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ne possiedi solo una…..
bella, dove posso trovarne una così?
ciao
quote:
Per me è meno resistente del fortuneiFederico
Ravenna
Zona climatica 8a/8b (USDA)
Csa: Clima temperato umido con estate asciutta molto calda (Köppen)
ok grazie, mentre per la wagnerianus?
a quanti gradi sottozero resiste?
si può considerare come la fortunei?
idem per la wagnerianus?
ho acquistato due piccole palmette e mi chiedevo cosa fare per l’inverno……
Federico
ciao, ti ho inviato le foto.
è il secondo anno che una delle mie cycas sviluppa la nuova corona di foglie ma sono “attorcigliate”………non mi spiego il motivo se non per il freddo dell’inverno!
c’è qualche ragione specifica a me sconosciuta?
Scritto Da – ice on 29 Luglio 2013 22:29:20
si, dalla foto che vedo la mia è più grande;inizia oggi ad uscire la seconda foglia…..ti dirò a fine estate.
ciao
bella, non mi resta che attendere che le altre che possiedo diventino come la tua….da me sono lentissime.
è più veloce la trithrinax !!
è piccola : altezza tronco 35cm
circonferenza tronco alla base 40cm, circonferenza superiore 30 cm.
è stata piantumata il settembre scorso, per ora è lenta, temo si debba riprendere ancora dall’inverno….
Scritto Da – ice on 08 Luglio 2013 16:38:09
la mia edulis, è riuscita a passare l’inverno, defogliata ma comunque ha ripreso a vegetare.
spero riesca a mettere qualche foglia prima dell’inverno……
la jubaea è stata tolta, ho aspettato il miracolo ma non c’è stato…..del resto il passato inverno non è stato d’aiuto; è stato molto umido e lungo.
ciao Fabio, purtroppo ho potuto costatare che la rusticità della jubaea non è così eccezzionale.
teme la neve che gli brucia le foglie e l’eccesso di umidità.
a giorni togliero la seconda jubaea morta e metterò una trithrinax, a mio avviso una palma che nelle nostre zone sopravvive bene.
ho alcune armate di quasi un metro di tronco completamente defogliate…….dopo tutta la neve dello scorso inverno.
p.s. benvenuto.
Scritto Da – ice on 29 Maggio 2013 23:26:29
gli sono morte tutte le Washingtonia, (filifere)inspiegabilmente le trithrinax campestris, tutte le canariensis e sen non sbaglio pure le butie……
Scritto Da – ice on 23 Maggio 2013 13:30:46
……decimata! 😡
esatto 🙂
possiedevo 3 antartiche, la più piccola 1 metro di tronco, la più alta 2 metri.
ora ne son rimaste due.
con alta umidità e temperature inferiori al meno 5 le fronde si bruciano in una notte.
ricrescono poi in ogni primavera, mentre con temperature inferiori al meno 10 gradi è a rischio il meristema centrale.
una mi è morta e dopo un anno di attesa mi son deciso di buttarla, la seconda temo faccia la stessa fine perchè la primavera scorsa fece delle fronde cortissime; la terza resiste.
per dovere di cronaca, sono state protette per il periodo necessario è anche vero che l’inverno scorso ci furono 4 giorni di “burian” con temperature che crollarono sino a meno 18 gradi. ( sino ad allora non avevo mai visto la defogliazione completa delle trachycarpus, meglio non ricordare i decessi avuti )
l’antartica a meno 10 gradi è al limite.
un grande esemplare mi è morto.
comunque le fronde si bruciano completamente già a meno 5 gradi.
E. Horridus 10cm € 180.00 + le spese
E. Lehmannii 15cm € 187.50
E. Princeps 11cm € 165.00
Federico
ciao, prezzi come pubblicati sul sito.
intendi acquistare qualcosa?
Scritto Da – ice on 14 Febbraio 2013 14:39:50
se fosse possibile acquisterei un Lehmannii.
Federico
se ricordo bene dovrebbe essere morta.
ciao
Il punteruolo nero, una minaccia per le ornamentali
Il punteruolo nero dell’agave (Scyphophorus acupunctatus) è una delle specie aliene che, in relazione ai gravi danni che è in grado di arrecare a numerose piante ornamentali, è stata inserita nell’Alert list dell’EPPO.
