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Ciao e benvenuto nel forum.
Se riesci a postare qualche foto è meglio, in particolare di quel picciolo con vermi, e le foglie nere, magari con qualche particolare.
Saluti, caio.
Ciao Garbo, spesso si può confondere la Paysandia con un altro lepidottero(innoquo per le ns. palme) simile, molto comune in italia Sarebbe gradita una foto, ma dalla tua descrizione, posso già confermati che è Paysandia, in quanto quando vola emette un suono caratteristico prodotto dalle sue poderose 4 ali.
Nell’attesa saluto, caio.
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Salve a tutti mi chiamo Giovanni e seguo il forum cercando di acquisire esperienza per quanto riguarda la coltivazione delle palme. Purtroppo esordisco in questo forum con una brutta notizia. Ho avvistato il farfallone in oggetto nei pressi di Mantova, domenica nel tardo pomeriggio e per poco non lo pesto. Ho potuto osservarlo con calma, era immobile per terra, ma quando ho cercato di afferrarlo è partito in volo radente sotto un cassonetto dei rifiuti emettendo un rumore prodotto dalle ali, tipico, da insetto. Mi hanno sorpreso le dimensioni notevoli, di farfalla non comune. Nella zona i Trachycarpus sono diffusissimi e ho notato qualche esemplare malconcio. Appena ho tempo faccio qualche foto per postarla all’attenzione degli esperti del forum.
Giovanni
Come prima prova, clicca sul logo del Forum posto in alto a destra…..buona consultazione.
Saluti e benvenuto, caio. 😉
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Ciao a tutti,sono nuovo di questo forum e avrei una richiesta da farvi: vorrei comprare semi di alberi da frutto esotici e tropicali, mi sapreste indicare qualche sito web che effettua la vendita on-line?
Grazie in anticipo a tutti…Ennio Villani
Se parliamo di un Responsabile fitosanitario Regionale………non la vedo bene.
Contatta subito un’azienda seria per avviare una lotta endoterapica, magari associata a trattamento radiacale e se possibile aereo.
Se l’agressione è allo stadio principale, puo provare il radicale + aereo.
Considera che il punteruolo è una specie molto “aggressiva”.
Incorcia le dita, buona fortuna.
caio.
Ciao Alex, ti ho inserito il link un vecchio post, dove puoi trovare alcune rispsote alle tue domande :
Per il resto è difficile definire quali specie può attaccare il punteruolo fuori dal suo areale.
S può comunque affermare che qui in italia per il 99% dei casi ha inserito nella sua dieta principale la comune Phoenix Canariensis.
Al momento attacchi su Washingtonia non ne risultano neanche da parte delal paysandia.
Saluti caio.
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Salve,qualcuno ha esperienza con il punteruolo rosso?negli ultimi due giorni ne ho catturati 2 vicino alle mia washingtonie!se attacca c’è rimedio?quali specie attacca? 😡
Greginson
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Complimenti, hai fotografato proprio degli esemplari spettacolari.
L’ultima foto è Super…..concedetemi licenza da “Palmologo”, sembra proprio una bella bimba nel suo Box.
Per usare un eufemismo locale, sembra proprio la Cocca de “Papà”. 😉
Magnifica, saluti caio. 🙂 🙂
A Michè, ma chissa è na pummarola…… 🙂
Il pomodoro Solanum lycopersicum è nativo delle zona del centro e Sud America tra il Messico e Perù. Gli aztechi lo chiamarono xitomatl, il termine tomatl indicava vari frutti simili fra loro, in genere sugosi. La salsa di pomodoro divenne parte integrante della cucina azteca. Alcuni affermarono che il pomodoro aveva proprietà afrodisiache, sarebbe questo il motivo per cui i francesi l’hanno chiamato pomme d’amour, “pomo d’amore”.
La data del suo arrivo in Europa é l’anno 1540, quando lo spagnolo Hernán Cortés rientrò in patria e ne portò gli esemplari; ma non ebbe assolutamente una coltivazione e diffusione fino alla seconda metà del XVII secolo.
Arriva in Italia nel 1596 ma solo più tardi, trovando condizioni climatiche favorevoli nel sud del paese.
Inzialmente il colore del pomodoro era l'”oro” da cui appunto il nome pomo-d’oro, il viraggio del colore dall’originario all’attuale rosso è dovuto grazie a selezioni e innesti successivi.
