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Grazie Pietro, allora tutto sommato forse conviene spendere 20 euro per i semi da rarepalmseeds ……. o magari qualcuno sa dove trovarli a meno……
Si Ale, proprio così, ora in asta ce n’è un’altra, per curiosità la sto seguendo…
http://cgi.ebay.it/ws/eBayISAPI.dll?ViewItem&rd=1&item=140228343167&ssPageName=STRK:MEWA:IT&ih=004
molto interessante Daniele, quanto prima posterò anch’io qualche foto delle palme della mia zona….
Gianpiero
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…..Trachycarpus ukhrulensis.Non ho trattato questa specie adesso, prima di inserire la monografia nel Forum,perchè devo confessare di essere ignorante su di essa e comunque di avere dei dubbi.All’inizio sembrava che fosse una varietà del fortunei, poi è stato detto invece che è vicino al takil,ma quali sono allora le caratteristiche comuni? Ha una patina bianca nella parte inferiore della foglia, ma anche alcuni fortunei e tutti i princeps ce l’hanno. Sono in un certo grado di confusione. In questo stato di cose ho pensato di inviare un messaggio e-mail al dr. Lorek chedendogli di inviarmi una copia della sua descrizione originale. Vi terrò informati se mi risponde.
Nel frattempo vorrei aggiungere che il dr. Lorek nega l’esistenza della specie “latisectus” e la considera come sottospecie del martianus, dice che non ci sono prove evidenti che il T. caespitosus non esista (cosa ormai accettata da tutti). Sembra che vada un pò controcorrente. Stiamo a vedere.
Grazie Sergio per le precisazioni….
Giusto per dovere di cronaca segnalo che all’Orto Botanico di Pisa è coltivato un Trachycarpus caespitosus (anche se Pietro mi ha già fatto notare che spesso le classificazioni negli Orti non sono aggiornate)…. aggiungo però che anche il relatore della mia tesi non ne esclude affatto l’esistenza e nel suo volume “le palme in Toscana” segnala il “Trachycarpus caespitosus” raro ma presente in Toscana….
Saluti
Gianpiero
a proposito di Chambeyronia guardate cosa ero riuscito ad aggiudicarmi su ebay, peccato che non vule spedirla in Italia……(per la verità lo sapevo ma ci avevo provato lo stesso)
http://cgi.ebay.it/ws/eBayISAPI.dll?ViewItem&rd=1&item=140226949683&ssPageName=STRK:MEWA:IT&ih=004
Straordinaria monografia, letta e riletta con grande interesse……. frutto di grande passione e competenza, bravissimo Sergio, e grazie per condividere con noi le tue esperienze.
Sul genere Trachycarpus avrei una domanda sulla quale gradirei un parere di Sergio, ma anche di chiunque voglia dirmi quello che sa….
io ho alcune piantine di Trachycarpus sp. “Manipur” e sp. “Naga Hills”…. dopo varie ricerche mi pare di aver capito che sono la medesima cosa e che sono state classificate come una nuova specie denominata Trachycarpus ukhrulensis;
nella monografia non viene citata, ma sarebbe interessante saperne comunque qualcosa……. chi sa..dica
Saluti a tutti
Gianpiero
Vero quello che dice Giuseppe, l’acquisto ha dei rischi, io comunque ho provato a inserire un ordine di 3 piante, per ora nessuna risposta…….
Gianpiero
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Ciao Pietro,
mi sembra un’ottima idea che condivido totalmente.Per quel poco che posso, cercherò di dare un contributo in questo capitolo.
io credo che gli “approfondimenti” di Sergio su alcuni generi che abbiamo letto probabilmente tutti su gardapalme.it siano di per sè delle interessanti “monografie” che sarebbe utile riportare anche su questo sito …….. se poi arrivano contributi ulteriori tanto meglio……
Gianpiero
conoscendo qualcuno dei semi che hai piantato 😉 direi Musa o Ravenala, più probabile la 2^…….
i miei semi temo di averli cotti, non riesco a regolare il termostato e la temperatura è fissa sui 33°… forse troppo?
Ciao Daniele, sulle palme non mi pronuncio, ma un complimento volevo farlo anch’io per la graziosissima modella.
Gianpiero
Un giardino davvero da invidiare, complimenti.
Sono in qualche modo incoraggiato dalla notizia che lì a Dicembre le minime hanno raggiunto i -3/-4°C, considerato che qui a Massa siamo stati forse anche un pò più “fortunati”; spero non mancherà occasione in cui potrai descriverci un pò le condizioni climatiche attuali e “storiche” che caratterizzano la tua zona.
