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ho provato a fare una talea di nepenthes ventrata (avevo un getto a portata di mano)
ho riempito un vaso a 3/4 di torba e poi l’ultimo strato di sfagno e poi ho messo una talea compostA da 3 foglie accorciate.
Ho dato una spruzzata di propamocarb e poi ho messo tutto dentro una boccia.
Normalmente tengo il coperchio sopra, ogni paio di giorni lo apro per qualche oretta.
Come procedura, pensate che sia corretta ?
domy
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Un altra mia laeliocattleya
è fiorita
Può essere una gypsy queen ?
saluti
domy
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Io il problema della Cartina con relative zone climatiche non me lo pongo; anche perchè alla fin fine non è che interessi più che tanto.
Ad ognuno di noi interessa in genere solo sapere se in una determinata zona può crescere o meno una singola specie.
La cosa più interessante del decreto in questione è il fatto che per ognuno degli ottomila e passa dei comuni italiani riporta i gradi giorno (sia pure riferiti alla temperatura di 20°) calcolati secondo una tecnica statistica abbastanza significativa.
La teoria dei gradi giorno non è stata originata dall’industria termotecnica, ma bensì, guarda caso, dall’agrometeorologia.
All’uopo segnalo il sito
http://www.sar.sardegna.it/documentazione/agro/gradig.asp
Quindi lavorandoci attorno forse potremmo riuscire a cavarci una formula che ci consenta, come dicevo prima, di calcolare se una pianta è o meno idonea a vivere in una certa zona.
Naturalmente questo non ci mette al riparo dalle botte di freddo eccezionali tipo il 1985, pero permetterebbe di sapere se c’è disponibile la quantità di calore necessaria ad una pianta per poter crescere in maniera soddisfacente.
domy
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Sono contento che questa discussione dopo mesi di sonnolenza, improvvisamente sia diventata un hot topics.
Prendo spunto da uno scambio di vedute fra me e tomas nella discussione sulle orchidee per offrire un’altro spunto di riflessione, che può essere utile o inopportuno , non so, ma io penso che l’unica domanda stupida è quella non formulata.
Orbene io vivo sulla costa laziale vicino Ladispoli e lui a Roma e fra noi c’era una divergenza sulle temperature (i dettagli sono nella discussione sulle orchidee).
Ebbene per caso sono andato a vedere le zone climatiche nell’interpretazione che dà il DPR del 26/08/1993 n. 412, ed è venuto fuori che io e lui viviamo in zone climatiche differenti e quindi il in pratica lui può accendere il riscaldamento 15 giorni prima di me e spegnerlo 15 giorni dopo.
Considerato che il suddetto decreto cataloga tutti i comuni d’Italia, non può costituire un ulteriore utile strumento per raffinare i dati del metodo USDA ?
domy
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quote:
5°C la minima di dicembre? Sul mio terrazzo ho misurato -1,5°C.
Buono! Fra la tua e la mia misurazione non c’è questo gran contrasto.
Due gradi me li vuoi dare perchè essendo sulla costa più o meno abbiamo la temperatura di Fiumicino la cui minima è di circa due gradi più della capitale?
Il termometro e le orchidee stanno a ridosso di un davanzale e di sopra sono coperti da un balcone abbastanza largo, quindi il calore della casa( 2°) più la copertura (1°).
L’esposizione è verso sud-ovest e protetto da nord (un altro grado e rotti) e i conti tornano.
La minima che ho misurato in quel punto quest’inverno è stata 3,6°.
Il termometro è un oregon elettronico e non credo che possa sballare più di mezzo grado.
Grazie per le indicazioni sul cognome della mia orchidea.
E chi glielo dice adesso? Per il dispiacere potrebbe abortire la fioritura.
😉
domy
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quote:
è un ibrido di D.nobile e quindi per fiorire deve avere un periodo freddo e asciutto per fiorire, altrimenti fa solo keiki e fiori nisba.
Ti posso assicurare nemmmeno i keiki.
Tentai in passato di fare delle talee di fusto nello sfagno, ma dopo un avvio promettente, a causa di un allagamento causato dall’impianto di irrigazione, tutto andò a donne di facili costumi.
domy
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Qua a Roma l’Aurelia era sotto 20 cm di neve e alla stazione di Roma Termini gli scambi erano ghiacciati e così i treni non riuscivano ad entrare ed uscire.
In quella circostanza persi una strelitzia in vaso perchè gli si sono ghiacciate le radici.
domy
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quote:
complimenti per le abbondanti fioriture. Le tue orchidee devono essere coltivate veramente bene. Come le coltivi, fuori e dentro?
