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A settembre scattavo questa foto perchè volevo pubblicarla sul sito per mostrare come il clima insieme al terreno sabbioso unito ad una falda idrica poco profonda danno questi magnifici risultati con le P.canariensis… il diametro della chioma è impressionante, canariensis così ne esistono poche!!
oggi la pubblico perchè il punteruolo è arrivato anche qui, è la distruzione di qualcosa di unico 😡 😡 😡
la chioma comincia a collassare…
foglie apicali mangiate dall’insetto
Daniele MATERA-TARANTO
zona climatica 9b
marino con microclima di boscoScritto Da – maculato il 25 Marzo 2011alle ore 13:31:06
Scritto Da – maculato il 25 Marzo 2011alle ore 13:33:19
E il resto del’ italia?
A Ragusa città il punteruolo ha colpito ancora solo sporadicamente (ed esclusivamente le Phoenix canariensis), nelle località balneari del ragusano (Marina di Ragusa) ha fatto strage di phoenix ma ancora qualche esemplare resiste…
ci deve essere una soluzione naturale. forse introdurre lucertole grandi salamandri gecko serpenti non velenosi rospi buffe che faranno festa a queste bestie fracide
Fede, ma il piceno è già sotto attacco da almeno tre anni, quindi gli appennini da quel dì che sono stati valicati.
quote:
ma è una strage!! sono stato all’Elba e non ho visto nessuna palma infestata
Speriamo che gli appennini fermino l’invasione, certo se mandano qua delle palme infette…
meglio acquistare piante senza troncoFederico
Ravenna
Zona climatica 8a/8b (USDA)
Csa: Clima temperato umido con estate asciutta molto calda (Köppen)
quote:
Fede, ma il piceno è già sotto attacco da almeno tre anni, quindi gli appennini da quel dì che sono stati valicati.
Dal piceno però non è più salito a nord, i nostri freddi spero che lo tengano lontano,
Federico
Ravenna
Zona climatica 8a/8b (USDA)
Csa: Clima temperato umido con estate asciutta molto calda (Köppen)
quote:
Qui da me il rinco ha addirittura cambiato menù, questa butia una settimana fà era in splendida forma. " />
Osvaldo non sono sicuro che sia punteruolo,ma in giro avevo già visto delle phoenix con i primi segni di attacco, ho visto anche la ripresa di alcune palme che dopo l’attacco e il trattamento erano rimaste per tutto l’inverno senza una foglia.Riguardo la butia ti confermo che pochi giorni fà stava bene. Ciao 🙂
a civitavecchia hanno appena piantato decine e decine di washintonie tutte vicine e in riva al mare. bello , sembra di stare in california, ci sono anche phoenix dactylifera e canariensis e syagrus rom. e buthia…ma la zona e’ infestata da tempo. che fine faranno tutte queste belle palme ???
Guarda potrebbe non essere tanto strano, considera che i tempi che intercorrono per la trasformazione e maturazione dei vari parassiti delle palme e non solo può variare anche dalle condizioni climatiche.
Non ho uno studio per poter confermare ciò, ma solo un’osservazione diretta.
Proprio nell’eliminazione la scorsa settimana di un Sabal, all’interno ho notato delle larve di Rincophoro pronte all’impupamento, molte impupate ma non ancora trasformate completamente, ed alcuni adulti vivi.
Vi erano anche adulti morti, come mummificati, credo dovuto dal freddo, in effetti il tronco dello Sabal, se rapportato con una Phoenix è di molto inferiore, quindi maggiormente “esposto” ai cambi di temperatura.
Qui quest’inverno abbiamo avuto la neve per alcuni giorni, con minime non inferiori ai -6°c per poche ore.
Con questo voglio dire che probabilmente a fine Ottobre o inizio Novembre vi deve essere stata l’invasione dello Sabal, gli effetti ancora non palesemente osservabili si sono iniziati ad evidenziare solo ora a distanza di sette mesi.
La conferma dell’attacco pre-inverno dovrebbe essere confermata dagli adulti imbalsamati nelle parti più esterne del tronco, quindi pronti a volare via.
Le due larve di Paysandisia erano pronte per l’impupamento, ma penso non prima di due o tre settimane, sono molto più sensibili alle temperature minime rispetto al rincophoro.
