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Ciao Andrea,
la tua passiflora non è una coerulea. Secondo me si tratta di P. amethist. Generalmente è data per poco rustica (la parte aerea soccomberebbe a geli poco intensi, ma nuova vegetazione dovrebbe venir emessa dalle radici.
Buona serata
Gabriel
Ciao a tutte e a tutti!
Giuliana: Ho messo delle foto sul mio album http://home-and-garden.webshots.com/album/574288019UBbujb?start=0
Scusa se non le ho messe direttamente in questo messaggio, ma sono tante ed io non sono particolarmente veloce con queste procedure…. Vi è comunque una piccola spiegazione di ciò che è ritratto nel titolo delle immagini.
Le piante in questione hanno dai 3 ai 5 anni, salvo E. gunni che ne ha quasi 20.
La marmellata non l’ho fatta…., mi sono limitato a mangiare i frutti che erano buoni. Quest’anno, la Butia non ha fiorito, perché ha preso un fungo a causa della neve copiosa dell’inverno scorso che è rimasta per alcuni giorni nel cuore. Non proteggo le piante e in quel periodo non potevo occuparmene . Il freddo (-5°C) non ha danneggiato le foglie, in effetti quelle più vecchie sono tuttora sulla pianta e senza danno. Questo spiega bene quanto la Butia ( a differenza di altre, ad es. Phoenix canariensis, soffra della neve e dell’umidita nel cuore.) Ciò detto si è ripresa (lentamente perché la posizione non è molto soleggiata). L’anno prossimo conto di fare la marmellata e spero proprio di potertela far provare.
Angelo
Per la coltivazione di consiglio di seminarle in seminiere all’aperto, in primavera, a mezz’ombra. Quando hanno 20, 30 cm, le metto a dimora nella loro posizione finale. Quando sono giovani apprezzano la mezz’ombra di altre piante. Per i primi due anni, moltissima acqua e vaporizzazioni nei periodi canicolari. Fertilizzazioni complete liquide, accentuate in primavera e autunno. Se possibile non trapiantare.
Sono piante a crescita molto rapida per cui occorre piantarle abbastanza lontano da pareti e tubature. A volte mi fanno pauraaa. Le più grandi (5 anni) sono alte 8 metri, e sono state tagliate a partire dal terzo anno (4 o 5 metri ogni volta)
Ottima giornata, ciao ciao
da Koala Gabriel
Ciao Angelo e a tutti,
Il cosmophylla, lo coltivo da tre anni in piena terra. L’ultimo inverno non ha apprezzato i -5°C di minima ed ha perso la parte aerea, ricacciando nuovi germogli quest’estate. L’esemplare in questione ha sempre avuto una crescita piuttosto lenta. Si tratta però di una bella pianta, con un fogliame molto affascinante ed una fioritura piuttosto vistosa (Il mio non ha però ancora mai prodotto fioritura).
Per il resto coltivo in piena terra, E. globulus var, bicostata, elliptica, cordata, youmanii, badjensis, camaldulensis, nicholii, crenulata, subcrenulata, coccifera, nitens, neglecta, camphora,archeri, gunnii. Un Eucalyptus sicuramente interessante per il nord Italia è niphophila.
Ciao e buona serata,
Gabriel
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ciao Frenk Non ha subito danni né in estate con +40° C né in inverno con -7°, protetta dalla pioggia e dalla neve però.
Ravenna
Zona climatica 8a/8b (USDA)
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Ciao Fede, Horace a a tutti i forumisti,
Grazie mille Fede per le bellissime fotografie!
Anche da me è stata la neve e non il freddo a fare danni. A parità di minima (-4,5 °C) i due esemplari di Parajubea Torally e Sunkha, protetti indirettamente dalla neve da altre piante non hanno avuto un alcun danno, la torally più vecchia non protetta dalla neve ha perso la parte aerea. Spero si riprenda. Mi era già capitato una volta ed è ripartita a maggio.
Buona serata a tutti.
Gabriel
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verrò appositamente per assaggiare la tua marmellata 😉 (..e questa “è” una minaccia!!)