Infatti, nonostante le cultivar rosse siano le “uniche” presenti in commercio, le bacche del pomodoro possono assumere colorazioni differenti.
Si va dalle cultivar di colore bianco (white queen, white tomesol) a quelle di gialle (douce de Picardie, wendy, lemon), rosa (thai pink), arancioni (moonglow), verdi anche a maturazione (green zebra), e persino violacee (nero di Crimea, purple perfect).
In alcune cultivar la buccia è leggermente pelosa, simile alla pelle di una pesca.
Esistono pomodori lunghi (San Marzano), rotondi e molto grossi (beefteak), a forma di ciliegia, riuniti in grappoli (reisetomaten), e persino cavi all’interno (tomate à farcir).
In Italia attualmente ci sono più o meno 320 varietà diffuse in commercio, ma solo una ventina si possono ricondurre alla tradizione agricola italiana.
Tutte le altre sono ibride, risultato cioè degli studi di genetica, che si sono affermati dopo la prima guerra mondiale quando la ricerca iniziò a sfruttare i caratteri mendeliani semplici, lo stato diploide del pomodoro, il suo elevato grado di autofecondazione e la relativa facilità con cui potevano essere effettuati incroci manuali. In questi casi si parla di varietà brevettate.
Un primo tentativo di classificazione varietale in Italia fu compiuto nel 1903 da Luigi Trentin, direttore della Scuola Orticola al Lido di Venezia, il quale distinse le varietà da conserva (caratterizzate da pomodori a maturazione tardiva, dal frutto grosso e liscio), quelle per il consumo fresco (frutti con succo abbondante e maturazione più precoce) e quelle conservabili per l’inverno (bacche piccole e sode, spesso riunite in grappoli).
All’inizio del Novecento, le varietà che diedero gli sviluppi più interessanti furono la Fiascone e la Fiaschella, coltivate in Campania, dalla cui ibridazione naturale ha avuto origine il pomodoro perino, penso proprio quello che tu hai postato in foto (non ancora ben maturo e con le foglie sotto attacco fungino).
Si ringrazia per la pazienza e la partecipazione, si ringrazia Michelangelo per averci dato l’occasione di scoprire un panorama “inatteso” sul comune pomodoro, si ringrazia inoltre Wikipedia, per i richiami ai cenni storici sopra utilizzati.
Saluti a tutti, caio. 😉 😉 😉
Scritto Da – caio on 03 Settembre 2008 16:32:25
Forse confidiamo troppo nell’effeto serra nello sperare che le minime al nord non scendano sotto lo zero .
Le mi Gardenie qui a in Provincia di Roma sono al limite, quindi per limitare i danni, consiglierei di mettere al riparo la Gardenia, o al limite di proteggerela con del tessuto non tessuto bianco.
Nella primavera successiva valuterei lo stato dell stessa per decidere come esporla nel prossimo inverno…..a grandi linee.
saluti a tutti, caio. 🙂
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Per l’inverno, se le temperature *minime* invernali da te si attestano attorno allo zero, senza mai scendere oltre, la puoi lasciare all’aperto. In caso contrario va riparata all’interno in luogo freddo o coperta con TNT. In quest’ultimo caso non ti so aiutare poichè a me non serve.
🙂
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ciaociao…… piera.
provincia Bergamo 350 mt.s.l.m.NON amo le piante, cerco di “capirle”, di “sentirle” per il piacere di coltivare.
AMO i miei familiari, per loro, sono pronta a donare la mia vita. piera.Scritto Da – piera on 30 Agosto 2008 02:38:01
Ciao Emanuela, se la esponi per il primo anno in terrazzo, penso non ti sarà difficile coprire le foglie con del tessuto non tessuto bianco, per lo meno per quei pochi giorni in cui le minime picchiano verso il basso.
Ti sarà utile a capire bene i comportamenti della tua Archotopohenix, ed se e del caso ad evitare il disseccamento della folgie più esterne.
Saluti, caio.
Si, ma la differenza è che importandola dal Parguay, viaggio compreso, costeranno sicuramente 10 volte meno di quelle nostrane.
Globalizazione……purtoppo questo è il rovescio della medaglia. 😡
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si Giuliana, ma ti garantisco che a Palermo se ne possono trovare degli ottimi esemplari nei vivai più importanti, evitando inutili stress per le pianteGianni – Palermo
Confermo il consiglio di Giuseppe, è questo il periodo migliore per rinvasare o inserire a dimora palme e cycads.
per la faticca, fà parte del nostro hobby, altrimenti che gusto ci sarebbe…..
