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Vorrei aprire questa nuova discussione perchè credo che l’argomento talee interessi un pò tutti: da una parte ognuno di noi ha avuto soddisfazioni nel vedere germinare le proprie talee, dall’altra purtroppo ognuno di noi ha ricevuto altrettante delusioni, magari con le piante alle quali ci si tiene di più.
Mi piacerebbe che tutti dicessero la propria opinione e soprattutto la propria esperienza, che può essere positiva, ma anche negativa : in genere dalle sconfitte s’impara più che dalle vittorie.
Io per cominciare vorrei porre qualche domanda: che ne pensate del consiglio di tagliare le foglie, lasciandone solo la metà per alcune specie?
A me sembra che se è vero che le talee si disidratano di meno, è altrettanto vero che si creano possibili punti nella zona dei tagli, dove si possono ingenerare marciumi, per non parlare del fatto che è la foglia che produce l’energia per far radicare la talea, almeno per le talee erbacee.domy
litorale nord roma
Ciao,
dalla mia esperienza non taglio mai le foglie e per non disidratarle le copro con il sacchetto lasciandolo fino ad avvenuto attecchimento.
Questo modo mi permette di non stare appresso alle talee in radicazione: fanno tutte da sole.
Ho poi notato, con mio sommo stupore e ormai parecchie volte, che se anche all’interno del sacchetto qualche foglia cade e marcisce, se la talea è sana prosegue nel suo cammino incurante delle muffe vicine.
Mi piace assai fare talee in acqua così vedo la radicazione in tempo reale, per me molto affascinante. Molte volte lascio proseguire la talea in acqua proprio per vedere cosa fa!
L’unica talea, tra le piante propagate, che non riesco proprio a fare è quella dell’ Hibiscus rosa-sinensis 😡
🙂 😳
ciaociao…… piera.
provincia Bergamo 350 mt.s.l.m.
NON amo le piante, cerco di “capirle”, di “sentirle” per il piacere di coltivare.
AMO i miei familiari, per loro, sono pronta a donare la mia vita. piera.
quote:
dalla mia esperienza non taglio mai le foglie e per non disidratarle le copro con il sacchetto lasciandolo fino ad avvenuto attecchimento.
Questo modo mi permette di non stare appresso alle talee in radicazione: fanno tutte da sole.
condivido questo tuo punto di vista, meglio usare un sacchetto o una boccia, Infatti ho fatto ricorso al taglio per una nepenthes ventrata e devo dire che mentre non ho avuto problemi con i problemi di disidratazione, le estremita delle foglia hanno cominciato a marcire. Anche se c’è da dire che ho rifilato le foglie sopratutto per evitare che toccassero con le estremità i bordi, ma sostanzialmente sono d’accordo con te: never again (mai più).
quote:
Mi piace assai fare talee in acqua così vedo la radicazione in tempo reale, per me molto affascinante. Molte volte lascio proseguire la talea in acqua proprio per vedere cosa fa!
Sarà, io personalmente ho avuto successo, con questo metodo, con delle talee di Ficus Lyrata, però i cosiddetti esperti, in modo unanime, disdegnano questo metodo motivandolo con il fatto che possono subentrare delle difficolta per le radici, in sede di rinvaso della talea attecchita nel substrato definitivo.
Lo stesso vale per i vivaisti, anche se là c’è da dire che quando magari
ti trovi con diecimila talee di geranio, rinvasare due volte, invece di una, ha il suo risvolto economico.
In genere i vivaisti indicano la torba come il substrato con maggiori probalilità di attecchimento.
Io per quanto riguarda le talee impegnative (leggi orchidee, dendrobium in particolare) penso che il meglio sia lo sfagno, perche garantisce comunque un ottima idratazione, e nel contempo se è vivo è pure un pò acido e quindi contrasta l’ingenerarsi di marciumi radicali (apropos che fungicida utilizzi per le talee?).
Piuttosto volevo chiederti, ma tu il sacchetto lo tieni fino a radicazione completa avvenuta o lo togli a metà diciamo dopo 2-3 settimane, se si tratta di una talea erbacea con tempo di radicazione di 4-6 settimane?
