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Scusate , ma lo stesso problema mi succede con una Jubea.
Sono due anni consecutivi che a primavera, mi accorgo che le nuove folgie emesse, in parte sono “tipo bruciate dal freddo”, ma così non è, in quanto le ns. minime non giustificano tali bruciature, e sopratutto le consorelle, non evidenziano tale problematica.
Possono essere attacchi fungini ?
Nel ringraziare saluto.
caio.
Scusate il mio intervento e la mia ingoranza in materia, ma con le risposte di Carlo e Sergio, mi sono sorti alcuni dubbi ??
Sergio per esperienza riporta che le foglie a -2,3°c le foglie riportano dei danni all’esterno delle folgie, mentre Sergio riporta che le Syagrus citate sono originarie delle zone andine della Bolivia, allora non riesco a spiegarmi il nesso, in quanto nelle zone andine boliviiane le temperature notturne, anche in “estate” raggiungono di sovente temperature sotto lo zero, per poi di giorno toccare i 20 e più gradi.
Allora i danni sono provocati per l’eccesiva umidità dei nostri litorali o per la maggiore persistenza delle minime temperature ??
Nel ringraziare ,saluto.
caio.
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E’ possibile che le risposte siano in “Flora de Palmeras de Bolivia ( Monica Moraes”, che non ho. Syagrus cardenasii e S.yungasensis sono specie molto vicine, della Bolivia, ambedue “di montagna”. I semi negli ultimi anni sono spesso stati confusi fra loro. S.yungasensis dovrebbe essere solitario, con un tronco di 0-6 m.In realtá sono ancora specie poco conosciute ed alcuni Syagrus solitari producono occasionalmente ricacci… boh!?!
Carlo
Grazie Sergio per le tue informazioni.
Ne frò tesoro per il prossimo anno, poi ti farò sapere….spero in bene.
saluti, caio.
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Ciao Caio,
gli innesti effettuati da questo mio amico sono:
– a spacco nel mese di marzo.In questo tipo di innesto bisogna fare attenzione a che le parti interne delle cortecce del ramo ricevente e della marza siano allineate.Normalmente si infilano due marze tagliate a becco di clarino ai lati del ramo ricevente.– a penna in aprile e prima parte di maggio.Si fa un taglio a T sulla corteccia, si scostano i lembi e si infila un pezzetto di ramo dopo averlo tagliato a becco di clarino. Questo innesto è più tardivo perchè la linfa deve già circolare altrimenti la corteccia non si stacca.
Grazie per le info Sergio.
Io ho un Zutano “autofertile”, con un ottima produzione.
Oltre lo Zutano, ne ho uno nato da seme, che vorrei innestare, se hai cosigli sul tipo di innesto e sopratutto il periodo esatto per effettuare l’operazione te ne sarei infinitamente grato 🙂
Grazie in anticipo per le info, saluti caio.
Spero di poterVi accontentare, cmq avrò l’occasione di passare da quelle parti, vi posterò anche qualche foto degli stupendi esempalri di Jubaee che sono nel parco Comunale vicino alla Chamaerops in questione.
Saluti a tutti.
caio.
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Ciao Caio
sono passato recentemente in macchina per la piazza di Frascati e non l’ho visto. Forse andavo un pò di fretta e mi è sfuggito.Se puoi e non ti è di eccessivo disturbo rassicuraci sul fatto che esista ancora.Se ne hai l’occasione potresti fare una foto e metterla sul Forum.Grazie e saluti.
Scritto Da – caio on 13 Gennaio 2009 10:25:28
Sergio ha proprio preso nel segno.
Ma l’impollinazione “manuale” ????
Oppure innesto.
Saluti, caio.
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Ciao Mikrotone,
le varietà di avocado, sulla base del comportamento che mostrano durante la fioritura, si dividono in due gruppi: A e B. In un gruppo, durante la fioritura,l’organo maschile del fiore funziona nella mattinata e non funziona quello femminile, mentre nel pomeriggio funziona quello femminile e non quello maschile.
Nell’altro gruppo avviene il contrario, nella mattinata funziona l’organo femminile del fiore e non quello maschile e nel pomeriggio funziona quello maschile e non quello femminile.
Pertanto per ottenere frutti bisogna consociare una varietà del gruppo A con una di quello B in modo tale che l’organo femminile del fiore di una varietà funzioni in contemporanea con l’organo maschile dell’altra varietà (impollinazione incrociata).
