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Mi sembra bellissima, esile ma elegantissima. Mi ha insospettito qualcosa della foto, ma non ne ero sicuro, la vedo con foglie piú lunghe e piú strette, piú scure e con un certo brillio metallico. Invece le C.brachypoda alle quali sono abituato hanno foglie piú corte, tondeggianti e un colore piú chiaro. Al Palmetum ci sono due cespi immensi di C.brachypoda, invece C.stolonifera e’ morta di mala sorte qualche anno fa… Riproduci, Pietro, riproduci.
Carlo
Scritto Da – Carlo Morici on 25 Gennaio 2009 20:38:38
Si, tranquilli tutti che la pace e’ fatta, e la guerra anzi non e’ mai scoppiata. E’ vero che mi scrivo da anni con Max, tutto va bene, e questi problemi non sono veri problemi. Spero solo che gli assenti menzionati non se la prendano, ma credo proprio di no.
In quanto al DNA, non ci sono banche, ma c’e’ di meglio: il DNA si puo estrarre dagli essiccati d’erbario (le “banche” sono gli erbari) e i risultati, pubbicati o no, servono per i confronti. Per questo gli erbari sono importanti per la scienza e le foto non tanto… dalle foto non si puó estrarre il DNA. Le tecniche materiali costano ormai quattro soldi, ma sono inottenebili salari e borse degne per i ricercatori, che ormai vagano da anni per le strade d’Europa con immensa frustrazione.
Sul Trachycarpus takil c’e’ un caos pazzesco, impossibile da riassumere, con dubbi su tutto. Forse ci vorrá un po’ per una revisione globale e formale del genere, anche perché, per fortuna, negli ultimi anni sono apparse nuove popolazioni e specie senza sosta, complicando il tutto ulteriormente.
Carlo
Bellissime le palme a Roma, soprattutto le Jubaea. Se fossi romano pianterei Jubaea e B.armata dovunque… verde/blu, verde/blu, verde/blu,… 🙂
E’ anche molto ornamentale la Chamaerops dalle foglie atipiche… mi ricorda il Sabal palmetto ‘Lisa’
Carlo
Bellissima Pietro. E’ quella nata a Firenze, a fine 1992! Il comportamento della tua Chambeyronia quest’anno e’ cio che fa normalmente qui alle Canarie. L’apertura di foglie nuove accelera in autunno e in primavera, e rallenta con il freddo(umido) e con il caldo(asciutto). In autunno precisamente e’ il momento migliore per le bandiere rosse. Addirittura ormai associo incosciamente le foglie rosse con le prime pioggie ed il freddo… esttamente come le castagne!!
Con l’etá inoltre accelera. Piú che l’etá in se credo che e’ il número di foglie che mantiene nella chioma. Da giovane sono circa 3, e da adulta 5,6… 10. Piú foglie hanno, piú CO2 fissano e piú vanno su. La mi sembra che sia giá “a 5”.
Roberto, Livistona mariae e’ restata L.mariae. E’ cambiato invece il nome della poco comune Livistona mariae subsp. occidentalis , che dal 2004 e’ stata elevat al rango di specie e si chiama L.nasmophila.
Max, non ti preoccupare, non sono un tipo che si offende, anzi mi sembrano piú che degne le critiche. Ammetto i mille vuoti del mio articolo ed accolgo ogni confronto costruttivo, come lo sono stati i tuoi, anche se il confronto mi mette in (giusto) imbarazzo. Tuttavia mi ha indispettito l’uso discrezionale dei titoli, che poi non amo per nulla. Forse e’ stata la prima volta in vita mia che ho ricalcato il titolo, ma era sorta una specie di comparazione a tre, ed era scomparso solo il mio. Scusa per questo la mia risposta un po’ brusca.
Sergio, per quanto riguarda le misurazioni d’altezza, un clinometro e’ lo strumento piú semplice e accesibile dopo la pertica per misurare l’altezza con errore minimo. Si puo’ persino improvvisare con un goniometro da bambini. Il calcolo lo fa poi in un colpo solo la tavola d’Excel, dove basta immettere gli angoli misurati e ripetere una formuletta. Poi vi sono altri metodi utilizzati per misurare l’altezza di un albero… (Vedi: http://www.wikihow.com/Measure-the-Height-of-a-Tree ; http://sres-associated.anu.edu.au/mensuration/toolshgt.htm ). Per l’articolo su Villa Beccari, che per me non era un lavoro “ufficiale”, non ho usato nulla, salvo il maledetto occhio umano e l’altezza di riferimento dei vari muri della gigantesca villa, che era stata misurata qualche tempo prima per la ristrutturazione imminente. Inoltre ho sempre stimato l’altura totale della palma, fogliame incluso. Invece, per i lavori accademici di ecologia usiamo strumenti e misuriamo l’altezza del tronco e non della palma completa e per comoditá centriamo, nel caso dei Coccothrinax, l’altezza dell’apice della guaina fibrosa piú alta; nel caso delle Phoenix, puntiamo al centro della chioma.