Penso che per stasera basta
salutissimi
P.S. per l’Hibiscus non ho consigli da darti perchè ho troppi pochi elementi.
Però come regola generale devo dire che spesso la differenza fra il successo e l’insuccesso in genere è minima, ed è dovuta ad un particolare di lieve entità che non riusciamo a vedere perche è troppo vicino al nostro naso.
😉
domy
litorale nord roma
Ciao Domy, Piera, e tutti,
la discussione è molto interessante e penso di avere più da leggere che da scrivere .
Ecco le cose che faccio di solito:
-taglio a metà le foglie delle erbacee
-Lascio asciugare bene il taglio, 1 giorno o due.
-spolvero con ormone radicante
-uso sabbia grossolana
-vaporizzo le foglie
-Annaffio raramente il substrato e lo lascio asciugare completamente, prima annaffiare di nuovo.
-Uso sacchetti interi o bucherellati ( a seconda della consistenza delle talee)
– Arieggo regolarmente
– Lascio alla luce, ma non al sole
– Evito temperature elevate
– non disturbo la talea fino a che le radici non escono dai fori di sgrondo.
– Quando rinvaso, taglio il vaso in cui la pianta ha radicato, per poterla prelevare più facilmente.
Gabriel
quote:
quote:
dalla mia esperienza non taglio mai le foglie e per non disidratarle le copro con il sacchetto lasciandolo fino ad avvenuto attecchimento.
Questo modo mi permette di non stare appresso alle talee in radicazione: fanno tutte da sole.
condivido questo tuo punto di vista, meglio usare un sacchetto o una boccia, Infatti ho fatto ricorso al taglio per una nepenthes ventrata e devo dire che mentre non ho avuto problemi con i problemi di disidratazione, le estremita delle foglia hanno cominciato a marcire. Anche se c’è da dire che ho rifilato le foglie sopratutto per evitare che toccassero con le estremità i bordi, ma sostanzialmente sono d’accordo con te: never again (mai più).quote:
Mi piace assai fare talee in acqua così vedo la radicazione in tempo reale, per me molto affascinante. Molte volte lascio proseguire la talea in acqua proprio per vedere cosa fa!Sarà, io personalmente ho avuto successo, con questo metodo, con delle talee di Ficus Lyrata, però i cosiddetti esperti, in modo unanime, disdegnano questo metodo motivandolo con il fatto che possono subentrare delle difficolta per le radici, in sede di rinvaso della talea attecchita nel substrato definitivo.
Lo stesso vale per i vivaisti, anche se là c’è da dire che quando magari
ti trovi con diecimila talee di geranio, rinvasare due volte, invece di una, ha il suo risvolto economico.
In genere i vivaisti indicano la torba come il substrato con maggiori probalilità di attecchimento.
Io per quanto riguarda le talee impegnative (leggi orchidee, dendrobium in particolare) penso che il meglio sia lo sfagno, perche garantisce comunque un ottima idratazione, e nel contempo se è vivo è pure un pò acido e quindi contrasta l’ingenerarsi di marciumi radicali (apropos che fungicida utilizzi per le talee?).
Piuttosto volevo chiederti, ma tu il sacchetto lo tieni fino a radicazione completa avvenuta o lo togli a metà diciamo dopo 2-3 settimane, se si tratta di una talea erbacea con tempo di radicazione di 4-6 settimane?
Penso che per stasera basta
salutissimiP.S. per l’Hibiscus non ho consigli da darti perchè ho troppi pochi elementi.
Però come regola generale devo dire che spesso la differenza fra il successo e l’insuccesso in genere è minima, ed è dovuta ad un particolare di lieve entità che non riusciamo a vedere perche è troppo vicino al nostro naso.
😉domy
litorale nord roma
quote:
Ecco le cose che faccio di solito:
-taglio a metà le foglie delle erbacee
-Lascio asciugare bene il taglio, 1 giorno o due.
-spolvero con ormone radicante
-uso sabbia grossolana
-vaporizzo le foglie
-Annaffio raramente il substrato e lo lascio asciugare completamente, prima annaffiare di nuovo.