Un caro saluto
Gianpiero
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c’era una volta 😀 ora non ho più niente e non spedisco niente
….. peccato ….. proprio in questi giorni pensavo di chiederti qualcosa…. 😡
oh oh, come soluzione “domestica” intendevo la possibilità di trovare piante di Nannorrhops in Italia, se cercate qui http://www.gardapalme.it/pagine/DOVETROV.htm
c’è almeno un vivaio che dice di averle, ma non so dirvi se le spedisce.
saluti
Gianpiero
Ciao Sergio, benvenuto anche da parte mia.
Gianpiero
Ben arrivato Salvo anche da parte mia.
Gianpiero
Grazie Pietro per la prontissima riposta.
Grazie Giuseppe per la info
Aspettiamo invece che il misterioso “Sergio” che ho notato un pò di tempo fa tra i nuovi iscritti decida di condividere con noi le sue esperienze.
Saluti
Gianpiero
ehi, ma quante belle palmette che ti sei procurata 😉
giusto per non demoralizzarti in toto sui tempi di germinazione ti avviso che Sabal palmetto, Phoenix e Syagrus sono molto più veloci, i semi di Sabal seminati il 22/1 sono germinati dopo 2 settimane e la 1^ fogliolina è spuntata dopo circa 1 mese, anche il Syagrus è già germinato anche se la 1^ foglia non è ancora spuntata…..
Facci sapere poi i risultati….
ciao ciao
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eppure la Washingtonia robusta a Pisa c’è
premesso che non scommetterei sulla sua assoluta purezza, non deve avere più di 22 anni, perchè una robusta a -14°C (per due notti, 1985) non può resistere.
Bravo (come sempre) Pietro, anch’io sono daccordo con te sui dubbi di purezza, a me il fogliame sembra più somigliante a quello di una filifera, e devo anche confermarti che hai ragione sulla sua età, visto che si trova nell’Orto Botanico dal 1989; però le tue giustissime osservazioni lasciano inalterate le mie perplessità su un eventuale utilizzo della robusta come specie di zona 9a, e per entrambi i motivi evidenziati, difficile riconoscimento a causa degli ibridi, facile sopravvivenza senza danni in zone 8b fino ad aventuale ondata di freddo trentennale;
comunque a parte questo scambio di opinioni che ritengo sempre utile e costruttivo anche quando divergente….nel caso l’idea di Gabriel dovesse concretizzarsi sicuramente a te sarà affidato il compito di scegliere le specie indicatrici ed io mi adeguerò senza batter ciglio considerata la grande stima che nutro nei tuoi confronti.
Un salutone
Gianpiero
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Il limite di -6,6°C é solo il risultato della media delle minime annuali assolute, e in una zona 9a temperature minime assolute eccezionali o comunque rare di -8°C,-9°C sono compatibili. Secondo me ci può stare Waschingtonia robusta 9a.
Capparis spinosa l’ho visto un po’ dappertutto anche in zone sinceramente molto fredde. A Berna dal clima molto rigido con molti giorni di ghiaccio supera da anni l’inverno.
Si, certo, il funzionamento delle zone USDA è questo, ma io ritengo che, proprio in considerazione del metodo empirico 2p di Pietro che declassa le zone USDA che vengono fuori dalle medie delle T minime, va a finire che utilizzando come indicatrici specie troppo rustiche rispetto alla zona scelta si corre il rischio di classificare zone errate (valga l’esempio di Pisa già fatto, qui Pietro con il metodo empirico ha ipotizzato 8b piuttosto che 9a, ed in effetti io sarei daccordo, la zona di Pisa e sensibilmente più fredda della parte costiera più a nord….. eppure la Washingtonia robusta a Pisa c’è
Sono completamente daccordo con te su Capparis spinosa, da non considerare come indicatrice, e anche con Syagrus, che effettivamente in zone 8b ha scarse possibilità…..
della Bouganvillea cosa ne pensate?
Completamente daccordo con quanto dice Carlo ma il criterio USDA può comunque dare indicazioni di massima per chi vede una pianta alla quale è interessato e conoscendo la sua zona USDA e quella della pianta ha già una certa idea sulle possibilità che ha o meno di coltivarla.