Devo dire che la seconda larva di Paysandisia ritorvata quasi alla base del tronco aveva una lunghezza fuori dal comune, non meno di 8,5 cm una cosa impressionante (non ho pensato a fare una foto).
Come noto il tronco della specie e proteso per lo più sotto al terreno.
Solo per informazione ho verificato che l’infestazione non è scesa al di sotto del terreno, forse per una ridotta o mancanza di scambio di ossigeno ?
quote:
quote:
Qui da me il rinco ha addirittura cambiato menù, questa butia una settimana fà era in splendida forma." />
Dopo l’intervento del 26 Agosto 2011, vediamo alcuni aggiornamenti:
1 – l’Intercept continua a dare risultati eccellenti garantendo una protezione per 12 mesi per tutte le palme trattate.
2 – E’ arrivata l’autorizzazione ministeriale e quindi puo’ essere utilizzato anche nei luoghi pubblici.
3 – Ritengo che ad oggi sia il metodo piu’ facile, economico e conveniente per proteggere le palme (costo prodotto per palma con tronco di 4 metri e’ di circa 25 euro l’anno).
A breve si potra’ utilizzare anche nell’area di Gela per proteggere le palme pubbliche e private che da noi abbondano (circa 5.000).
Ieri sono state colpite le prime 4 palme.
Invito gli amici del forum a segnalare altri rimedi alternativi in modo da avere tutti le idee piu’ chiare.
In israele stanno facendo prevenzione anche addestrando i cani ad individuare le palme colpite.
Qualcuno ha notizie su eventuali allevatori di cani in Italia che si stanno muovendo in questa direzione ?
Saluti.
Angelo Falcone – Gela
Buonasera a tutti,
Da un anno sto facendo eseguire un trattamento preventivo con cadenza mensile. I trattamenti vengono effettuati per circa 8 mesi su 12, quando le temperature sono miti/calde.
Il trattamento preventivo funziona, il problema che inizia a diventare oneroso dato che costa 25 euro al mese per ogni palma. Io sto facendo pompare solo le phoenix ma se dovesse attaccare anche le altre sarebbe una tragedia…..
lo stretto di messina sembra innocuo
una dei problemi è proprio quello il costo,ma fino a quando?per il momento le phoenix canariensis sono le piu’gradite,isolati attacchi anche su chamerops,e waschingtonia,almeno dalle mie parti.
Ciao Angelo,
sei sempre piuttosto criptico, puoi dirci le dosi o direttamente la quantità di principio attivo puro utilizzato per il trattamento della palma in esempio?
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Paysandisia archon, un altro nuovo flagello per le palme???
non la conoscevo, certo che la natura ne ha di sorprese…..
Mau
Scritto Da – kandevilla on 30 Settembre 2012 10:33:56
non sono espertissimo , ma credo che sia la famosa farfalla che da anni fa compagnia al punteruolo 👿 👿
Si e’lei pero’fa meno danni rispetto al punteruolo si limita a rosicchiare la nuova foglia.
Non è detto.
E’ di sicuro Letale per le specie con tronco di diametro limitato, tipo Chamaerops, Trachikarpos ecc.
Per altre specie tipo Wahsingtonia, Phoenix, Butia ecc. funge da apri pista, nel senso che il punteruolo sentendo il tipico odore di “palma attaccata” durante lo svolazzamento, invece di cerca una Phoenix, sua palma preferita, si attacca alla palma già aggredita da Paysandisia terminadola in pochi mesi.
Purtoppo i due insieme sono un mix. micidiale.
quote:
Si e’lei pero’fa meno danni rispetto al punteruolo si limita a rosicchiare la nuova foglia.
questo è un rapporto stilato dalla regione Lazio da parte della Direzione Regionale agricoltura Area servizi tecnici e scientifici credo nel 2009,
per chi vuole approfondire trova tutto sul web
Scritto Da – kandevilla on 30 Settembre 2012 17:24:48
Ciao Pietro.
La modalita’ d’intervento e’ la seguente:
Ipotizziamo di voler proteggere una palma con un tronco di 4 metri.
1) distribuire attorno alla palma circa 500 grammi di Intercept e interrarlo facendo un solco prodfondo 10-20 cm. Quindi irrigare abbondantemente 2 a distanza di 15 giorni circa.
2) Distribuire sui germogli apicali 250 grammi di prodotto in modo che rimanga adagiato tra le foglie.