Cordialmente
giuliana
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Ciao Giuliana, mi piego volentieri alla minaccia ….. stavo proprio cercando delle cavie ,….. nessuno accettava, ed ecco insperatamente apparire una volontaria, ahahah
Buona giornata
Gabriel
Ciao Sergio,
da appassionato di Sabal quale sono, non posso che andare in visibilio di fronte a tanta magnificenza. Un bermudana, bello così, l’ho visto solo nella serra calda del giardino botanico di Berna.
buona giornata,
Gabriel
Buonasera Giuliana,
[/quote]La mia domanda è: come si fà la marmellata?
Non lo so,,,,, so solo come si mangia
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esiste in vendita (in Svizzera magari in un negozio di Delikatessen)? e dove?
Nella Svizzera nordalpina ci sono i negozi che dici tu….. ma non le Butia .
Le Butia sono invece coltivate in Svizzera solo nella zona dei laghi (Canton Ticino), ovvero la regione del lago Maggiore e del lago di Lugano. Neppure qui però, a mia conoscenza, si trova la marmellata di Butia in commercio.
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Tu dove l’hai assaggiata?
Christian Gianinazzi, botanico e palmofilo, iscritto su questo forum, me ne aveva regalato un barattolo. Era fatto con i frutti che avevo raccolto con lui da alcune Butia di Locarno. La marmellata l’aveva preparata sua mamma, ma non conosco la ricetta.
So solo che era semplicemente deliziosa.
Quest’anno proverò a preparane anch’io con i frutti della mia, ma non so se la saprò fare così buona….
Mi accorgo che le domande sono più di una 😳 e non prettamente di interesse botanico bensì “alimentare” 😉
Le palme estasiano anche il palato e non solo la vista,….. e non di sola botanica vive il(la) palmofilo(a)…..
Ciao, ciao, se passi di qui ti farò provare la mia marmellata ( non è una minaccia )
Gabriel
Ciao Raffaele
ma nel posto piu sfigato (come clima) di tutta italia 😀
Beh però non è affatto male, estati lunghe calde e umide (per gli umani un po’ difficili da sopportare, ma per le piante che piacciono a noi….è uno spasso)
Sto’ cercando di diffondere questa ”malalttia” 😀 a tutti quelli che mi sono vicini e dare consigli a chi mi contatta per e mail o a chi mi viene a trovare (almeno per quel poco che so) 🙂
Bravissimo, le tue conoscenze e la tua esperienza aiuteranno i molti amanti delle palme che non sapevano di poterle coltivare in pianura padana.
…quando vedo delle palme …mi sento meglio …che ci posso fare ?? 😳
nulla, è normale, le palme fanno bene alla salute
Gabriel…noi non molliamo..nonostante ..freddo..galaverna..1985 ecc. ..giusto ?? 🙂
Giustissimo Raffaele
Citerei a questo proposito un brano del compianto Guglielmo Betto, scritta nel suo libro “Le piante insolite”: L’amatore di piante insolite è quasi sempre rivolto aalle esotiche tropicali e quindi è anche una persona di notevole testardaggine (o perseveranza, se volgiamo usare un termine più elegante) cui bene si adatta il motto di Guglielmo d’Orange ” non occorre sperare per intraprendere, né riuscire per perseverare”. Non occorre sperare di trovare piante poco usuali nei vivai,(non c’era ancora quello di Lulù )né sperare di vederle crescere facilmente sotto un cielo straniero, per desiderare di coltivarle e non farsi distogliere dal cercarle…….”
cordiali saluti,
Gabriel
Grazie mille Sergio, per le chicche sempre molto interessanti che ci proponi! Questa Livistona è veramente strepitosa, complimenti!
Gabriel
Ciao Pietro,
grazie infinite anche per la presentazione di questa meraviglia! Mi piace tantissimo! Per il momento ho una variegata che si comporta molto bene. Mi sembra di capire che la galpinii sia di rusticità paragonabile, vero?
Cari saluti, a presto
Gabriel
Complimenti Raffaele!
Le foto sono bellissimi e “fruttuosi”, è il caso di dirlo , i risultati dei tuoi sforzi.
