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ciao, vorrei sapere se il banano cultivar comune di sicilia e il banjoo giapponese sono la stessa pianta.un altra info se possibile ,ma quale è il banano edibile che piu resiste al freddo (in rete ho trovato poco).grazie
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ciao, vorrei sapere se il banano cultivar comune di sicilia e il banjoo giapponese sono la stessa pianta.un altra info se possibile ,ma quale è il banano edibile che piu resiste al freddo (in rete ho trovato poco).grazie
Il più resistente e il basjoo certi lo coltivano anche in montagna.
Questo invece forse sarà un comune di “sicilia” o almeno lo era :http://m.altoadige.gelocal.it/bolzano/cronaca/2014/07/25/news/le-prime-banane-dell-alto-adige-1.9654648
😀
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ciao, vorrei sapere se il banano cultivar comune di sicilia e il banjoo giapponese sono la stessa pianta.un altra info se possibile ,ma quale è il banano edibile che piu resiste al freddo (in rete ho trovato poco).grazie
No, sono piante ben diverse, la prima ha frutti non commestibili, la seconda si.
La più resistente al freddo pare sia la ‘California Gold’ che pare resista fino a -6 °C, ma in California.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
Musa sakalinensis..la versione siberiana della m. Basjoo…piu tozza e ancora piu resistente al freddo di questa. Ma non credo sia commestibile.
E’ un nome inventato, è semplicemente una Musa basjoo.
Pietro Puccio
Palermo
Zona climatica 9b (USDA)
Temperato subtropicale (Koppen)
Pietro
Palermo
Zona (USDA) 9b
https://www.monaconatureencyclopedia.com/enciclopedia/piante/
prima di tutto grazie per le info.ma la californian gold é edibile? volevo provare a far crescere qui una pianta di banano, commestibile in vaso,la piu resistente al freddo(da ritirare ovviamente in inverno).qui zona nord milano le musa banjoo, sono abbastanza comuni e fruttificano regolarmente.non vengono neanche piu protette in inverno, visto il cambiamento climatico.in ogni caso hanno preso gelate di -12 e gelate di settimane e sono ricresciute sempre .adesso vorrei alzare il tiro.ciao
nb. le banane del musa banjoo,mature sono na’schifezza,amare e pure piene di semi.i cocos della butia invece sono buoni.
A proposito di “banane” e “Sicilia” ( 😀 ), vi riporto questa notizia di cui hanno anche ampiamente parlato i telegiornali.
quote:
Sicilia, luogo perfetto per la coltivazione delle banane: più piccole e più dolci di quelle classiche
12 NOV 2014Nella zona tra Catania e Messina ci sono le banane. Il gustoso e nutriente frutto, fa spesso capolino in orti a conduzione famigliare; ma c’è una donna che a Palermo ne ha fatto un business.
Si chiama Letizia Marcenò e a soli 23 anni ha avviato una sua coltivazione di banane su scala aziendale. Era il 2012 quando la tutor di Coldiretti Giovani Impresa, decise di aggiungere al podere famigliare nella Valle del Loreto, una coltivazione di banane per battere la concorrenza straniera. Accanto alle nespole e ai ben più conosciuti agrumi di Sicilia, la giovane imprenditrice ha dunque deciso di avviare una produzione industriale del tutto particolare.
Il clima secco, ventilato e un terreno fertile, ricco di minerali, ha infatti favorito l’innesto di diversi alberi della specie Musa x paradisiaca subspecie sapientum, in grado di dare appunto vita al frutto della banana; 6 ettari per una 40ina di caschi l’anno, una produzione ancora limitata ovviamente, ma che si spera nei prossimi anni possa superare e surclassare, almeno la vendita locale del prezioso frutto ricco di potassio, proveniente dalle Americhe.
Un prodotto italiano totalmente a chilometro zero, che la famiglia di Letizia ha iniziato a immettere sul mercato già 10 anni fa per combattere la crisi. E a coloro che le contestano se proprio un prodotto come la banana possa diventare tipico, la giovane agricoltrice risponde: «Io credo che occorra anche un discorso di educazione alimentare, perché spesso il consumatore non sa quello che c’è dietro un prodotto, e allora acquista basandosi solo su questioni di convenienza economica.»
La banana è arrivata in Occidente tramite gli Arabi, che la portarono in Africa dall’Asia. Ed è in realtà l’India il più importante produttore di banane dolci al mondo, con 21,7 milioni di tonnellate; a seguire altre nazioni del mondo Occidentale come Ecuador e Brasile, da cui arriva la maggior parte delle banane che si trovano sui nostri mercati.
Polpa gialla e profumata, sapore zuccherino e una cartella nutrizionale tra le più complete, questo frutto tropicale viene indicato sia per combattere la fame che per contrastare i problemi cardiocircolatori; ed è anche molto conosciuta per il suo effetto calmante. Insomma un vero toccasana, che se abbinato ad altri alimenti come latte, yogurt e cereali, sia in forma fresca che disidratata, può costituire un pasto completo, e sano.
Molti pregiudizi seguono ancora il frutto giallo di forma ricurva della famiglia delle Musacee, che ormai anche i dietologi più affermati non consigliano di eliminare dalla dieta, anzi. La banana è sì un frutto dolce ma ha un basso indice glicemico, il che significa che è una manna per il cuore, perché contiene un nugolo di sostanze anticolesterolo, le pectine, ovvero zuccheri complessi che si comportano come le fibre.
