Forum replies created
Io ti consiglio il primo link, il prezzo non è eccessivo e solitamente sono generosi sulle quantità (con me lo sono stati 😀 ).
Noci (BA)
USDA 8b
opsss!!! MI sono dimenticato i riferimenti.
http://www.meteoterradotranto.net/archivio.html
http://www.ilmeteo.it/portale/archivio-meteo/Noci/2009/Febbraio
Noci (BA)
USDA 8b
quote:
Forse nella zona di Bari si potrebbe tentare con successo la coltivazione all’esterno dell’A. cunninghamiana.Non so se qualcuno abbia già tentato. La minima invernale è inferiore a -3°C/-4°C?
Dipende secondo me, come ho già detto,anche dal particolare tasso di umidità (soprattutto di notte) del posto.Penso che con le minime di cui sopra ed un basso tasso di umidità non ci dovrebbero essere problemi.
Purtroppo quelle temperature minime sono limitate solo ad alcune zone costiere; da me a Noci (vedere gioia del colle come riferimento) la minima assoluta è di -8°C; ma soprattutto i giorni con temperature sotto lo zero sono parecchi (circa 15 ogni anno) e non sono rarissime giornate in cui neanche la massima va oltre lo zero. 😡
Quindi da me e rigorosa la serra fredda.
Tuttavia questo non mi scoraggia e anche se dovrà vivere in serra fredda per tutta la sua vita, mi piacerebbe davvero moltissimo averla.
Noci (BA)
USDA 8b
quote:
Tuttavia rimango personalmente abbastanza scettico sul fatto che in una sola generazione il DNA si possa modificare per l’adattamento a mutate condizioni
Con riferimento a quanto riportato su un forum americano, vorrei dire che la resistenza al freddo di una palma varia in generale col variare del tasso di umidità nell’aria.Purtroppo questo spesso non si tiene presente. In Sabina coltivo una Livistona australis che ha superato più volte -10°C solo con lievi bruciature perchè il clima è molto asciutto.
Sono pienamente d’accordo con te riguardo alla mutabilità genetica determinata dalle condizioni ambientali; quindi non mi aspetto che le piante nate da semi italiani abbiano una rusticità notevolmente superiore rispetto a quelle ottenute da semi australiani; ma solo un tantinello di più, almeno da poter essere coltivati in serra fredda dalle mie parti.
Per quanto riguarda l’umidità, sono a conoscenza dell’influenza negativa esercitata nei confronti della resistenza al freddo, ma con quell’esempio non volevo far pensare (tant’è che non lo penso neanche io!!!) che si potessero coltivare archontophoenix ovunque in italia.
Noci (BA)
USDA 8b
Che cosa intendi per “piantata in gruppo”???
L’Arenga Engleri è una palma pollonate, quindi l’effetto “gruppo” se lo crea già da sola.
Noci (BA)
USDA 8b
Acciderbolina!!! (per non essere volgare 😀 )
Quindi è come il T. Takil, di cui tutti hanno i semi in vendita, ma solo pochi (o nessuno) possono garantire che non sono dei T. Fortunei usciti male!!!
Noci (BA)
USDA 8b
Non intendevo a livello di ricerca scientifica (ovviamente gli interessi in gioco non sono sufficienti per convincere una qualsiasi azienda ad effettuare gli investimenti necessari!!!), ma a livello di sperimentazioe privata, cioè se avevi sperimentato la resistenza al freddo di piante nate dai tuoi semi.
Te lo chiedo perchè su di un forum americano ho trovato un post in cui si riportava la notizia di archontophoenix cunninghamiana, coltivati nella zona montana del sud australia, in grado di resistere a punte (non durature) di -8°C.
Tale resistenza veniva giustificata con la differente diprovenienza dei semi; infatti si diceva che mentre i semi venduti dai vari siti provengono da zone in cui il termometro non va mai sotto zero (idem per A Cunn. Illawara), i semi da cui derivavano quelle palme erano raccolti in zona e per questo dotati di una maggiore resistenza alle basse temperature.
Noci (BA)
USDA 8b
Ciao Sergio, ogni volta ci delizi con le foto delle tue palme.
Quanti anni ha???
3???
La voorei fare anche io da seme e vorrei rendermi conto quanto è lenta la crescità (germinazione a parte!!!).
Noci (BA)
USDA 8b
Grazie Pietro per il chiarimento!!!
Ma le motivazioni che ho citato io, hanno effettivamente un influenza positiva, oppure non c’entrano niente???
Te lo chiedo per cercare di capirne qualcosa in più.
Come detto in precedenza, non sono un climatologo e quindi ho effettuato delle supposizioni in base a quanto letto in giro sul web.
Cmq, ritornando sull’argomento della discussione, le piante di archontophoenix cunninghamiana nate dai tuoi semi e da quelle di Sergio, sono effettivamente più resistenti al freddo???
Avete fatto già delle prove in merito???
Mi piacerebbe partecipare alla sperimentazione della rusticità dell’ archontophoenix cunninghamiana sub. pietropuccis o del archontophoenix cunninghamiana sub. sergiae
Non ho capito perchè poni l’uguaglianza tra le perdite e gli apporti di energia.
Cmq, a leggere quanto hai scritto, si pone ancora più in evidenza che la latitudine non è l’unico fattore in gioco.
Infatti il tirreno meridionale-est si trova più a nord rispetto alle coste meridionali della sicilia, ma risulta essere comunque più caldo per la migliore esposizione (azione mitigatrice del tirreno e protezione dall’aria fredda balcanica dall’appennino calabro).
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Questa è invece l’infruttescenza prodotta l’estate dello scorso anno su un’altra A.c., sempre nel mio giardino.
Dopo un intero anno i frutti stanno maturando e diventando rossi.
