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Ciao dddemmars,
hai perfettamente ragione…che occhio…complimenti!
Io, pur conoscendo le due tipologie, non ho voluto rientrare nel merito della questione poichè da una precedente discussione su di un altro Forum, era emersa l’ambiguità sessuale del mio fiore di Papaya.
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Ciao Thea,
l’altro giorno ho rivisitato un grosso ed importante garden dell’Interland torinese, rimanendo incantato ad ammirare numerosi splendidi esemplari di Coffea Arabica dall’età imprecisata ma dal tronco massiccio e sicuramente vetusto.
Il prezzo si aggirava intorno ai 90 / 120 euro e se non avessi avuto già i miei due esemplari di 6 anni…
A proposito…quest’anno avrebbero dovuto fruttificare ma temo che sia ormai troppo tardi, rimandando il felice evento per il prossimo anno.
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Grazie Marco,
io metto l’amore, la passione, il tempo libero…e la Natura fa il resto!
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Ciao Pietro,
lo farei proprio volentieri…se disponessi di più spazio.
Comunque non demordo e con la stessa foga e accanimento di chi insegue la fortuna col “Gratta e vinci”stò già coltivando nuovamente tre Papaye della varietà “Solo” di provenienza Isola della Reunion che in ambiente idoneo dovrebbero raggiungere un’altezza di tre metri circa (in vaso sicuramente meno) mentre ci sarebbe ancora la varietà “Colombo” (che non ho ancora ordinato e che è dichiarata per i due metri e mezzo) adatta eventualmente anche per la serra di Paolo44…ed infine la rara varietà “Pusa Nana” dalle dimensioni contenute ma che quest’anno è assolutamente introvabile!
Più che altro, oltre alla cura della Papaya in questione acquistata la scorsa estate da Lucia e che gode di ottima salute, mi accanisco sulla coltivazione di quest’essenza, l’unica dopo 5 anni di tentativi falliti, a non aver superato l’inverno torinese, sia pure nel tepore dei 18 gradi della mia veranda, coccolata e in compagnia delle altre numerose tropicali.
Caro Pietro, ti confesso di essere già soddisfatto per quella splendida fioritura fuori stagione che il mio “Papayo” mi ha generosamente regalato lo scorso autunno e se poi “le rose fioriranno” sarò immeritatamente ancora più felice!
Un caro saluto a tutti con la promessa di aggiornarvi sugli auspicati prossimi sviluppi. 🙂
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Ciao carissimi amici,
anche se il mio Mango non fa testo poiché è coltivato in vaso e trascorre in veranda il lungo inverno torinese, desidero comunque mostrarvelo nella sua prima fioritura.
Il Mango in questione, della varietà “Osteen” e di provenienza spagnola, l’ho acquistato ad Ischia la scorsa estate in occasione di una breve vacanza.
Per farlo fruttificare ho adottato l’impollinazione artificiale e adesso, incrociando le dita, attendo pazientemente gli sviluppi che sarò felice di postare e condividere con voi.
Un caro saluto a tutti. 🙂
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Complimenti Andrea..hai anche migliorato la mia tecnica..
Se devi assentarti per parecchi giorni puoi coprire di Tnt per evitare l’eccessiva evaporazione dell’acqua.
Io di solito tolgo la pellicina dal seme ma penso che lasciarla alla fine sia influente.
Buona coltivazione 🙂
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
…non penso proprio, Giuliana, a meno che non avvenga un miracolo fra le tropicali, all’interno della mia magica veranda!
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Ciao Giuliana,
questa volta Richard Wagner è estraneo al successo della serena “navigazione” del mio seme di Avocado.
Ho cercato in rete qualche schizzo che spieghi esattamente il posizionamento del seme per la sua germinazione ma invano e così ne ho fotografato uno dei miei in varie posizioni con la speranza che possa chiarire i tuoi giustificati dubbi.
Spesso i nostri semi di Avocado, a causa di vari cultivar, appartengono a due tipologie diverse: a forma di uovo la prima e a forma sferica la seconda.
Nella tipologia con la forma a uovo è estremamente facile riconoscere la porzione o la base da immergere nell’acqua che è quella solitamente più larga in contrapposizione alla punta o cuspide sulla parte superiore del seme, nettamente più stretta.