Non esageriamo, per qualche anno le ho tenute in casa ed a parte le solite fioriture di phalaenopsis, di fiori di cattleya e dendrobium nemmeno l’ombra.
Poi un pomeriggio d’autunno del 2006, mi sono infuriato ed a parte i phalaenopsis, ho buttato tutti fuori casa.
Il giorno dell’immacolata del 2006, mi sono mosso a pietà e le ho tirate dentro: dopo un paio di settimane sono cominciati ad apparire i primi boccioli floreali.
Nel 2007 nel mese di aprile li ho messi tutti fuori, per tutta l’estate li ho innaffiate con l’impianto di irrigazione automatica a pioggia (su questo argomento anzi vorrei aprire una discussione per un confronto di esperienze, ma per il momento è prematuro, aspettiamo la primavera, quando il problema si porrà all’ordine del giorno).
E poi le ho messe dentro, come ho già detto al solstizio d’inverno.
Ed adesso stanno fiorendo pure un altro dendrobium ed altre cattleye; appena fioriscono posterò le foto.
Gli ammaestramenti che ho tratto sono i seguenti:
i dendrobium se non hanno una botta di freddo buona non fioriscono bene (la fioritura di quest’anno è stata molto più abbondante dello scorso anno, visto il maggiore soggiorno all’esterno.
Li tengo sotto una tettoia che li ripara dal sole di mezzogiorno e dalle gelate notturne; per la cronaca le minime raggiunte sono state di 5° C e le massime di 13-15° nel mese di dicembre.
Anche per quanto concerne le Cattleye le temperature sono state analoghe, le ho tenute fuori fino al 18 dicembre per assicurarmi che avessero il giorno più corto possibile (9 ore circa).
Purtroppo in casa abbiamo l’abitudine di accendere la luce all’imbrunire e questo da loro fastidio.
Per quanto concerne i phalaenopsis ed i dendrobium phalaenopsis li ho messi fuori ad aprile inoltrato e le ho ritirate dentro verso fine ottobre.
Infine i cymbidium stanno sempre fuori.
Posterò altre immagini non appena fioriranno.
Saluti
domy
litorale nord roma
Vediamo un attimo se riusciamo a fare una sintesi.
Scopo di tutte le piante è quello di partire con la fioritura al momento migliore per il proprio sviluppo.
Togliamo le piante che vivono a cavallo dell’Equatore, le quali si trovano con tutte le stagioni climaticamente simili e quindi probabilmente possono scandire i propri ritmi solo su eventuali variazioni stagionali di umidità.
Avvicinandoci ai tropici invece si cominciano ad apprezzare la lunghezza del giorno e della notte e quindi le piante utilizzano questo sistema del giorno corto e lungo per scandire i propri ritmi annuali.
Avvicinandoci alle nostre latitudini, invece il sisteme di misurazione della temperatura sembra piu efficiente, visto che le escursioni termiche annuali sono più pronunciate e quindi le piante originarie di queste zone si fanno stimolare dal freddo, come oltre ai cymbidium, fanno pure i nostri alberi di pesco.
Sarebbe interessante raggruppare le piante che utilizzano questi meccanismi, cercando di identificare il rispettivo luogo d’origine, e poi di questi luoghi vedere il relativo andamento delle temperature medie, nonchè la lunghezza del giorno e della notte ai solstizi.
Forse si riuscirebbe a trarre delle deduzioni abbastanza significative!
domy
litorale nord roma
D’accordo con Tomas che noi disponiamo di un caldo-secco e di freddo umido che ci svantaggia rispetto ai climi tropicali di cui godono i paesi tropicali luoghi dove c’è il caldo umido ed il freddo secco.
Però io vorrei fare delle domande che nascono dalla mia esperienza:
Perchè le Cattleye non fioriscono se prima per almeno 6-8 settimane non vengono assoggettate ad un giorno corto di 9-10 ore?
Perchè i Cymbidium ed i Dendrobium non fioriscono se prima non vengono tenute a basse temperature?
Perche alcuni bulbi per fare delle fioriture rigogliose hanno bisogno di stare un paio di settimane in frigorifero?
domy
litorale nord roma
per rispondere a Tomas, non volevo (non avrei del resto nemmeno la preparazione) addentrarmi nei meccanismi del come avviene la fioritura.
Mi interessa piuttosto la logica, cioè il perchè di certi comportamenti biologici.