Se si consociano due o più piante della stessa varietà o due o più piante di varietà diverse ma appartenenti allo stesso gruppo, non si ottengono frutti.
Penso che le tue piante, se fioriscono e non producono frutti, ricadono in uno dei due casi suddetti.
Ciao Carlo e benvenuto.
Per rispondere molto sinteticamente alle tue richieste, per esperienza diretta posso dirti che sia la carica papaia che òa
carica pentagona, qui da noi vivono in serra, riscaldata, per l’
averroha carambola (non ho mai avuto esperienze dirette), penso che è più delicata delle prime due, per carica quercifolia non ne consoco nulla.
Panzienta che appena Carlo o Giuseppe leggeranno il post, ti daranno subito precise info in merito.
Saluti, caio.
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Salve a tutti,
mi sono appena iscritto a questo forum. Volevo dirvi che ho da poco rimediato le seguenti piante:
carica papaia
carica pentagona
carica quercifolia
averroha carambola.Le prime tre (alte 60-70cm) noto che sono innestate (non sò se ciò può renderle leggermente più resistenti di quelle da seme). Avrei intenzione di mettere in piena terra la c.quercifolia e la carambola per poi coprire durante il periodo invernale con tessuto non tessuto. Che ne dite? (le temp. minime raramente arrivano a 0-1°C, in media sono 4-5°C).
La papaia e il babaco le lascerò in vaso e per tutta l’estate le terrò esposte al sole per poi rincasarle da novembre a marzo.
Ho qualche probabilità di rivederle vive e vegete la prossima primavera?
Grazie
Carlo78
Grazie Ale, ci conto, in quanto la mia Adulta è attualmente attacata da Paysandia, è se non dovesse andare a buon fine il trattamento in corso, almeno posso consolarmi con la tua.
grazie 1000.
saluti, caio.
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Ciao Caio grazie del consiglio…ricordati che una te la sto tenendo da parte…
una certo color bronzeo rimane sempre lungo l’asse dello stipite fogliare, con una buona resa cromatica.
Ottima scelta Alex.
Vedrai che è anche una una Palma relativamente veloce nella crescita.
Se puoi, ti congilio di metterla a dimora in penombra, esalterai la lunghezza delle sue folgie e di conseguenza la sua particolarità di “Palma piangente”.
Saluti, caio.
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Grazie dell’informazione Giuseppe…non ero a conoscenza di questa caratteristica…peccato che la perde con la maturità!!
Chi l’ha detto che il Candelabro di Frascati è defunto ??
sino allo scorso anno era lì in ottima forma, cosi mi costringete per curiosità ad organizzare una passeggiata in quel di Frascati al fine di rassicuravi.
saluti, caio.
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Ciao, beh… se 2 esemplari in Italia, tra cui uno che non c’è più non si chiamano rarità, non so cosa possa esserlo…N.V. Marrone
Marsala SICILIA
La prima foto sembra molto una Aloe.
Le folgie sono succulente e rigide ?
Saluti, caio.
Syagrus x Jubea al 200%.
Saluti, caio 🙂
Attendiamo però di sapere dovè l’individuo ?
Hola, Morris, quello che tu chiedi, molto semplicemente si definisce esperienza, e vista la notevole varietà di condizioni che determinano il successo o meno della coltivazione di alcune specie in determinati luoghi.
Non ti rimane quindi che valutare le schede delle specie che ritieni opportune coltivare, confrontandole con le temperature minime delle tue zone (anche la persistenza delle temperature minime)e sperimentare direttamente, come abbiamo fatto più o meno tutti.
Saluti ed auguri.
caio.
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vorrei chiedervi, visto la maggior esperienza e nozioni tecniche che possiedete, quali palme posso coltivare in pianura padana magari anche con protezioni escludendo le più comuni trachycarpus, washingtonia e phoenix canariensis. Ho controllato la tabella del link che avete inserito ma il problema è sapere la persistenza a certe temperature e non le temperature minime sopportabili da ciascuna specie.Moris
Scusa la domanda, che a molti risulterà banale :
Non sono commestibili neanche dopo cottura, tipo platano.
Nel ringraziare, saluto. caio.
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Ciao,
tratterebbesi della classica Musa basjoo, la musa più resistente alle basse temperature ed è più che possibile che l’infiorescenza sia apparsa a fine estate scorsa. I frutti sono… frutti, ma non sono eduli.Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Per rispondere a Fede, il tuo Dioon ti ha dato l’ultima chance, per esperienza ti consiglio di non ritentare l’adattamento all’aperto, pena la morte sicura, sono stress che difficilmente si superano due volte.