-Uso sacchetti interi o bucherellati ( a seconda della consistenza delle talee)
– Arieggo regolarmente
– Lascio alla luce, ma non al sole
– Evito temperature elevate
– non disturbo la talea fino a che le radici non escono dai fori di sgrondo.
– Quando rinvaso, taglio il vaso in cui la pianta ha radicato, per poterla prelevare più facilmente.
Nell’insieme il sistema mi sembra un pò troppo disidratante .
Preferisco usare un substrato di torba e lo ricopro sopra di sfagno.
Tengo la taleaappena recisa, per un paio d’ore a mollo in una soluzione di propamocarb e fosetil.
Nel corso del procedimento ogni tanto spruzzo del propamocarb, oltre che l’acqua.
Ogni due tre giorni apro il sacchetto per arieggiare.
Naturalmente dipende dalle specie di cui si vuol fare la talea (insomma non è un trattamento per Plumerie).
Saluti
domy
litorale nord roma
Vi volevo chiedere se potessimo fare un elenco delle piante che si possono moltiplicare per talea mettendoli nell’ordine; pianta da fiore, pianta da frutto ecc. non dimenticando il periodo ideale per le talee. Oltre a quello che avete scritto sopra.
Ciao a tutti,
-Domy
In effetti il rischio di disidratazione è alto. Di solito cerco di vaporizzare molto il fogliame (sempre umido), e di umidificare il substrato subito dopo che sia completamente asciutto.
Ma se si sgarra, è tutto da rifare
E comunque concordo con te, dipende anche dalla specie che si vuol moltiplicare.
Trovo molto interessante tra l’altro, il tuo consiglio di usare fungicidi.
– Piera
Se non riesci tu a fare talee di hibiscus, vuol dire proprio che è una specie tostissima .
Molto interessante anche il tuo approccio per le talee in substrato e il tuo uso frequente del metodo in acqua.
Per questo ultimo metodo, occorre cambiare regolarmente l’acqua? Potresti dirmi quali specie apprezzano in particolare questo metodo, e quali invece non lo gradiscono?
Mikrotone
Si sarebbe interessante, ma dal successo che sta avendo l’iniziativa sulla germinazione delle palme, non bisogna farsi troppe illusioni
Gabriel:-)
quote:
Vi volevo chiedere se potessimo fare un elenco delle piante che si possono moltiplicare per talea mettendoli nell’ordine; pianta da fiore, pianta da frutto ecc. non dimenticando il periodo ideale per le talee. Oltre a quello che avete scritto sopra.
Ciao,
si tratterebbe di un numero così elevato, che sarebbe proibitivo per un forum.
Forse è meglio affrontare caso per caso.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b/10a (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
quote:
Vi volevo chiedere se potessimo fare un elenco delle piante che si possono moltiplicare per talea mettendoli nell’ordine; pianta da fiore, pianta da frutto ecc. non dimenticando il periodo ideale per le talee. Oltre a quello che avete scritto sopra.
Io penso che in effetti nel mondo vegetale, la riproduzione agamica sia diffusissima, quindi in linea teorica quasi tutte le specie potrebbero riprodursi in questo modo.
Però penso che poi ogni specie richieda una tecnica particolare, per portare a compimento tale tipo di propagazione.
Quindi, secondo me, non è un problema di chi, ma bensì di come.
Per questo dico, condividiamo le reciproche esperienze! 🙂
domy
litorale nord roma
Ciao,
innanzitutto tengo a precisare che quel che scrivo è solo mia esperienza personale, frutto di tante “prove sceme” senza essere “studiata” e nemmeno esperta.
Solitamente, per qualsiasi talea debba fare utilizzo il substrato composto da 50% torba e 50% perlite, interro, bagno e metto immediatamente il sacchetto o la bottiglia di plastica tagliata e tappata con il suo tappo. Quest’ultima è comoda perchè se all’interno trovassi troppa formazione di condensa, basta aprire il tappo e tutto nel breve si risolve, mentre con il sacchetto devo toglierlo e poi rimettere gli elastici che lo chiudano bene, bene.
A questo punto dimentico la talea! solo tengo d’occhio attraverso il sacchetto che tutto proceda al meglio.
Recentemente ho notato che mi vengono bene anche con il terriccio universale e pochissima perlite.