Carlo
quote:
Io credo (senza voler offendere nessuno)che il buon Carlo, abbia scritto il suo articolo dalle canarie, probabilmente con l’aiuto di qualcuno di cui si e’ fidato, e che gli ha fornito materiale vecchio e fuorviante.
Ho letto moltissimi articoli di Carlo, tutti eccezionali. Non questo.non e’ da lui!!Caro Roberto, credo che il nostro dr Luzzi, abbia bisogno di occhiali.
😀 😀
I TAKIL di villa Beccari sono inconfondibili anche a un profano come me (Spero che continui a parlarmi ).Credo infine che il dr Lorek, abbia fatto un lavoro molto, molto buono. E che gli debba essere dato merito di questo. Oltre al lavoro su villa beccari, sempre sul traky takil, ha effettuato una ricerca sul campo in India, ed ha pubblicato sempre sulla sua rivista Hortus Exoticus un dettagliato ed interessantissimo articolo, con moltissime foto di Takil da piantina ad esemplare adulto.
Naturalmente le mie opinioni, sono solo mie. Chiunque e’ libero di essere in disaccordo!!
M@x
Max,
– Nelle pubblicazioni scientifiche non si ammettono titoli personali, ma giacché sono stati tirati fuori: Non abbiamo il buon Carlo, il Dr. Lorek e il Dr.Luzzi. Ma il Dr.Morici, il Dr.Lorek e il Dr. Luzzi
– Il buon Carlo fa cio che puo’ nei suoi limiti ma non si e’ “fidato”; e’ stato ben tre volte a Villa Beccari personalmente.
– Invito a rileggere l’articolo di Lorek, parola per parola, e palma per palma, specialmente nelle ultime righe, dove mette in dubbio le sue determinazioni ed afferma che e’ possibile che non vi sia nessun T.takil nel giardino, e conclude “it is not known if the specimens in Beccari’s garden are T. takil or hybrids of it or if some are from the mentioned Nainital T. fortunei.”
Per ultimo, non ho letto i post recenti del foro della European Palm Sociey su T.takil. Manderesti i link?
Carlo
Sono cosciente del lapsus fra il mio articolo e quello di Lorek. Ho iniziato a scrivere il mio lavoro nel 2003, ma poi é restato nel cassetto per vari anni, giacché attendevo altre immagini e informazioni.Ho preso dei campioni e fotografíe e ho discusso l’identitá dei vari fortunei-takil-caespitosus con gli editori di Palms e la famiglia Beccari. Ci e’ sembrato che fossero variazioni di T.fortunei. E anche Luzzi confermó di non aver visto T.takil. Quando ho saputo del nuovo articolo di Lorek, i dubbi sono ritornati a galla, ma il mio articolo era giá sulla via delle rotative e abbiamo deciso di pubblicarlo cosí com’era. Al fin dei conti, il mio era un lavoro di storia e orticoltura piuttosto che un articolo di tassonomia. T. fortunei ci sembró una buona identificazione, ma ammetto di non aver fatto un censimento completo, né di aver depositato campioni d’erbario; e’ probabile che Lorek abbia lavorato piú a fondo di me la tassonomia. Sentimmo comunque che era troppo tardi per aggiungere un riferimento corto all’articolo appena uscito, troppo tardi per visitare di nuovo la villa e troppo tardi per fermare e stravolgere l’articolo. Ambedue i lavori sono pieni d’informazioni e non si sovrappongono, dunque e’ meglio leggerli tutti e due e poi visitare la villa.
Che i Trachycarpus non possano raggiungere i 20 m mi ricorda la vecchia barzelleta della Phoenix canariensis che raggiunge i 10-15 m e a volte forse i 20. A chi credere? Non credete a nessuno. La scienza vuole sapere e non credere. In quanto all’altezza dei Trachycarpus all’ entrata: Morici> quasi 20 m; Lorek> circa 15 m. Evidentemente nessuno dei due autori si e’ preso la briga di usare un clinometro. Forse la veritá -la precisione?- un giorno uscirá a galla. Anche se fra “circa 15” e “quasi 20” magari l’errore e’ di solo 1 m. 😀
Cento anni di silenzio pressoché assoluto sulle palme di Villa Beccari, senza che si muovesse un dito – quasi una maledizione – e poi due articoli escono assieme generando polemica?!? Meno male, cosí almeno il mondo va avanti!