Buon week
Gianpiero
Ciao a tutti, è la prima volta che intervengo in questo post ma devo dire che dalla data del suo risveglio (nel 2005 non ero ancora iscritto al forum) l’ho seguito sempre con grande interesse e ringrazio Pietro, Gabriel, Tomas e gli altri per gli interessantissimi interventi; anche io voglio dare la mia disponibilità ed offrirò il mio contributo quale che sia il metodo che si deciderà di seguire; a mio avviso la scelta di partire dalle specie indicatrici è certamente più semplice e realizzabile anche senza la conoscenza di dati climatici, ma ritengo che lo sia solo per la determinazione della ristretta area di residenza di ciascuno di noi; se, invece, come sembra, lo scopo è quello di realizzare una mappa di tutta l’Italia, potrebbe essere più opportuno lavorare sui dati climatici delle numerose stazioni meteo e con i dati ricavati è già possibile realizzare una bozza di mappa, certamente da integrare poi con i dati noti sulle specie indicatrici.
Mi sembra invece che sia più complicato realizzare una medesima mappa partendo dalla presenza di specie indicatrici; la difficoltà maggiore è che probabilmente siamo troppo pochi per poter pensare di ottenere dati omogenei e che coprano tutto il territorio.
Qualche osservazione vorrei farla sulle specie che sono state finora proposte; la lista di Pietro è straordinariamente interessante anche se sono daccordo con Gabriel sui dubbi circa la rusticità attribuita da Pietro a Citrus limon e Citrus aurantium specie entrambe diffusamente presenti nella mia zona; io per la verità avrei dubbi anche sulla maggiore rusticità attribuita da Pietro alla Phoenix dactylifera rispetto alla Canariensis (per riferire un esempio conosciuto, all’Orto Botanico di Pisa, dove è attualmente presente, in passato è già morta 3 volte).
Trovo per la verità anche un pò rischioso considerare la Washingtonia robusta come specie indicatrice di zona 9a, perchè a mio avviso è leggermente più rustica del limite di -6.6°C della zona, e poi perchè molto spesso ibridata con la filifera, con le conseguenti difficoltà di sia di riconoscimento che di conoscenza della effettiva resistenza al freddo.
Aggiungo anche che secondo me tra tutte le specie proposte alla fine scarseggiano prprio quelle indicatrici della zona 9a, quindi direi che è importante segnalare altre specie indicatrici, a me ne vengono in mente 2, oltrea Capparis spinoa appena proposta da Francesco, correggetemi se erro….
Bouganvillea, nelle sue diverse specie e cultivar
Syagrus romanzoffiana (ma forse anche qui siamo tra 8b e 9a)
Per finire basandomi sulle specie finora in elenco e considerata la diffusa presenza nel tratto costiero apuo-versiliese (alta Toscana) di Citrus limon, Citrus aurantium, Washingtonia robusta, Bouganvillea sp., Syagrus romanzoffiana (raro), Capparis spinosa, concludo identificando l’area come 9a.
Un saluto a tutti
Gianpiero
Bem-vindo Tico,
ci dispiace davvero molto che tu debba farti 2 settimane in Brasile … oltretutto ti toccherà anche fare un bel report fotografico del “Jardim” di Rio per gli amici del forum 😀
…. anche se sono vicino mi sa che non potrò andarci neanch’io a Sanremo 😡
Un salutone
Gianpiero
Esiste una specie che viene comunemente chiamata dagli anglosassoni “miniature coconut palm” ed è il Lytocaryium weddellianum e di cui ti invio le foto dei semi e di una giovane pianta, purtroppo non mie, ma dubito fortemente che possa trattarsi di questa, perchè non mi pare una delle specie generalmente “trattata” dagli olandesi;
come dice Pietro una bella foto è necessaria
Gianpiero
Accidenti Orazio, aspettiamo approfondite notizie sulla sorte toccata alle numerose bellissime piante del tuo giardino, e incrociamo le dita per te.
Dicci anche qualcosa sulla “tecnica di conservazione invernale”.
Qui a Massa la situazione è paradossalmente migliore
T. min registrata a Massa +0,3°C
T. min. reg. a Lido di Camaiore -4,4°C
T. min registrata sul mio balcone +2,7°C
Saluti
Gianpiero
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….si avvicina la primavera e molti si accingono a seminare nuove specie, ….
