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Un fattore che molti non considerano è che queste piante e ancor peggio le cycadacee, sono di una lentezza estrema nei nostri climi.
La lentezza delle cycadee ti consente di tenerle in vaso a lungo. Non sono belle solo le piante adulte..
La frenesia della velocità a che serve?
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Pensate a Federico che ha piantato la Jubaea 30 anni fa, se ci fosse stata un’associazione cosa avrebbe scritto anno dopo anno? quest’anno una foglia e mezzo, il 2007 una, il 2006 una e tre quarti….. si può fare un articolo sulla crescita della Jubaea? che senso avrebbe.
La mia Jubaea ha colpito molto anche Caio che diceva che le sue son cresciute di più, mi piacerebbe vedere le foto di piante della stessa età per capire la differenza, ma nessuno che le posti (la mia ha la foglia più alta che supera i 3 m. da terra, a parte un po’ di protezione invernale è stata forse un po’ trascurata)
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Resta sempre utile il confronto tramite i forum, lo scambio di informazioni ed esperienze e perchè no, anche quello di fare nuove conosceze, virtuali o reali.
si concordo. Quanto alla pianura padana vorrei far notare che il clima recentemente è stato molto meno freddo, in particolare gli ultimi 2 inverni, ed inoltre il Trachycarpus e la chamerops oggi sono moltopiù diffuse nei giardini rispetto a 30 anni fa e da un po’ si iniziano a vedere anche Butie, washingtonie, phoenix canariensis..
In somma la situazione non è stagnante
ciao
Federico
Ravenna
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Tico, mi sembra di notare che la tua proposta non abbia incontrato in realtà molto entusiasmo perchè comunque siamo poche persone a parlarne.Forse è il caso di soprassedere.
Forse è meglio, l’associazione mi sembra più una cosa del passato, meglio il social network, come questo forum, che magari potrebbe essere sviluppato ed arricchito, ad esempio potrebbe esser utile un sub-forum dove condividere altri siti esterni con le esperienze degli utenti, es altri forum, venditori, siti informativi, orti botanici etc.
che ne dite?
Federico
Ravenna
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Per rispondere a Federico:
E’ il primo inverno per la tua “vera”?
Il primo è stato lo scorso inverno, piuttosto mite, minima misurata -3°C, nessun danneggiamento, ma è in vaso
ciao
Federico
Ravenna
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Salve, ho disponibilità dei seguenti semi :Jubaea Chilensis;
Sabal Texana;
Ciao Caio
Hai anche le foto di queste palme? mi interesserebbe vedere la s. Texana da grande ed inoltre sapere a che età ha iniziato a fruttificare la Jubaea
grazie
Federico
Ravenna
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Io, sul Garda, ho un cespuglio di Aloe vera, altri hanno Aloe arborescens che mi sembra siano molto più rustiche
Da me l’arborescens è più delicato del variegata, il vera ce l’ho ma non ha ancora preso del freddo vero, invece resiste bene il mitriformis, se è lui, questo, che col freddo si arrossa un po’
Federico
Ravenna
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Io da me in Sicilia ho piantato le seguenti specie.
– Licuala peltata sumawongii
Ma avete visto che bella questa licuala?
almeno ai McKee Gardens in Vero Beach, Florida
Anche alle Canarie riesce così bene?
ciao
Federico
Ravenna
Cairns, north Queensland.
Qualcuno del forum la coltiva in terra?
ciao
Federico
Ravenna
Invece ecco la Zamia furfuracea come cresce in terra nel nord dell’Australia:
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Un mio amico ha portato da una vacanza ai tropici una noce di cocco germogliata che in estate ha sviluppato una discreta palmetta (penso sfruttanto sopratutto il nutrimento del seme.In questi giorni, vedendo che la pianta dava segni di sofferenza all’esterno, ha pensato bene di ricoverarla nella mia serra fredda.
Ho dei dubbi che possa passare l’inverno, di giorno col sole ci sono anche una trentina di gradi, ma di notte ovviamente la temperatura scende. Difficilmente si arriva a zero, lo scorso anno la minima è stata di 3°, ma pensate possa sopravvivere?
Per ora la nuova foglia centrale cresce, anche se solo 1 cm al giorno.
Paolo
un blog di caprette, ulivi e curiosità vegetali:
http://caprettetibetane.splinder.com
In un caldo ospedale del nord ne ho vista una in un grosso vaso che era piuttosto cresciuta (non come se fosse in terra ovviamente..)