Carlo
Scritto Da – Carlo Morici on 15 Gennaio 2009 05:42:19
Pensando allo spazio necessario, Parajubaea torally diventa molto grande, circa come una Phoenix canariensis. Jubaea chilensis e’ ancora piú grande, almeno per quanto riguarda il tronco.
Carlo
Lepidozamia peroffskiana e’ forse la mia favorita fra le “cycas”. Veloce non direi, ma é sicuramente molto facile da coltivare e difficile da uccidere.
Pare che sia la migliore come pianta d’appartamento.
Carlo
Ciao a tutti.
Al Palmetum di Tenerife vi sono alcuni Ceroxylon. Tre C.alpinum di poco piú di un metro, che vivono molto bene in piena terra da Settembre 2007 ed un “sp.” di quasi 2 m che e’ in campo da 7 anni: soffre le estati e si riprende d’inverno.
All’orto botanico di Tenerife (Jardín Botánico de Aclimatación de La Orotava), invece vi e’ un C.alpinum di 1,5 m che stenta. C’e’ meno caldo che al Palmetum ma non per questo sono andati meglio. Ce n’era un altro, morto d’estate con un fungo. Sicuramente crescerebbero meglio “in montagna”, fra i 400 e i 700 m, ma in pochi li hanno provati e le prove non sono andate a buon fine. Da un anno un commerciante locale vende piantine di C.alpinum e C.amazonicum, dunque fra qualche tempo sapremo come reagiranno.
Carlo
Scritto Da – Carlo Morici on 28 Dicembre 2008 12:15:46
Boh… secondo me andrebbero proibiti gli annunci di pubblicitá diretta fatti dai commercianti (che paghino!)e invece dovrebbero essere liberi i commenti del “popolo” fatti sui commercianti. Cosí e’ infatti in quasi tutti i fori mantenuti da associazioni senza scopo di lucro (International Palm Society, Fous de Palmiers, etc.). La mia opinione conta come tale ma non incide, perché questo sito e’ privato dunque le regole sono “private”, e vanno seguite. Quando le leggi sono ferree: accettazione, emigrazione o rivoluzione.
Accetto, ma avrei curiositá di sapere cosa ci dovrebbe essere al posto delle X!
Carlo
Credo che il problema siano le notti calde, ma con temperature notte-giorno di 15-25 va piú che bene. Per questo dovrebbe andare meglio in Sicilia o Canarie in collina, piuttosto che in Irlanda.
Carlo
quote:
Quote:Questa discussione e’ stata ben utile. Mi avete ricordato di riprodurre l’immaculatus e trapiantare il punaluuensis.Carlo
E’ passato un anno e non ho fatto nulla !! 😮 !
Conosco qualche Omphalea spontanea della flora caribica ma non so chi le coltivi.
Carlo
Alcuni anni fa, ve ne era una in serra al Palmetum di Santa Cruz. Mi sembra di ricordare che facesse odore solo a qualche ora particolare.
Al Palmetum non ce la farebbe mai, perché e’ troppo caldo, sulla costa. Forse sopravviverebbe al fresco dell’ottogono.
Qualche anno fa ne ho comprate due, di 3-4 anni: una per Tenerife e una per Messina. Sono finite male tutte e due.
Quella in Sicilia era in mano di Natale Torre. L’aveva in serra e morí al primo caldo di giugno.
Quella di Tenerife, tenuta in campagna (notti piú fresche che al palmetum), passó invece la prima estate senza troppi dolori. La seconda estate invece soffriva molto e decisi a Luglio di regalarla ad un amico che vive su a 600 metri d’altezza. Purtroppo le fece male un trattamento chimico per togliere i parassiti e peggioró, per poi morire qualche mese dopo.
Credo che qui alle Canarie andrebbe bene dai 300 m in su e forse anche in Sicilia un po’ in collina.
Carlo
Bella lepidozamia… 20enne?
Continuo a martellare sui nomi:
LI-VI-STO-NA !
E´magnifico Pietro, impeccabile, come ai tropici in buone condizioni.
