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Cari amici,
mi è sembrato giusto e doveroso ricordare un grande amico proprio oggi, nel primo anniversario della sua scomparsa.Molti di voi l’hanno conosciuto attraverso i suoi preziosi interventi su questo nostro meraviglioso forum, altri l’hanno scoperto sul suo Blog personale, nonché su altri Blog come “Amici dell’0rto” (di cui era il fondatore); egli, colpito dalla Spondilite Anchilosante, dedicava alla scrittura e alla lettura molto del suo tempo libero sottratto talvolta al sonno a causa della malattia e delle conseguenti sofferenze che non lo lasciavano dormire.
Io ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente, di condividere con il compianto amico molti interessi al di fuori delle coltivazioni tropicali, di aver condiviso in particolare con lui e sua moglie Mirella una breve ma intensa vacanza in una zona della Corsica che egli amava di più e nella quale trascorreva piacevolmente e serenamente, così come tutti gli anni, una ventina di giorni a Giugno ed altrettanti a Settembre.
A Barcaggio, piccolo paesino dell’alta Corsica dove Paolo affittava una modesta casetta di pescatori (ed in quell’anno l’aveva affittata anche per me), non si parlava di Manghi, Papaye ed altre coltivazioni tropicali, argomento principale delle nostre telefonate e dei nostri incontri, ma sempre e solo di pesca, in particolar modo “alla traina”, da sempre la sua principale specialità.
Il successo dettato dalla sua abilità di pescatore e il risultato conseguito anche grazie ad un pizzico di fortuna durante la vacanza in Corsica, gli consentiva di portare il pescato in esubero, (preventivamente congelato e trasportato per mezzo di una capiente borsa frigo), a casa ad Alassio per la consueta condivisione con i suoi numerosi amici che occasionalmente gli avrebbero fatto visita.
Mentre io e il mio vecchio gommone, (meteo permettendo), facevamo fin dall’alba di ogni mattina cinque esasperanti turni di pesca alla traina di due ore ciascuno e con brevi pause nell’arco della giornata, l’amico Paolo, (mio illuminato maestro anche in questa specialità), usciva regolarmente in mare in compagnia della moglie e della fedelissima barchetta dalle dieci alle dodici del mattino e dalle quattro fino alle sei del pomeriggio, con orari, gli dicevo io scherzosamente, “da impiegato comunale”.
Il mio gommone in primo piano con lo sfondo della casa di Paolo ricoperta dall’ederaSpesso, Paolo con Mirella, ed io a volte con l’amico Gianni, (bravissimo ed appassionato “trainista” conosciuto durante quella breve vacanza a Barcaggio), incrociavamo le nostre imbarcazioni lungo i numerosi chilometri di costa che alternava spiagge sabbiose a suggestive baie incastonate fra rocce e grossi dirupi lambiti da un inquietante mare blu cobalto.
Gianni e la sua leccia di sette chiliSe Paolo per vari motivi non poteva essere fisicamente a pesca con me e Gianni, lo era sicuramente con il cuore: egli, fra il profumo fragrante del caffè, affacciato alla sua ampia finestra di casa e armato di binocolo, seguiva fin dalle prime luci dell’alba la scia che accompagnava fedelmente il nostro lento peregrinare fra le azzurre e placide acque del mare.
Quella suggestiva finestra adornata dall’edera, simile ad un dipinto marinaresco d’altri tempi e che incorniciava nel mezzo l’isola della Giraglia, era per il caro amico la cosa più preziosa di quella fatiscente dimora; egli, non curante dell’umiltà del luogo, la mostrava sempre con orgoglio ai suoi amici in visita, invitandoli insistentemente a fotografarla.Quella suggestiva “cornice” che racchiudeva in se una parte della sua amata Corsica e dalla quale filtravano i suoi sogni di marinaio, (figlio di marinaio egli medesimo), era tutto per lui e non si preoccupava minimamente dei numerosi disagi che il resto dell’abitazione gli procurava puntualmente e ad ogni nuova stagione.
Ricoperta in parte dall’edera e affacciata suggestivamente sul mare di Capo Corso, quella modesta e ambita casetta di pescatori, logorata dalla salsedine e dal tempo, rappresentava un boccone prelibato per i vacanzieri occasionali che si alternavano con Paolo e se la contendevano nell’affitto stagionale.
Egli mi raccontava che i primi giorni di permanenza nella vecchia abitazione venivano puntualmente dedicati alla manutenzione dell’impianto elettrico e alla sostituzione delle guarnizioni dei rubinetti dell’acqua, messi a dura prova da quanti, (specialmente a fine stagione), l’avevano maldestramente preceduto.
il caro amico Paolo, all’occorrenza abile cuoco, possedeva un’incredibile manualità e questa ricorrente incombenza che lo eleggeva a “manutentore straordinario”non lo turbava affatto…anzi…
Per Paolo era fondamentale guadagnare la fiducia del padrone di casa, di primaria importanza rientrare nelle grazie del rustico pescatore corso che a buona ragione gli avrebbe nuovamente rinnovato l’affitto e consentito di godere di quel magico luogo,
impreziosito dall’originale “cornice”, per il prossimo anno e così per tutti gli anni a venire.
Antonio Sabbetti
Torino zona USDA 7B
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