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Ooopss…non ho scritto la cosa più importante.Villa Santa Lucia si trova (forse meglio dire si trovava) a Castellamare di Stabia.
Ciao Sergio
grazie per la risposta. Conosco le Palme di Villa Torlonia, le ho toccate diverse volte (conduco spesso visite guidate nella Villa) e meditato sulla loro bellezza e sensazione tattile fantastica (il picciolo liscio e corposo ha una forma perfetta) però non sapevo che erano Sabal. Poi sabato sono stato all’Orto Botanico dove accanto all’Aranciera c’è un bell’esemplare di Sabal e ho fatto il collegamento. Per ciò che riguarda Villa Lucia le notizie storiche ci sono e anche abbstanza documentate e riguardano l’opera di Tito Mercatelli famoso vivaista, legata all’altrettanto famosa famiglia di vivaisti fiorentini (sullo stesso livello dei Vil Morin francesi quelli che hanno realizzato l’arboreto di Arras)e del committente il principe Gioacchino Ruffo di Sant’Antimo. La collezione era suddivisa in tre gruppi : una di palme da serra calda e temperata , una da serra fredda e una di palme in piena terra , questa ultima con 654 palme appartenenti a 119 specie di 24 generi. Non male è? Purtroppo da quello che ho saputo ( o letto su internet) la Villa (Villa Lucia) negli ultimi è stata lottizzata dividendola in piccoli villini con molti proprietari, non consapevoli dell’importanza delle palme che avevano nei loro giardini. Sarebbe interessante farci un sopralluogo, magari in compagnia di un esperto ( in questo caso chi meglio di te?) per vedere cosa è rimasto, a che ritmi avanza la cultura castellamarese per gli alberi (ultimamente è venuta alla ribalta per degli alberi secolari tagliati nel parco delle antiche Terme per fare i fuochi dell’immacolata)e se ci sono ancora palme rare. Un saluto
Antimo
Grazie Sergio della risposta. Sono molto onorato di poter dialogare con un grande appassionato e specialista ( e così anche per gli altri partecipanti al forum). Non è incredibile che l’unico esemplare adulto di Livistona australis non è riportato sulle guide alle ville di Roma o su siti internet? Eppure e così e penso che bisogna (io lo sto facendo con l’ associazione Adea amici degli alberi) cercare di promuovere la conoscenza più esatta di questi beni così preziosi(beni pubblici tralaltro) che nell’ignoranza rischiano di scomparire nel più anonimo dei modi. Ho letto da qualche parte che al Pincio c’è un Sabal, tu sai dov’è localizzato? Un’ultima cosa che ne sai ( e cosa ne è rimasto, sapevo che c’era stata una lottizzazione della villa) invece della collezione di Palme della Villa Lucia. Una collezione voluta dal principe Gioacchino Ruffo di Sant’Antimo (il santo è lo stesso del mio nome) alla quale collaborarono Odoardo Beccari e Giorgio Roster?
Un saluto
Antimo
Nikolaus Joseph von Jacquin, botanico viennese( sistemò il Botanischer Garten giardino botanico delle meraviglie fondato da Maria Teresa d’Austria nel 1754) per primo la classificò sotto il genere Zamia. Il suo testo più completo : Plantarum Rariorum Horti Caesarei Schoenbrunnensis (1797-1798)
poi Johann Georg Christian Lehmann botanico tedesco di Amburgo gli diede il nome del genere attuale Encephalartos e quello della specie. Cosa ci trovò di tanto orrido? E’ una pianta invece bellissima. Si può vedere a Roma da qualche parte? All’orto botanico?
Mi ricorda la Colletia paradoxa (famiglia Rhamnaceae) che invece ho visto sia a Villa Papmhilj che all’orto botanico. Solo che sono due generi completamente diversi.
Grazie per il benvenuto. Dove si trovava (pechè adesso non c’è più? conosco abbastanza bene Villa Torlonia) la serra fredda? Altra domanda da profano l’encephalartos horridus è pianta rara e preziosa?
Un saluto
Antimo
Le palme e Roma.
Tre esempi di come la palme a Roma siano tenute in considerazione.
2. A villa Ada c’era una grande collezione di Palme, il re Vittorio Emanuele III, si sa, era molto rustico e tral’altro grande appassionato di botanico,oltre al fatto che dormiva in un lettino da campeggio militare, sua abitudine era la passeggiata mattutina insieme al suo giardiniere (ne aveva più di uno) per verificare lo stato delle sue piante. Mi ha fatto impressione vedere una fila di palme rare (sono vicino al casino nobile ora Ambasciata d’Egitto, guardando il casino a destra poco prima della discesa del prato) quelle con lunghe fioriture (che palme sono?)utilizzate come pali da alcuni ragazzi che giocavano a pallone e ad ogni pallonata che ricevevano sullo stipite e a vederle così belle in fiore e al fatto che nessuno si fosse accorto di questo fatto ( e cosa ancor più grave al fatto che non fossero e non siano protette) ripensando al re e alla regina a passeggio nel loro giardino ho dettto dentro di me “mmmh qui c’è qualcosa che forse bisognerebbe cambiare”.
Poi sempre a Villa Ada di fronte alle ex scuderie (che hanno rischiato di diventare il Museo del Giocattolo) c’è, nascosta e completamente coperta da muschio, un bellissimo esemplare di Jubea chilensis si sa palma rara e preziosa ( a Roma di quelle dimensioni ce ne saranno non più di dieci, dieci per quattro milioni di persone) e nessuno lo sa. E cosa ancor più grave a serio rischio abbattitura e perdita. E’ un pò come trovare un Caravaggio in un cassonetto dell’immondizia.Sarebbe veramente un peccato non intervenire prima dell’arrivo del camion tritatutto.
2. Villa Aldobrandini, anche a livello di testi comunali vige la perfetta ignoranza. Dalle mie ricerche dovrebbe esserci una presenza di una Livistona chilensis, ma come fare a saperlo e dove trovare documentazione? L’ignoranza è talmente ampia che poi basta un sito che si sbaglia dicendo che l’albero che fa frutti grandi è un citrus medica (che in realtà è un cedro e non fa frutti grandi) piuttosto che un citrus maxima (il pommelo o shaddock) che poi tutti copiano e trasmettono l’errore. E sbagliare si sa è un processo nella strada della conoscenza ma persistere nell’errore e soprattutto non avere nessuno che abbia l’intenzione, la capacità o la voglia di corregerlo questa mi sembra una cosa abbastanza grave. e per questo che bisogna investire in conoscenza e cultura.