Confermo, ho appena ricevuto i semi di 7 specie (compresi quelli di Copernicia che mi ha regalato Lulù) e non escludo di reperirne altri nelle prossime settimane
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la mia proposta, assolutamente minimale, era di costruire una tabella in cui per ciascuna specie indicare l’intervallo in cui ricadono i tempi di germinazione forniti dai vari sperimentatori. Proposta che possiamo benissimo ignorare. La proposta di Ale, se ho ben capito, è invece di avere, specie per specie, tante schede quanti sono gli sperimentatori, in cui elencare tutta una serie di dati.
mi pare che la proposta di Pietro sia più semplice ed è forse più agevole per chi ha poco tempo (ma molte informazioni) da dedicare al forum inserire i dati…
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…….Faccio presente una difficoltà, siamo credo tutti d’accordo sulla “freschezza”, ma come è possibile valutarla oggettivamente?
..effettivamente, aldilà della fiducia che si può avere nel fornitore di turno, è un dato di cui si può avere certezza solo in caso di semi raccolti personalmente, per cui indicherei la freschezza del seme solo in questi casi, negli altri si potrebbe indicare il fornitore, a lungo andare ci si potrebbe fare un’idea grossolana sui venditori che hanno semi teoricamente più freschi di altri..
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…….Dobbiamo sempre decidere cosa intendere per “tempo di germinazione”
Mi pare di potermi associare alla tua proposta di considerare il lasso di tempo tra la semina e la nascita della 1^ foglia,
(ho proprio davanti un vasetto con un seme di syagrus che è germinato da almeno 15gg (cioè è spuntato l’ipocotile), ma per ora nessuna foglia è ancora visibile….
mi pare una idea interessante, io da parte mia non ho assolutamente da dare “informazioni importantissime e molto specifiche sulle varie esperienze sulla germinazione“, ma avendo appena realizzato una serra riscaldata artigianale, queste informazioni le vorrei volentieri”avere” 😀
Gianpiero
Io credo che questa pratica, che pure potrebbe portare agli effetti indicati, cioè una maggiore crescita in altezza, a discapito però dell’accrescimento dello stipite sia molto dannosa per la pianta….
copio e incollo dal sito del Centro studi per le palme di sanremo:
Durante la potatura delle palme vediamo spesso tagliare un gran numero di foglie verdi. E’ un grave errore!
Dobbiamo ricordare che, quando recidiamo foglie verdi riduciamo la capacità di fotosintesi globale, provocando un deficit di quantità delle sostanze di sintesi necessarie per il corretto sviluppo della pianta (amidi, zuccheri ecc.).
Di conseguenza, la palma soggetta a drastica potatura subisce uno stress nutrizionale, ed è obbligata a mobilizzare le riserve accumulate nello stipite e nell’apparato radicale. Questo, in relazione all’intensità della potatura, può causare anche una “strozzatura” più o meno accentuata del diametro dello stipite.
Le strozzature dello lo stipite influiscono sulla stabilità della palma. Si riduce la capacità di assorbire e ammortizzare le sollecitazioni che trasmettono le foglie sotto la spinta dei forti venti.
Restringimenti eccessivi aumentano il rischio di schianto.
Non dimentichiamo che le foglie mature forniscono a quelle giovani una protezione contro gli agenti esterni, come freddo, calore e vento salino, oltre che sostegno e nutrizione.
Da un punto di vista fitopatologico una severa soppressione delle foglie verdi comporta anche una maggiore vulnerabilità agli attacchi dei parassiti.
Il taglio ingiustificato di foglie verdi è spesso sollecitato dal proprietario della palma, che incita il potatore a non essere parsimonioso nel tagliare, sperando di rinviare così di qualche anno la prossima potatura! L’unico risultato che si ottiene è quello di indebolire la pianta ed esporla a gravi rischi.
Le palme non hanno ramificazioni e neppure tante gemme come gli alberi. Troviamo una sola gemma apicale, il “cuore” della palma da cui si generano tutti i tessuti di crescita. Questo importante punto vitale, il tallone d’Achille, è ben protetto all’interno dello stipite. Un taglio esagerato delle foglie verdi espone anche la gemma a gravi rischi e, pertanto, chi opera in questo modo non può certo ritenersi un “potatore” degno di questo nome
… io ne sono interessato, se si tratta di un documento che è possibile inviare tramite mail basta accedere al mio profilo per averla, ed in tal caso ti ringrazio anticipatamente.
Gianpiero
Grazie per la dovuta precisazione
…forse hai modificato il messaggio ma ora la seconda immagine è praticamente illeggibile……
Ciao
Forse non ci avevi fatto caso, ma in questo forum è presente proprio una sezione dedicata alle palme……
per il riconoscimento qui occorre la visita di Pietro o di Carlo, io intanto propongo 2 nomi…….
per me la prima potrebbe essere una Pritchardia pacifica e la seconda una
Veitchia merrillii
Un saluto
Gianpiero