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Ciao Buddino,
non riesco a recuperare il link relativo, ma non è un problema poiché non hai altro che cercare e digitare in rete “Solanum Torvum Ebay” e subito si apriranno le pagine relative ai semi da te ambiti…buona fortuna! 🙂
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Scritto Da – Antonio 46 on 14 Aprile 2012 01:47:04
Ciao Buddino,
lo speciale portainnesto di cui parli non è altro che il Solanum Torvum (appartiene alla famiglia delle solanacee); su questa pianta puoi anche innestare il pomodoro che, così come la melanzana, diventerà una pianta perenne.
I semi li puoi trovare su Ebay al prezzo di sei euro circa(per 300 semi)
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Ciao Angelo,
non hai una foto che la ritrae anche con le foglie?
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Ciao Claudio e benvenuto nel forum.
Prima che i numerosi esperti possano intervenire, dovresti indicare se hai il terreno per accogliere le eventuali piante, tipo di esposizione (magari a sud vicino ad un muro), se possiedi una serra riscaldata o non, o alla peggio, (così come capita a me che non punto per forza alla fruttificazione), se intendi coltivare le tropicali nei vasi e in balcone, con obbligo di ricovero invernale, all’interno di una veranda o peggio in casa.
Come vedi, caro Claudio, sono numerose le variabili che possono condizionare gli orientamenti della tua futura coltivazione.
Per quel che concerne la scelta di partenza, se da seme o dalla pianta già innestata ed acquistata in vivaio, ti consiglierei, potendotelo permettere e poiché non siamo più tanto giovani entrambi (scusa la schiettezza…io ho 65 anni), di prendere la scorciatoia a favore della seconda opzione: l’amico Paolo (di 67 anni e recentemente scomparso) mi sgridava bonariamente e con ragione quando gli portavo giovani piantine tropicali fruttifere ottenute da seme e per lo più dalla crescita lenta!
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Scritto Da – Antonio 46 on 11 Febbraio 2012 16:02:51
Ciao Angelo,
puoi sempre ricoprire la bottiglia con della carta stagnola che all’occorenza potrai sfilare per il monitoraggio delle radici.
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Carissimi amici,
ieri alle quindici sono stato da Paolo per l’estremo saluto; naturalmente ho porto alla vedova anche le condoglianze di tutti voi del Forum, cosa che ha molto gradito.
Prima della funzione, sono stato brevemente nel suo giardino, dove, fra le sferzate del vento gelido che penetrava fin nelle ossa e sbatteva irrispettosamente la porta della serra, tutto appariva per la prima volta così irreale, apparentemente senza senso…percepivo comunque la sua benevola presenza.
Al cimitero di Alassio, nonostante il maltempo e il vento che disturbava la funzione, c’era tantissima gente a dimostrazione di quanto Paolo fosse universalmente amato.
Più tardi, sull’autostrada per Torino dove i fari della mia auto illuminano timidi fiocchi di neve fra il turbinio del vento, percorro il viaggio di ritorno con il cuore e la mente più sereni per aver potuto salutare ancora una volta… l’ultima volta, il caro amico Paolo.
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Cari amici,
ho il cuore sanguinante e non riesco a rassegnarmi per la perdita di un grande ed insostituibile amico!
Negli ultimi tempi mi telefonava quasi tutti giorni manifestando ansia ed inquietudine per la stagione avversa…mi descriveva minuziosamente come aveva protetto dal gelo il Litchi e le sue amate Aloe…come aveva eliminato gli spifferi dalla sua serra…come rimediava la legna per la sua nuovissima stufa destinata a scaldare se stesso e l’inseparabile compagno a quattro zampe Gimmy, all’interno della sua casetta sotto gli ulivi, e così via con altre minuziose descrizioni.
Con l’amico Paolo di 67 anni, (due più di me) trascorrevo molto tempo al telefono: era sempre una piacevole sorpresa scoprire ogni volta e giorno per giorno, di aver condiviso e sperimentato in passato gli stessi interessi ed esperienze sue su vari fronti (pesca, funghi, subacquea, ecc.), le stesse affascinanti esperienze che ci vedevano molto simili, accrescevano la nostra amicizia e acuivano il rimpianto reciproco di non esserci conosciuti prima.
