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Finalmente mi sono deciso e sto provvedendo alla registrazione ufficiale dei miei ibridi di Passiflora.
Esiste infatti un registro degli ibridi tenuto aggiornato in Inghilterra e potete vedere qui quante nuove cultivar vengono create in tutto il mondo: http://www.passionflow.co.uk/downloads1.htmOra hanno approvato i primi due che verranno pubblicati a breve:
e
http://www.passiflora.it/RegistrazioneDalal.htm
http://www.passiflora.it/RegistrazioneFataConfetto.htmVi piacciono?
Ciao
MaurizioScritto Da – maurizio il 25 Agosto 2007alle ore 11:45:14
Scritto Da – maurizio il 25 Agosto 2007alle ore 11:46:01
Stupende tutte e due, però la prima mi piace di più!
Ciao,
sono davvero splendide! 😮 complimentissimi 🙂
ciaociao…… piera.
provincia Bergamo 350 mt.s.l.m.
NON amo le piante, cerco di “capirle”, di “sentirle” per il piacere di coltivare.
AMO i miei familiari, per loro, sono pronta a donare la mia vita. piera.
Sono entrambe molto belle, complimenti.
Oggi guardavo i fiori della caerulea, in fondo sono belli anche loro, purtroppo li ho presi in odio perchè la pianta mi aveva trasformato la serra in una giungla, ho dovuto lavorare di machete e ancora oggi escono germogli.
Paolo
un blog di caprette, ulivi e curiosità vegetali:
http://caprettetibetane.splinder.com
Complimenti Maurizio,
a me piace di più la seconda. Come sono le dimensioni del fiore? I genitori sono Guglielmo Betto e incarnata, quindi rustica?
😉
Lulù
Ciao Lucia, il diametro del fiore di Fata Confetto è di circa 9 cm.: http://www.passiflora.it/RegistrazioneFataConfetto.htm
Nel modulo di registrazione ho indicato la temperatura presunta di – 10°C proprio grazie alla rusticità dei genitori. Comunque ho un esemplare in piena terra (in fioritura) da circa un mese e vediamo come si comporta nel periodo invernale.
Considera che la P. ‘Gugliemo Betto è rusticissima e sicuramente regge i – 15 °C. Purtroppo è molto invadente. D’inverno perde la parte aerea, ma fiorisce già a maggio producendo una enorme massa di fusti e di foglie.
Se queste sono le premesse…
Ciao
Maurizio
Caro Maurizio,
come mai nel libro-atlante Torsten la dà a -7°C. vi è una bella differenza.
Lulù
Ciao Lucia,
la temperatura minima di – 7 °C indicata per la P. ‘Guglielmo Betto’ da Torsten Ulmer sul ‘Colour Atlas’ è una sua supposizione. D’altra parte in questi anni da me non si sono mai raggiunte temperature severe e comunque oltre i 5-7 °C, se non qualche sporadica e breve discesa.
Ho avuto comunque dati da altri miei amici tedeschi, dove gli inverni sono più rigidi, di una migliore rusticità di questo ibrido che sicuramente è vicina a quella della P. incarnata.
Quest’ultima viene infatti classificata come resistente a -15°.
Ho sperimentato in piena terra con successo la P. tucumanensis che, nel mio giardino e per gli inverni accaduti in questi anni, si è comportata come la P. incarnata, anzi più rapida nella ripresa primaverile.
Riguardo alla rusticità della P. ‘Fata Confetto’, come ho detto, si tratta di una temperatura minima presunta, non ancora confortata da dati sperimentali.
Trattandosi di un ibrido di (P. incarnata x P. tucumanensis) x P. incarnata non è difficile immaginare che possa sopportare temperature invernali minime attorno ai – 10 °C.
Che vale è però la sperimentazione: questa è già in atto nel clima del mio giardino, avendo un esemplare in piena terra.
Tanri saluti
Maurizio
Ciao,
se può servire per dare un’idea informativa, sulla rusticità della P. Incarnata, ho una pianta in piena terra dal 2003, ed ha passato indenne anche l’inverno rigido del 2005/2006; in dicembre la temperatura è scesa a -18°, ma con una buona pacciamatura la pianta non ha risentito del freddo ed è ripartita normalmente in primavera…
Benissimo,
allora 2 piante super rustiche in italia!!!
😉
Lulù
Bella notizia Franco: -18 °C non sono uno scherzo.
Personalmente preferisco essere prudente nell’indicare le temperature minime invernali indicative sopportate dalle piante. Mi rendo conto però che le variabili a cui sono sottoposte non sono poche. Un muro, un ostacolo ai venti freddi e quant’altro possono creare un microclima migliore o peggiore per la loro sopravvivenza invernale.
Nel mio giardino ho posto alcuni termometri collegati via radio a centraline in casa e vi assicuro che, pur essendo tutti all’aperto, vi sono differenze costanti di 3-4 °C da una posizione ad un’altra.
Cara Lucia, tra gli ibridi che ho realizzato non vi sono solo la P. ‘Guglielmo Betto’ e la P. ‘Fata Confetto’ dotati di buona e apprezzata rusticità.
Le P. ‘Vivacemente’, ‘Allegra’ e ‘Leida’ sono simili alla P. ‘Incense’ (P. incarnata x P. cincinnata: – 8°C), se ne è parlato recentemente, e sono coltivabili all’aperto nella pianura padana.
Non ho ancora avuto modo di sperimentare la P. ‘Paola Gastaldo’, profumatissimo ibrido di P. incarnata e la P. ‘Asterix’, ma ne sono ottimista. Gli ibridi tra P. incarnata e P. caerulea (P. ‘Clara’, P. ‘Èspero’) corrispondono alla antica P. x colvillii e sopportano temperature invernali minime superiori ai – 10 °C. Infatti vengono indicati da Torsten Ulmer a -12 °C.
Tanti saluti
Maurizio
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