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Carissimo Pietro (omonimo, fra l’altro, del caro amico e collega Pietro Mazzola, curatore del vostro incantevole orto botanico panormitano), sentire che sei in pensione da’ un po’ di speranza anche a me, che la maggior parte del tempo “direttorio” la passo in idiozie burocratico-amministrative tutte comunali, battaglie da dirimere, pagelline ai dipendenti (capirai quale utilità in ambito pubblico…!), annaspamenti sopravvivenziali (climatizzazione che non funziona e rischia di mandare in malora le collezioni zoologiche e botaniche e tante altre cosette che le menti eccelse della struttura pubblica milanese non arrivano a comprendere), ma non importa. Io arrivo a casa ogni giorno dicendo: “meno male che ci sono le piante!” e detto fatto mi fiondo nel verde del mio modestissimo terrazzuccio. Faccio il conto alla rovescia, ma ancora non posso ritirarmi. So che la tua grandissima esperienza(ex schola Tinaei)di acclimatatore non è disgiunta da un’eccellente conoscenza botanica di livello -lasciami dire- professionale. Io però non voglio tediarti con quella parte della materia che, giustamente, tu dici non appartenerti, ma consentimi che mi faccia piacere rimanere a tua disposizione.
Inserendomi un po’ villanamente -e chiedo scusa- nei vostri recenti scambi di informazioni relative alla foto delle due palme, nell’approfittare delle eccellenti delucidazioni di Pietro Puccio circa le questioni sistematiche e tassonomiche, che tengono sempre in “allegro” movimento la nomenclatura, mi permetto di segnalare(Pietro Puccio non se ne avrà a male: so benissimo che questo mio messaggio in quanto possa eventualmente coinvolgerlo è solo un “portare vasi a Samo”) che dispongo di un prospetto da me assemblato sulla base delle più recenti pubblicazioni (comunque potrei non essere perfettamente aggiornato)nel campo della filogenesi (DNA markers e altro)e della sistematica delle palme, il cui titolo è: “Classificazione filogenetica delle palme con dettaglio per le Coryphoideae”. Si tratta di una sorta di promemoria sistematico, che dalle sottofamiglie arriva fino ai generi (per le specie è attualmente impensabile), nel quale risultano evidenti le affinità evolutive e, di conseguenza, il modello sistematico stesso. Ovviamente non serve per determinare le palme, ma per inquadrare subito i loro reciproci rapporti filogenetici e biogeografici. Se a qualcuno interessa, mi può senz’altro contattare.
Yes!
Dammi solo il tempo di scattare qualche digitale sul mio terrazzo (tanto per incominciare)e di immortalare la Washingtonia del naviglio Martesana, oltre a qualche altro soggetto palmeo rilevante in questa città, per altro alquanto orrida. Le foto di esotiche che già possiedo si riferiscono a piante di qualunque provenienza, per massima parte irrilevanti in senso orticolo. Per il resto ci possiamo sentire quando vuoi. Ad maiora!
Grazie, caro Gabriel, per la sintonia espressa. Foto di aliene, specialmente lombarde, ne abbiamo -per così dire- a iosa. Anche perché la Regione Lombardia ha accettato di finanziare il nostro “Progetto Esotiche” che prevede la pubblicazione di un volume sull’argomento e un apposito convegno che si terrà presso il nostro museo (Museo di Storia Naturale di Milano, appunto)nel prossimo autunno. L’argomento esotiche è ormai della massima importanza nel monitoraggio della biodiversità di qualsiasi terrirorio e noi siamo i referenti regionali per il progetto nazionale più vasto che fa capo a Carlo Blasi e a Laura Celesti Grapov (Università La Sapienza, Roma). Per le foto di esotiche, dimmi tu se hai qualche preferenza o se ti devo mandare qualche saggio a titolo indicativo. Altrimenti, se sei interessato all’argomento, ti propongo un apposito incontro per parlarne. Sappimi dire!
Come nuovo aderente al Forum, se mi posso permettere di inserirmi nell’importantissimo argomento delle zone USDA per l’Italia, vorrei confermare a pieno titolo l’osservazione di Pietro Puccio relativa alla necessità di considerare la durata del periodo freddo e, in particolare, di quello delle gelate. Il rango termico delle minime assolute, da solo, dice poco. In Milano (è pur vero che le metropoli beneficiano di condizioni serra)il periodo delle vere gelate, negli ultimi anni sempre più rare, non inizia comunque prima della fine di novembre e non termina dopo la metà di marzo, anzi, praticamente finisce con febbraio. In tali condizioni non stupisce ormai di trovare Washingtonia robusta adulta, magnificamente sviluppata in piena terra lungo il naviglio della Martesana, Serenoa repens e Trachycarpus latisectus, “fiori all’occhiello” sul terrazzo dello scrivente, Cobaea scandens perfettamente perenne nei Giardini Pubblici presso il Museo di Storia Naturale di Milano e via di seguito. Credo che nell’accezione originale del sistema USDA questi elementi vadano considerati per meglio definire le zone stesse. In questo senso, penso di dover riconoscere per Milano proprio la zona 8b.
A presto!