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Qualche giorno fa ho fatto alcune foto in un giardino storico vicino a Lecce:
Questo è un Cedrus atlantica gigantesco:
Questo un Cinnamomum camphora altrettanto enorme:
A seguire Jubaea,Butia,Washingtonia ecc..
Iyared, perchè mai ti dovresti scusare, io credo che esprimere quello che si pensa in modo civile in linea con l’argomento che al momento si sta affrontando non può fare altro che arricchire la mente dell’interessato… e chi interessato non è può anche astenersi dal rispondere e giudicare.
Adesso scusami tu, però non aprire di nuovo piaghe ormai chiuse, se no ora mi viene da ridere, quell’intimazione che tu hai definito, per quanto importante sia stata ai fini della comprensione dell’argomento, me l’ero già dimenticata ahahah. Pace e rispetto per tutti!(specialmente per chi te lo porta).
quote:
Per Judenzo, avete per caso investito 25000 euro?
non si potrebbe dire 😀 anche se sono fatturati 😉
Enzo
Calabria tirrenica meridionale (sul mare) zona 9b
Oggi ho fotografato una delle diverse Phytolacca dioica belle grandi a Lecce:
Ciao Federico…
e la quercia Vallonea dei Cento Cavalieri di Tricase l’hai mai vista dal vivo??
Ha più di 700 anni, la circonferenza del tronco più di 4 m e la sua chioma copre una superficie di circa 700m2.
Ciao Martina, si l’ho vista ed è uno spettacolo!!!
Ieri ho visto questo mandorlo completamente fiorito…l’8 febbraio?!?
Ed intanto anche la mia Acacia dealbata si sta riempiendo di fiori.
Arriva la primavera!!!! 😀
ma dove e lolivo gigantesco
Che belle foto e che belle piante! Molte ci sono anche qui, le Phytolacca dioica c’è n’è un viale all’orto botanico.
Ci sono anche qui nei giardini alcuni esemplari maestosi di Cinnamomum camphora (sopporta, come avete detto, anche periodi di gelo).
In punti riparati, circa i ficus, vedo solo il Ficus elastica (che comunque sono più bassi, chiaramente, rispetto a quanto possono arrivare nelle zone d’origine).
La Jacaranda, che pure avete citato, inizia ora a vedersi un po’ di più anche lungo le stade, sebbene non è ancora molto diffusa.
Invece circa l’erithryna crista-galli mi da l’impressione che non è diffusa nemmeno nelle zone da dove provengono le foto, pianta che meriterebbe molto di più (qui ce n’è un esemplare monumentale all’orto botanico e solo 1 volta l’ho vista in un piccolo giardino di un convento)
Stefano
Roma
Riguardo all’olivo, in realtà, la resistenza al freddo dipende dalle varietà, alcune sono più rustiche di altre.
La cultivar Leccino è tra le più comuni proprio eprchè si è dimostrata resistente al gelo nel 1985 e in altre ondate fredde storiche.
In Abruzzo, vicino al massiccio del Gran Sasso, c’è il paese di Tocco da Casauria, a circa 6-700 m, da cui prende il nome la varietà di olivo autoctona, la Toccolana, che cresce in condizioni limite per la coltivazione dell’olivo.
Recentemente, si è iniziata la coltivazione anche in zone riparate della Valtellina
Stefano
Roma
Credo sia proprio così per l’ulivo: dipende dalla varietà. Qui nella pianura lombarda si è diffusa da tempo la moda di avere un ulivo in giardino, di solito esemplari centenari, ma anche piante giovani, che resistono, anche se i -12°C si toccano quasi tutti gli inverni, se nevica. Oltretutto l’inverno è sempre umido. Io non ci provo perché vivo in una “sacca di gelo” con temperature (estate e inverno) di 4 – 5°C inferiori a quelle del paese distante solo un km da casa mia e 10 metri più in alto, con in più frequenti nebbie. Diversa la situazione sui colli sopra Bergamo, per non parlare dei laghi, dove l’ulivo è coltivato per produrre olio.
Una curiosità: nel centro di Bergamo, ai piedi di Città Alta, c’è un oliveto da cui viene prodotto un olio che credo sia il più caro del mondo…
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