Una virtù che caratterizzava l’amico e caro compagno Paolo era sicuramente la sua proverbiale generosità, non solo manifestata con me al quale aveva insistentemente e gratuitamente proposto la condivisione del suo favoloso “Eden” all’interno di una nuova casetta in legno prefabbricata e a me e a mia moglie destinata, ma anche sperimentata felicemente da molti sconosciuti forumisti ai quali forniva gratuitamente e disinteressatamente talee, sementi e giovani piantine tropicali, facendosi per lo più carico delle spese postali.
Perito elettronico, egli stesso, aveva lavorato una vita nella manutenzione delle serre distribuite per tutta la Liguria, ed ora, da pochi anni in pensione, non desiderava altro che recuperare e trasformare il suo vecchio giardino affacciato sul mare e di fronte all’isola di Gallinara, in una rigogliosa oasi di piante tropicali dai frutti esotici ed insoliti; l’aveva ereditato in pessimo stato dai suoi vecchi genitori ed aveva investito gran parte della sua pensione per far aggiustare i numerosi terrazzamenti franati nel corso degli anni; per questo progetto si era fatto aiutare da uno straniero al quale aveva offerto una buona, duratura opportunità di lavoro e che aveva generosamente ospitato con la propria moglie in una proprietà adiacente al giardino.
Era felice ed orgoglioso ogni volta che una delle sue numerose piante tropicali produceva per la prima volta i suoi frutti; per questo evento sapeva fiduciosamente attendere, a volte per anni, come nel caso del suo vecchio Litchi di cui era particolarmente orgoglioso e che avrebbe dovuto produrre i suoi primi frutti proprio quest’anno!
La schiettezza del caro amico Paolo era una caratteristica che gli impediva di nascondere il suo malcontento di fronte al mio regalo di “tropicali impossibili” (Rambutan, Mangosteene ecc.) sia per l’estrema esigenza climatica indispensabile alla loro coltivazione e per i troppi anni occorrenti alla loro fruttificazione: Paolo non era più tanto giovane e preferiva essenze veloci ma soprattutto più concrete!
L’amico non godeva di ottima salute e in previsione di un possibile aggravamento della sua malattia (Spondilite anchilosante) che si trascinava da anni fra il tormento dei dolori e nelle notti insonni, aveva dotato tutte le numerose scale che collegano i vari terrazzamenti, di ampi gradini in cemento atti a facilitare l’uso di un’eventuale carrozzina, ma ultimamente stava proprio bene e nulla faceva presagire il drammatico epilogo.
Sono ancora incredulo per quanto è successo e non riesco ad immaginare il prossimo futuro senza quelle sporadiche visite ad Alassio….senza quei frugali pranzi consumati in amicizia e conditi da innumerevoli discussioni e scambi di esperienze reciproche sulle tropicali delle quali lui era un’ innamorato ed esperto maestro…né posso rassegnarmi all’idea di non poter più condividere con il compianto amico la favolosa e fortunata esperienza di pesca alla traina in Corsica di qualche anno prima.
Paolo, dalle radici marinare (suo padre era il comandante di una grossa imbarcazione) amava profondamente il mare e conosceva numerose tecniche di pesca che aveva appreso fin da giovinetto; pescava solo per mangiare (abilissimo anche in cucina) smettendo ben presto l’attività a causa della sopraggiunta scarsità di pesce dovuta al depauperamento del mare, fino alla scoperta della pescosa Corsica che a suo dire era come la Liguria 30/40 anni prima e che raggiungeva due volte all’anno con la moglie per qualche settimana di vacanza.
Grazie ai suoi preziosi insegnamenti ho potuto pescare e condividere anch’io con i miei famigliari di Torino alcuni chili di pesce!
Mi mancherà la sua generosa e sincera amicizia…le sue numerose telefonate….mi mancherà ancora la sua complicità e il suo incoraggiamento nel proseguire la coltivazione e la sperimentazione di queste difficoltose essenze…mi mancherà il suo ritmico tamburellare delle dita sul tavolo del suo giardino, durante l’attento ascolto della mia fisarmonica e della mia tromba, in occasione degli annuali raduni ad Alassio…
mi mancherà la sua profonda saggezza….
ma soprattutto… mi mancherai tu, caro amico Paolo!
