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Da un po’ di tempo sto sperimentando nel mio giardino alcune piante consigliate per la Florida del Sud che, a grandi linee, dovrebbero avere alcune difficoltà qui in Sicilia.
Al momento sono sprovvisto di foto perché mentre facevo le sistemazioni in giardino ieri ero con il cellulare scarico, ma provvederò ad integrare nei prossimi giorni.Le prime due che voglio presentarvi sono due Tibouchine: la Grandiflora e l’Urvilleana.
Entrambe le tengo in vaso, sotto un grande albero caduco per cui in inverno ormai da due anni prendono il sole mentre in estate sono ombreggiate. Non hanno alcuna forma di riparo dai venti ma anzi, trovandosi in un angolo della terrazza, sono continuamente sbatacchiate.
La Grandiflora è la più resistente delle due, non perde le foglie ma addirittura le mantiene anche quando invecchiano e virano in uno splendido colore arancio. Fiorisce una sola volta all’anno, in agosto, non troppo abbondantemente. Dovrebbe necessitare un ambiente umido ma in realtà sopporta bene brevissimi periodi di siccità. Gli inverni sembrano passarle addosso come se non ci fossero mai stati.
La Tibouchina Urvilleana invece si è dimostrata alquanto delicata poiché, alle stesse condizioni della Grandiflora, durante l’inverno perde completamente le foglie per ricominciare a germogliare con la primavera; probabilmente è colpa dei venti ma, avendo trovato una sua stabilità, sono diffidente nello sperimentare un’altra posizione. Forse prima o poi farò una talea e proverò. La fioritura è abbondantissima, inizia a luglio e termina ad ottobre, senza interruzioni e molto profumata.
Entrambe hanno portamento arbustivo relativamente contenuto, tra le due la Urvilleana è la più piccola e la più lenta a crescere.
Sinceramente, per chi è siciliano e non le avesse ancora sperimentate, le consiglio vivamente per la bellezza del fogliame la Grandiflora e per la fioritura l’Urvilleana.Le altre piante sono due Pakistachis, il primo è la forma selvatica Lutea mentre la seconda è una cultivar di cui non conosco il nome a foglia piccola e brattee rosso/arancio. Entrambi i Pakistachis si trovano in piena terra, in una zona che prende il sole in inverno ed è ombreggiata in estate. Si tratta di una pianta che richiede umidità costante, non sopporta neanche un po’ la siccità e, soprattutto la Lutea, è sensibile ai venti.
Entrambe le piante si trovano in una zona non troppo esposta, ma anche quel poco di leggerissimo vento che prendono le strapazza. Tra le due la più resistente è la cultivar, mentre la Lutea perde facilmente le foglie per la delicatezza delle zone internodali.
Durante l’inverno la Lutea perde completamente le foglie sviluppando timidissime e continue gemme ascellari che però non si sviluppano mai, mentre la cultivar continua il suo sviluppo ma di molto ridimensionato, producendo foglie piccolissime e non crescendo quasi per nulla.
Hanno appena cominciato la vegetazione che si protrarrà fino a ottobre per la lutea e fino a dicembre per la cultivar. Entrambe producono brattee colorate da maggio a ottobre e soprattutto la Lutea ha una crescita molto veloce nel suo periodo vegetativo.
Si tratta di piccoli arbusti suggestivi, più simili a cespugli, molto interessanti per dare un tocco tropicale in un angolo del giardino; richiedono solo qualche attenzione in più soprattutto la Lutea.Spero intanto di aver indotto qualche curiosità per due piante che sono comunissime nei paesi tropicali e subtropicali e che, da noi, dovrebbero ottenere delle possibilità per la loro bellezza e particolarità.
Salvatore
Giardino in Ragusa, Playa Grande, Marina di Modica
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