Federico
Ravenna
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scusate sono vendibili on line giovani piante?Moris
si, io l’ho presa da questo sito tutto in tedesco http://www.palmeperpaket.de
hanno al
R. Sapida Oceana
R. sapida Little Barrier Island
Rhopalostylis baueri var. cheesemanii
via mail si può scrivere in inglese
Federico
Ravenna
Se ho visto bene mancano in questo forum foto di Trachycarpus fortunei (!), queste sono alcune delle mie, sul lato nord est della casa, i frutti a maturazione sono blu scuro. Quando sono state piantate erano più o meno tutte della stessa altezza ma la crescita è stata diversa. Si arrangiano da sole per acqua e nutrimenti, non temono il freddo neve etc,
frutti
Federico
Ravenna
Ecco come può crescere in Irlanda, la Rhopalostylis Sapida (Oceana), in zona dove non gela quasi mai, a quanto si legge dovrebbe comunque resistere a -6°:
in California invece (pare che la birra faccia miracoli)
Federico
Ravenna
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Al Maestro Sergio i sinceri complimenti di un altro principiante!
Propongo l’introduzione della nomina annuale di Gran Maestro dell’Ordo Palmarum…
Vabbè, scherzo ma mica troppo: magari arrivo ultimo con la proposta ma se si organizzasse un ritrovo annuale di palmofili? Magari con gita a un determinato Orto Botanico, o giardino ecc. e poi ovviamente degna luculliana conclusione in un ristorante tipico della zona!…
Purché nel menu non ci siano i cuori di palma però… 😀
Federico
Ravenna
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Può essere utile ricordare, per coloro che si sono avvicinati da poco a questo genere, che la R. sapida può essere agevolmente riconosciuta quando è giovane poichè produce il rostro di base, similmente a quanto fanno i Sabal giovani.Invece la R. baueri non lo produce.Di seguito una foto del bulbo di una R. sapida che ho in giardino nella quale si vede bene il rostro.
Ah si chiama rostro?? credevo fosse un errore di direzione delle radici, si ce l’anno anche i sabal è vero..
Bellissima palma complimenti, quindi anche da te Sergio resiste egregiamente fino a -3°..
Chissà perché è poco diffusa..
ciao
Federico
Ravenna
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…purtroppo alla Dogana, sia l’ufficio di Bologna, sia la dogana dell’aeroporto di Bologna(dove passeranno le piante) mi hanno dato informazioni non complete ….possibile!!?? All’ufficio il responsabile CITES mi ha soltanto indirizzato a questo:e pensavo fosse un codice con il quale avrei risolto tutto…se, magari. Ho provato a chiedere riguardo i dazi doganali ed ho capito che alla dogana, se fanno un controllo ti prendono 10% IVA e qualcos’altro.
Ma mi chiedo:
ho capito che fanno ogni tanto controlli casuali e se hai sfortuna…ti controllano il pacco. Quindi le tasse doganali etc…le paghi solo se controllano la merce?Non è possibile, che io, arrivato a questo punto, dopo aver parlato con diversi “responsabili” di CITES, Forestale, Ministero commercio con estero, dogana….non sappia ancora con precisione quello che mi occorre…e devo solo sperare che non mi controllino il pacco.
Se poi, invece ho la sfiga che controllano il pacco, e so che succcederà, poi cosa gli dico:
“scusate nessuno mi sapeva dare informazioni, allora ho pensato di fare una cosa illegale, tanto in Italia….”L’ultima spiaggia è il fitopatologo, che spero ne sappia circa importazioni e se devo o no fare anch’io il permesso…insomma nel Forum nessuno mi sa dare un consiglio? Vi prego fatevi avanti!
Grazie ancora.
Fabio
Le tasse le paghi su quello che hai speso, anche di spedizione, ti possono chiedere spiegazioni su quello che c’è dentro, se sono piante con nomi strani che non conoscono.
Io ho preso delle palme a radice nuda in giugno e nessuna è sopravvissuta… venivano dalle hawaii non ci hanno messo molto ed appena arrivate sembravano in forma..
ciao
Federico
Ravenna
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Ciao Federico,
l’Agathis australis della nuova Zelanda è simile all’A. robusta, ha le foglie più strette e più lunghe e, probabilmente, è ancora più resistente al freddo.Penso che tu sia uno dei pochissimi ad averla in Italia. Non mi sono mai deciso ad acquistare i semi di australis su Internet perchè so che hanno un periodo di germinabilità molto limitato, sembra addirittura poco più di un mese. Un amico che li ha ordinati non ha ottenuto nessuna germinazione.Quindi complimenti per le tre piantine!