Carlo
Beh, si, siamo d’accordo. Non ho detto “da chi le possiede”, ma ho scritto “conosciute a fondo solo da chi le coltiva o vive accanto a loro osservandole a lungo.”. Dicevo tu “hai la pianta da 20 anni”, perché do per scontato che la vivi, coltivi e osservi da 20 anni.
Per quanto riguarda i cambi nomenclaturali, e’ vero che a volte sono pesanti da seguire, ma credo che ci voglia un po’ di ottimismo. La scienza avanza e diventa tutto sempre piú preciso. I motivi validi ci sono sempre o quasi sempre. Da vari anni si seguono criteri genetico-evolutivi e la classificazione attuale riflette ormai la storia evolutiva delle piante con fedeltá crescente.
La tassonomia di 30 anni fa oggi risulta incoerente, quasi ridicola. Seaforthia, Oreodoxa, Arecastrum, Arykuryoba… ma anche Neodypsis, Polyandrococos o Gastrococos, Roystonea elata… Oggi ne sappiamo molto di piú, ed e’ tutto piú facile e intuitivo.
Carlo
Mi riferisco in generale a giovani e adulti. Anche se alle Canarie, con il ritmo da soprammobile non conosco adulti di frederici.
Il laurentianus e’ quasi un banano fra le cycadales: schiude foglie o fa flussi spessissimo, con poche soste, consumando acqua e fertilizzante.
Carlo
Beh, io so le storie dei nomi ma tu hai la pianta da 20 anni. Credo che le piante siano conosciute a fondo solo da chi le coltiva o vive accanto a loro osservandole a lungo. Le piante non hanno “nome”, perche non hanno ne’ orecchie per sentire, ne occhi per leggere. I nomi e l’ordine tassonomico sono costruiti da noi, per poter comunicare con maggiore chiarezza. Io di Livistona decora non ne ho, ma almeno ho visto crescere quelle del Palmetum di Santa Cruz per circa 12 anni, piantate da Carlos Simón.
Posso raccontare che dopo alcuni anni di stabilimento iniziarono a produrre tronco a gran velocitá 1,5-2 m per anno, fino a quando non iniziarono a fiorire, rallentado parecchio la crescita verticale. Oggi vi sono, credo, sette piante adulte di circa 10 metri. Il ciclo riproduttivo si chiude, giacché appaiono nuove plantule qua e la nei dintorni, anche disperse dagli uccelli a decine di metri. E’ stata sicuramente la piú veloce fra le tante specie di Livistona piantate al Palmetum.
In quanto ai gusti personali, ho imparato con gli anni ad apprezzare la specie, e tuttora trovo gli esemplari adulti molto piú belli di quelli giovani.
Carlo
Bella palma, rustica ma con aspetto tropicale! Va molto piú lenta da te,ma sembra sanissima. Alle Canarie, una Livistona di quelle dimensioni avrebbe solo 10 anni d’etá, ma la Brahea sarebbe, direi, uguale… quindicenne.
Scusa la pedantería ma approfitto per un chiarimento: decipiens vuol dire ingannevole, confusa, traditrice; non piangente. Adesso si chiama Livistona decora, dalla revisione di John Dowe, del 2004.
Carlo
Io intanto constato che alle canarie i piú rustici sono quelli che peggio vanno (o piú lenti). I laurentianus e arenarius crescono come erba, mentre trispinosus e frederici vivono in eterna attesa di non si sa cosa.
Carlo
quote:
Caro Carlo,
c’è chi questi corsi li sta facendo on-line in questo nostro stesso forum (vedasi Monografie) e GRATIS!Me la prendo a battuta! Do per scontato che avere un professore in carne e ossa e’ molto diverso da leggere un testo o vedere audiovisivi. Ormai l’informazione digitale e’ alla portata di tutti ma avere l’ “umano vero” dinanzi e’ un lusso infinito.
Purtroppo c’e’ chi educa i bambini dinanzi alla tele, chi si purifica vedendo la telemessa, chi fa l’amore virtuale via internet… 😀 👿
Carlo
Scritto Da – Carlo Morici on 05 Dicembre 2008 22:59:51" />
quote:
Non è assurdo che a Roma ci sono corsi di qualsiasi genere ( che ne so se cerco posso trovare quello per fare la maionese senza che impazzisca…)e non c’è n’è uno per imparare a riconoscere le palme? E se non c’è non sarebbe ora di organizzarne uno?
Denaro, denaro, veleno fra i veleni… cado in tentazione e faccio pubblicitá.
