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Vorrei acquistare una psidium guajava.
Tra tutti i vivai non riesco però a capire se le piante vendute da noi sono da talea, innestate o da seme…
Ne sapete qualcosa?
Censimento piante di pistacchio in Italia, contribuisci anche tu, inserisci la tua pianta:
https://www.google.com/maps/d/edit?mid=1x_QKv4NshmL3t35Z9CIN-JKMqeA
Ho sentito un esperto Neozelandese in innesto di Feijoa.
Dice che in pieno campo è difficilissimo, mentre in vaso è più fattibile.
Il metodo non me l’ha detto, speriamo mi risponderà di nuovo!
In ogni modo il problema in pieno campo è che in inverno sotto i 10°C la pianta va in dormienza, mentre in estate si rischia di far seccare l’innesto.
Quindi bisognerebbe tenerlo umido.
A questo punto, volendo fare un tentativo credo opterò per il doppio spacco inglese e, con nastro isolante e sacchetto di plastica per mantenere l’umidità.
Quindi rimando l’esperimento a febbraio/marzo quando le temperarture saranno oltre i 10°C sicuramente e non troppo elevate.
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Uhm…quando si innesta l’olivo?
Teoricamente credo bisogni seguire le regole per le sempreverdi.
Su un forum neozelandese consigliavano di innestare a marzo che, teoricamente, dovrebbe corrispondere al nostro settembre, ma sempre in nz ho trovato un evento avutosi ad agosto in cui insegnavano ad innestare la guava, che corrisponde al nostro febbraio.
Poi si legge di tutto, chi dice in primavera come un normale innesto, chi agosto settembre…boh!
Teoricamente bisognerebbe innestare quando la pianta è in secchio, ma con una sempreverde come si fa a capire?
La mia pianta in ogni modo è da un mesetto che sta mettendo nuovi getti, fino a un paio di mesi fa sembrava statica.
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Scritto Da – hereistay on 19 Luglio 2016 13:41:46
Scritto Da – hereistay on 19 Luglio 2016 14:58:09
Scusate se riesumo un post così vecchio…
Avrei una domanda per voi.
Mi sta balenando l’idea di provare ad innestare più varietà di feijoa sulla mia unica pianta dato che non scoprirò mai se metterà davvero frutti, se non aspettando chissà quanti anni.
Dato che ho un amico che ha piante ultradecennali che fruttificano ogni anno di ben 3 varietà e dato che la mia pianta ha diversi getti, pensavo di innestarne almeno due.
Leggo però che il tasso di attecchimento non è altissimo.
In ogni modo la domanda è: che metodo utilizzare e in che periodo?
Ho letto che il doppio spacco inglese va bene e che essendo una sempreverde si potrebbe innestare anche da metà agosto a metà settembre.
Che ne dite?
So già che qualcuno dirà che è più semplice fare talee ma sinceramente non ho molto spazio per piantare altre piante e ritrovarmi con 3 o 4 varietà da una singola pianta mi alletta moltissimo!
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Sono anche io un felice possessore di due piante di asimina triloba.
Ho una Prima e una sunflower entrambe innestate e acquistate a Faenza da Montanari.
Le piante se non erro hanno o 3 o 5 anni.
Io le ho acquistate a febbraio e subito messe a dimora.
Hanno attecchito e messo qualche fiore poi abortito come già preannunciato dal venditore.
Ho subito riscontrato un problema con le lumache che mi hanno quasi divorato una pianta a cui ho dovuto rimediare con delle trappole.
Attualmente invece ho un problema che in realtà si protrae da almeno due mesi.
Come potete notare nelle foto le foglie sono rovinate per via delle lumache ma in alcune zone sono secche e ci sono delle macchie.
Tutto è iniziato con delle strane macchie presenti solo nella parte superiore delle foglie, tra il marrone e il bronzo, se fate caso ve ne sono ancora, nella seconda foto nella parte destra della foglia.
In seguito tali macchie si sono tramutate in delle sorte di bruciature.
Sapevo che nel primo anno di messa a dimora la pianta andrebbe riparata dal sole ma non avendo modo e tempo non l’ho fatto.
Quindi potrebbe trattarsi di bruciature.
Però sembra esserci una somiglianza anche con la Phyllosticta Asiminae.
Vicino alle piante vi sono di fatto delle vecchie viti da uva capitozzate decenni fa che hanno deciso di tornare in vita e credo siano affette da Black rot, patologia che dovrebbe essere parente alla Phyllosticta appunto.