Ecco una foto di due Agathis Australis appena nate, bisognerà che le protegga per l’inverno, se viene:
Federico
Ravenna
Ho acquistato questa palma nella varietà Oceana la scorsa estate, la tengo in ombra ma su un terrazzo esposto a ovest dove i 40° si vedono spesso d’estate. D’inverno non ha vuto problemi fino a -3°C. La pianta cresce bene ma è ancora piccola.
Vedo che a San Diego (California) può crescere così:
e in Italia? Ho visto che Pietro ha avuto dei problemi con il caldo eccessivo, ci sono altri che hanno esemplari già adulti?
ciao
Federico
Ravenna
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Ciao Federico,
proviamo ad esaminare insieme il giovane Sabal della foto.
La foglia mostra la presenza di filamenti che partono dall’attaccatura dei segmenti fogliari.Questa caratteristica è comune a 9 delle 16 specie del genere Sabal e cioè:
etonia,causiara,domingensis,maritima,pumos uresana, mexicana,palmetto ,bermudana.
Possiamo eliminare le altre sette.
Possiamo inoltre notare che l’uresana ha il colore più blu in assoluto e questo già si vede dalla prima foglia. Non è il caso della tua pianta. Per cui escludiamo l’uresana.
Il bermudana ha le foglie molto grandi e queste sono abbastanza grandi anche quando la palma è giovane. Inoltre i segmenti non sono così profondamente divisi.Non mi sembra proprio che sia il caso della tua pianta, per cui escludiamo anche il bermudana.
Per restringere ancora il campo di ricerca relativamente alle 7 specie rimaste, esaminiamo ancora la foglia. Notiamo che i segmenti fogliari sono molto divisi, molto più della metà della foglia, ma forse anche più di 2/3 della foglia della foglia stessa. E’ vero che la palma è giovane e che crescendo emetterà delle foglie con segmenti un pò più uniti, ma certamente, essendo così divisi adesso,non arriveranno ad essere uniti fino alla metà ma, molto probabilmente si uniranno fino ad 1/3.
Quali sono le specie che presentano i segmenti fogliari divisi per circa 2/3?
Sono S. palmetto e S. pumos.
Siamo quindi arrivati a restringere la ricerca su due specie.
A questo punto per individuare a quale delle due specie appartenga bisognerbbe aspettare una quindicina di anni ed esaminare l’infiorescenza: nel palmetto è lunga quanto le foglie o poco più,nel pumos è lunga circa quanto il picciolo.Inoltre il pumos produce dei frutti che sono almeno il triplo di quelli del palmetto.
Subentrano a questo punto anche altre considerazioni: hai detto di avere raccolto il seme a Cuba dove il palmetto è ampiamente distribuito mentre il pumos è distribuito in alcune zone montane del Messico ed è anche molto inusuale in coltivazione.
A mio parere è pertanto molto probabile che la tua pianta sia un S. palmetto.
Ma il sabal palmetto ha le foglie verde scuro..
Sulla provenienza non sono sicurissimo, era una vaso dove avevo messo semi presi a Cuba in un orto botanico, credevo all’inizio che la palma fosse una Roystonea (era una delle specie che avevo raccolto) a volte però riciclo terra di altri vasi…
Comunque in un orto botanico poteva esserci anche il s. Pumos..
Federico
Ravenna
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Federico, mi verrebbe da dire, scherzando, hai studiato male, studia di più!
A parte gli scherzi, l’argomento, come ho già accennato, non è dei più facili. Per tentare l’identificazione di un Sabal, la pianta deve avere almeno le foglie già caratterizzate. La foglia ci può dare già delle indicazioni importanti per restringere il campo di ricerca. Ma spesso ci troviamo davanti una foglia che non ci consente una identificazione univoca come può avvenire ad esempio per il S. palmetto, per il S. bermudana e per il S. yapa.In questo caso è necessario osservare il tipo di infiorescenza prodotta dalla pianta o la forma e dimensione dei frutti, il che significa, se la palma è giovane, aspettare una quindicina di anni.
Stando così le cose, la monografia non è uno strumento che ti consente di identificare immediatamente un Sabal (anche se in qualche caso è possibile), ma è un qualcosa che ti permette da subito di restringere il campo di ricerca.
Faccio un esempio venendo al caso tuo del Sabal fatto da seme raccolto a Cienfuegos, Cuba,del quale dici che la foglia presenta dei filamenti. Se leggi bene la monografia, questo elemento ti consente già di scartare sette specie su sedici.Se poi avessi osservato quanto sono divisi i segmenti centrali della foglia, se fino a metà o più di metà, forse avresti avuto la fortuna di identificare la tua pianta con un S. palmetto (secondo caso).