Nella tipologia a forma sferica, come ampiamente illustrato nelle foto, basta cercare il punto (quello della base che verrà immerso nell’acqua) facilmente riconoscibile poiché è l’unico, con una leggera depressione al centro, a permettere al seme stesso di rimanere in piedi su di una superficie piana senza rotolare. 🙂
Antonio
Parte inferiore del seme che dovrà essere immersa
Parte superiore del seme perfettamente sferica
Particolare che evidenzia la piccola depressione centrale
Alternativa di coltivazione senza l’uso di stuzzicadenti
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
…prosegue serenamente la “navigazione” del mio Avocado trapiantato in vaso… 😀
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Che invidia..Pietro…
a volte mi domando che ci faccio qui a Torino..
..a coltivare in vaso ciò che tu puoi coltivare in piena terra…
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Ciao Thea,
ti consiglio di coltivare le tue future piantine di Caffè in un terriccio per piante acide ricordando che quest’essenza, appartenente alla famiglia delle Rubiaceae, è cugina della Gardenia e come tale necessita di acqua non calcarea e, come già detto sopra, di terriccio specifico per acidofile.
Occorrono circa sei anni per la fruttificazione in ambiente idoneo ma rimane il fatto che è pur sempre una bellissima pianta e vale la pena di coltivarla anche solo come pianta d’appartamento. 🙂
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Ciao Angelo,
penso che puoi già da adesso trapiantare i tuoi Ltchi, sia pure con molta cautela.
Lo dico con cognizione di causa poichè anch’io li ho trapiantati e rinvasati proprio in questi giorni con successo.
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Ciao Angelo,
potresti provare a metterne due fuori e due dentro e sperimentare personalmente la differenza…
peccato non avere qualche seme in più…
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
quote:
spero tu non me ne voglia per le mie facezie sull’età e sul barolo 🙂
volevo consigliarti di dare ogni tanto un concerto per le tue piante.
Stai tranquilla Giuliana…non te ne voglio affatto..anzi..mi sei simpatica!
Volevo altresì dirti che pratico già da anni la “phitomusicoterapia” per le mie amate piante…ti allego il link relativo che avevo scritto tempo fa.
Un abbraccio affettuoso e a presto 😀
Antonio
http://www.compagniadelgiardinaggio.it/phpBB2/viewtopic.php?t=9073&start=0&postdays=0&postorder=asc&highlight=
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
quote:
la mia preferita e’ strelitzia nicolai, dopo averla vista su una terrazza di roma, sembrava una giungla in miniatura.
Si..in effetti è molto bella anche se impegnativa per le notevoli dimensioni..e adesso ci stai provando anche tu..
appena possibile allegaci una foto.
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
quote:
sono stato in africa poche settimane fa e ho visto papaye alte come palazzi di tre piani e con vari rami, credevo avessero solo un tronco e invece…..
Lo sappiamo..lo sappiamo che ti sei divertito.. mentre a noi è toccato consolarci con la visione virtuale della nostra Africa domestica! 😀
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
quote:
conosco un tipo che fa uso spropositato di aloe vera , ha 75 anni e va a ballare in discoteca….se lo vedi gli dai 50 anni portati bene.
Hai sentito Giuliana?
…che dici se cominciamo fin da subito a coltivarla? 😀
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
quote:
tolte e regalate, ma non so che fine abbiano fatto.
E’ un peccato non sapere almeno come stanno e se sono ancora vive, dal momento che si tratta di una tropicale fra le più difficili da coltivare: le mie nove sono ormai tutte morte ma mi prendo il premio di consolazione con la magnifica Papaya di Lucia (alta un metro e venti) che quest’anno dovrebbe entrare nel suo terzo anno di vita…unico rimpianto…peccato non essere io ad averla prodotta da seme.
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
quote:
diamine Antonio (altri tempi….) non stiamo parlando di preistoria 😀 😉
Hai ragione, cara Giuliana…mia quasi coetanea…è che il tempo, alla nostra età, scorre troppo velocemente…e se da una parte c’è il vantaggio di veder crescere rapidamente le nostre amate piantine, dall’altra ci troviamo tutto ad un tratto con molti anni in più sulla gobba e tanta nostalgia…per i famosi ghiaccioli al Tamarindo! 😀
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
quote:
e poi come al solito le eliminai per la mia solita cronica carenza di spazio
…gli hai sparato? 😀 😀
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
quote:
e forse e’ gia’ tardi….