Scopo primario di una pianta che si riproduce è quello di sviluppare i propri semi, frutti etc. al momento in cui questi hanno le maggiori probabilità di svilupparsi ed affermarsi.
Detto questo il punto fondamentale è stabilire il quando, e quindi disporre di un efficace calendario biologico, come diceva orchidea fantasma, che sia perfettamente sincronizzato, in modo da ottimizzare le varie funzioni (fioritura, cadutafoglie, etc.), rischiando il meno possibile (non troppo presto), ma nel contempo ricercando la massima efficienza (non troppo tardi).
domy
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Scusate se sono stato un pochino fuorviante, ma l’ho solo fatto perchè preso dalla foga del discorso.
Mettiamo da parte il caso estremo in cui una pianta fiorisce perchè “sente” che sta per morire, perche non c’entra nel discorso.
Per rispondere a Paolo, cercherò di essere più chiaro, e chiarisco anche perchè ho aperto un’altra discussione.
Quando parliamo di zone climatiche USDA e quindi di indice di rusticità,ci riferiamo alle temperature minime che statisticamente si possono verificare in una determinata zona e quindi vedere quali sono le piante che riescono a sopravvivere in quel determinato clima.
Il buon Pietro Puccio, questo concetto lo ha esplicitato nei suoi vari post molto chiaramente ed ha pure detto che lo scopo di questa metodologia, è che lui essendo da oltre 40 anni affetto da mania acclimatatoria, vuole sapere quali piante tropicali riesce a far crescere nel suo giardino palermitano.
Nulla di nuovo sotto il sole di Sicilia, perchè già alla fine del 700 Giuseppe Tineo primo direttore dell’Orto Botanico di Palermo sosteneva che lo scopo principale dell’Orto fosse quello di studiare quali specie tropicali di piante potessero essere coltivate in Sicilia.
Onore alla costanza ed alla perseveranza d’intenti !!
Detto questo, siccome è solo una questione di temperature minime, mi sembra improprio riferirsi come sistema di riferimento alle condizioni climatiche di fioritURA che invece sono influenzate da altri fattori, (p.e. temperature medie, temp. max,vernalizzazione etc.) e quindi non sono probanti per quell’altro tipo di discorso.
domy
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quote:
Ad esempio il mandorlo, che da me sta’ fiorendo da alcuni giorni mentre nella vallata di Albenga, a pochi km, fiorirà tra due settimane.Controllando le date di fioritura nelle varie zone in cui cresce si potrebbe già avere un’indicazione abbastanza precisa.
Chiedo scusa, ma ci siamo già abbastanza incasinati in proprio e se adesso mescoliamo pure capacità di sopravvivenza e capacità riproduttiva finiamo nel pallone più completo.
E’ pur vero che una pianta prima di soccombere cerca di fiorire e riprodursi però ritengo che le due attività obbediscano a logiche completamente diverse e quindi mescolarle non ci porta molto lontano.
Cercherò di aprire un altra discussione per confrontarci pure su quest’altro punto.
😉
domy
litorale nord roma
Ho guardato su vari forum, ma ho trovato solo un forum in inglese
http://forums.gardenweb.com/forums/load/carnivor/msg1210534210989.html dove si dice che le nepenthes sono piante dioiche e l’infiorescenza come la mia è un fiore maschio perchè ha i fiori a gruppi di due.
Quindi mi sa che ci potrò fare poco.
Questo è quanto sono riuscito a trovare.
Per quanto riguarda invece la propagazione per talea potresti darmi qualche utile indicazione su come e quando fare qualche tentativo?
domy
litorale nord roma
Condivido tutto quello che avete detto a proposito del clima e penso che non si possa aggiungere molto senza essere banali o ripetitivi.
Però adesso, siccome sono un pò perfido, voglio affrontare il problema dalla parte delle varie piante e posso dire che ci si capisce ancora meno.
le temperature minime indicate sui vari testi per le varie piante sono il più delle volte inattendibili. E’ pur vero che molte piante sono degli ibridi di cui non si conosce in modo preciso il nome, però non ci si raccapezza.
Io con questo sistema quest’anno ho massacrato un heliconia “olimpic flame’ (credo che sia un ibrido di heliconia stricta), anche se adeso messa in casa sta riprendendosi e sta buttando fuori una decina di nuovi getti. Credo che la causa sia dovuta alla temperatura scesa sotto i 10 gradi che probabilmente non è stata tollerata.
