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Cari amici,
già alcuni anni fa cercai in tutti i modi di salvare un Arancio e un Limone coltivati in vaso, stazionati nel balcone esterno ed esposti ai rigori dell’inverno, i quali, nonostante gli accorgimenti e la protezione di un grosso scatolone, morirono durante uno degli inverni più rigidi degli ultimi dieci anni.Questi agrumi, essendo sub tropicali, non potevano essere collocati in veranda in compagnia delle numerose tropicali con una temperatura di 20 gradi circa e un’escursione termica che li avrebbe probabilmente defogliati come già successe in un’altra occasione precedente; inoltre, parlando con un esperto della ditta “Oscar Tintori” di Pescia, scoprii che queste essenze hanno la necessità di essere indotte al riposo invernale a tutto vantaggio della qualità e quantità produttiva di frutti nella stagione calda successiva.
Ecco dunque il motivo che mi ha costretto a cercare una soluzione poco dispendiosa e di facile realizzazione per far sopravvivere all’esterno e a tutti i costi il mio amato Limone acquistato per caparbietà e come ripiego nella primavera dello scorso anno.
Premetto che l’dea non è del tutto “farina del mio sacco” ma si avvale della preziosa collaborazione del compianto amico Paolo, per molti anni esperto manutentore presso le numerosissime serre liguri e che ha contribuito alla realizzazione del progetto.
In pratica ho recuperato un termostato a corrente elettrica (di quelli d’appartamento ma senza il suo involucro) che ho scafandrato con una vecchia custodia subacquea in disuso, collegato ad una sonda che ho collocata vicino al tronco e le radici del Limone per la rivelazione della temperatura ambiente.
Dal termostato, oltre al cavo per la presa di corrente, fuoriesce un secondo cavo elettrico con presa femmina e sulla quale ho collegato in serie (come le luci dell’albero di Natale), due lampadine da 220 V e da 40 W ognuna.
Le lampade in questione, disposte in serie come già detto e avvitate su altrettanti portalampade fissati su di una canna di Bambù, hanno in questo modo la prerogativa di fare poca luce a tutto vantaggio della produzione di raggi infrarossi utili a scaldare l’ambiente con il minimo dispendio di energia elettrica.
Il grosso vaso in coccio con il suo sottovaso è stato collocato all’interno di uno scatolone quadrato e gli interstizi sono stati riempiti di fogli di giornale compressi per creare un’intercapedine protettiva contro il gelo.
Dopo aver impostato sulla centralina l’accensione delle lampadine ad una temperatura minima di circa 2 gradi sopra lo zero, ho coperto il Limone e le canne di Bambù (utili per compattare il fogliame) con uno o due strati di Tessuto non tessuto, facendo qualche prova di buon funzionamento a garanzia del pieno successo dell’operazione.
Questa è la seconda volta che utilizzo questo “marchingegno” che mi ha provvidenzialmente salvato il Limone dall’assedio del gelo dello scorso inverno risultato in quella singolare occasione fatale per molti agrumi e ulivi coltivati in Piemonte.
Che dire, cari amici, sarà decisamente rassicurante assistere all’accensione notturna ed alternata del nostro albero magico, (a prescindere dalle condizioni meteorologiche ambientali), con la sua debole luce soffusa e distribuita sulla superficie semitrasparente del tessuto, rendendolo affascinante ed assolutamente in armonia con gli altri alberi addobbati caleidoscopicamente a festa e collocati nei balconi delle nostre città per solennizzare la venuta del prossimo Natale.
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
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