Utilizzo molto il sole! Una volta chiuso il sacchetto posiziono il tutto a sole diretto per qualche ora al giorno. Questo mi permette di avere all’interno temperature maggiori rispetto all’ambiente. Anche perchè solitamente le mie talee le faccio d’inverno in casa.
NON utilizzo nessun tipo di funghicida, nè all’inizio dell’interramento, nè durante, nè poi. Uso lasciare asciugare molto bene il taglio prima di interrare.
NON utilizzo ormoni radicanti.
Mentre per le talee in acqua non metto il sacchetto sopra, in quanto l’evaporazione dell’acqua permette costante umidità intorno alla talea.
Ora vedo di rispondere punto per punto, sperando di non annoiare.
quote:
condivido questo tuo punto di vista, meglio usare un sacchetto o una boccia, Infatti ho fatto ricorso al taglio per una nepenthes ventrata e devo dire che mentre non ho avuto problemi con i problemi di disidratazione, le estremita delle foglia hanno cominciato a marcire. Anche se c’è da dire che ho rifilato le foglie sopratutto per evitare che toccassero con le estremità i bordi, ma sostanzialmente sono d’accordo con te: never again (mai più).
Nel leggerti a me personalmente verrebbe da dirti che non hai fatto asciugare il taglio.
quote:
Sarà, io personalmente ho avuto successo, con questo metodo, con delle talee di Ficus Lyrata, però i cosiddetti esperti, in modo unanime, disdegnano questo metodo motivandolo con il fatto che possono subentrare delle difficolta per le radici, in sede di rinvaso della talea attecchita nel substrato definitivo.
Lo stesso vale per i vivaisti, anche se là c’è da dire che quando magari
ti trovi con diecimila talee di geranio, rinvasare due volte, invece di una, ha il suo risvolto economico.
non vorrei entrare nel mondo vivaistico, visto che non so nulla.
Per quanto mi riguarda, una volta la talea radicata in acqua la passo tranquillamente nel terriccio dove dovrebbe vivere la pianta, senza tanti problemi. L’unica accortezza che riservo è, subito dopo interrata, bagno a fondo il terriccio e cerco di far in modo che le radici si sentano ancora in acqua. Successivamente dirado le innaffiature piano piano, fino ad arrivare alle normali per far vivere la pianta.
E’ vero che le radici in acqua sono diverse da quelle nate in terriccio, ma una volta interrate piano, piano si modificano. Non ho ancora capito, visto che non posso vedere, se sono le stesse “acquatiche” che si trasformano o sono le nuove che si adattano. 😳
quote:
Piuttosto volevo chiederti, ma tu il sacchetto lo tieni fino a radicazione completa avvenuta o lo togli a metà diciamo dopo 2-3 settimane, se si tratta di una talea erbacea con tempo di radicazione di 4-6 settimane?
Il sacchetto è l’ultima cosa che tolgo, perchè all’interno, se ben chiuso, si ofrma un microclima tutto suo, perciò lo lascio fin quando sono certa della radicazione avvenuta, ma soprattutto quando son stanca di vederlo.
Questo potrebbe essere un mese, due mesi, ecc.ecc.
Per esempio! stanca di leggere in rete che il sacchetto crea e porta marciumi, muffe varie ecc.,perchè all’interno non c’è circolazione d’aria, nonostante le mie “prove sceme” dimostrino l’incontrario.
Ho due talee di Gardenia jasminoides che, questa estate sono state sotto la mezza bottilgia di plastica tappata e questo autunno quando le ho ritirate in case ho messo il sacchetto chiuso a metà vasetto, lasciando libera la farte in fondo con i fori.
Qualche settimana fa, sono andata ad aprire, c’erano due foglie marce cadute sul terriccio di cui una si stava pure consumando, ma le talee sono perfette! ed il substrato umido, nonostante io non abbia mai bagnato.
Un’altra prova è con il Ficus elatica tricolor ho tagliato un ramo dalla piante madre che si era curvato questa estate e ricoverndolo non mi piaceva, oltre a portarmi via spazio.