Ho fatto solo un esempio ma, se non si ha un occhio più che esperto per cui si è in grado di riconoscere la specie alla prima occhiata,bisogna procedere per esclusione, restringendo il campo. A questo scopo può essere utile, a mio avviso, la monografia.
Ho fatto un ripasso..
Ho anche un palmetto, sia pur più piccolo, e mi pare diverso dallo sconosciuto.. ha foglie di colore verde scuro e più sottili.
I segmenti centrali della foglia dello sconosciuto sono divisi oltre la metà:
Etonia?, no perché le foglie sono coriacee, si perché sono verde giallastro con segmenti molto divisi
Uresana ? forse no perché le foglie non sono così coriacee, rigide,
Causiara ? Maritima ?
Il mistero si infittisce
ecco una foto dell’anno scorso
ps. ho anche il xTexensis o Brazoria che specie da piccolo ha una colorazione quasi azzurrina
Federico
Ravenna
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Grazie a Voi tutti per le cortesi parole!
Proprio perchè l’argomento non è dei più facili rimango sempre disponibile per ogni eventuale approfondimento o discussione.
Ho studiato la monografia e cercato di applicarla per riconoscere un Sabal nato da seme che dovrei aver raccolto a Cuba anni fa all’ O.B. di Cienfuegos, la pianta è ancora piccola ma non sono riuscito ad identificarla con certezza, (ha foglie piuttosto rigide, con filamenti, verde chiaro tendente al giallo, piccioli molto lunghi )
aspetterò che cresca ancora un po’..
Invece mi è capitato di perderne una di Sabal con foglie lunghe un braccio, acquistata da un anno era in vaso di 40 cm, innaffiata col goccia a goccia, improvvisamente verso fine estate ho notato che una foglia nuova non si apriva e piano piano si è seccata, la foglia centrale ancora chiusa è marcita.. cosa può esser stato? le altre foglie sono ancora verdi ma immagino che sia defunta..
Ciao
Federico
Ravenna
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Per la serie finchè dura….:
Dictyosperma album
Specie endemica dell’arcipelago delle Mascarene (Mauritius, Reunion, Rodrigues), pressoché estinta nel suo habitat naturale, ma coltivata in tutti i tropici. Fusto solitario con chioma che solitamente si dispone ad ombrello evidenziando la foglia centrale ancora chiusa che punta diritto verso il cielo. La base del picciolo fogliare avvolge interamente il fusto (tipo Archontophoenix, per intenderci) nelle piante adulte, distaccandosi interamente e spontaneamente quando secca, mentre permane a lungo, fessurandosi ripetutamente, negli esemplari giovani.
Dal punto di vista della rusticità è considerato da zona 10b in poi, con qualche possibilità in zona 10a.La pianta in foto ha 7 anni di età ed è nello stesso posto dove il suo predecessore è vissuto per 14 anni. Questa è la sua foto presa in quella che potrebbe essere stata la data di inizio della sua fine, ossia il 31 gennaio 1999. Il bianco che si vede sulle foglie è proprio neve ed il giorno successivo vi fu una ben più abbondante nevicata. Per cinque giorni consecutivi le temperature minime “ufficiali” si mantennero tra +0.8 e +4°C (in molte parti della periferia della città le temperature al suolo scesero anche sotto lo zero) e le massime tra +4 e +9°C. Non ci fu un particolare danneggiamento immediato delle foglie (oltre all’imbrunimento delle punte come ogni inverno) e la primavera successiva riprese a vegetare regolarmente, solo alla fine dell’estate una foglia in fase di apertura si bloccò ed iniziò a seccare. Nell’estate 2000 fu evidente la sua morte ed un esame della base del fusto rivelò una limitata porzione di marciume che dalla periferia raggiungeva il meristema.
Nella foto si vede a destra la Roystonea regia che non riportò particolari danni in quella occasione, defunta poi nel 2005 senza motivo apparente.Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Complimenti Pietro, questa è veramente una bella palma da far crescere, pare però che anche in California faccia fatica a durare.
Pensi che tenuta in vaso e riparata in casa d’inverno possa vivere per un po’??
grazie ciao
Federico
Ravenna
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Una caratteristica di questa specie, oltre alle foglie molto coriacee, è data dalla presenza di piccolissime spine sulla prima metà del picciolo, quella vicina al bulbo di base.
Essendo una specie a tronco sotterraneo,cresce piegata un pò su un lato, sembra quasi che si sposti sul terreno.
Ciao Sergio e rinnovo i complimenti per la collezione di palme, della b. Decumbens in rete di trovano foto con foglie quasi grigie, forse sono piante più vecchie o più al sole?