Ad Amalfi esiste una targa che dice pressappoco così: “quando gli amalfitani renderanno l’anima a Dio e andranno in Paradiso, per loro sarà un giorno qualunque!”….
ed io, per la straordinaria bellezza di quel giardino impreziosito dal mare fra ulivi e caprette tibetane, che ha accompagnato ed allietato gli ultimi più bei giorni della tua vita, desidero fortemente credere che anche per te, caro ed insostituibile amico Paolo, oggi, sia un giorno qualunque!
Cari amici, per commemorare la scomparsa del nostro compianto amico Paolo, ho pensato di riproporre un mio vecchio post a lui dedicato e scritto con il cuore proprio in questi stessi giorni ma un anno fa:
http://www.compagniadelgiardinaggio.it/phpBB3/viewtopic.php?f=7&t=25689
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Scritto Da – Antonio 46 on 06 Febbraio 2012 08:34:19
Scritto Da – Antonio 46 on 06 Febbraio 2012 08:36:21
Scritto Da – Antonio 46 on 06 Febbraio 2012 08:38:58
Scritto Da – Antonio 46 on 06 Febbraio 2012 08:40:02
Non ti preoccupare…
se la tua passione è sincera e duratura diventerai presto abile e agile nel rispondere su questo straordinario forum!
Benvenuto Giulio,
molto spesso, e proprio in questo particolare periodo dell’anno, dove è più facile il reperimento di frutti tropicali, succede che questi semi germinano inizialmente ed apparentemente senza problemi, regalandoci ottimismo e brevi illusioni.
In conseguenza di ciò, noi abbassiamo istintivamente “la guardia” della diffidenza, lasciandoci prendere dall’entusiasmo iniziale, dimentichi della scarsa esigenza idrica quale conseguenza alle corte giornate invernali; dosiamo le nostre irrigazioni badando più al cuore che alla ragione, quella stessa ragione che viene offuscata dal troppo amore ed ansia che esprimiamo ad ogni momento con esagerati monitoraggi visivi sui nostri teneri germogli (che spesso vorrebbero essere lasciati in pace).
Tutto ciò si traduce in uno sbilanciamento idrico che sfocia nel classico “marciume radicale” di cui io sono (ahimè) maestro!
Che dire, caro Giulio, non ti arrendere…
utilizza dei terricci ricchi di ammendanti che facilitano il drenaggio, ma soprattutto continua le tue appassionanti coltivazioni con almeno più esemplari per tipologia, con la consapevolezza che non tutti i tuoi semi andranno a buon fine….
buona coltivazione!
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Cari amici,
Ho già messo da parte I piccoli semi per l’eventuale prossima coltivazione, anche se ho il timore che, così come saggiamente afferma Paolo, abbiano raccolto i frutti prematuramente a discapito della maturità necessaria per la germinazione dei medesimi semi.
Per Pietro e per Giuliana:
avete ragione…similmente ad un giocatore d’azzardo, ogni fine settimana sento il bisogno fisiologico di recarmi dagli amici negozianti a Porta Palazzo, e non basta più la solita telefonata, ma devo presiedere personalmente per constatare e testare di persona gli ultimi arrivi delle ambite e rare primizie. 🙂
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Che meraviglia….Beato te!
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Caro Datura,
il gusto del Rambutan ricorda verosimilmente quello del Litchi e del Longan ma non nella forma che è ovale e con una colorazione traslucida.
Questi frutti ed altri altrettanto inconsueti, proprio in questi giorni, li potrai trovare nei centri commerciali o nei negozi etnici della tua città.
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Ciao Datura, e buon Natale!
al momento ho una decina di piantine in buona salute nel germinatoio e altrettanti semi a germinare sopra il decoder del televisore.
Si tratta di un’essenza notevolmente difficoltosa nella fase di crescita successiva ai 20 centimetri per motivi ancora oggi inspiegabili e che intendo sperimentare caparbiamente all’infinito fino alla risoluzione definitiva del problema: Non avremo mai un albero di Nephellum Lappaceum a Torino ma se almeno da Torino arrivassero le indicazione per coltivarlo in zone d’Italia appropriate il mio appassionante lavoro non sarebbe stato vano.