Pietro, sarei curioso di sapere come va la tua a Palermo.
Ricordo che in una precedente discussione dicevi che gli arconthophoenix cunninghamiana che ti sono nati dai semi di Pietropuccio, presentavano una maggiore resistenza alle intemperie rispetto a quelli dai semi raccolti nel suo areale originario.
Sarebbe lecito dedurre, quindi, che le piante che nasceranno dai semi dei tuoi archontophoenix dovrebbere essere ipoteticamente un tantinello più rustiche.
Hai già avviato una sperimentazione a riguardo???Se si, con quali risultati???
L’azione mitigatrice del mare è offerta dal rilascio del calore accumulato nella stagione estiva; il calore accumulato dipende principalmente dalla quantità di acqua; quindi essendo l’oceano molto più vasto, ma soprattutto molto più profondo del mar tirreno, esso è in grado di accumulare più calore durante l’estate e quindi di svolgere una maggiore azione mitigatrice.
La stessa cosa si può notare qui da noi, tenendo conto che il liorale adriatico è più freddo del litorale tirrenico; infatti il mar adriatico è nettamente meno profondo del mar tirreno.
Ovviamente questo non è l’unico motivo che determina questa differenza fra i due.
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Sapevo che avresti risposto così. Ora però non mi è tanto chiara una cosa. Ho controllato su wikipedia e anche su altri siti e ho notato che le minime invernali di Orlando sono: Novembre: 13, Dicembre: 10, Gennaio: 10, Febbraio: 10, Marzo: 12.
C’è una cosa che non ho capito bene. Qua è stato stradetto che una cocos non può vivere neanche nelle zone più calde d’italia poichè la pianta non muore a Miami per una ondata di freddo di qualche giorno con temperature magari più basse (record -1) di quelle di Palermo, ma dove muore già a fine autunno quando le minime cominciano ad attestarsi sui 14 gradi. Come si spiega sto fattoSemplicemente perchè Orlando(Florida) si trova a 28° di latitudine, è un altro clima.
Enzo
Calabria tirrenica meridionale (sul mare) / zona climatica 9b (USDA)
Sub-tropicale mediterraneo costiero meridionale (Koppen)Ciao
Ti cito quello che ha scitto Pietro Puccio nella discussione sulle fascie climatiche di cui ho riportato il link: “Fra le tante ‘diversità’ che possono incidere o addirittura stravolgere la classificazione vi è la durata del periodo freddo, infatti per ogni specie esiste un valore minimo di temperatura di sopravvivenza legato alla durata”. Palermo secondo i suoi dati ha minime medie invernali di: Dicembre 11.5; Gennaio: 10.2, Febbraio: 10.1. Per Orlando, FL vedi sopra li ho scritti. Ora o sono sballati i dati di pietropuccio oppure il clima non è poi tanto diverso perchè (per come la penso io) Orlando pur trovandosi a latitudine 28 è esposto maggiormente a correnti di aria fredda invernali rispetto a Palermo. Dove sta la soluzione dell’enigma?????
Italia Chieti
Zona Climatica 8b/9a
Premetto che non sono Giuliacci e neanche il colonnelo che fa le previsioni sulla rai; ma credo che la differenza fra Palermo ed Orlando sia abissale!!!
Oltre la latitudine, che gioca indubbiamente a favore dalla città americana, c’è da dire che mentre Palermo si affaccia sul mar tirreno, Orlando si affaccia sul oceano, che ha di certo un’azione mitigatrice nettamente maggiore; a questo bisogna aggiungere che da quelle parti è di strada la corrente del golfo, che svolge la sua azione mitigatrice fino in cornovaglia, figuriamoci ad Orlando.
In fine bisogna tener conto che mentre il clima mediterraneo è caratterizzato da una certa stabilità, nel senso che una qualsiasi massa d’aria (calda o fredda che sia) tende a stazionare per un po’ di tempo in zona, li il clima è tendenzialmente instabile e le masse d’aria si spostano in continuazione, quindi se a Palermo fa 0°C di minima e 12°C di massima per tre giorni, li fa appena una notte a -1 ma poi durante il giorno la temperatura sale fino a 20°C.
Per renderti conto di quest’ultima cosa, puoi andare a consultare qualche forum americano e ti accorgerai che parlano di ore e non di giorni sotto zero.(anche se poi non ho idea come facciano a cronometrare le ore di gelo, forse non dormo per farlo 😀 )
Io direi Washingtonia Robusta, almeno a me sembra lei!!!
Ciao
Ampli
Comunque in quella foto una Brahea c’è.
E’ quella dietro alle tre Washingtonia sulla sinistra ed è una Brahea Edulis.
Purtroppo non fruttificante!!!
Scusami se ti corrego, ma credo proprio che le Brahea sono in realta delle Washingtonia Filifera, mentre la livistona è una Washingtonia Robusta; almeno a me è sembrato così, anche se non così sicuro da giocarmi gli attributi.
Per quanto riguarda i semi, anche io ho fatto mambassa di Sabal Bermudana.
😀
Qui
http://www.trebrown.com/documents/climate/palmhardinesstrials.php
dice che è la specie più rustica del genere.
Beh, non è affatto poco riuscire a trovare delle Brahea Edulis in una città così vasta e soprattutto in una via così “imboscata”!!!
Magari!!!
Qualche altro semino mi farebbe veramente piacere. 😀
😀 😀 😀 😀 😀 😀
Come sono contento stamattina!!!
Grazie alle tue segnalazioni e alle tue monografie, stamattina mi sono accaparrato tre semi (un po’ pochi, ma meglio di niente!!!)di quelle favolose Brahea Edulis!!!
Yahoooooooooooooo!!!
Propongo di realizzare una statua in onore di Sergio il Grande!!!