Cosa ne pensate?
Per precauzione ho comunque eliminato le foglie messe peggio e somministrato un fungicida ad ampio spettro a basso dosaggio utilizzato contro la Phyllosticta.
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Scritto Da – hereistay on 10 Luglio 2016 16:48:30
Stefano, lo scopo della mappa è appunto vedere se in realtà non si trova a suo agio.
Ho letto tantissime cose e la teoria dice che l’umidità è il principale problema del pistacchio, ma è pur vero che la realtà la fanno le piante.
Alcuni studi hanno detto che pur introducendo piante di pistacchio in un habitat più umido del solito (considera che Bronte stesso ha una umidità più alta di quella desertica che è nulla) in cui non vi sono patogeni tipici , prima o poi qualche malattia la pianta la prende, non malattie tipiche ma nuove.
In ogni modo credo non ci sia studio che tenga rispetto all’esperienza diretta di chi ha piante in luoghi non adatti, da diversi anni.
Purtroppo per avere risposte ci vogliono decenni, per cui non pretendiamo di certo di fare scoperte a breve termine.
Certo è che l’unico modo per cacciar fuori qualcosa è condividere le proprie esperienze e la mappa è il modo più diretto che abbiamo!
Considerato il costo elevato di queste piante, chi vuole tentare, secondo me può farlo a prescindere, ma con questa mappa potrebbe avere ben chiaro che tipi di risultati avrà dopo tot numero di anni.
Io, scoperto che a poche decine di km da me ci sono piante che fruttificano sono più invogliato a spendere quei soldini per fare una piccola prova, se invece capissi che chi le ha nella mia zona non ne ha ricavato nulla lascerei perdere!
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Scritto Da – hereistay on 26 Maggio 2016 11:48:44
Buongiorno, sono riuscito a rendere la mappa modificabile da chiunque!
Quindi basta accedere e mettere un indice!
Per chi non fosse in grado mandi una mail al link nella mappa!
Grazie!
Censimento piante di pistacchio in Italia, contribuisci anche tu, inserisci la tua pianta:
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Poichè a quanto pare non c’è modo di introdurre i segnaposto da parte di chi vuole, sono costretto a farlo di persona.
Per cui chiunque fosse interessato invii i dati alla seguente mail: censimentopistacchi@hotmail.com
Censimento piante di pistacchio in Italia, contribuisci anche tu, inserisci la tua pianta:
https://www.google.com/maps/d/edit?mid=1x_QKv4NshmL3t35Z9CIN-JKMqeA
Qualcuno può confermarmi se accedendo col proprio profilo Google riuscite ad aggiungere anche voi un “segnaposto”?
Non riesco a capire se posso aggiungerlo solo io che l’ho creato…
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Per inserire basta scrivere il posto in cui si trovano, poi cliccare su “aggiungi indicatore” sotto la barra di ricerca e cliccare sul punto in cui si vuole mettere l’indicatore.
Una volta posizionato si può mettere un titolo, una descrizione e una foto!
Grazie.
Qui dice che sotto i -4°C muore, quindi è adattabile!
Già da me, nell’Abruzzo costiero raramente si va sotto i -2°C -3°C, ma a volte si va sotto…quindi, diciamo un po’ come gli agrumi, qui crescono ma quando ci sono gelate fuori dalla norma, kaputt, seccano!
Sì ho visto, grazie Angelo!
Però, dopo una breve ricerca, mi par di capire che il problema di questa pianta sono i microelementi che provocano clorosi, in particolare il calcio!
Inoltre, pare che sia la Macadamia Tetraphylla e non la Integrifolia ad essere più adattabile al clima subtropicale e temperato, quindi a climi come quelli dell’Italia centro-meridionale.
In Sicilia pare ci siano piante di Macadamia che fruttificano, non so che varietà e cultivar siano però!
Leggendo, peare che la Tetraphylla cultivar Beaumont sia più adatta a climi più freschi!
Quindi, in sostanza, se uno vuole vedere i frutti direi che deve comperare una pianta innestata…il problema è dove!!!
Avrei alcune domande!
Innanzitutto, per fruttificare ci vogliono pinte innestate?
Poi, i vostri esperimenti come sono andati a finire, vivono ancora le piante?
Infine, esistono vivai da noi che le vendono, o all’estero e che spediscano?
scusate se riesumo questo post vecchiotto!!!