Ti allego un post relativo alla coltivazione di quest’essenza :
http://www.compagniadelgiardinaggio.it/phpBB2/viewtopic.php?t=26219&start=0&postdays=0&postorder=asc&highlight=
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Ciao Palmpassion e benvenuto in questo forum,
prima di tutto dovresti indicare la regione in cui abiti e se intendi coltivare le tue giovani tropicali in serra riscaldata, in serra fredda, in vaso e in casa o in piena terra, anche se a mio modesto parere sembra un tantino prematuro pensare oggi all’innesto di questi giovani virgulti, tenendo presente che in questa stagione sopraggiungerà presto anche la fase più critica per la loro sopravvivenza: le giornate si accorciano e nel contempo diminuisce la loro esigenza idrica difficilmente quantificabile e che nella coltivazione iniziale (ovviamente in vaso) rappresenta la maggiore causa di marciume radicale responsabile della loro morte, specialmente per la Papaya, dall’apparato radicale delicatissimo.
Fino ad oggi, almeno per il Litchi, l’Avocado e il Mango, la loro crescita è stata influenzata positivamente dalle ricche sostanze contenute nei rispettivi Cotiledoni, ma d’ora in poi le tue piantine dovranno marciare con le proprie gamb..radici e in questo periodo di scarsità di luce e di calore, potrebbero facilmente e specialmente nel mese di gennaio e di Febbraio, come già accennato sopra, incappare nel classico marciume radicale.
Dunque, caro Palmpassion, lasciamo prima passare l’inverno prima di pensare ad un’eventuale innesto o impollinazione…ricordandoci di chi pensava al ricavato dalla vendita della pelliccia dell’orso, prima di averlo ancora catturato! 😀
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Cari amici tropicalisti e non,
la pigrizia e qualche altro motivo mi ha nuovamente indotto a tralasciare i promessi aggiornamenti relativi alla coltivazione del Durian; probabilmente tutto ciò è dovuto alla delusione e alla consapevolezza di non aver ricevuto gli agognati semi nei tempi giusti nei quali li avevo richiesti e averli di conseguenza seminati molto più tardi con la produzione di piantine non sufficientemente robuste per affrontare i prossimi rigori invernali, sia pure nel tepore del mio rassicurante appartamento di Torino.
Come già precedentemente scritto, lo scorso anno avevo ricevuto i semi dalla Malaysia ai primi di marzo ed ero riuscito, sia pure con poca o nessuna esperienza in merito, a farli sviluppare velocemente nella stagione giusta, ottenendo delle belle e sane piantine scontratesi con la mia errata scelta del terriccio che, insieme all’approssimarsi del rigido inverno torinese, ha decretato la fine della loro giovane esistenza.
Allego comunque due foto che ritraggono le ultime due piantine di Durian Zibethinus che ancora resistono ai cambiamenti apportati dalle mutate condizioni climatiche stagionali e, peggio…alla mia proverbiale e palese testardaggine. 🙂
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
quote:
Ciao Antonio
non per farti concorrenza ma io sulla mia pianta di “sorprese” ne ho tre, aspetto la fioritura poi metto la foto 😀
Giuliana
Non vale Giuliana…io ho aspettato sette lunghi anni! 😀
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Cari amici,
il fiore, o quello che restava di esso, è definitivamente caduto insieme alle mie flebili speranze…..
Ma non è ancora finita poiché questa mattina ho trovato in balcone una nuova piacevole sorpresa:
E a quanto pare non solo il solo ad averla scoperta…
Sarà un piacere, cari amici, riproporre nuovamente gli aggiornamenti. 🙂
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Ciao Angelo,
non lasciarla crescere disordinatamente ma avvolgi alcune talee ricavate dalla tua stessa piantina (dopo aver fatto cicatrizzare le loro ferite) intorno ad un robusto tutore (come quelli ricoperti di vegetazione secca utilizzati per supportare i Potus)e vedrai che nel giro di un paio di anni il tutto assumerà l’aspetto di un albero al pari delle coltivazioni Malaysiane così come ho fatto io alcuni anni fa.