Per la Archontophoenix, procuragli il punto più riparato dai venti di Nord, nord-est se puoi.
saluti, caio. 🙂
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Grazie, Giuseppe e Fabio, operazione compiuta (però che faticaccia tagliuzzare tutto il vaso dell’Archontophoenix straripante di radici…)ora aspettiamo gli eventi.
Sono davvero belle, sapete? e soprattutto la roebelenii rimarrà con me per parecchi anni, visto la lentezza della crescita e le dimensioni comunque contenute della pianta. Spero che l’A lexandrae passi indenne il primo inverno, chi me l’ha venduta mi ha detto che è il banco di prova per la sopravvivenza….
🙂
Allora facci vedere le foto di questo spettacolo della natura.
io sono già aggraziato dalla stupenda foto postata da Sergio.
Tnx Sergio. 🙂
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davvero molto caratteristica…ho visto le foto di una in spagna con 7 o 8 teste!
ciao
Federico
Ravenna
🙂
Si……..una bella sfera di vetro, per svelare l’arcano ] 😀 😀 😀 😀 😀
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nessuna idea??
😀 😀 😀 😀 😀
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Spero di far cosa gradita:
“Cespo” di Chamaerops in primo piano
WASHINGTONIA – V. Robusta
Agave americana variegata in fiore e company…
Phoenix V.Canariensis
MUSA X Paradisiaca
WASHINGTONIA – V. Robusta.
… Spero dia aver integrato bene le varietà mancanti.
Oltre che del bel verde Siciliano, spero che nella vacanza abbia approfittato delle note specialità culinarie dell’isola…..
Saluti, caio. 🙂
Per rispondere a Sergio sulla lentezza di crescita della specie, per noi “palmofili” è quasi una consuetudine comune a molte specie del genere.
Volevo solo ampliare il post, formulando per l’appunto un interessante quesito maturato sull’ossevazione diretta di due Jubaee consorelle, da me coltivate.
Le stesse acquistate contemporaneamente nello stesso vivaio, sono state messe a dimora nel medesimo periodo e a distanza di 10 anni ho notato una notevole differenza di crescita, non solo, la più grande (almeno il triplo della sorella) al 3 anno ha anche subito un trapianto “forzato”.
Per tanto mi sorge spontaneo chiederti
con quante piantine hai avuto modo di riscontrare tale lentezza ?
Nel ringraziare saluto, caio. 🙂
Si esitono degli esemplari di chorisia speciosa sparse per il litorale Ligure, ma non sò dirti se il luogo è ideale o meno per la specie.
Qui a Roma sono al loro limite, infatti in inverno i rami più piccoli seccano per essere rimpiazzati l’anno successivo, poi il tornco non ha il tipico colore verde, che si riscontra negli esempalari Siciliani o Spagnoli.
E come vedo dalle foto i tornchi denotano proprio la mancanza di clorofilla nella parte più esterna dei tessuti, sintomo di sofferenza o di fote attacco di cocciniglia (che però escludo).
P.s. mandaci anche le foto di quando fioriranno.
Saluti, caio. 🙂
La prima è una Lagestroemia indica, di ottima resistenza alle minime temperature.
Per la seconda, la foto con le sole foglie non permette un esatto riconoscimento.
Saluti, caio.
Se ti può interessare, ti ho inserito la spettacolare fioritura di una brahea armata sita in giardino del centro di Palermo.
Non mi ricordo la via, ma mi ricordo bene che ad uno degli ingressi c’è un “granitaro” storico. 😛 😛 😛
Inseriscila la tua palma in uno spazio di pieno rispetto, la fioritura, come si vede è speccolare, peccato che la crescita e un pò lentina, saluti caio. 😉
Grazie comunque, sono gradite nel futuro novità circa l’aclimatamento in centro Italia .
Nel ringraziarti, saluto.
caio. 😉
Certo Sergio, ora che hai postato la seconda foto è ben evidente la differenza.
Scusa, ma i piccoli danneggiamenti folgiari, sono dovuti a micro attacchi fungini, o all’inverno passato ?
Tanks a lot.
Ciao, caio.
Grazie per le preziose info Sergio.
Rielvo infatti che contrariamente alla bibliografia consociuta, la palma e meno resistenze alle minime temperature, ma forse questo è dovuto dall’elevata umidità di Sabaudia.