Fra le mie svariate attivitá, impartisco da anni in Spagna corsi relativi alle palme, per universitá, tecnici comunali, istituti agrari, uffici di collocamento e imprese di giardinaggio, da un ora di conferenza a una settimana completa di lezioni ed escursioni.
Se mi si paga lo spostamento e un degno onorario, faccio un salto in Italia con immenso piacere.
Carlo
Da scambiare nulla. Dove comprare non ne ho idea.
Al Palmetum di Santa Cruz de Tenerife c’e’ UNA L. humilis di pochi mesi, nati da semi raccolti in Australia dei membri di PACSOA e UNA L.benthamii, italiana, donata da Piero Pazienti 3 o 4 anni fa e piantata da un anno nella sezione della Nuova Guinea.
Carlo
Dici cose giuste, ma non vanno perse le speranze.
– forte limitazione climatica della gran parte della penisola.
Si, ma no. Il Nord Italia ha un clima veramente difficile e andrebbe confrontato con l’Europa transalpina, ma da Firenze in giú…
Do alcuni dati approssimativi dalla Spagna:
Nella penisola Iberica, fra Elche ed Alicante vi sono una quarantina di appassionati, e il clima e’ su e giu come Napoli. Un altro centinaio di palmofili vivono piú a Sud, fra Malaga e Valencia, in un clima simile a Sicilia-Calabria. Forse altri 60 alle Canarie, deliziati dal buon clima e altri 50 ancora sparpagliati nel resto del paese. Si nota inoltre che pochissimi appassionati di palme vivono nelle grandi cittá. La maggior parte nelle piccole cittá, di 50-300.000 abitanti.
> In Toscana non si possono coltivare più di una ventina di specie, a meno di non fare sofismi su diecimila provenienze diverse di …
E perché non fare sofismi? A me piacciono le specie “al naturale”, ma che c’e’ chi “filosofeggia” con Butyagrus, Parajubutia e Parajubutyagrus; o Trachycarpus fortunei ‘Wagnerianus’, ‘Win San’, o ‘Caespitosus’.
– le associazioni di cactacee, orchidee, etc sono molto più dinamiche perchè le piante sono più dinamiche.
Grande veritá.
Aggiungo anzi che le palme sono meno collezionabili delle alte piante citate(salvo gran giardino ai tropici con mano d’opera abbondante. Il collezionismo e’ un motore di passioni personali che spinge avanti le associazioni.
Scritto Da – Carlo Morici on 12 Novembre 2008 01:30:45
Plenilunio:
– Temperature minime per C.argentata, C.crinita, o C.montana. Calcola gelate molto leggere… -2C ?! Dovrebbero vivere bene fuori in quasi tutte le coste di Sicilia, Calabria e Sud Sardegna.
– L.sumawongii… viene cosí bene alle Canarie? Mi sa di si, anche meglio se annaffi per bene ed escludi il vento. Le abbiamo solo piccole, di 30-40 cm. Ma anche in Sicilia dovrebbe funzionare. Che dice Pietro?
Carlo
Posso aiutare con vari suggerimenti, purché “The Italian Palm & Cycad Association” abbia un nome in Italiano e non in Inglese
Fra tutto quello che s’e’ detto sopra la mia opinione dice che bisogna ormai evitare a tutti i costi i bollettini stampati, ed appoggiare tutto sulla web. Creare un sito dinámico e appoggiarlo su fori preesistenti (come questo). Inoltre consiglio di creare “cellule” locali di associati che facciano riunioni su vari punti del territorio, per mantenere un livello basale d’attivitá nelle varie regioni dove vi siano piú membri che altrove. Pensare in una sola riunione l’anno e’ troppo poco.
Qui in Spagna l’ABEPYC (Asociación Botánica Española de Palmeras Y Cycas) ha vari “nuclei” attivi, che funzionano e si riuniscono indipendentemente: Malaga-Marbella, Tenerife-Canarias, Elche-Alicante e Valencia. Le cellule vanno benissimo, ma l’associazione madre sta fallendo di nuovo, perché per motivi maledetti non ha ancora pubblicato i bollettini in internet. Gli autori si rifiutano di scrivere altri articoli, perché cio’ che non finisce in rete, muore sulla carta.
Carlo
Scritto Da – Carlo Morici on 09 Novembre 2008 16:08:01
Quinto plenilunio:
I Coccothrinax da provare nel Mediterraneo sono quelli da “alte latitudini”, come C.argentata, C.borhidiana, C.crinita, o quelli da “alte altitudini”, come C.scoparia o C.montana.