Mi chiedevo se qualcuno è riuscito a reperire una delle piante che sono state citate, la Gevuina Avellana e la Macadamia…
Allora, vi aggiorno.
Le due piantine sono arrivate e stanno benissimo.
Per i primi 10 giorni sono state poste all’ombra, dopodichè ne ho posta una all’esterno e una in serra.
Quella all’esterno l’ho posta sotto un albero, ben riparata dal vento e dal sole diretto dove difatti riceve luce filtrata dai rami, l’ho messa dentro un cassone con altre piantine (delle querce) e sul fondo ho messo argilla espansa che tengo sempre bagnata per garantire umidità costante.
L’altra l’ho messa in serra, dove si raggiungono anche i 35 gradi (considerando che 30 gradi è la temperatura ideale), l’ho posta dietro un telo di tessuto non tessuto bucherellato disposto in verticale in direzione del sole mattutino (nel pomeriggio infatti riceve sole diretto solo dalle 11 alle 12 e 30 circa dopodichè è ombreggiata da una grande quercia vicino la serra); a terra ho invece fatto una piccola buca dove ho posto dell’argilla espansa che bagno 3 volte al dì sempre per mantenere l’umidità costante.
Ad oggi dopo circa una settimana le piantine stanno bene e crescono.
Quella all’esterno sembra esser cresciuta più velocemente ma presenta un leggero ingiallimento alle foglie basilari…
Non so se dopo un mese dall’arrivo (arrivarono il 12 luglio) dovrei somministrare del chelato di ferro per mantenere l’acidità.
Il giallo che io sappia è dovuto a questo, anche se ho invasato in torba acida di sfagno e innaffio con acqua piovana…
Essendo che mi sono arrivate le due nuove piantine di 9 mesi ciascuna dopo 12 giorni chiuse in un pacco postale, vi pongo un paio di domande su miei dubbi.
Allora, naturalmente ho invasato le piante in un vasetto poco più grande del panetto di terra, in terra acida, ho innaffiato e ho posto in ombra dove la terrò per almeno una settimana/10 giorni.
Ora, esistono prodotti da somministrare subito dopo il travaso di una pianta per farle passare meglio lo stress? Ho letto in rete che gli stimolanti sono ammessi, ma di cosa si tratta?(chelato di ferro?)
Meglio lasciar fare alla natura?
Poi, è consigliato inumidire le foglie e porre un sottovaso con dell’argilla espansa bagnata per garantire l’umidità…posso farlo sin da subito o è meglio aspettare qualche giorno per farla assestare?
Infine, il venditore mi consiglia di concimarla dopo un mese dall’invaso con concime 30-10-10 o al più un bilanciato come 16-16-16.
E’ pur vero che è a lenta crescita, ma a una piantina di nove mesi concimi così concentrati non farebbero male?
Nel caso cosa potrei darle?(ho un 12-12-12 a casa)
Scritto Da – hereistay on 13 Luglio 2011 02:33:15
Aggiornamento sulla prima piantina…
Dopo il travaso e dopo la concimazione (mannaggia a me, non sapevo non andasse fatto) e dopo il mio ritorno (son mancato due settimane) la pianta l’ho ritrovata con foglie secche e cadute a terra.
Ora, il vero motivo non lo so, ossia se sia stato il travaso con concimazione o se chi avevo ingaggiato per annaffiarla non l’abbia annaffiata o l’abbia annaffiata troppo (credo la seconda, di fatti il terreno era zuppo).
Ora, la devo considerare per spacciata?
La butto o posso aspettarmi nuove foglie?
Nel caso le posso somministrare qualcosa?Che so del sequestrene o chelato di ferro…
La mia pianta era in salute appena arrivata, purtroppo si è ammalata a causa mia.
Se non erro è una pianta di 3 anni a quel prezzo.
E’ vero che al fine di vedere i frutti sarebbe la migliore scelta, però con 35€ ne acquisterei 4 di 9 mesi.
A me piace vederle crescere le piante, per cui preferirei acquistarle più piccole.
Nel caso si rivelerà impossibile allora come ultima scelta opterei a piante più anziane.
In ogni modo l’altra piantina aveva già iniziato a mettere le radici quando l’ho travasata 2 settimane fa.
Una domandina…
Siccome la prima piantina per via di un travaso che non dovevo fare sta morendo…ho deciso di prenderne altre due.