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Ciao Angelo,
effettivamente mi rendo conto di aver involontariamente omesso gli aggiornamenti relativi alla coltivazione del Durian (le piantine dell’anno precedente sono purtroppo decedute a causa di una scelta errata del terriccio e per vari motivi ancora non del tutto chiariti)
Quest’anno, nonostante la mia buona volontà e prontezza di riflessi, non sono riuscito ad avere i semi in tempo utile per la loro precoce crescita a garanzia della loro stessa sopravvivenza all’approssimarsi del lungo inverno torinese, e tutto ciò a causa dei problemi di spedizione che hanno fatto slittare l’ambìto progetto di alcuni mesi mettendo a rischio le attuali giovani e tenere piantine, sbocciate tardivamente nel tepore del solito miracoloso germinatoio.
Per questo “nuovo raccolto” ho utilizzato un terriccio di ottima qualità integrato con vari ammendanti atti a favorire l’ossigenazione delle radici, e il tutto in bottiglie di plastica scura dal forte potere drenante, a vantaggio dello sviluppo verticale delle stesse.
Allo scopo ho utilizzato una decina di semi arrivati tardivamente dalla Malaysia dopo varie peripezie, ed altri semi dalla strana forma schiacciata, ottenuti da due grossi frutti acquistati nei negozi etnici vietnamiti e dal costo proibitivo.
Allego le relative foto con la promessa di solleciti aggiornamenti.
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Cari amici,
mi vergogno un po’ a dirlo, ma per l’impollinazione manuale del fiore in questione ho utilizzato dei fiori di melo e pero nani coltivati in vaso e che avevano precedentemente avuto dei problemi tornando incredibilmente a rifiorire.
Allego la foto del fiore di Hylocereus dove si intravvede nella parte posteriore un piccolo abbozzo del caratteristico frutto denominato Pitaya o Dragon Fruit che a giorni sicuramente cadrà insieme alla mia recondita speranza…
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Cari amici,
anch’io al ritorno delle vacanze ho trovato una piacevolissima sorpresa alla quale oramai non speravo più:
un enorme fiore giallo seminascosto dalla ringhiera del balcone segnalava allegramente la prima fioritura del mio Hylocereus Undatus dopo circa sette lunghi anni!
Tutto ciò è successo durante una rapida ispezione notturna fatta con la pila per constatare lo stato di normalità delle numerosissime piante tropicali lasciate alla mercé del nuovo irrigatore automatico e la sorpresa è stata così grande che ci ho messo un po’ per vincere l’incredulità e prendere atto dell’insolito fenomeno.
Per l’esperienza acquisita con il Cereus Peruvianum che ha lo stesso tipo di fiore ma più piccolo e che fiorisce in una sola notte, decido in gran fretta di fotografare il gigantesco fiore utilizzando il flash della fotocamera con risultati discutibili ma indispensabili per la documentazione e per la solita condivisione con voi.
Che dire, cari amici, e pensare che stavo quasi per arrendermi !
Riflettendo sugli ottimi risultati di Giuliana, pensavo già di mandarle, oltre ai meritati complimenti per il suo Hylocereus in fiore, anche una richiesta per una talea dalle probabilità di fioritura più concrete… ora non serve più ma rimangono comunque l’ammirazione e i sinceri complimenti per la cara amica.
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
quote:
Ciao a tutti, chi conosce questo frutto Diospyros digyna (kako nutella)?
Ciao Mirko,
anch’io avevo una piantina di Diospyros digyna ottenuta con i semi acquistati all’isola della Reunion e successivamente deceduta per motivi inspiegabili.
Il minuscolo tronchetto della piantina di dieci centimetri circa era nero come l’Ebano, che come si sa è un legno duro, compatto e scuro, ottenuto da diverse specie di alberi del genere Diospyros, della famiglia delle Ebenacee.
In occasione dell’Euroflora 2011 ho avuto l’occasione di vedere la pianta dal vivo con il suo caratteristico fogliame lucido e lanceolato.
Poco tempo fa ricevetti in dono da Lucia Barabino un frutto di Diospyros digyna dalla consistenza dura e dall’aspetto immangiabile che misi a maturare in un sacchetto in compagnia di alcune mele.
La produzione dell’Etilene prodotto dalle mele, così com’è noto, favorisce la maturazione di numerosi frutti come i Kaki, per l’appunto, e dopo alcuni giorni, l’insolito frutto tropicale (che seppi da Lucia coltivato e pervenutole dalla Sicilia) cambiò colorazione e consistenza diventando scuro e morbido al tatto, quale segno tangibile della sua avvenuta maturazione.
