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10 Consigli per la Coltivazione delle Tillandsie
Visto che c’è la possibilità di inserire qualche nozione sulla coltivazione di queste belle piante ne approfitto.
Effettivamente dopo aver visto le foto e letto qualche pagina sul web potrebbe sembrare che siano piante senza pretese, o perlomeno adatte anche ai più distratti.
Personalmente, e solo dopo alcuni anni di esperienza con le varie specie più diffuse in commercio, posso dire che sono piante a cui bisogna dedicare quel minimo di attenzioni ma nel momento giusto, altrimenti, basterebbe un attimo per rovinare una pianta che magari abbiamo da alcuni anni.
Ecco allora che bisogna ritirarle al coperto non dopo la prima pioggia fredda che annuncia l’inverno, ma prima dell’ultima pioggia calda che saluta l’autunno.
E’ difficile da spiegare, ma forse è una sensazione a pelle che mi porta ogni anno sia in autunno e sia in tarda primavera a rientrare o ad uscire le piante, alla fine meglio una settimana più asciutta che un giorno in più bagnata.
Questo è quello che faccio qui a Napoli, ma in Sicilia, dove ho tenuto per molti anni le tillandsie all’aperto questi problemi non esistevano, almeno per le specie che avevo all’epoca.
Ricordo come una improvvisa raffica di vento freddo ad ottobre in una giornata inusuale e tra tante ancora calde mi bruciò una pianta di caffè che avevo da alcuni anni, e come le prime tillandsie lasciate all’aperto alle prime gelate invernali marcirono e così anche quelle, ritirate in casa, a cui però premuroso vaporizzavo acqua nei mesi freddi, pensando che gli potesse fare solo bene.
Oggi, come mi dicono anche i pochi esperti nel settore, bisogna osservare delle piccole regole per avere delle belle tillandsie e a lungo:
- Distinguere intanto tra specie a foglia grigia ed a foglia verde. La prima va al sole mentre l’altra all’ombra.
- Posizionarla nel modo corretto, alcune crescono meglio se messe a testa in giù altre in sù.
- Usare una base su cui attaccare la pianta, meglio se naturale, altrimenti sospenderla con fili o catene, o appoggiarla su un lato ad una superficie idonea, senza mai stringere troppo quando la legate. Meglio usare un sottile filo di rame, molto duttile.
- Solo per alcune specie è consigliabile mettere alla base della corteccia, o foglie secche, o altro materiale che trattenga l’umidità, ma comunque non si deve affondare la pianta nel substrato ma solo appoggiarla.
- Usare sempre e se possibile acqua piovana, quella ricca di calcare ne limita la crescita, ostruendo i tricomi.
- Concimarle con un concime per orchidee ogni 20 gg, a partire da aprile-maggio fino a giugno e riprendere da settembre fino ad ottobre-novembre.
- Ricordare che le specie che provengono dalle zone più aride mal sopportano i ristagni al centro della rosetta, ecco perchè ci sono delle specie che è preferibile coltivare a testa in giù, in modo che l’eccesso di acqua possa scorrere via. Evitare pertanto i ristagni almeno in quelle a foglia grigia e sottile
- La fioritura non è la fine di una tillandsia ma l’inizio di nuove piante, polloni, e forse anche la produzione di semi. I polloni vanno separati dalla pianta madre solo quando questa è completamente secca, è lei che ha dato il nutrimento ai nuovi getti.
- Le radici delle tillandsie, quando presenti, non servono ad assorbire acqua o nutrimento da un substrato, ma solo ad ancorarsi.
- Quando comprate una tillandsia, e se il periodo è molto caldo, potete anche immergerla per 2-3 minuti in acqua e farla reidratare, così potete fare anche 1 volta a settimana per tutta la stagione calda, altrimenti spruzzate abbondantemente la sera tardi o al mattino presto, meglio sarebbe durante la notte, quando i tricomi, gli organi che rivestono la superficie delle tillandsie e che danno il caratteristico colore grigio-argento, sono aperti e pronti ad assorbire l’acqua.
Invito tutti a seguire questi 10 consigli non sempre alla lettera, e di approfondire comunque l’argomento, rapportando sempre alla località in cui si vive e si coltivano queste bellissime piante.
Spero di deliziarvi con altre foto, ma aspetto altri amici con le loro esperienze, e foto delle loro piante.
Ciao
Antonino
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