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Ciao
Così, giusto per curiosità (non so quanti saranno interessati, ma le piante sono anche questo 😀 ) le immagini dell’evoluzione di una gemma apicale di Vanilla planifolia, per la riproduzione della stessa attraverso microtaleaggio, in vitro.
Nella prima foto, cerchiati in rosso, il germoglio emergente, a lato una radice dopo solo quattro giorni di coltura in vitro a 28 C° +/-2 C°, su substrato Murashige & Skoog con l’aggiunta di saccarosio e degli ormoni IBA e 6BAP.
Le quantità, come ogni ricetta, sono un segreto, ovviamente 😀È sicuramente il sistema più lento per riprodurre questo genere di piante in vitro, visto il tempo necessario perché ogni singolo espianto allunghi e possa essere ridotto in microtalee nodali (in base alla temperatura, luce e attività degli ormoni, circa 30 gg.): è più o meno la tecnica con la quale si propaga, sempre in vitro, tra le varie tecniche, la comune patata (Solanum tuberosum) che, comunque, ha un indice di accrescimento assai superiore.
Come dicevo, nonostante sia un processo poco conveniente, almeno commercialmente, ero curioso di sperimentarlo: funziona!Nella seconda foto, lo stesso espianto della foto precedente, tre settimane dopo: non ne sono ancora sicuro, mi sembra già di vedere un fiore: ovviamente non sarà neanche lontanamente paragonabile a quelli sviluppatisi ex vitro (fuori provetta, insomma), ma sono curioso di vedere come andrà a finire.
In tutti i tentativi, a volte maldestri, che ho fatto per riprodurre questa specie, devo dire che ha sempre dimostrato una straordinaria rispondenza alle tecniche di riproduzione in vitro: dopo pochi giorni, l’espianto manifestava già i primi segni di attività.
Buona giornata
Tasha
MonzaScritto Da – nelumbo il 26 Settembre 2011alle ore 20:39:18
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