…ma non per un miracolo! 😀
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
…è ormai un seme “navigato” 😀
Antonio
Ciao amici,
eccomi di nuovo a voi con una bella foto della mia carissima Papaya in ripresa vegetativa, anche per la complicità del tempo che ha regalato a noi torinesi numerose e splendide giornate primaverili.
La controllo tutti i giorni con la segreta speranza di scorgere qualche piccolo accenno di fioritura come successe nello scorso autunno e di cui allego la foto. 🙂
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
quote:
il tamarindo fruttifica in vaso ? o comunque fruttifica in italia ?
Ciao Costiero,
dalle scarse informazioni in rete si può dedurre che il Tamarindo (Tamarindus Indica) dalle particolari foglie pennate e sensitive possa anche fruttificare se coltivato in un vaso adeguato, magari in un’isola favorevolmente calda come la Sicilia, sostenuto con dei fertilizzanti specifici e ricoverato necessariamente in serra calda l’inverno.
Quello del ricovero obbligatorio è una delle probabili cause della sua scarsa coltivazione che rimane esclusivamente a livello amatoriale ed in vaso.
Altra causa è il frutto leguminoso, scarsamente commerciabile e competitivo, conosciuto e ricordato (da noi di una certa età) per l’indimenticabile aroma dei ghiaccioli di quando eravamo ragazzi. 🙂
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
quote:
… poi tu Antonio le pianti le riconosci dall’odore delle foglie 😎 😎Paolo
E’ vero, caro Paolo, e te ne sei ricordato! 😀
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
…ma ricordiamoci, caro Bearking, miracolo permettendo, che prima di mangiarci i frutti, godremo anche di una splendida fioritura 😀
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Ciao Bearking,
comparando la Lagerstroemia Indica ampiamente descritta ed illustrata in rete con la tua essenza, non trovo che ci sia una grande somiglianza, mentre invece trovo che il tuo magnifico bonsai assomigli di più all’Eugenia Uniflora o quantomeno ad una di alcune varietà di Eugenia.
Per maggior chiarezza allego tre foto di piante bonsai da me ritenute di Eugenia uniflora, fatte in un garden e definite dal vivaista semplicemente “piante del The”.
La quarta foto rappresenta la mia piantina ancora molto giovane ma dalla straordinaria somiglianza con l’essenza del bonsai.
Concludo confermando la periodica squamatura del piccolo tronco (un po’ come nella pianta del Caffè) della mia Eugenia Uniflora.
Antonio
Bonsai di Eugenia
Chioma dell’Eugenia
Dettaglio dell’Eugenia
Dettaglio della mia piccola Eugenia Uniflora
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Ciao Gabrixx,
come è finita la storia dei semi di caffè e del suo relativo bagnetto verde?
E’ passato quasi un mese dal tuo primo quesito e la nostra curiosità scimmiesca è sempre più desiderosa di sapere . 😀
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
Cari amici,
abbiamo dimenticato di consigliare all’amico Orfeo il Tamarindo (Tamarindus Indica) che io possiedo e coltivo in vaso come un bonsai già da diversi anni con molta soddisfazione.
Ne possedevo diverse piantine, e quando ho capito la sua discreta rusticità (anche se va riparata durante l’inverno) ho regalato gli esuberi agli amici, trattenendo semplicemente questo unico esemplare che mi fa compagnia da quasi cinque anni. 🙂
Antonio
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
quote:
Ho una trentina di alkekengi da trapiantare, da serra fredda in pieno campo.
Hanno un anno di vita: vorrei sapere se e’ meglio trapiantarle al primo anno e in che periodo dell’anno(zona milano)
ANGELO
Ciao Angelo,
io penso, per esperienza diretta fatta con una pianta di Phisalis Peruvianus di un anno, ottenuta da seme e sopravvissuta al rigido inverno torinese, che puoi tranquillamente trapiantare le tue trenta piantine in piena terra, aspettando, magari, che il caldo primaverile si stabilizzi su delle medie più rassicuranti.
La mia pianta di quasi tre metri, è deceduta durante l’inverno lasciando miracolosamente sopravvivere un piccolo germoglio di cinquanta centimetri, a testimonianza della sua peculiare rusticità.
Allego alcune foto per la descrizione di quanto sopra.
Antonio
La pianta di Phisalis Peruvianus al culmine vegetativo
Alcune infiorescenze
Il sopravissuto germoglio oggi
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B