Gli adulti sono di colore nero, lunghi in media 18 mm, la larva matura, di colore bianco crema, è lunga in media 30 mm; essa costruisce una camera pupale, simile a quella del punteruolo rosso, utilizzando le fibre delle foglie di agave entro la quale si trasforma in pupa. Ritenuto originario dell’America centrale il coleottero è ampiamente diffuso in tutti i continenti. In Europa è stato dapprima intercettato in Olanda su Yucca e Dasyliron e successivamente in Lombardia nei fusti di piante di Beaucarnea, coltivate in serra, originarie del Nicaragua ma provenienti dall’Olanda. Tutte le piante, dal 1998 al 2000, sono state distrutte per eliminare il focolaio d’infestazione.
Nel 2006, nelle foglie basali di varie agavi del centro urbano di Catania, è stata rilevata la presenza di numerose larve, camere pupali e adulti del coleottero. Il monitoraggio effettuato in Sicilia, con trappole a caduta e con l’ispezione di numerose agavi, noline e Yucche ornamentali, ha consentito di accertare che, dal 2008 al 2012, il punteruolo nero si è progressivamente diffuso nell’isola. Da tali indagini non è emersa la presenza di entomofagi in grado di effettuare un efficace controllo biologico; sporadica è stata la presenza di esemplari con infezioni causate da funghi entomopatogeni del genere Beauveria. Nelle aree tropicali la specie è tendenzialmente omodinama e svolge una generazione in 2-3 mesi. In laboratorio il coleottero, allevato a temperatura ambiente su Agave americana e A. inermis, ha svolto una generazione in 120 giorni.
Le larve dell’insetto dotate di robuste mandibole, arrecano danni diretti alle piante ospiti; inoltre la specie è ritenuta vettrice di agenti patogeni e in particolare della batteriosi dell’agave sostenuta da Erwinia carotovora che porta al rapido disfacimento dei tessuti. Il controllo delle infestazioni presenta notevoli difficoltà in rapporto all’etologia della specie; nelle prove di lotta, effettuate in condizioni controllate, poco efficaci sono risultati sia gli interventi con insetticidi di sintesi distribuiti alla base di agavi infestate che i trattamenti con formulati commerciali di nematodi entomopatogeni.
Per limitare la diffusione del coleottero è pertanto necessario effettuare severi controlli fitosanitari sulle piante ospiti prima della loro messa a dimora; nei vivai occorre ispezionare accuratamente sia le piante che, se infestate, vanno immediatamente distrutte sia il terreno per eliminare gli adulti che vi si nascondono e le camere pupali.
Scritto Da – ice on 10 Novembre 2012 18:56:53
ho sperimentato più edulis, ma nessuna è sopravvissuta.
la tua a quanti gradi sotto lo zero ha resistito?
ciao
purtroppo è spacciata…..tutte le foglie si sono seccate…..
sono assente da casa da parecchi giorni, alla mia partenza mi sembrava comunque spacciata…..
a metà settembre vi aggiornerò.
grazie
provvederò subito!
è venuta via la gemma apicale; si è formato un “cratere” quindi l’acqua ossigenata riempirebbe il buco.
va bene ugualmente?
oggi ho notato che le due foglie centrali, iniziavano a seccarsi………….
subito ho pensato al peggio!!!
come ho provato ha tirare verso l’alto la parte centrale….mi è rimasta in mano…… 😡
di certo i danni dovuti al forte gelo dell’inverno passato.
ora spero in un autunno caldo per avere qualche speranza di ricrescita, nel frattempo ho un grande dubbio: meglio irrigare e lasciare asciutto?
cosa aiuterà di più l’eventuale ricrescita??
cosa ne pensate?
Scritto Da – ice on 14 Agosto 2012 20:25:14
mi è capitata la stessa cosa con varie palme, quando le ho messe a terra sono “partite” 😀
in inverno, la galaverna crea un simile effetto, dopo qualche giorno al riprendersi delle temperature le foglie risultano completamente bruciate e diventano marroni.
questo accade regolarmente sulle mie cycas e alcune palme
le mie esperienze sono già state riportate in vari post……
ritengo di essere in una zona climatica particolarmente sfavorevole per le palme.
ti elenco alcune palme già grandi che sono al limite ( inverni con possibilità di defogliazione completa ):
– armata
– jubaea
– cerifera
senza danni tritrhinax
altre palme resistenti non intendo provarle, ma non ci sono speranze se non in microclimi favorevoli per butie, phoenix, wash ecc.