Anche qui da me il livello attuale della maturazione dei frutti di Butia è simile al tuo, o un po’ inferiore visto che la pianta si trova a mezz’ombra.
La marmellata di frutti di Butia è molto profumata e delicata, una vera raffinatezza secondo me. Anche il frutto a mio parere è molto gustoso, anche se dipende molto dai singoli esemplari. Ad esempio nella mia regione, frutti deliziosi si trovano a Locarno nella zona Rotonda Pedrazzini, mentre molto poco gustosi, sono quelli del Lungolago di Brissago. Il mio esemplare, per fortuna produce frutti buonissimi. Lo stesso discorso di variabilità di gusto, lo si può fare a proposito del sapore della polpa del frutto della Jubea spectabilis.
Ciao,
Gabriel
Ciao a tutti,
e complimenti a Raffaele per l’investimento fatto per un bene così prezioso come la bellezza delle palme. A maggior ragione apprezzo questo magnifico giardino, perché introduce anche nella pianura padana, la presenza magica di queste palme, e potrà servire da esempio per altri. Alcuni esempi esistevano già, ad esempio nella zona di Vigevano, ma certo il giardino di Raffaele è salvo sviste, il palmeto più impressionante della pianura padana.
Secondo me, queste piante sono destinate ad un bell’avvenire, perché in termini assoluti la bassa padana, non è così fredda come la si dipinge (almeno a livello europeo). Certo, è normale, che in un paese come l’Italia, con le sue migliaia di km di coste bagnate dal mediterraneo, una zona come la pianura padana sia considerata fredda, ma basta andare in Francia per capire come in quel paese sarebbe già considerata una zona da clima mite.
Vedendo le esperienze che si fanno in Francia, Germania, Svizzera nordalpina, ecc….il rischio di gravi danni alle piante di Raffaele, lo vedo solo in annate eccezionali come il 1985/86, ma anche in questo caso, considerando il clima estivo “subtropicale” padano, le possibilità di rigenerazione sono notevoli.
Per quanto concerne i Sabal palmetto adulti, la resistenza al freddo viene data a punte di -14°C. Nel vasto areale d’origine vi sono zone in cui le temperature negative non sono eccezionali….anche se va detto che in quelle regioni l’inverno è di solito molto secco ed asciutto.
Complimenti ancora a Raffaele
Gabriel
Ciao a tutti, concordo anch’io. Per quanto riguarda invece i trapianti, il periodo migliore va da maggio ad agosto, almeno nella mia zona. Da evitare assolutamente l’autunno.
Gabriel
Ciao Federico,
Si in effetti v’è una differenza tra i due da te citati. Il primo “citrinus” è un po’ meno resistente del secondo probabilmente “linearis”. L’inizio della discussione era nato da una mia foto di Callistemon citrinus di cui Laretta aveva chiesto il nome. E vero che per chiarezza si sarebbe potuto ricordare anche nei “post” successivi che ci si riferiva al “citrinus”.
I due da te evocati sono comunque nettamente più resistenti di Metrosideros. Il “citrinus” può resistere senza danni a punte di -10°C.
L’ho visto (raramente) anche nelle zone più miti del nord delle Alpi, che hanno comunque inverni rigidi.
Come alternativa a Metrosideros è sicuramente interessante, ma certamente a 1000 m è una pianta a rischio.
Gabriel
Ciao Laretta,
la serretta (magari riscaldata da una lampadina nei periodi di freddo più intenso) potrebbe far guadagnare qualche prezioso grado di temperatura.
La soluzione per l’oleandro mi sembra ottima. Certo il fatto che una pianta a larga diffusione come l’oleandro non sia presente da te, è abbastanza indicativo della sua non facile adattabilità, ma secondo me un tentativo ci sta. Per il terreno del Metrosideros, se da te crescono particolarmente bene azalee, camelie, e se le ortensie (le classiche) sono blu, dovrebbe andare bene.