Bagnare a spruzzo in modo da far assorbire un po’ di principio attivo dalle foglie.
Ribagnare, una seconda volta, sempre a spruzzo nebulizzato dopo 7 giorni.
Da Novembre ad Aprile saranno le pioggie a bagnare.
Nei successivi mesi asciutti bagnare 1 volta al mese.
Se le palme hanno tronchi con dimensioni diverse la quantita’ va’ proporzionata alla grandezza.
Questa cura nasce come protocollo preventivo pero’ in alcuni casi ha dato buoni risultati anche su palme collassate.
Questo periodo e’ ideale per fare il trattamento.
Chi ha rispettato le procedure sopradescritte ha avuto successo per il 98% (circa) delle palme trattate.
Saluti
Angelo
Angelo Falcone – Gela
Ciao Angelo,
grazie per i dettagli della procedura che possono essere utilissimi a chi vuole sperimentare questo metodo. Personalmente ero interessato più che altro a conoscere la quantità di principio attivo utilizzata per fare un confronto con le quantità che sto utilizzando per una Bismarckia attaccata la scorsa (2011) estate. Da una veloce ricerca in rete mi sembra che l’intercept contenga il 5% in peso di imidacloprid, quindi per la palma in esempio, come trattamento annuale preventivo, vengono distribuiti alla base 25 g di prodotto puro. Nel caso di palme attaccate credo che l’uso del granulare, visto la lenta cessione, non sia particolarmente indicato. Per quel che può interessare, per la mia B. di 2 m di tronco (+ 4 di chioma) e diametro di base 80 cm ho fatto un primo trattamento alla base con 100 mL (pari a 20 g di imidacloprid) diluiti in 50 L di acqua, seguito a distanza di un mese da analogo trattamento, quindi altri due trattamenti a distanza di 6 mesi ciascuno. Naturalmente il fatto che la pianta continui a crescere regolarmente non significa nulla essendo troppo presto per trarre conclusioni. Solo per curiosità il trattamento (4 applicazioni) è costato 13 euro.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Scritto Da – pietropuccio on 30 Settembre 2012 22:43:47
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Pietro,
trovo molto interessante il tuo metodo di prevenzione e volevo chiederti alcuni chiarimenti:
1 – Quanto costa l’insetticida al litro e come si chiama ?
2 – Un trattamento ogni 6 mesi garantisce una efficace protezione delle Palme ?
3 – In caso di risposta affermativa: come riesce ad avere questa persistenza ?
Grazie per i chiarimenti.
Angelo Falcone – Gela
anche a sora provincia di frosinone si sta diffondando l’orrendo insetto, lasciando dietro di se lo scempio che tutti conoscete..
se ho capito bene e il ferormone femminile ad attirare l’insetto giusto? inoltre ho letto che la naftalina potrebbe essere un rimedio, voi che ne dite?
Grazie a Pietro e Angelo per i suggerimenti.Vorrei però chiedere ad entrambi se c’è una formula per calcolare l’esatta quantità di principio attivo da utilizzare e se questa varia a seconda che il trattamento sia profilattico o terapeutico.E ancora come varia la quantità da utilizzare a seconda che si adoperi la formulazione pronta o a lento rilascio.E infine,sempre parlando di profilassi,è sufficiente un solo trattamento?
Ciao Angelo e Roberto,
riguardo la persistenza esistono moltissimi studi, sia di laboratorio che in pieno campo, i fattori che intervengono sono tanti quindi non esistono formule generali. Nel caso di incorporazione nel suolo, quindi lontano dalla luce che lo degrada velocemente, i fattori che incidono di più sono l’elevata solubilità in acqua (che è un bene per l’assorbimento radicale), che in teoria può produrre il suo dilavamento, ed il tipo di suolo. Per sintetizzare i casi estremi sono i suoli sabbiosi, dove l’emivita (tempo in cui la quantità iniziale si riduce a metà) è dell’ordine di 1-2 mesi, e quelli argillosi in cui l’emivita può variare da 6 mesi ad un anno. Fattori minori sono la presenza di sostanza organica che aumenta la ritenzione del prodotto (tranne in superficie dove la luce lo degrada velocemente), e la presenza di vegetazione che la diminuisce. Il mio terreno è argilloso, quindi elevata persistenza, per questo ho scelto un intervallo di sei mesi.