Huntington Botanical Gardens:
http://davesgarden.com/guides/pf/showimage/34613/
http://www.pacsoa.org.au/palms/Brahea/decumbens.html
ciao
Federico
Ravenna
Sapete l’inglese? ecco un sito con quella che viene definita la bibbia dei frutti tropicali
si parla ovviamente anche di mangostano
Federico
Ravenna
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bella la seconda!!!Moris
pare sia l’Aloe mutabilis.. in vaso mi è cresciuta 1,5 m nella seconda foto è in terra, dove in passato un cereus ha toccato i 2,2 m e fiorito..
ciao
Federico
Ravenna
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quali generi di aloe resistono al freddo?Moris
Da me a Ravenna resiste la variegata, ma d’inverno la lascio dove non arriva la pioggia
nonché queste due specie il cui nome non so..
ciao
Federico
Ravenna
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Ciao Federico,Grazie per il tuo messagio.
Si, sono il primo utente corso del forum e perche scrivo la lingua italiana como “una vacca spagnola”.
Tu non conosce un vivaio in europa (Italia) chi tene la tecomanthe speciosa ?
Filippo
Ciao Filippo non ti preoccupare perché ti fai capire bene.
sempre da google, in Gran Bretagna va bene?
http://www.ep-d.co.uk/list/plants.php?action=all
ha anche la Hillii che ha fiori più colorati
ciao
Federico
Ravenna
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Buongiorno à tutti,Prima, scosate la me lingua italiana.
Cerco la Tecomanthe speciosa di l’isula delli tre Re in Novella Zelanda.Sappeve dove la posso trovare ?
Grazie,
Filippo
(Corsica)
Ciao e benvenuto, credo tu sia il primo utente corso del forum!
Secondo wikipedia quella è una dei rampicanti più rari al mondo, dopo che l’isola dove è stato trovata è stata scoperta dalle capre. Ora ne rimane un solo esemplare selvatico mentre è comune in nuova Zelanda!
Può essere seminata entro 2 settimane dalla raccolta e non resiste sotto i -2°C
Google riporta questo vivaio in NZ..
http://www.oratianatives.co.nz/catalogue_item.php?manufacturers_id=6&products_id=15336
Federico
Ravenna
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dopo aver provato in vari vivai (anche uno segnalatomi da Giuliana) non sono riuscito a trovare una pianta di dendrocalamus giganteus… ripropongo a tutti se potete aiutarmi nella mia ricerca…grazie ancora
maurizio.laroche
E’ il bambu gigante!!
prova qui se ancora non l’hai trovato in catalogo c’è
http://www.verdebambu.it/home.htm
Federico
Ravenna
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Ciao Fede e complimenti per la tua creatura.
Se posso consigliarti, lascia li l’olivo, e trapianta la Jubea da una altra parte, e assolutamente troppo vicina a casa e forse già “costipata” nelle radici.
Dico ciò, perchè confrontandola con le mie jubaee, mi sembra che sia indietro con la crescita di almeno 5 anni.
Saluti, CLaudio.
Trapiantare la Jubaea?? un lavoro immane… ci vorrebbe una gru per spostarla, e per scavare il buco!??
Si fa prima a togliere l’ulivo, tanto al massimo ricaviamo un paio di chili d’olio l’anno. Poi si potrebbe spostare quell’aiuola fatta di pietre miliari, ma aspetto che il tronco la raggiunga
Posti la foto delle tue Claudio? quanti anni hanno e quanti metri sono? Avendo tu un clima più caldo ci sta che siano cresciute di più.
Ne ho viste recentemente in vendita su eBay di 25 anni ed in vaso ed erano notevolmente più piccole della mia.
Per Sergio: Gli ulivi a Ravenna e dintorni vengono piantati in genere come ornamentali, sulle colline invece sono coltivati anche per l’olio, il più famoso dei quali in zona è il Brisighello http://www.brisighello.net/
ciao
Federico
Ravenna
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La sua bellezza ti ripagherà delle piccole attenzioni che gli dovrai dedicare.
Scusa per la durezza dei vocaboli utilizzati, ma ci piace anche giocare un pò……cmq la sostanza non cambia.
Per l’umidità sconsiglio le vaporizzazioni, mentre sponsorizzo un sottovaso, con della ghiaia all’interno, sopra puoi collocarci il vasetto, in questo modo la pianta rimane sopra il livello dell’acqua evitando marciumi radicali e nel contempo avrai un esatto microclima.
Ti consiglio spassionatamente la veranda (lontano dal termosifone e dalle finestre aperte).
saluti, caio.
sopra il vaso
per dare un idea della Zamia Furfuracea ecco la mia nella sua sede invernale
ciao
Federico
Ravenna