Poi una Cyathea Cooperi mi è stata bastonata credo da una settimana di vento di maestrale, che ha fatto appassire i getti della stagione. Adesso sembra che si stia riprendendo in una serretta fredda dove le minime vanno sui 6-7 gradi.
Invece delle Cattleye, degli Oncidium, dei dendrobium delle Cambria e degli zygopetalum sono rimaste fuori con temperature di 5 6 gradi senza riportare danni.
Addirittura dendrobium e Cattleye mi hanno fatto,appena messe in casa una fioritura rigogliosissima, ma di questo parleremo in un altra circostanza perche bisognerà affrontare l’argomento vernalizzazione e fotoperiodo, che esula da questo topic.
Le stesse phalaenopsis sono rimaste fuori fino a quando le minime sono scese sotto i dieci gradi senza soffrire minimamente.
Ciò in barba a quello che dicono le varie bibbie sulle Orchidee a partire da quelle della Rittershausen.
Io non ho più certezze, giudicate voi.
domy
litorale nord roma
Scusate se riprendo una discussione ormai vecchia di due anni,
ma secondo me l’argomento è molto interessante e può senz’altro
meritare ulteriori approfondimenti.
All’uopo vorrei fare alcune riflessioni, che possono costituire utili
spunti di discussione.
Quando parliamo per esempio delle temperature di Roma, considerato che i valori di riferimento vengono fornite dal servizio meteorologico dell’A.M. che ha i propri strumenti di misura presso gli aeroporti, ci riferiamo a:
-Roma Urbe sito sulla Salaria all’interno del GRA,
-Roma Ciampino sull’Appia appena fuori dal GRA,
-Roma Fiumicino sulla costa in prossimità della foce del Tevere.
Orbene le temperature minime e massime fra queste 3 località possono tranquillamente differire sistematicamente, e quindi in modo statisticamente significativo, di almeno due o tre gradi, che possono far classificare Roma in una zona climatica piuttosto che in un’altra.
Quindi le zone climatiche così come sono state concepite dall’USDA, riferite al clima degli Stati Uniti, possono rivelarsi di limitata utilità in una zona articolata ed eterogenea, meteorologicamente parlando, come lo è l’Italia, proprio a causa della sua morfologia.
Comunque va senzaltro condiviso l’approccio dell’indice di rusticità sulla base della temperatura minima.
Meditate gente, meditate.
domy
litorale nord roma
Ma la stagione migliore quale è ?
Complimenti !!
Ma l’aeranthos la tieni fuori tutto l’anno?
Le radici della Vriesea carinata le tieni avvolte nello sfagno?
Saluti
domy
Ho ricevuto le foto dell’heliconia dell’Orto botanico
di Napoli
saluti
Domenico
A dir la verità anche le foglie mi sembrano, per quanto è dato vedere, diverse.
Quelle dell’Heliconia dell’Orto sembrano un pò simili a una Strelizia.
Naturalmente il tutto va preso con beneficio d’inventario perchè mi sembra che stiamo un pò discutendo del sesso degli Angeli.
Comunque gli amici dell’Orto,hanno promesso di farmi avere a breve una foto dell’Heliconia incriminata.
Saluti
Domenico
Benvenuto Tomas
Domenico
quelle piante con i fiori rosa che si vedono nella terza foto sono
begonie evansiane ?
Caro Pietro
Confermo che il filiceto non è sicuramente il posto più luminoso dell’orto.
Del resto, basta vedere le foto ed il filmato che sta sul sito:http://www.ortobotanico.unina.it/p_aree_espositive/Filiceto.htm.
Purtroppo l’Heliconia sta una decina di metri alle spalle dell’operatore che riprende il ruscelletto e lo stagno sottostante.
L’ infiorescenza che vidi nel mese di luglio era oggettivamente piuttosto “misera” rispetto alla rigogliosità del fusto, quindi ciò conferma quanto dici tu circa l’opportunità che la pianta stia al sole per una fioritura robusta. E forse questo può giustificare anche la mancata identificazione della pianta, nonchè la sua collocazione nel filiceto (l’hanno confusa per una pianta umida), in quanto non l’avevano mai vista fiorire.
Does it make sense?
Ho sentito i miei amici dell’Orto Botanico di Napoli in merito alla famosa heliconia.
La pianta è arrivata dal Costarica un paio di anni fa,nel quadro di una collaborazione con alcuni orti botanici americani.
Come sia finita nel filiceto, dove peraltro sta benissimo in mezzo alle felci della foresta pluviale australiana non lo sa nessuno.