Per Ale, per l’eccessiva crescita della folgia, concorderei anche io con la scarsità di Luce, la fluorescente che si vede in foto è scarsa come fonte di luce “sostitutiva”.
saluti, caio.
Grazie a tutti per le info, ed a Domy per il simpatico servizio fotografico.
Un utlima domanda :
qual’è in ordine la Sterlizia più rustica ?
ed i loro limiti ?
Nel ringraziare anticipatamente, saluto caio. 😉
Ciao Ale, da ignorante in materia, ti suggerisco di riportare la piantina nel posto d’origine, per ropetere l’operazione tra almeno un altro mese.
Per le nuove foglie, con assoluta probabilità ci si rivede il prossimo anno, non penso che la nuova piantina ha già raggiunto il massimo del suo vigore per concederti un crescita pre-autunnale, anche se ho notato che di radici ne ha molte (ottimo segno).
Solo una raccomandazione, la folgia è persa, ma la piantina no, non gettarla è rimani in paziente attesa per il prossimo anno… o forse due…
Il dioon spinulosum è molto più delicato dell’Edule, per la cronaca io ne ho già sacrificati due, ed il più grande aveva già un tronco di 15 c.m., quindi in inverno pensa a un bel ricovero, ne sarai ricompensato dalla sua bellezza.
Saluti, Claudio. 😀
Vedo che fede di Cycas ha da insegnare un pò a tutti, mi fà piacere.
Ale il vivaio e di San Felice, dove le temperature sono più miti delle nostre, sono sotto l’ala protettrice della “Maga Circe” è mi interessa quella tua frase relativa ad alcuni prezzi accessibili (mandami un messaggio privato), anche per quel famoso acquisto che avevamo organizzato ….
Per le cicadi, però è da precisare che il vivaio ha una bella espsosizione, ma qualcuna in inverno viene o protetta o ritirata, sono infatti sia la Zamia che il dioon spinulosum.
Per la palma indecisa, confermo L. Decipiens, poi quando ho un attimo di tempo ti posto una foto della mia.
saluti a tutti, caio.
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Nessuno ha notato le cycadee della penultima foto mi pare di riconoscere:
cycas circinalis, la più alta, forse una lepidozamia peroffskyana alla sua sinistra, alla sua destra pare un Dioon spinulosum, ancora più a destra un gruppetto di zamia furfuracea ed infine in basso a destra un po’ clorotico potrebbe essere un dioon eduleciau
Ciao Sergio, anche se dalla foto si cede ben poco, mi sembra di compredere che il luogo è abbastanza vicino all’ingresso per Torre Astura, quello vicino al fiume omonimo.
Complimenti comunque per la crescita “miracolosa” mi sembra che con Jubea se la battano proprio. 😀
Saluti, caio.
Quoto 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀
😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 .
Un benvenuto a “giggilatrottola” ed un ringraziamento a Sergio per le sue belle foto.
saluti, caio.
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…teniamoceli belli stretti stretti.Tanto stretti che non ne parlate nemmeno nel forum! 😀
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
😀 😀 😀 😀 😀
Sono concorde con Giuseppe, è tutto regolare.
Complimenti per l’argillosità del tuo terreno.
saluti, Claudio.
Ciao Ale, io la mia l’avevo già postata, e qui la ripropongo.
Quando l’avevo comprata era un pò più piccola della tua, poi appena messa a dimora, è esplosa subito diventando quell’esemplare di cui sopra.
Purtroppo la foto non rende “giustizia”,
per dovere di cronaca devo anche aggiungere che ho altre Syagrus, che però non hanno avuto lo stesso rapido sviluppo della prima,cmq a parte ciò, qui nel Lazio se si segue quanto da te indicato, è cioè di piantare Syagrus delle dimensioni pari a quella da te proposta in foto, non ci sono problemi di sorta con l’inverno.
Saluti a tutti, caio. 🙂
Un benvenuto nel Forum a Sergio, che vedo ha già una bella collezione di cavie 😀
Se posso aggiungere un commento sulla tua zona, posso dire che sei su un litorale molto protetto dai venti di Nord ed Est, quindi meno esposto della Zona Castelli Romani e Litorale di Anzio e limitrofi.
