toscana non si possono coltivare più di una ventina di specie, a meno di non fare sofismi su diecimila provenienze diverse di Trachycarpus fortunei e Chamaerops humilis di tutti i colori. Un fattore che molti non considerano è che queste piante e ancor peggio le cycadacee, sono di una lentezza estrema nei nostri climi. Pensate a Federico che ha piantato la Jubaea 30 anni fa, se ci fosse stata un’associazione cosa avrebbe scritto anno dopo anno? quest’anno una foglia e mezzo, il 2007 una, il 2006 una e tre quarti….. si può fare un articolo sulla crescita della Jubaea? che senso avrebbe. Ci sarebbero solo le classiche domande dei nuovi iscritti (cosa che a suo tempo ho fatto anch’io come tutti), tipo ma da me la Bismarckia ce la può fare? è vero che la Parajubaea torallyi resiste a -5°C …e così via. Invece le associazioni di cactacee, orchidee, etc sono molto più dinamiche perchè le piante sono più dinamiche. Un anno fai delle ibridazioni di Astrophytum, dopo due anni hai già delle piante decenti e ci fai l’articolo. Non parliamo delle orchidee poi.
Morale, uno si prende un libro decente come quello di R.L. Riffle e l’argomento è chiuso. Resta sempre utile il confronto tramite i forum, lo scambio di informazioni ed esperienze e perchè no, anche quello di fare nuove conosceze, virtuali o reali.
riesumo questo post per la questione semi.
Allora, ho una pianta provenienza vivai Torre e una ‘ehmannii’ provenienza UK.
La prima è fiorita da parecchio ma tutte le capsule sono abortite, tranne due che ho impollinato con un’altra Canna quasi botanica (ovvero a fiore piccolo) e adesso stanno maturando, nella prima c’erano tre semi. Molti altri fiori sono stati impollinati con Canna a fiore grande, ma son tutti caduti. L’altra pianta non è fiorita anche se è cresciuta il doppio. Sembra assolutamente identica nelle foglie, incluso quel sottilissimo margine rosso.
Secondo i testi la vera iridiflora produce molti semi (per autoimpollinazione), mentre la ‘ehmannii’ è sterile. Resta da capire che cosa sto coltivando 😀
Aggiungo che dal backcrossing di ‘ehamannii’ (= C.indica x C.iridiflora) su C.indica nacquero i primi ibridi di A. Crozy detti C. x generalis.
L’Orto di Palermo include una C. iridiflora nel suo Index Seminum, nonchè varie ‘presunte’ specie attualmente non valide. Mentre per tutte queste specie è alquanto difficile stabilire la corretta identità, per l’iridiflora non ci dovrebbero essere problemi ….. varrebbe la pena investigare, i fortunati che possono 😉
c’è l’ha Davide Picchi, vivaio La Casina di Lorenzo
da quella pianta di Roma mi naque un semenzale variegato all’inizio fantastico, poi decise di diventare totalmente albino e morire, era alto 1,5m.
Anche nell’Orto di Napoli c’è e anche un Agathis moorei, da verificare però la corretta identità
Ciao Pietro, le tue piante fanno semi?
io non li ho mai avuto nonostante impollinazione manuale tra vari cloni, il tuo e piante di provenienza USA. Forse è una questione di umidità durante la fioritura, i Crinum ho scoperto che sono sensibili a questo.
ma non è la stessa dell’altro post???