Appena risolto con i problemi locali di Paysandia, proverò senz’altro a coltivarla, speriamo con successo.
Salutoni, caio. 🙂
Ciao Pietr, ma le sue esigenze climatiche ????
Grazie in anticipo per le info.
Saluti, caio. 🙂
Scusa Sergioo, approfitto della tua disponibilità, in quanto a vedere bene le foglie, le attaccature sono identiche a quelel dei Sabal, non vedendo lo stipite la cosa può confondere, oppure ho confuso io qualche specie nel mio giardino.
E’ possibile avere un dettaglio dell’attaccatura delle foglie sul tronco, ed anche della seconda foto, non postata.
Nel ringraziare saluto, caio.
Ciao Sergio e complimenti per la tua piantina, ma qualche nota in più sarebbe gradita averla, come l’età ad esempio.
Volevo anche chiederti cortesemente di inserire alcune info, quali ambiente, esigenze climatiche ecc. ovviamente la bibliografia più o meno la conosciamo, ma come noto i risultati in campo sono sempre più validi dei primi.
Grazie in anticipo per la tua disponibilità.
Saluti, caio.
Io continuerei a mantenere la Archontophoenix in vaso…………. fidati.
Certo l’archhontophoenix è spettacolare, ma non rinuncierei cmq alla Butia.
Per Sergio : se vuoi qualche piantina o seme di butia Capitata da provare, mandami un messaggio.
saluti a tutti, caio.
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Ciao Federico,se le cose stanno così, sono convinto che a Sabaudia c’è un’umidità dell’aria decisamente più alta di quella che può verificarsi a Ravenna.Sabaudia sorge su un lago, in una zona che era fortemente paludosa,con altri tre laghi molto vicini, all’interno del Parco nazionale del Circeo che ancora mantiene alcune limitate zone a palude così come erano prima della bonifica.
Non riesco a coltivare nemmeno una Butia. Mi consolo con le ArchontophoenixSergio…da me la butia va a gonfie vele…le archontophoenix ce le ho in vaso ancora e suppongo di metterle a dimora il prossimo anno.. chissà come andranno…..
una cosa è sicura…non ti puoi lamentare!!
Io sacrificherei volentieri la mia butia per un archontophoenix come le tue!!
P.S. Aggiornaci sulle fioriture della Archontophoenix sabaudiensis..o quercellensis?
Ciao
No, quello che vendono in selleria non è altro che il favino nettato e pronto per utilizzo zootecnico, risulta a vista come un bottoncino di colore giallo chiaro. nel nostro caso, si utilizza come concime, molto ricco di sostanze azotate.
saluti, caio.
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Ciao e grazie a tutti dei consigli…credo che li seguirò tutti…
Proverò con una cura di “ferro” o altri rinverdenti e sospenderò la concimazione..
Caio il favino si fa con gli avanzi delle fave ?
Ciao Ale, mi dispiace per la tua cycas, ma penso che devi provare a seguire i consigli che ti hanno fornito sino ad ora.
1) proverei con il verificare vicino alla cycade sofferente, se per caso è sopra un riporto, magsri di msteriale di risulta interrato durante la costruzione del vicino immobile.
2)cartata la prima ipotesi, prova a “diluire come cosngliato da Sergio” e vedi cosa succede, in questo periodo puoi abbondare con l’acqua, ma dopo la metà di aogsto mi fermerei.
Per le concimazioni, un signore qui in zona, mi ha consigliato di muovere il terreno superficiale in primavera, per interrare una due o tre manciate di favino (lo trovate nelle selerie) ha me ha dato ottimi risultati.
Saluti a tutti. caio.
Scusa Sergio, io parlo di quote comprese tra i 4 e i 5mila metri.
cmq è anche da notare che ho visto Papaie in ottima salute e con frutti matura sopra i 3mila metri.
Grazie per le info.
saluti, caio.
Grazie per le info Sergio.
Sai anche dirmi il periodo migliore per trattare l’attacco fungino ?
Per la Butia, sò che nel suo naturale areale di distribuzione Brasile-Argentina le piccole piante vivono spesso coperte dalle erbe locali, quindi pensavo che si trovavano a proprio agio in un ambiente umido.
Grazie per le info, saluti.
caio.
Provate con Vivai torsanlorenzo o mediterrean plant2.
Per la Sicilia e non solo, Vivai Natale Torre (seri disponibili e precisi).
saluti, caio.