Della tua lista a parte le livinstonie e la Phoenix rupicola, penso che se piantate qui ai Castelli, dopo l’inverno troverei solo terra bruciata 😡 .
Per quanto per le Phoenix, vedo bene anche la Silvestris come possibile resistente.
Mentre per i Syagruss, qui ho diverse Romanzofianum, di cui una si è adattata alla grande.
Per ale, non preoccuparti per la roebellini, ve ne sono dua ad Aprilia (con esposizione riparata verso nord) che sono in piena terra da diversi anni senza problemi alcuni, quando posso ti faccio due foto per inviartele.
Saluti a tutti, caio. 🙂
Si il sito lo conosco molto bene, in quanto ha anche utile ed intuitiva selezione con le temperature minime di sporavvivenza di ogni specie trattata.
Una curiosità, in che stato sono arrivate le piantine di cycas panzhihuaensis ???
Saluti, caio.
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Comunque anche se ibrido a me interessa, se non sono troppo invadente, dove sei riuscito a reperire il seme ???
Dal solito sito dei semi di palme http://www.rarepalmseeds.com li ho presi per puri… se sono ibridi chiederò indietro i soldi.. 😀
sempre dalla stessa fonte ho preso:
Cycas cairnsiana, che sta nascendo ora (2 semi)
Cycas petraea 2 piante di pochi anni (bella)
cycas panzhihuaensis 2 piante di pochi anni
Macrozamia communis 1 pianta, molto lenta
lepidozamia peroffskyana 1 piabta, molto bella
Macrozamia miquelii, 4 piantine di 1 anno
non sono riuscito invece con
Macrozamia riedleiciao
Vedendo la foto con il cero al lato d’impulso ho pensato ad una tua vena pessimistica circa le probabilità di sopravvivenza della tua piantina … 😉
Ho capito invece che sei masochista come me.
Complimenti comunque per la tenacia.
Per Pietro, grazie mille per le tue foto eccezionali.
Saluti, caio.
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@ Pietro:
Quanto tempo impiega perché fiorisca?Io ho anche la A. maxima e ha superato nello stesso modo della cunninghamiana i -5°C ( Temperatura eccezionale dalle mie parti che ha provocato la bruciatura solo delle foglie ), protetta in inverno da una mini serretta artigianale in bambù composta da una copertura in plastica per non bagnarsi durante le piogge invernali e da pareti in TNT.
La candela è per le nottate più fredde, ma quella sera dei -5° ne ero sprovvisto.
Orazio Baglieri
Pedara(CT)(Collina sud dell’Etna)
Zona climatica 9b(USDA)
http://community.webshots.com/user/baglieri100Scritto Da – orazio baglieri on 03 Aprile 2008 20:51:35
😉
Complimenti Ffeeddee ottimo esemplare, sono incuriosito dalle folgie, in effetti sembra uno spinulosum un pò meno spinoso…
Ora sono fuori zona e non posso controllare la bibliografia, cmq non mi sembra che nei caratteri distintivi ci sono le “dentellature” …..fosse un Ibrido ?
Comunque anche se ibrido a me interessa, se non sono troppo invadente, dove sei riuscito a reperire il seme ???
Saluti, caio.
Ciao Ale,quando sarà alta diversi metri…. sarà un problema dei tuoi eredi.
Vedrai che appena è possibile, entrambe inzieranno a riprendere la verticalità, bilanciando il loro “carico”.
Un pò di ottimismo, allora con la torre di Pisa come la mettiamo 😀 😀 😀 .
In natura le palme non crescono belle dritte come quelle “coccolate” nei nostri giardini, le autoctone il posto se lo devono guadagnare a scapito dei loro vicini.
Anche io sarei per dargli un posto di rilievo nel girdino, immagina quando entrambe fioriranno…doppio spettacolo..
Saluti, caio.
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Orazio,
piace anche a me cosi..ma nota che inclinazione hanno le due piante..è vero che cresce lentamente ma quando sarà alta diversi metri non darà sicuramente una sensaazione di stabilità…..
😀 😀 😀
Scritto Da – caio on 03 Aprile 2008 14:44:34
Hola Angelo, visti i chiarimenti di Paolo, mi preoccuperei solo del riparo per il prossimo inverno.
Saluti, caio. 😀
Certo la causa è l’eccezionalità della situazione atmosferica.
Per i pini, se intediamo il Pinus Pinea, la soluzione è di praticare delle potature sistematiche di contenimento della chioma.