La banana dunque non solo contribuisce a farci sentire più sazi più a lungo, ma ci aiuta anche a digerire risparmiandoci dalla costipazione, ed è anche in grado di abbassare, di fatto, i livelli di colesterolo cosiddetto ‘cattivo’ e di glucosio nel sangue.
È inoltre un’ottima risorsa di vitamine, dalla A alla PP, passando per alcune vitamine del gruppo B e dall’acido ascorbico (vitamina C), il nostro alleato contro malanni di stagione e dimagrimento; contiene inoltre ferro, potassio, e fosforo, ed è anche in grado di stimolare la produzione di serotonina, l’ormone del buonumore, nello stesso quantitativo calorico di una bella mela o di una grossa fetta di cocomero.E speriamo che questa recente scoperta non subisca, proprio ora, lo stesso addio alle banane annunciato diversi mesi fa sui mercati internazionali. È infatti dell’aprile scorso la notizia di un malattia mortale che affligge i banani; l’allarme è stato messo in circolazione dalla FAO, l’organo mondiale per la lotta alla fame.
Il noto frutto dolce che fino ad ora si era rivelato resistente ai parassiti, è stato infatti colpito da un fungo, così come accadde già tra gli anni Cinquanta e Sessanta, e anche allora non ci fu nulla da fare.La malattia, denominata “Tropical Race 4” non prevede infatti una cura; e dopo aver devastato le piantagioni di Australia e Asia, si pensa sia già passata in America Latina e Africa, dove potrebbe provocare un drastico calo nella produzione, con grosse conseguenze economiche per i Paesi che ne ricavano il sostentamento, proprio dalla sua coltivazione.
Autore | Enrica Bartalotta
Pozzallo
Allora questa varietà coltivata in Alto Adige è una Basjoo, oppure un altra cultivar? Se si, qualcuno ne conosce il nome? Ammesso che sia edule, sarebbe interessante da coltivare…
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Allora questa varietà coltivata in Alto Adige è una Basjoo, oppure un altra cultivar? Se si, qualcuno ne conosce il nome? Ammesso che sia edule, sarebbe interessante da coltivare…
A quanto pare penso non siano basjoo visto che dice che sono buone da mangiare le basjoo sono piene di semi e fanno schifo 😛 .
Ecco un altro approfondimento.
http://m.altoadige.gelocal.it/bolzano/cronaca/2014/08/02/news/il-record-della-banane-e-nostro-a-montagna-1.9700250
ciao, southern sicily,il problema del virus che uccide i banani, in tutto il mondo,gia lo sapevo.ciclicamente i banani che non possono essere moltiplicati per seme ,ma solo per pollone ,hanno tutti un dna simile e sono piu soggetti a attacchi virali. per es. le banane che ora mangiamo, sono diverse da quelle degli anni 60 ,colpite da un virus goblale. c’e una ricercatrice in africa che ha risolto il problema ,con mezzi suoi.quando riesco faccio avere link. ma la mia domanda rimane , che specie coltiva la signora letizia in sicilia? ciao
ma dove è possibile trovare una piantina di cultivar di sicilia?
quindi come fare per portare un pollone anche piccolo dalle mie parti?
Dalle mie esperienze il banano più resistente al freddo è il Dwarf namwah. La comune di Sicilia potrebbe essere buona ma comunque dai racconti che vedo in giro mi pare di capire che abbia alcuni problemi. In primo luogo tende a venire abbastanza alta, ma questo sarebbe un problema relativo (non da scartare, comunque, se si prevede di installare protezioni allo pseudofusto); il vero problema a mio avviso consiste nelle tempistiche lunghe di maturazione del casco che obbligano a ottenere il fiore piuttosto presto nell’anno (cosa non semplice, se si considera che il fiore idealmente vorrebbe un minimo di 6 foglie per una maturazione ottimale del casco). Mi pare di capire che i tempi si possano allungare fino a circa 9 mesi per la maturazione, il che obbliga ad avere, circa sei foglie a marzo quando dovrebbe avvenire la fioritura, per poter staccare il casco a dicembre! In pratica le lunghe tempistiche vanificano la resistenza al freddo, perché se la pianta sopravvive, ma il casco deve superare in inverno con gelate, le possibilità di condurre felicemente a conclusione la maturazione del casco secondo me si annullano (senza appunto considerare l’irrelisticità della presenza di 6 foglie sulla pianta a inizio anno, specialmente in zone soggette a gelate).
Questo resta vero a mio parere per tutte le cultivar Orinoco-simili (quindi comune di sicilia, California gold e così via). Naturalmente il vero discrimine lo fa la presenza di gelate.
I tal caso appunto si rende necessario cercare cultivar con una maturazione del casco più rapida e resistenza al freddo paragonabile, e a mio parere le uniche due candidate sono dwarf brazilian e dwarf namwah.
Staccare un pollone è semplice, in realtà, lo stacchi con un colpo deciso dalla pianta madre, assicurati che abbia un poco di bulbo, elimini le foglie, lo conservi in un luogo fresco fino al momento in cui procedi al nuovo impianto (rapidamente, nell’arco al massimo di 1-2 giorni).
Scritto Da – Pancrazio on 18 Aprile 2016 18:58:16
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