Confesso che l’aspetto della polpa dalla caratteristica colorazione scura e dalla consistenza burrosa come quella dell’Avocado maturo non aveva nulla d’invitante, il sapore ricordava vagamente quello dei nostri Kaki, ma molto meno dolce e gustoso,(probabilmente a causa della coltivazione in zona subtropicale).
La leggera delusione per il mediocre sapore è aumentata quando all’interno dell’insolito frutto non vi ho trovato i relativi semi, utili per tentare nuovamente e pazientemente la sua coltivazione.
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
quote:
La crescita è molto più veloce dei Litchi e le piante si comportano bene in inverno, in questo momento i rami sono pieni di infiorescenze.
Bene Max,
sono felice di apprendere questa buona notizia relativa alla precocità del Longan, poichè stò coltivando alcune piantine anche per l’amico Paolo di Alassio che potrà così affiancarle ai suoi Litchi al loro primo e miracoloso anno di fioritura.
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
quote:
Ciao Antonio,
immaggino che la pianta sia alta all’incirca 2metri,ho mi sbaglio?.
non ti sbagli Aecreazioni, e penso che proprio per questo motivo, oltre alla luce e l’igrometria necessaria, si potrebbe tentare la coltivazione del Theobroma Cacao in serra riscaldata ad uso amatoriale o collezionistico e non certamente per la produzione del cacao.
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
quote:
altri 100 semi e la moglie cosa dice ??
Angelo
…mia moglie mi canta:”sono 100 giovani e forti…presto saran morti!” 😀
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Complimenti Giuliana per le splendide foto.
I tuoi semini di Averrhoa Bilimbi hanno cominciato a germogliare ma così come successe alcuni anni addietro e con la stessa essenza, qualche germoglio di questi è marcito subito dopo la nascita…probabilmente sono molto delicati alla partenza e sarà dura farne almeno un piantino…grazie ancora.
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Cara Giuliana,
non credo che in vaso crescerà molto…ogni tanto le mostrerò le cesoie, e se non bastano…mi farò prestare la motosega da Paolo! 😀
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
quote:
Una mia amica mi ha fatto vedere una foto di un frutto della Thailandia
Sembrerebbe una qlc varietà di litchii ??
Che ne pensate ??Angelo
Ciao amici,
confermo che si tratta di Longan…se ne trovano facilmente e in abbondanza proprio in questi giorni nei negozi etnici della zona di Porta Palazzo qui a Torino.
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Ciao Gianni,
hai ragione nell’ affermare che il Durian non può fruttificare in vaso…questo lo sappiamo tutti!
Anche la Pachira Acquatica coltivata in vaso (così come tante altre essenze tropicali che fruttificano nei loro luoghi d’origine) non si sottrae a questo crudele destino, tuttavia, la medesima e da pochi anni, viene impiegata con successo quale pianta d’appartamento.
Il Durian lo coltivo sperimentalmente senza mai pensare ad una futura ed eventuale fruttificazione…ma se poi a Torino avverrà nuovamente un “miracolo”, come nel caso della mia straordinaria Papaya che ha fruttificato in vaso…ben venga…sognare non costa nulla! 🙂
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Ciao Angelo,
io penso che l’ingiallimento fogliare della tua giovane pantina di Mango sia da imputare all’ eccessiva insolazione dovuta, in quest’anno anomalo, al transito dall’inverno all’estate senza il necessario passaggio attraverso la primavera; anche alcune delle mie numerose piantine hanno accusato lo stesso problema poichè le giovani e tenere foglie non hanno avuto il tempo di prepararsi alle nuove e forti esposizioni solari di quest’ultimo mese.
E’ un pò come se noi per abbronzarci prendessimo troppo sole al nostro primo giorno di “mare” con le conseguenze catastrofiche che tutti conosciamo; altra cosa è prenderlo un pochino alla volta abituando e rinforzando l’ epidermide fino ad una totale e benefica esposizione solare.
Vedo comunque che la tua giovane piantina ha prodotto delle nuove foglioline, inequivocabile sintomo di buona salute, e che dovrebbero svilupparsi questa volta senza problemi. 🙂
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B