Identica cosa, ho messo un bel sacchetto largo che contenesse le foglie per bene ed è ancora tutt’ora in essere. Mai fatto nulla! all’inizio quando il sacchetto si sgonfiava, soffiavo, poi mi sono stancata e ho lasciato fare a madre natura.
Alcune foglie toccavano il sacchetto, sono rimaste a contatto della condensa per parecchio tempo e non è successo niente di niente, sono sanissime.
Sono sicura dell’attechimento in quanto hanno emesso anche foglie nuove e ormai sono anche cresciute.
Sono in corso altre prove. Per esempio un piccolissimo keiki di Phalaenopsisquasi senza fusto. E’ chiuso in un contenitore a tenuta già da parecchi mesi. Lo chiamo il keiki che ride: ha le due foglioline talmente tanto lucide che pare sorridano e mi dicano.. noi stiamo bene qui!
quote:
Io per quanto riguarda le talee impegnative (leggi orchidee, dendrobium in particolare) penso che il meglio sia lo sfagno, perche garantisce comunque un ottima idratazione, e nel contempo se è vivo è pure un pò acido e quindi contrasta l’ingenerarsi di marciumi radicali (apropos che fungicida utilizzi per le talee?).
Per questi ho il mio metodo: terapia intensiva con prognosi riservata! che è praticamente quel che uso quando ho da recuperare una orchidea, ma anche qui, senza uso di funghicidi a meno che la pianta da recuperare manifesti segni di marciume. Allora uso fare un bagno di una notte intera di tutta l’orchidea in “probamocab” a 3 ml/litro.
@ Gabriel
quote:
– PieraSe non riesci tu a fare talee di hibiscus, vuol dire proprio che è una specie tostissima .
Molto interessante anche il tuo approccio per le talee in substrato e il tuo uso frequente del metodo in acqua.
Per questo ultimo metodo, occorre cambiare regolarmente l’acqua? Potresti dirmi quali specie apprezzano in particolare questo metodo, e quali invece non lo gradiscono
Solitamente io faccio talee in acqua con quasi tutte le piante tropicali, le solite che si tengono in appartamento.
Mi sono venute pure con gli Epiphillum, da foglia di begonia Rez, Saint Paulia, ecc,.ecc.. sono davvero tantissime!
Per quanto riguarda l’acqua. Uso acqua del rubinetto e aggiungo l’evaporata fino a quando non trovo l’acqua limpida. In questo caso sostituisco tutto l’acqua e lavo la talea sotto acqua corrente tiepida passando le dita su tutto il fusto per togliere le eventuali alghe.
OT, da come scrivi, scusa se mi permetto, ma mi conosci?
Mi viene da ridere per le talee di Ibiscusperchè questo inverno ho scoperto la condensa all’incontrario!!! 😀 che solo dopo qualche mese a furia di pensare ho scoperto il motivo
Chiedo scusa per la lunghezza del post, ma ho preferito rispondere in questo modo.
Se qualcosa non fosse chiara, basta chiedere e sarò lieta di rispondere.
Inoltre se può interessare, posso mostrare le foto delle talee fatte, delle mie “prove sceme” in quanto ne scatto parecchie per dimostrare le prove e per il mio archivio personale Alla mia età la smemoranda avanza inesorabilmente
🙂
ciaociao…… piera.
provincia Bergamo 350 mt.s.l.m.
NON amo le piante, cerco di “capirle”, di “sentirle” per il piacere di coltivare.
AMO i miei familiari, per loro, sono pronta a donare la mia vita. piera.
Scritto Da – piera on 16 Marzo 2008 20:24:33
Grazie mille Piera per queste spiegazioni.
quote:
OT, da come scrivi, scusa se mi permetto, ma mi conosci?
Non sono riuscito a capire bene il senso di questa frase. Come scrivo? Comunque provo a risponderti.
questo forum è pubblico e avendo letto molti tuoi interventi, trovo che hai una grande abilità nel coltivare e moltiplicare le piante. Per questo dico che se non riesci a moltiplicare l’ibiscus, vuol dire che questa pianta è piuttosto riluttante a riprodursi per talea. In questo senso “forumistico” ti “conosco”. Non so se ho risposto alla tua domanda.
[/quote]
Inoltre se può interessare, posso mostrare le foto delle talee fatte,
Si molto!