Non essendo stata classificata al momento della fioritura, attualmente è senza nome e toccherà attendere la prossima estate.
Grazie per i consigli sulla talea.
per quanto riguarda il freddo è vero che la tolleranza al freddo delle Plumerie è differente a seconda delle specie?
In particolare mi diceva il dr Nicola Torre, il vivaista di Milazzo, che le Plumerie a fiore rosso sono meno tolleranti al freddo, rispetto a quelle bianche.Me lo confermate?
Purtroppo non ho una foto, cercherò di procurarmela, ma datemi qualche mesetto,perchè adesso non vado più a Napoli per motivi di lavoro, però alla prima occasione farò il possibile per rimediarla.
Sul fatto che sia interrata, non ci sono dubbi.
Io l’ho notata per la prima volta nel mese di luglio 2007, probabilmente perchè prima, non avendola mai vista fiorita non l’ho neppure considerata un heliconia.
La zona dove si trova la pianta in questione è una valletta ricavata probabilmente dal cratere di una bomba di aeroplano, sganciata nel corso di uno dei bombardamenti alleati nel corso della II G.M.
Come dicevo prima convive con le felci, fra cui le più delicate sono la Cyathea e la dicksonia, in totale assenza di vento.
Non sono riuscito a saperne molto su come e perchè è arrivata là,nessuno nell’ambito del personale che ho interpellato lo sapeva, non è stata neppure classificata, però devo dirvi che il 14 dicembre u.s. quando l’ho vista in occasione del bicentenario dell’Orto, vi assicuro che era rigogliosissima.
Probabilmente in quel punto si è innescato un microclima favorevole.
Però voglio fare una domanda: non è che che noi corriamo appresso alla temperatura, facendo la filosofia del grado in più o in meno e ci dimentichiamo invece del vento, che certe volte fa molto più danno?
La mia plumeria, l’ho comprata a Palermo su una bancarella dietro alla Cappella Palatina ai primi di novembre del 2005 e poi l’ho lasciata fuori sia nell’inverno 2005 sia in quella specie d'”inverno 2006″.
Non ha avuto alcun problema.
Tieni a mente che dove mi trovo (a metà strada fra Roma e Civitavecchia) normalmente la minima rispetto a Roma è sempre 3 o 4 gradi più alta.
Quindi, incrociando le dita, il rischio che corre dovrebbe essere ridotto.
Diverso il discorso per il vento, perchè sulla costa tirrenica, sotto il maestrale urla e biancheggia il mar.
Tuttavia se la Plumeria si decide a perdere le foglie non dovrebbe avere danno.
Perdipiù i due inverni precedenti li ha fatti a cielo aperto, senza problemi, se non che ha cominciato a mettere le foglie ai primi di maggio.
Questo è la mia esperienza con le Plumerie.
A marzo proverò a mettere la talea per vedere se riesco a ricavare un’altra pianta.
Dimmi dove lo devo tenere questo ramo che si è rotto fino ad allora.
Grazie
Domenico
Buona sera a tutti
questa heliconia è veramente molto bella.
Non so se quella dell’Orto Botanico di Napoli è la stessa: Io l’ho vista fiorita nel mese di Luglio.
Per intenderci è quella che sitrova all’interno del filiceto, ed è alta sui due metri e qualcosa.
La vegetazione che c’è attorno è composta essenzialmente da felci, in particolare quelle che ricordo sono:
-l’asplenium nidus
-la Cyathea Cooperi
– la dicksonia antarctica,
– la woodwardia radicans.
Poi fra l’altro ho notato pure dei rigogliosi cespugli di Begonia Evansiana,che il personale dell’ Orto considera infestanti.
Questo per descrivere l’ambiente ed il clima relativo.
Domenico
Buongiorno a tutti
sono un nuovo iscritto, mi chiamo domenico e vivo sul litorale laziale a nord di Roma.
Anch’io ho una plumeria sul terrazzo, la quale a dicembre ha tentato di fiorire, mantenendosi rigogliosa come vegetazione.
Preoccupato per la possibilità che arrivasse una gelata l’ho spostata sotto una tettoia sempre all’aperto. Adesso credo che si stia fermando, perchè comincia a perdere qualche foglia. Pensate sia un comportamento normale andare in dormienza così tardi?
Siccome nello spostamento si è spezzato un ramo di circa 80 cm, volevo chiedere se sia possibile tentare di fare una talea? Che avvertenza occorre avere?
Scusate se appena sono arrivato, ho già messo tanta carne al fuoco.
Saluti
Domenico