Gabriel
Laretta,
bellissimo il tuo Metrosideros! In effetti è meglio coprirlo con TNT e magari anche fargli una serretta o un tetto per proteggerlo dall’umidità invernale e dalla neve. La presenza dell’olivo è un buon segno per Callistemon. Per gli oleandri posso dirti che sono un po’ più delicati dell’olivo, ma in posizione riparata e con qualche protezione aggiuntiva in caso di freddo intenso potrebbero funzionare. Anche se dovessero talvolta perdere la parte aerea, dato il loro vigore e la rapidità di crescità, il danno potrebbe essere assorbito relativamente in fretta. Ti consiglierei delle varietà particolarmente resistenti al freddo come “Villa Romana”, ” Calvaire” e “Atlas”.
Gabriel
quote:
( Gabriel )
be’ ma se posso con un callistemon allora posso anche con il metrosideros robusta..sempre con copertura intendo..
Ciao Laretta,
il Callistemon è molto più resistente del Metrosideros. Sono piante dal comportamento assolutamente non paragonabile. Il Metrosideros si danneggia piû facilmente di un’arancio, il Callistemon è paragonabile ad un’olivo. E leggermente più resistente di una varietà di Oleandro di media resistenza.
Secondo me con il Callistemon potrebbe funzionare con un po’ fortuna, con il Metrosideros invece secondo me non funziona.
Comunque spero ovviamente di sbagliare, e che il tuo Metrosideros montano abbia lunga vita. Sarebbe veramente un unicum.
Gabriel
Ciao Andrea,
grazie mille per questo bellissimo reportage su Villa Ormond!Quante meraviglieee!
Gabriel
quote:
..ovviamente da me non resiste.. 🙁 UFFF!Laretta!
Il Callistemon potresti provarlo, magari a ridosso di un muro esposto a sud, e con protezione temporanea nei periodi più freddi.
Gabriel
ciao a tutti ,
(Ficus)
E un piacere. Se troverò foto delle Opuntia alpine, te le manderò.
(Laretta)
accanto al ficus indica con ciuffi rossi e’ un Metrosideros per caso?
Si tratta di Callistemon citrinus. Di resistenza al freddo simile all’oleandro o forse un po’ di più.
Di metrosideros nella zona del laghi ne conosco pochi. Conosco quello delle Isole di Brissago (molto grande) ed alcuni piccoli a Lugano.
Questi ultimi sono stati piantati 4 o 5 anni fa e finora hanno retto. Nel 2005/2006 le punte si siano bruciacchiate (-5,5°C) A tali temperature il Callistemon non è affatto disturbato.
Gabriel
quote:
in effetti ero a conoscenza della naturalizzazione di opuntia humifusa al nord, ma non pensavo vivessero in montagna!
avresti qualche foto da postare? mi piacerebbe vedere le opuntia sulle alpi!
Mi dispiace, non ho foto da postarti. Crescono selvaticamente sino a 700 metri e più, ed in coltura evidentemente decisamente più in alto.
Personalmente le ho viste, insieme ad altri tipi di Cactus, vivere in zone a nord delle Alpi dove ogni anno si registrano almeno -15°C con molte nevicate e molti giorni di ghiaccio.
Nelle zone dei laghi invece è subspontanea Opuntia phaecantha e Agave americana. Opuntia ficus-indica cresce bene, specialmente nei posti riparati.
http://inlinethumb28.webshots.com/33755/2119537220051676876S600x600Q85.jpg
http://inlinethumb10.webshots.com/33673/2702478370051676876S600x600Q85.jpg
Opuntia ficus-indica
http://good-times.webshots.com/photo/2031673620051676876qyWUjC
http://good-times.webshots.com/photo/2872191000051676876rFcDTn
Gabriel
quote:
poi sinceramente credo che le cactacee non si adatterebbero al clima freddo e umido della montagna.claudio
Ciao Claudio,
vi sono alcune specie di Opuntia che si sono addirittura naturalizzate nelle alpi svizzere (anche a nord della catena alpina) Si tratta di humifusa e imbricata. Sono però molte di più le specie che possono sopportare un clima montano come quello di Laretta.
Tanti saluti,
Gabriel
in effetti potrei metterci magari una o due microspadix
Laretta!