Per il dosaggio ho tenuto conto dei valori consigliati sulla confezione (che non si riferiscono al rincoforo) e guardato un pò in rete, sistema molto empirico, ma non c’è di meglio. Il prodotto commerciale è l’Imidasect che ho trovato a 35 euro/L, ma prendendo più flaconi ho avuto uno sconto.
Aggiungo che non sto trattando tutte le palme, ma solo quelle che mi interessano di più, non tratto nemmeno le Archontophoenix perchè il polline è graditissimo alle api.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
quote:
Ciao Angelo e Roberto,
riguardo la persistenza esistono moltissimi studi, sia di laboratorio che in pieno campo, i fattori che intervengono sono tanti quindi non esistono formule generali. Nel caso di incorporazione nel suolo, quindi lontano dalla luce che lo degrada velocemente, i fattori che incidono di più sono l’elevata solubilità in acqua (che è un bene per l’assorbimento radicale), che in teoria può produrre il suo dilavamento, ed il tipo di suolo. Per sintetizzare i casi estremi sono i suoli sabbiosi, dove l’emivita (tempo in cui la quantità iniziale si riduce a metà) è dell’ordine di 1-2 mesi, e quelli argillosi in cui l’emivita può variare da 6 mesi ad un anno. Fattori minori sono la presenza di sostanza organica che aumenta la ritenzione del prodotto (tranne in superficie dove la luce lo degrada velocemente), e la presenza di vegetazione che la diminuisce. Il mio terreno è argilloso, quindi elevata persistenza, per questo ho scelto un intervallo di sei mesi.
Per il dosaggio ho tenuto conto dei valori consigliati sulla confezione (che non si riferiscono al rincoforo) e guardato un pò in rete, sistema molto empirico, ma non c’è di meglio. Il prodotto commerciale è l’Imidasect che ho trovato a 35 euro/L, ma prendendo più flaconi ho avuto uno sconto.
Aggiungo che non sto trattando tutte le palme, ma solo quelle che mi interessano di più, non tratto nemmeno le Archontophoenix perchè il polline è graditissimo alle api.
Ciao Pietro,
in pratica il prodoto da te citato (imidasect) sarebbe imidacloprid in granuli, corretto? mentre l’intercept è sempre in granuli ed anch’esso a base di imidacloprid, con minore percentuale, giusto? In sostanza basta trovare un formulato/prodotto a base di imidacloprid in granuli se ho capito bene.(?)
Preventivamente sto usando miscela di imidacloprid e clorpirifos.
Enzo
Calabria tirrenica meridionale (sul mare) zona 9b
Ciao Enzo,
ti è sfuggito il mio messaggio del 30 settembre, sto usando l’imidacloprid in forma liquida.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Ciao Pietro,
ti ringrazio per le notizie che ci dai, pero’
non ho chiaro il concetto sulla durata della protezione offerta dall’Imidasect:
L’Intercept protegge le piante per 14 mesi, non solo perche’ contiene l’ Imidacloprid, ma perchè’ la particolare composizione con altre sostanze lo rende efficace e persistente per un periodo molto lungo.
(Ho un vivaio di piante ornamentali, lo utilizzo da anni per proteggere le piante sensibili dagli attacchi di molti insetti e ho constatato che da’ buoni risultati)
l’imidasect ha pure questa capacita’ di essere attivo per un lungo periodo (4-6 mesi ?), oppure come il Confidor o altri prodotti simili, pur essendo sistemico garantisce una protezione di poche settimane ?
Il protocollo che stai applicando prevede dopo i 2 trattamenti iniziali, dei trattamenti successivi distanziati di 6 mesi.
L’efficacia per un periodo cosi’ lungo e’ stata dimostrata ?
Saluti
Angelo Falcone – Gela
quote:
Ciao Enzo,
ti è sfuggito il mio messaggio del 30 settembre, sto usando l’imidacloprid in forma liquida.
Ciao Pietro,
nel tuo caso (trattandosi di pianta attaccata)come lo distribuisci? solo sull’apparato radicale?
Lo stai utilizzando solo come curativo su piante attaccate?
Perchè non utilizzi anche il clorpirifos?
Enzo
Calabria tirrenica meridionale (sul mare) zona 9b
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