Gabriel
Si sarebbe interessante, ma dal successo che sta avendo l’iniziativa sulla germinazione delle palme, non bisogna farsi troppe illusioni
Be… tra le palme e quest’argomento preferisco questo che m’interessa.
😀
Scritto Da – mikrotone on 17 Marzo 2008 16:22:18
si tratterebbe di un numero così elevato, che sarebbe proibitivo per un forum.
Forse è meglio affrontare caso per caso.
ciao pietro.
Hai ragione. Forse e meglio concentrarsi su singole piante.
Io penso che in effetti nel mondo vegetale, la riproduzione agamica sia diffusissima, quindi in linea teorica quasi tutte le specie potrebbero riprodursi in questo modo.
Però penso che poi ogni specie richieda una tecnica particolare, per portare a compimento tale tipo di propagazione.
Quindi, secondo me, non è un problema di chi, ma bensì di come.
Per questo dico, condividiamo le reciproche esperienze! 🙂
Magari… in ogni caso se conosci qualche tecnica buona, facci sapere. Moltiplico molte piante per talea, ma non riesco a riprodurle tutte.
quote:
Nel leggerti a me personalmente verrebbe da dirti che non hai fatto asciugare il taglio.
E’ vero, però fai presto a dirlo; con le piante da ambiente umido (orchidee e carnivore), se la fai asciugare troppo la talea, già ti giochi un 50% di probabilità di attecchimento.
Piuttosto, se mi toccasse dimezzare le foglie di qualche altra talea, dovrò cercare di disinfettare i tagli con un pò di zolfo.
quote:
Utilizzo molto il sole! Una volta chiuso il sacchetto posiziono il tutto a sole diretto per qualche ora al giorno. Questo mi permette di avere all’interno temperature maggiori rispetto all’ambiente. Anche perchè solitamente le mie talee le faccio d’inverno in casa.
Questa è una buona cosa in linea di principio, però c’è da fare due osservazioni:
– c’è sicuramente bisogno di luce affinchè le foglie assorbano energia e quindi diano alla pianta la forza di svilupparsi,
– il calore serve possibilmente attorno ai 25°, però secondo me va somministrato dal basso e non dall’alto, per emulare un pò quello che è il comportamento del chicco di grano che quando germoglia, cerca di svilupparsi in direzione del caldo e siccome di sopra ha la neve, mentre il suolo è più caldo, cerca di sviluppare le radici e solo quando, con l’arrivo della primavera le temperature esterne sono più elevate, tira fuori la testa.
Siccome l’esigenza primaria della talea, è quella di sviluppare le radici, il calore andrebbe somministrato dal basso.
Ma come fare? Trovare un propagatore riscaldato sembra un’impresa quasi impossibile.
Qualcuno sa dove trovarli?
domy
litorale nord roma
Io mi sono costruito un bancale caldo che utilizzo in serra:
http://amicidellorto.splinder.com/post/16165470
sia il cavo che il termostato non costano molto, il resto è tutto di recupero.
Paolo
un blog di caprette, ulivi e curiosità vegetali:
http://caprettetibetane.splinder.com
Le talee, da sempre, sono la mia bestia nera. Se con le semine ma la cavicchio, la quasi totalità delle talee che ho tentato si sono risolte in un fallimento…mi vengono bene solo alcune in acqua (hoya carnosa, lonicera) ma il resto… 😡 😡 😡
Spero ora con il nuovo germinatoio riscaldato di avere più probabilità di successo, ad aprile tenterò un paio di talee di carissa macrocarpa approfittando della potatura della mia, e vi farò sapere in seguito gli sviluppi.
Visto che la discussione si è un pò arenata, volevo provare a disincagliarla.
C’è un argomento che ancora non abbiamo nemmeno affrontato, ed è quello delle piante madri.
Come sceglierle ?
Quando è il momento migliore per prelevare le marze ?
A Che tipo di trattamento preventivo è consigliabile sottoporre la pianta madre?
Non siate avari di parole, dite tranquillamente la vostra opinione, riferite le vostre esperienz e positive o negative che siano.
Possono servire.
😉
Saluti
domy
litorale nord roma
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