Per la Caryota, non sò il grado di inclinazione, ma e possibile riportarla in posizione verticale, potare (con gli opportuni mezzi) e picchettarla per i prossimi 3-4anni.
Nella descrizione, c’è un piccolo indizzio da confermare :lavori, ed impianto di irrigazione.
Per caso sono state eseguite delle opere di scavo nei pressi degli esemplari abbattuti dalle avversità atmosferiche ???
Ho visto la stessa cosa accadere ad una villa qui nella mia zona, dove a distanza di un anno dalla ristrutturazione dell’immobile, comprese tutte le reti idriche e fognarie, un fortunale ha sradicato 4 pini secolari posti intorno alla villa.
Si è constatato poi che con i lavori anzidetti avevano intaccate le radici dei pini e con il mix del tempo, si è generata la catastrofe.
Ma solo solo una delle possibili ipotesi.
Cmq al dilà del brutto evento, benvenuta nel forum.
Saluti a tutti, caio. 😎
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Salve a tutti, sono una nuova iscritta anche se seguo da tempo questo forum, molto interessante. Ho una casa con giardino a Palermo zona “Cardillo”.Il giardino era già stato piantumato da anni con un agrumento che abbiamo conservato e vari alberi di alto fusto comuni in questa zona, pini e cipressi
posti al confine . Noi abbiamo cercato di abbellire il tutto senza però stravolgere il preesistente, piantando delle palme, che sono tra le piante che prediligo, siepi, fiori, e realizzando anche un prato di gramignone, in una zona. Bene la notte di pasquetta abbiamo vissuto un film dell’orrore….. A causa del vento fortissimo sono crollati come in un gioco a domino tre pini altissimi, cinque cipressi e altri tre si sono inclinati pericolosamente, per cui sono da abbattere. Il giardino sembra un campo di battaglia, tralasciando i danni enormi anche all’impianto di irrigazione, ecc. Una palma canariensis è stata decapitata della chioma dal pino che è crollato, una caryota piantata da noi che in otto anni è diventata molto alta si è inclinata. Non sappiamo cosa fare prima. la mia domanda è questa: da cosa può dipendere questo cataclisma? Questi pini avevano molti anni, almeno trenta e quindi non capisco come si possono essere sradicati
così ed a questo punto che alberi converrebbe piantare in sostituzione ? Cosa posso fare per le palme colpite?
Grazie in anticipo per i vostri consigli…
😡
La maggior parte delle piantine che hai citato, qui sul litorale Laziale, crescono in modo naturale, ad eccezione di alcune quale la Archontophoenix e la dracena Draco, non conosco bene l’agave striata, ma comunque non penso che a Palermo ci siano problemi legati alle temperature minime.
Posso solo aggiungere alla tua idea, che le nursery Australiane adottano un sistema molto simile al tuo, l’unica differenza risiede che sono esposte alla luce solare e coperte con un film scuro (e umidità costante).
Non penso che dovresti avere molti problemi, attenderei però il prossimo ciclo lunare in coincidenza con una minore escursione termica.
Allora saluti e buona semina, caio. 🙂
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ciao a tuttiallora come detto in altro post..mi sono arrivati i primi semi e nello specifico:
WASHINGTONIA FILIFERA
TRITHRINAX ACANTHOCOMA
PHOENIX RECLINATA
TRACHYCARPUS FORTUNEI
JUBAEA CHILENSIS
DASYLIRION SERRATIFOLIUM
DRACAENA DRACO
AGAVE STRIATA
Archontophoenix Alexandraesono molto travagliato se farli germinare in camera di germinazione ( quindi lontano da casa ) o farlo in casa..sinceramente visto la bellezza della fase vorrei optare per farlo in casa..
e pensando pensando mi è venuta una idea che volevo confrontare..
mettere i semi in un mix terriccio, sabbia , perlite alto 8 cm circa, all’interno di casse termiche chiuse ( tipo quelle che si usano per il trasporto dei cibi caldi per capirci ) magari facendo qualche foro sul fondo per fare drenare..
il tutto chiuso da un coperchio sopra ( quindi germinazione al buio ) e lasciare la cassa all’esterno in giardino…
ricordo che vivo a palermo ad altezza praticamente mare , e la sera ormai non dovremmo mai andare sotti i 10°
che dite di questa idea ???
l’ho pensata prechè in questo modo dovrei riuscire a tenere umido il terriccio costantemente, non dare luce , ed evitare shock termici…
Salvo