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Dal momento che di recente Pietro Puccio è intervenuto comunicando la sua autorevole esperienza secondo cui anche nei luoghi più favoriti del sud Italia (come la sua Palermo) le piante di papaya muoiono in inverno, volevo chiedere a lui o a chi fosse informato un parere sui semi di una cultivar che ho acquistato di recente. Trattasi di una varietà chiamata maridol, che mi è stata inviata da un amico texano dell’area di Corpus Christi.
Sono certo che i più esperti conosceranno il clima dell’area in questione. Si tratta in effetti di una situazione molto particolare e paradossale per i nostri parametri, un clima cioè caratterizzato da forte instabilità, dal momento che, per la bassa latitudine le temperature massime sono molto alte anche in inverno, praticamente estive, se non che in presenza di cold spells si verificano condizioni agghiaccianti (nel vero senso della parola) non tanto per la sola presenza di gelate forti, quanto per la possibilità di vere e proprie giornate di ghiaccio. Da tutto ciò deriva che mentre in condizioni usuali crescono e fruttificano le cocos nucifera, nelle ondate di freddo possono danneggiarsi fortemente o addirittura morire anche piante che invece, nelle aree favorite del Mediterraneo non potrebbero recare danni; mi riferisco con ciò persino agli agrumi. Ovviamente queste condizioni estreme non sono frequenti e attualmente non si verificano dagli anni 80, comunque un pò di gelo lo hanno ogni anno e quest’anno si è toccato attorno ai -5 con la neve.
Questa premessa era fondamentale per tornare alla papaya maridol. Infatti mi è stata inviata per il fatto che lì, per testimonianza diretta di questo amico vi è vicino casa un esemplare di 5 o 6 m che negli anni scorsi ha resistito al gelo senza coperture. Tuttavia si parla di anni in cui non si è scesi sotto i -2. Quest’anno non so come è andata.
Dato che ci sono, prendo anche il discorso sulle varietà di papaya che vengono coltivate da alcuni contadini americani come annuali. Ho ricevuto i semi di queste cv. waimanalo, sunset e sunrise. I contadini in California, south Arizona e south Texas fanno appunto così: seminano intorno a dicembre in serra e a marzo trasferiscono in terra coltivando come un annuale. La peculiarità infatti di queste cv. è di fruttificare a bassa altezza e dunque in nove mesi. Certo dispiace vedere poi morire la pianta, ma è una soluzione.
Che ne pensate di entrambi i fenomeni? Grazie
“E’ improprio credere che si potrà mai sosituire il lavoro agricolo, un sacro compito graziosamente conferito da Dio all’uomo quale fonte del suo benessere e fondamento della sua prosperità”. (Haile Sellasie I, Re dei Re d’Etiopia)
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