Ora, queste le porro in una serra in Abruzzo, dove le temperature sono ottimali in questo periodo per il synsepalum.
Ho una domandina, ho della torba di sfagno per piante acide, della sabbia di fiume(che perndo direttamene dal fiume), terriccio di bosco(dal mio bosco) e argilla espansa.
Purtroppo sul pacco della torba non c’è scritto il ph.
Considerando che il synsepalum vuole un terriccio acido di ph tra il 4.5 e il 5.8, e ben drenante, come dovrei miscelare i componenti per ottenere tali requisiti?
Inoltre, penso che prima di due settimane non avrò le piantine a casa, posso miscelare da subito o devo farlo al momento del rinvaso?
Dico rinvaso poichè la piantina mi arriva dopo 10 giorni chiusa in busta e ha una piccola zolla di terra alla base, per cui necessita di essere posta in un vaso più grande col terriccio che andrò a miscelare…
Caio, se tu avessi letto con attenzione i miei post dovresti aver compreso che io non ho chiesto come e quanto acido solforico devo somministrare per aumentare il ph.
Io ho detto che nel concime che uso per questa pianta c’è dell’anidride solforica al 16% la quale secondo la chimica reagendo con l’acqua genera acido solforico…al di là del tuo commento se è presente in un concime neutro non credo sia così dannoso per le piante…
Non ho chiesto come acidificare, il terriccio dovrebbe essere al ph giusto per la pianta, io chiedevo fondamentalmente quale fosse la causa delle macchie marroni sull foglie!
Il terriccio è già acido, ha un ph di 6 ed è per orchidee, corteccia di Pino e torba, l’ideale per questa pianta, se solo fosse leggermente più acido!
Io chiedevo se l’acido solforico rende acido per dargli quel po’ di aidità che gli manca…
Il rinvaso l’ho fatto con un misto di quasto terriccio e lapillo e argilla espansa…
Ho una domanda più generale.
Poiché ho lasciato la pianta sotto un acquazzone e pioggia per un giorno intero il terreno si è inzuppato e per via dell’umidità non voleva asciugarsi, anche probabilmente a causa del vasetto in torba che era diventata una spugna.
Poichè questa pianta soffre moltissimo di ristagni d’acqua ho deciso di travasare riponendo la pianta nello stesso tipo di terriccio ma reso più drenante e nello stesso vasetto in plastica ma eliminando il vasetto in torba compressa.
Ho notato con piacere che stanno sviluppando nuove radici nel travasare.
Detto questo, la piantina potrebbemorire?posso far qualcosa per ridurre lo stress?
Essendo che nel concime che sto utilizzando c’è dell’anidride solforica al 16%, la quale reagendo con acqua produce acido solforico, questo può bastare ad aumentare l’acidità?
Mmm…cosa potrei utilizzare per acidificare?intendo roba “casalinga”…
A dire il vero che il caffè esausto acidifica c’è scritto anche in quei link che hai scritto…
quote:
Potrebbe essere semplicemente un problema del terreno, non abbastanza acido, innaffiando con acqua di rubinetto l,acidità viene meno, dovresti allora usare quei prodotti che acidificano il terreno, inotre potrebbe essere eccessiva umidità del terreno, dovresti renderlo più drenante aggiungendo materiale inerte, tipo lapillo e perlite
Chi te l’ha venduta non ti può aiutare?
CiaoFederico
Ravenna
Zona climatica 8a/8b (USDA)
Il terreno è acido al punto giusto, quello utilizzato era per orchidee composto da torba e corteccia di pino con ph 6 (la pianta vuole da 4.5 a 5. con piccola aggiunta di caffè esausto (per dar quel po’ di acidità che mancava).
Utilizzo solo acqua demineralizzata appunto per lasciare l’acidità allo stesso livello.
Nel terriccio ho aggiunto lapillo per renderlo più drenante.
In ogni modo l’umidità credo c’entri poco perchè come dicevo la innaffiavo nemmeno una volta alla settimana e non inumidivo le foglie, inoltre poche ore dopo l’innaffiatura il terreno si asciugava quasi del tutto.
Il venditore inizialmente mi ha detto che erano funghi per questo ho ridotto le innaffiature, non ho più inumidito le foglie e ho iniziato ad utilizzare un fungicida.
Dopo più di 2 settimane da questi rimedi il problema c’è ancora.
Nessuno che possa aiutarmi?