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Ciao Laretta,
non per scoraggiarti sempre, ma ho paura che anche la microspadix e la radicalis non siano molto adatte al tuo giardino di montagna. I primi danni si hanno già a – 5°C/-6°C, e la neve ci mette poco a rovinarle così come il persistere di temperature negative. Se è per sperimentare va benissimo….. Per una uso più sicuro ed ornamentale ti consiglierei invece di metterle in bei vasoni da ritirare d’inverno. A questo punto potresti fare lo stesso con tutte le Chamaedorea che ti piacciono ( e di belle ce ne sono tante…)
Per angoli esotici, alle tue altitudini punterei di più su vari tipi di bambu, su certi tipi di cactus o di Yucche.
Le palme ( salvo i Trachycarpus) sono purtroppo poco adatte.
Tanti saluti,
Gabriel
Gabriel …foto ..foto..foto !!!!!!!!!!!
🙂
Raffaele, quelle più significative le ho mandate. Quella di Carl Schell, cercherò di andare a fotografarla quando andrò a Brissago. Le altre due piccole non dicono ancora molto, le devo ancora fotografare.
Gabriel
Ciao a tutti,
sono andato or ora a controllare le Livistona chinensis di Lugano. Anche quest’anno non hanno subito alcun danno, così come il Raphis humilis piantato loro accanto. Piccolo aneddoto: La proprietaria della casa, non aveva mai prestato particolare attenzione a quelle Livistona. Pensava fossero palme “come quelle solite”, ovvero i Trachycarpus che crescono subspontanei. Se le era trovate in giardino grazie al precedente proprietario amante delle palme.
Un’altra Livistona chinensis piuttosto grande, dovrebbe trovarsi nell’ ex giardino di Carl Schell a Brissago. Non l’ho mai vista direttamente, ma viene menzionata in un suo libro dedicato al suo giardino.
Un’altra giovane si trova invece nel giardino di Christian Gianinazzi, vicino a Lugano.
Personalmente non ho la chinensis, ma la nitida. E una piantina di 2 anni. Ha passato senza danni il suo secondo inverno. E piantata ai piedi di un Citrus sinensis.
Ciao ciao
Gabriel
Ecco una foto di un gruppo di purpurea, non si vede molto bene, è dietro al Phoenix canariensis
http://inlinethumb47.webshots.com/27566/2655340690051676876S600x600Q85.jpg
Ciao Moris,
posso solo dirti che ne ho una che passato il suo primo inverno a -3,0°C e varie nevicate senza alcun danno. A Locarno ce n’è un gruppo adulto da tanti anni. Deve aver sopportato senza danni -5°C/-6°C.
Tanti saluti
Gabriel
Ciao Federico e a tutti,
Nella zona dei Laghi ne conosco 8 in piena terra da tanti anni: 4 sono a Minusio sul lago Maggiore vicino a Locarno e sono dotate di tronco. Sono state piantate a metà degli anni 80 Le altre 4 si trovano a Lugano, e sono più giovani. Le ho “tenute d’occhio” dal 2002 fino al 2008. Solo quest’anno non le ho controllate. Tutti questi esemplari non godono di alcuna protezione.
Lugano
http://inlinethumb51.webshots.com/42866/1101932772051676876S600x600Q85.jpg
http://inlinethumb36.webshots.com/28259/1101866582051676876S600x600Q85.jpg
http://inlinethumb48.webshots.com/44655/1102708350051676876S600x600Q85.jpg
Minusio
http://inlinethumb50.webshots.com/15153/1516654791043455931S600x600Q85.jpg (foto di Christian Gianinazzi)
http://inlinethumb33.webshots.com/43424/2639043380051676876S600x600Q85.jpg
Tanti saluti,
Gabriel
( il tropaeolum speciosum perde la foglia?? non dovrebbe.. )
Da quello che ne so, si comporta come annuale, nel senso che non regge l’inverno, ma poi in una stagione fa tutto il ciclo.
Potrebbe forse essere una soluzione come contrappunto ad una siepe strutturata completamente con Trachelospermum.